Tag

libri

Browsing

Tra gli autori che, in questi anni, meglio hanno saputo raccontare la storia e le radici del pregiudizio razziale negli Stati Uniti troviamo sicuramente Colson WhiteheadLa ferrovia sotterranea era – e continua ad essere – un romanzo sconfinato e complesso che ha saputo dare tangibilità, anima e concretezza alla leggendaria rete clandestina destinata ad accogliere e “redistribuire” gli schiavi di colore che fuggivano dalle piantagioni del Sud. Il nuovo romanzo di Whitehead, I ragazzi della Nickel, ha una diversa collocazione temporale, ma torna a prendere ispirazione da una vicenda che, questa volta, è malauguratamente reale. La Nickel è, infatti, il calco letterario della Dozier School for Boys, un riformatorio per minorenni gestito dallo stato della Florida e rimasto operativo dal 1900 al 2011. Analisi assai articolate hanno portato alla luce l’atroce passato di abusi perpetrati dall’istituzione “rieducativa” ai danni dei giovani detenuti, con tanto di cimitero clandestino dove venivano fatti scomparire i cadaveri dei ragazzi uccisi o morti in seguito a maltrattamenti, isolamento e violenze.

Domande?
Molte.
Temi?
Complessi e numerosi.
E con chi ne parliamo?
Con l’autore, incontrato agli inizi di settembre durante la tappa milanese del suo tour per la presentazione del libro. I virgolettati di Whitehead scaturiscono da un paio di giri di domande collettivi – perché sì, ero in numerosa e ottima compagnia.

Ma ci vuole un po’ di introduzione.
Il personaggio che, suo malgrado, ci farà oltrepassare i cancelli della Nickel è un ragazzo di colore di Tallahassee – Florida. Elwood, abbandonato dalla madre alle cure della nonna, è uno studente molto promettente, che inizia a muovere i primi passi nel movimento dei diritti civili. L’idealismo di Elwood è fervido. È un ragazzo serio, che studia e lavora, in attesa di cominciare a frequentare l’università. In che anni siamo?

La Dozier – modello per la Nickel – è stata chiusa nel 2011. Potevo scegliere di ambientare il romanzo in un anno qualsiasi, ma ho scelto il 1963 perché è l’anno in cui il movimento per i diritti civili raggiunge una certa massa critica e una vera risonanza. Allo stesso tempo, anche la segregazione, nel ’63, arriva al suo apice. Elwood sceglie Martin Luther King come paladino. L’ottimismo e la fiducia di Elwood, contrapposti al pessimismo e allo scetticismo di Turner – l’amico che conoscerà alla Nickel -, rispecchiano la condizione del panorama politico del tempo, sospeso tra possibilità di cambiamento e disillusione.

La nonna di Elwood lavora in un albergo della città e, in mancanza di alternative, lascia il nipote in cucina durante i suoi turni. Tra i lavapiatti e i camerieri, il piccolo Elwood intravede un potenziale spaccato di futuro, ma sceglie di immaginare una strada diversa. Un giorno, vince una scommessa e si porta a casa un’enciclopedia, dimenticata da qualcuno – un commesso viaggiatore, magari – in una delle stanze dell’albergo. Ma la sorpresa sarà amara. I volumi sono bianchi, ad eccezione del primo, che veniva forse usato come campione da esibire ai potenziali acquirenti. È un episodio crudele, ma emblematico.

È sempre importante trovare un gancio che mi permetta, all’inizio, di capire meglio i miei personaggi. L’enciclopedia rappresenta tutto quel mondo di possibilità che, nel ’63, sono precluse a un ragazzo di colore. Sarà un episodio cruciale per Elwood, ma non lo danneggerà nella costruzione idealistica della sua personalità.

La storia si muove su due piani temporali. C’è l’approdo di Elwood alla Nickel e la sua permanenza in riformatorio, ma c’è anche uno spaccato di futuro.

Sì, i capitoli degli anni successivi sono un tentativo di indagare come si può sopravvivere a un’esperienza traumatica, ricostruendo un’identità coerente.

Elwood finisce alla Nickel per una sfortunata fatalità – e sua nonna non può permettersi di pagare un avvocato valido che sbrogli la questione. Il destino gioca a suo sfavore, insomma, ma pare che il destino tenda ad essere meno clemente con chi è più povero, più svantaggiato e con la pelle più scura rispetto alla classe dominante.

Alla Nickel ci sono anche degli “studenti” bianchi. Il fattore determinante che accomuna tutti è proprio la povertà, anche se l’attitudine al pregiudizio della polizia statunitense è riscontrabile anche nell’epoca contemporanea. Anch’io sono stato fermato e ammanettato senza ragione, mentre ero in giro per i fatti miei. Non si può mai sapere. Svolti l’angolo e puoi ritrovarti in un universo completamente diverso, come è capitato a Elwood.

Chi vince, negli Stati Uniti di oggi, tra la fiducia di Elwood e il disincanto di Turner?

Turner, di certo. Ci ritroviamo con un presidente che vorrebbe colpire un tornado con delle bombe atomiche. I migliori ideali della nazione si stanno deteriorando e ci troviamo di fronte a una continua umiliazione dello spirito umano. È difficile mantenere un atteggiamento come quello di Elwood. Ne usciremo… e Trump non sarà presidente per sempre, anche se è stata proprio la situazione politica attuale a spingermi a scrivere questo romanzo. Mi sono sempre misurato con generi molto diversi fra loro. Parlo di razza e di razzismo, ma anche di città e di cultura pop. Il prossimo libro sarà un crime ambientato ad Harlem negli anni ’60. I miei ultimi due lavori [La ferrovia sotterraneaI ragazzi della Nickelsono quelli che contengono il minor numero di battute in assoluto. Nel prossimo romanzo non ci saranno così tanti personaggi brutalizzati una pagina sì e l’altra pure. [Ride]

Come è possibile che la Dozier sia stata chiusa solo nel 2011?

Ho sentito parlare per la prima volta della Dozier nel 2014, durante gli scavi che hanno riportato alla luce i cimiteri. Per un giorno se n’è occupata anche la stampa nazionale, a parte le emittenti della Florida. La Dozier ha aperto i battenti nel 1900 e la prima denuncia è arrivata nel 1903. Per farla chiudere, però, sono serviti 111 anni. È successo perché a nessuno interessano i ragazzi poveri o i ragazzi di colore. Non sono stati i politici a commettere direttamente degli abusi, ma li hanno coperti, voltandosi dall’altra parte per non ostacolare il profitto – perché queste scuole ne generano, grazie a fabbriche di mattoni, lavori di tipografia, agricoltura… Vicende come questa diventano possibili quando chi detiene il potere ha la facoltà di vessare chi di potere non ne ha.

Sia La ferrovia sotterranea che I ragazzi della Nickel si basano su una solida ricostruzione storica. Qual è il metodo di lavoro?

Per La ferrovia sotterranea sono partito da una struttura astratta – le basi erano la ferrovia e gli stati ad essa collegati. Poi ha preso vita Cora. Ho voluto che la protagonista fosse una donna, perché nel caso della schiavitù il genere ha implicazioni fortissime. Dopo aver delineato una trama inizia il lavoro di ricerca. Per I ragazzi della Nickel ho utilizzato alcuni diari, degli articoli e una ricerca della South Florida University. Ho immaginato Elwood prima di Turner… un personaggio come Elwood richiedeva in modo piuttosto naturale la presenza del suo opposto.

E cosa succede quando i romanzi passano in traduzione all’estero? [Il libro, per l’Italia, è stato tradotto dalla meravigliosa Silvia Pareschi].

Non so valutare le traduzioni, ma sono sempre molto felice di dare una mano, se serve. Per La ferrovia sotterranea, che è molto complesso dal punto di vista lessicale, avevo creato un documento in condivisione con i traduttori di tutti i paesi. Silvia, durante il lavoro, mi ha fatto alcune domande e le ho risposto volentieri. Spesso si rivela necessario, perché uso di frequente slang di altre epoche e anche termini specifici relativi a un ambiente particolare, come la piantagione nel caso della Ferrovia.

I ragazzi della Nickel è un romanzo “breve”, rispetto alla grande mole della Ferrovia. È stato più facile o più difficile?

Per questo libro ho cercato ispirazione nel lavoro di Mohsin Hamid e Julie Otsuka, nella loro capacità di condensare una storia vasta in un romanzo stringato. Cosa metti? Cosa togli? Te lo domandi continuamente… e la loro tecnica è stata di grande aiuto.

Un romanzo può essere un buon modo per innescare il cambiamento, per spingere le persone ad agire?

So che ho deciso di scrivere I ragazzi della Nickel per elaborare questo mio sentimento di impotenza. Avevo bisogno di capire meglio che cosa era successo ai ragazzi rinchiusi là dentro, soprattutto a quelli di colore. Forse dedicarsi alla beneficienza e alle donazioni – due attività che svolgo – sono un modo più efficiente di contribuire alla causa rispetto allo scrivere romanzi. [Ride]

Whitehead non è stato tenero nei confronti dell’amministrazione statunitense – e ci mancherebbe altro -, ma gli abbiamo chiesto anche come vede l’Europa…

L’Europa è malmessa come il resto del mondo. I governi di estrema destra stanno salendo al potere ovunque. E tutti affrontano il tema dell’immigrazione con strategie quasi sempre crudeli e inefficienti.

Un film che descrive bene gli USA di oggi?

Mad Max. Fury Road. 

Impeccabile, direi. 🙂

***

Ecco qualche pensierino sulla Ferrovia sotterranea, per completare l’opera.

Qui, invece, I ragazzi della Nickel.

Orbene, eccoci di nuovo qua. La listona dei finalisti per l’edizione 2019 dei Macchianera Internet Awards – che Pippo Baudo definirebbe senza esitazioni “gli Oscar italiani della rete” – è uscita qualche giorno fa. E ci sono anch’io.
La storia di Tegamini – come entità social e contenutistica, oltre che come estensione della mia sconclusionata persona – ai MIA si sta facendo lunga e felice. È dal 2016 che approdiamo alla finale come “Miglior sito letterario”. Nel 2016 ho vinto per Snapchat – categoria poi abolita, anche sensatamente – e, lo scorso anno, è andata di ultra lusso e ci siamo portati a casa il premio libresco. Uso il plurale perché il merito è condiviso con chi ha proposto la mia candidatura e ha continuato a sostenermi anche nelle perigliose fasi conclusive. Persevero nel sentirmi onoratissima, molto fortunata e anche sorpresa. E no, non è uno sfoggio di finta modestia. Il mondo dei libri e dell’editoria online è vasto e vivace. Ci sono portali, riviste, redazioni, sitoni grandi. Non è scontato arrivarci, figuriamoci vincere. Quest’anno sono anche più agitata del solito, perché in finale ci arriviamo da detentori del titolo e, in estrema sintesi, si tratta di difendere l’agognato piazzamento. NO PRESSURE, proprio.

Ma non dilunghiamoci orrendamente.

Qua sotto, per chi avrà voglia di fare il tifo (GRAZIE, PERBACCO!), c’è l’ipertrofico form per la votazione finale. Il “Miglior sito letterario” è la categoria 20 ma, affinché il vostro voto venga democraticamente registrato, bisogna esprimersi in almeno 9 categorie. Non credo faticherete, ma lo dico. Per votare c’è tempo fino al 5 novembre.

Ci riproviamo?
Se voi ci credete ricomincio a crederci anch’io. 🙂
Grazie, di tutto. Sempre e comunque.

VOLEVO EMBEDDARE IL FORM DI VOTAZIONE MA, COME LO SCORSO ANNO, MI ESCE UN RIQUADRO INSERVIBILE. UN SEGNO DI BUON AUSPICIO? CHI PUÒ DIRLO. ECCO DUNQUE UN BEL MURO DI TESTO GIGANTE CHE È ANCHE UN LINK ALLA SCHEDA DI VOTO. GRAZIE, SCUSATE. SE VINCO MI CERCO UN WEBMASTER.

 

Le liste estive sono una tradizione ormai intramontabile. L’ottimismo con cui affrontiamo le settimane vacanziere non smette mai di commuovermi: finalmente potrò dedicarmi a tutti i libri che ho trascurato quest’anno! Nessuno mi fermerà! Sto a pancia per aria e guai a chi mi importuna! Serenità! Letteratura!
Non sarò di certo io a farvi smettere di sognare. Anzi, sono qui per fomentarvi all’ascolto multiplo dei più disparati prodotti narrativi (e saggistici) partoriti dall’ingegno umano.

Ecco qua un po’ di titoli che ho amato in questi mesi, più un paio di candidati che vorrei ospitare nella mia nutrita playlist.

Caro Michele di Natalia Ginzburg
Letto da Nanni Moretti

Natalia Ginzburg fa parte del mio programma di riascolto di testi letti in gioventù. Nanni Moretti – così come Margherita Buy per Lessico famigliare – è un interprete che si adatta alla perfezione al ritmo della Ginzburg, alle sue osservazioni minute, alla sua prosa schietta e “pratica” che spalanca finestre su orizzonti sconosciuti o, più spesso, sulle profondità ignote che chi è più vicino a noi custodisce con cura, per i motivi più disparati. Il Michele del titolo è un figlio randagio, il centro di gravità di un turbine di personaggi (più o meno vicini alla sua orbita) che si struggono per lui o si arrabattano per conto proprio. Michele, con il suo destino nefasto che pian piano va delineandosi, si trascina dietro un mondo di case, incontri, lotta politica, rancori, vecchie ruggini, amori storti ed esseri umani testardi e veri, che si impegnano per far combaciare i propri spigoli, fallendo splendidamente.

Heidi di Francesco Muzzopappa
Letto da Tamara Fagnocchi

Un impiego surreale e massacrante come direttrice dei casting per un’azienda che sforna format televisivi demenziali, un’insonnia invalidante, un curriculum sentimentale disastrato e un anziano padre (convinto di vivere sulle Alpi svizzere in compagnia del cane Nebbia e della nipotina Heidi) espulso per direttissima dalla casa di riposo. La protagonista di questa commedia di Muzzopappa – punto di riferimento ormai granitico quando si tratta di scegliere qualcosa di spensierato da ascoltare – ha abbondantemente oltrepassato la soglia dell’esaurimento nervoso, ma le cose possono sempre peggiorare…

Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo
Letti dall’autore

Ho consigliato e riconsigliato questi libri e sono contenta, ora, di ritrovarli anche qui – letti da Piccolo, poi. Entrambi i Momenti sono un gioco serissimo e una riflessione arguta sulle nostre nevrosi, sulla curiosità umana e sulla preoccupazione continua di risultare all’altezza della situazione. No, non siamo all’altezza della situazione. E rendercene conto è liberatorio, di tanto in tanto. Può regalarci attimi luminosissimi di gioia e può anche permetterci, per una volta, di contemplare con franchezza la possibilità di fallire. In santa pace.

Mancarsi di Diego De Silva
Letto dall’autore

Ho conosciuto De Silva, come molti, grazie all’avvocato Malinconico e alle sue sconclusionate ma illuminanti divagazioni filosofiche. Poi ho esplorato quello che era arrivato prima e ormai tendo a non volermi più perdere niente di suo. Mancarsi è una sorta di intermezzo, un romanzo fulmineo che contiene un piccolo universo amoroso. Anzi, due universi paralleli che, involontariamente, fanno di tutto per non incontrarsi mai. È un’analisi toccante (ma ben ancorata a terra) sui primi passi di un sentimento che nasce e sugli ostacoli, più o meno fortuiti, che ci troviamo a superare.

Addio fantasmi di Nadia Terranova
Letto da Elena Radonicich

Possiamo capire il dolore altrui, quando il danno che ci ha arrecato è troppo vasto per essere misurato? Ida torna a Messina nella casa “infestata” della sua infanzia e della sua adolescenza per aiutare la madre con i lavori. Ventitré anni prima, il padre – dopo una lunga depressione – era scomparso nel nulla, lasciandole sole con un rompicapo che non concede riposo. Addio fantasmi è stato uno dei libri in cinquina al Premio Strega di quest’anno e, in versione audiolibresca, acquista una dimensione ancora più preziosa. I luoghi, in questo romanzo, sono fondamentali. Ed è suggestivo ritrovarli anche nella voce di chi narra.

Non mi diffonderò troppo perché ne ho già parlato spesso, ma non posso astenermi dal ricordarvi dell’esistenza di Luca Marinelli che legge Lamento di Portnoy di Philip Roth, di Toni Servillo che legge Hanno tutti ragione di Sorrentino (e sempre letto da Servillo c’è anche Il gattopardo, festa grande!) e di Margherita Buy che legge Mal di pietre della Agus. 

E i podcast? Team Francesco Costa. In catalogo possiamo trovare il suo ormai “storico” reportage sull’attualità americana (Da costa a costa), ma anche Milano, Europa, indagine recentissima sull’evoluzione urbanistica, sociale ed economica della città.

Aspirazioni personali per il futuro?
Vorrei ascoltare Manuale per ragazze rivoluzionarie di Giulia Blasi (letto da lei medesima), Canne al vento di Grazia Deledda (letto da Michela Murgia), La straniera di Claudia Durastanti (letto da Tamara Fagnocchi) e Mythos di Stephen Fry (letto da lui medesimo).
Come ambiziosa nota finale, una saga che prima o poi gradirei affrontare: I Melrose di Edward St. Aubyn. 
Prendo ferie fino a Natale? 
Non sarebbe male.

Per il momento, però, buona estate… e felicissimi ascolti!

*

Utili collegamenti ipertestuali
Recatevi baldanzosamente qua per provare Storytel AGGRATIS per ben 30 giorni.

Sto già cominciando a pensare a come vestirmi per sopravvivere ai bizzarri microclimi del Lingotto. Tenuta a cipolla? Scarpe da ginnastica? La giacca la porto? Non la porto? Non si sa. Ci sono problemi troppo vasti e aleatori per essere risolti in anticipo. Soffermiamoci piuttosto sulle certezze.

Dunque, l’edizione numero trentadue del Salone del Libro di Torino ci sfiancherà e meraviglierà dal 9 al 13 maggio. Il titolo/tema di quest’anno sarà “Il gioco del mondo”, in onore di Julio Cortázar e del suo approccio ribelle, avventuroso e liberissimo alla letteratura… e alla vita. Per dirla meglio: “la cultura non contempla frontiere o linee divisorie, la cultura i confini li salta. Supera divisioni, frantuma muri, balza dall’altra parte. Per creare. Come fa il lettore del ‘contro-romanzo’ di Julio Cortázar”. Ecco anche perché il Salone, nel 2019, ha scelto di non avere un paese ospite, ma una lingua ospite: lo spagnolo.

Potremmo dedicare una tesi di laurea a ogni filone tematico che fa da scheletro al calendario RICCHISSIMO di appuntamenti, presentazioni, laboratori, incontri e lezioni, ma non voglio dilungarmi in maniera insopportabile o affliggere il mio prossimo con ulteriori dilemmi, perché l’agenda – come nelle migliori tradizioni – sfiora già una splendida ipertrofia.

NOTA METODOLOGICA
Nelle numerose righe seguenti troverete una selezione di eventi. L’elenco non ha la pretesa di essere esaustivo, anzi. È un elenco basato su un approccio assai personale… e risponde al domandone: cos’è che mi piacerebbe seguire (disponendo di energie illimitate e anche di una macchina del tempo)? Tutta questa roba. Tanti “grandi nomi” mancano, nel mio elenco. Così come manca una mappetta in grado di dirvi dov’è la Sala Magenta e come si raggiunge. Ci sono, in compenso, i link alle pagine dei singoli appuntamenti per costruire il vostro itinerario con razionalità e le didascalie originali MADE IN SALONE, per chiarire meglio di che si tratta. Cosa ben più rilevante, però, c’è tutto quello che amerei andare a sentire, da lettrice.
Per consultare il programma completo, vi invito caldamente a visitare il sito del Salone.

ALTRA PICCOLA SEGNALAZIONE
Venerdì alle 15.30 presento Lena e la tempesta di Alessia Gazzola, con Garzanti. Se siete nei paraggi, venite a sentirci.

Per il resto, buona consultazione. E magari ci vediamo in giro al Lingotto. O in coda al bagno, che è più probabile.

***

GIOVEDI’ – 9 MAGGIO

Lezione inaugurale di Fernando Savater
Dov’è l’identità culturale dell’Europa

11.00
Che cosa accomuna i cittadini europei? Un certo modo di intendere la democrazia? Un particolare riguardo verso valori umani non negoziabili? La letteratura, l’arte, la filosofia? O il modo in cui si guarda all’idea di comunità? Uno dei pensatori più importanti degli ultimi decenni prova a tracciare un identikit del nostro continente in un suo momento di crisi.

Mattia Carratello e Jonathan Galassi
Storie di editoria
12.00
Il presidente della Farrar, Straus & Giroux, traduttore in inglese di Montale e Leopardi, editore di Franzen e Vargas Llosa, poeta e scrittore, si racconta all’americanista e editor di Sellerio Mattia Carratello.

Samantha Cristoforetti
Diario di un’apprendista astronauta (La nave di Teseo)
14.00
La vita nello spazio raccontata da @Astrosamantha che, per quasi sette mesi, è stata in orbita attorno alla Terra sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Giusi Marchetta
Tutte le ragazze avanti! Cosa significa crescere femminista per le ragazze di oggi
14.30
Perché è importante oggi in Italia parlare di femminismo con gli adolescenti? Un dialogo aperto in cui le protagoniste del Tavolo delle ragazze condividono le loro riflessioni sui temi della parità e della violenza di genere.

Alessandro Barbero
“Guerra e pace”
16.00
Lo storico e romanziere Premio Strega, ripercorre il romanzo di Lev Tolstoj e in particolare l’impresa che costò l’Impero a Napoleone Bonaparte, dalla presa di Mosca alla Beresina.

Letture di Massimo Carlotto a partire da “Noi, l’Europa” di Laurent Gaudé (Edizioni e/o)
17.30
L’appello per un’Europa diversa di uno scrittore Premio Goncourt interpretato da uno dei più amati scrittori italiani.

Fabrizio Gifuni
Un certo Julio. Omaggio a Julio Cortázar e Roberto Bolaño
18.00
Uno degli attori più amati delle ultime generazioni, nel Salone del libro dedicato alla lingua spagnola, evoca due scrittori formidabili: Julio Cortázar e Roberto Bolaño. Diventa l’uno e l’altro, dando vita a uno spettacolo impossibile da dimenticare.

***

VENERDI’ – 10 MAGGIO

2019: dati e prospettive del libro in Italia
(A cura di Associazione Italiana Editori)
10.30
Quali segnali provengono dal mercato in questo inizio 2019? Dopo tre anni di crescita, nel 2018 le vendite di libri hanno registrato un modesto segno negativo. Molte le ragioni, ma con un punto di partenza chiaro: in Italia si continua a leggere poco e gli indici di competenza letteraria sono i più bassi tra i Paesi europei.

Lucca Comics & Games 2019
Anteprima per la stampa e per il pubblico
11.30
Il festival crossmediale più avanzato d’Europa dedicato a fumetto, gioco, videogioco, serie TV, illustrazione, narrativa fantasy e sci-fi, presenta le prime novità della prossima edizione (Lucca, 30 ottobre-3 novembre). Dal nuovo poster al tema dell’anno, dai primi ospiti e alle iniziative speciali.

Vanni Santoni
“I fratelli Michelangelo” (Mondadori)
14.30
Un immaginario che abbraccia Wes Anderson come Thomas Mann, il racconto delle vite di quattro fratelli sparsi per il globo, uno dopo l’altro di ritorno in Italia, al cospetto di un padre istrionico e misterioso.

Alessia Gazzola
“Lena e la tempesta” (Garzanti)
15.30
Dall’autrice che ha ispirato la fortunata serie TV l’Allieva, un nuovo romanzo e l’incontro con Lena, una protagonista esemplare in cui i lettori potranno identificarsi e affezionarsi.
[La presento io. :3]

Gary Shteyngart
“Destinazione America” (Guanda)
16.00
Un manager di Manhattan entra in crisi quando al figlio viene diagnosticato l’autismo. È il periodo della campagna elettorale di Trump, nel 2016, e inizia un viaggio verso un’America a lui sconosciuta, piena di rabbia e povertà.

Caspar Henderson
“Il libro degli esseri a malapena immaginati” (Adelphi)
17.00
Le strane regole con cui intere famiglie di viventi, di cui tutto ignoriamo a partire dall’aspetto, e animali tanto vicini a da risultarci quasi invisibili dividono il gioco antico della vita.

Il magico potere di riordinare i libri: la biblioteca di casa tra progetto e serendipità
17.30
Scaffali che straripano? Come riordinare la biblioteca di casa, riscoprendo i nostri libri, e con loro una parte sostanziale della nostra vita. Con una scintilla di serendipità che ci fa trovare cose preziose che non sapevamo di avere o di voler cercare.

Sellerio, cinquant’anni in blu
17.30
Il racconto di cinquant’anni della casa editrice Sellerio dalla voce dei suoi protagonisti.

Francesco Piccolo
“L’animale che mi porto dentro” (Einaudi)
18.00
Di quante cose è fatto un uomo? Sensibilità, ferocia, erotismo e romanticismo, debolezza, sete di potere. In modo serio, divertente, spietato, Francesco Piccolo racconta la vita di molti attraverso una sola.

Alessandro Baronciani
Reading nello studio di Munari
18.30
Una lettura spettacolo del graphic novel best seller di Alessandro Barociani ” Le ragazze nello studio di Munari”.

***

SABATO – 11 MAGGIO

Marco Balzano 
“Le parole sono importanti” (Einaudi)
Con Diego De Silva
10.30
Attraverso dieci appassionanti scavi etimologici, Marco Balzano dà voce alle parole e alle storie che ci possono raccontare.

Alberto Angela
“Cleopatra” (Harper Collins)
10.30
Uno dei più amati divulgatori italiani racconta il carisma di una donna che ha segnato la Storia condizionando la storia di Roma e di tre dei suoi più celebri protagonisti: Cesare, Antonio e Ottaviano.
[Il buon Alberto sarà anche alle 18.15 allo Spazio RAI].

Adrian Fartade
“Su Nettuno piovono diamanti” (Rizzoli)
11.30
Un viaggio entusiasmante ai confini del Sistema solare, da Giove a Ultima Thule, in compagnia del giovane divulgatore esploso su YouTube e capace di umanizzare la scienza mostrandone il potenziale poetico e il legame con il quotidiano.

Reading di Neri Marcorè
Que viva Márquez!
11.30
Uno dei più eclettici uomini di spettacolo, anche noto come divulgatore di libri, dichiara al Salone il suo amore per un gigante della letteratura in lingua spagnola: il Premio Nobel Gabriel García Márquez. A partire da L’amore ai tempi del colera, qualcosa più di un libro del cuore.

Leonardo Sciascia, scrittore editore. Ovvero la felicità di fare libri
11.30
In occasione dei 30 anni dalla morte di Leonardo Sciascia e dei 50 anni dalla fondazione della casa editrice Sellerio, il racconto e la memoria della straordinaria avventura editoriale del grande scrittore e del suo fondamentale contributo alla nascita e alla sviluppo di casa Sellerio.

J. D. Salinger, mio padre. E Holden Caulfield
12.00
Incontro con Matthew Salinger in occasione del centenario della nascita dell’autore.
Con Loredana Lipperini.

Luis Sepúlveda
La vita e i libri, dal Cile all’Europa
Con Giancarlo De Cataldo
13.30
La letteratura e la politica, il passato il presente e l’immediato futuro attraverso lo sguardo di uno scrittore, che come pochi altri, ha il dono di una scrittura, e di uno sguardo sul mondo, esatti e universali.

Colum McCann
Vincitore del premio letterario internazionale Mondello
14.30
L’opera di McCann è sostenuta da un’ispirazione multiforme. La finzione parte da eventi reali, su cui innesta una tensione straordinaria grazie alla sua “empatia radicale” – la capacità di restituirci personaggi senza falsità. E quale sfida più grande in un mondo pervaso dal cinismo?
Introduce e consegna il Premio: Giovanni Puglisi

Brutti dentro o brutti fuori?
L’evoluzione del mostro nella letteratura fantasy
15.00
L’essere mostruoso ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel fantasy, ma negli anni, e soprattutto in tempi recenti, ha subito anch’esso molte trasformazioni. Ne parlano esperti del nuovo fantasy italiano.

La letteratura latinoamericana non esiste
Con Emiliano Monge, Alan Pauls, Claudia Piñeiro, Luis Sepúlveda, Juan Villoro, Bruno Arpaia
15.30
Tra il Río Bravo e Capo Horn, ventuno nazioni, decine di lingue oltre allo spagnolo e al portoghese, scrittori cosmopoliti… È davvero possibile parlare di “letteratura latinoamericana” al di là della retorica del realismo magico?

Roberto Saviano
“In mare non esistono taxi” (Contrasto)
16.00
Le traversate del Sahara, i centri di detenzione in Libia, le navigazioni nel Mediterraneo, i naufragi: le immagini dei più grandi fotoreporter internazionali sulle rotte dei migranti raccontate da Roberto Saviano.

Mark O’Connell 
“Essere una macchina” (Adelphi)
Con Francesco Guglieri
16.00
Il Transumanesimo punta a condurre l’uomo verso una condizione post-umana, fatta insieme di protesi, criogenetica, upload della mente e, forse, immortalità. Mark O’Connell ci accompagna in un mondo che si muove sul confine che separa la ricerca più avanzata e l’illusione.

Marco Missiroli
“Fedeltà” (Einaudi)
Con Chiara Valerio
16.30
Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? La fedeltà è un’àncora che ci permette di non essere travolti nella tempesta, ma è anche lo specchio in cui ci cerchiamo ogni giorno sperando di riconoscerci. Marco Missiroli lo racconta andando al cuore dei suoi personaggi: lui, lei, l’altra, e l’altro. Noi stessi.

Nadia Terranova
“Addio, fantasmi” (Einaudi)
Con Michela Marzano
17.30
Ritornare da un’altra città, da un’altra vita, alla casa in cui si è vissuta l’infanzia e l’adolescenza, per scegliere quali oggetti tenere e quali buttare. E subito i fantasmi tornano vivi e l’esigenza di allontanarli, una volta per tutte, urgente.

Leo Ortolani
“Due figlie e altri animali feroci” (BAO)
17.30
Incontro con l’autore che presenta la nuova edizione di “Due figlie e altri animali feroci” , il libro che racconta l’adozione internazionale delle sue figlie.

Michela Murgia
“Noi siamo tempesta” (Salani)
18.30
Le storie degli eroi sono le prime e sole che sentiamo da bimbi. Michela Murgia decide invece di raccontare avventure collettive, perché l’eroismo è per pochi, ma la collaborazione è un superpotere che appartiene a tutti.

Giacomo Papi
“Il censimento dei radical chic”
Con Giuliano Ferrara
18.30
In un’Italia in cui prospera il malaffare, i clandestini, i rom, gli omosessuali e i raccomandati sono già stati annientati… ora tocca agli intellettuali e ai Radical Chic!

***

DOMENICA – 12 MAGGIO

L’anticipazione del nostro destino: l’umanesimo e Machiavelli
Con Ernesto Franco, Alberto Asor Rosa e Massimo Cacciari
10.30
Due studiosi e due opere a confronto sul destino passato e presente di un’Italia costantemente in bilico tra grandezza del pensiero e della cultura e catastrofi della storia.

Igort
“Kokoro” (Oblomov)
11.30

Ernesto Ferrero
Lo zoo di Primo Levi
12.00
l curatore per Einaudi della raccolta Ranocchi sulla luna e altri animali, racconta e legge le pagine che lo scrittore ha dedicato agli animali, con la curiosità di uno sguardo ammirato e divertito, mai sentimentale o antropomorfo.

Matteo Nucci
“L’abisso di Eros” (Ponte alle Grazie)
Con Emanuele Trevi
12.30
Cosa accade quando siamo presi da quell’emozione potentissima che gli antichi chiamarono eros? In che modo eros entra dentro di noi e ci cambia? Le risposte più compiute a queste domande eterne sono ancora quelle dei classici greci.

I ferri del mestiere: oltre abita il silenzio
Tradurre la letteratura
Con Enrico Terrinoni e Ilide Carmignani
12.30

Matt Haig
“Vita su un pianeta nervoso” (Edizioni e/o)
13.00
Una risposta all’ansia che pervade la contemporaneità. Più connessi, più veloci, sempre più “animali sociali”… eppure ci sentiamo anche soli, e abbiamo paure che non sapevamo di avere.

BAO X
Il tempo vola quando ci si diverte!
Con Daniel Cuello, Leo Ortolani, Alberto Madrigal, Zerocalcare, Radice e Turconi, Capitan Artiglio, Michele Foschini, Caterina Marietti
13.30
Bao compie 10 anni! Per festeggiare gli editori chiacchierano con gli autori dalla casa editrice alla scoperta dei segreti del loro lavoro.

Annalena Benini
“I racconti delle donne” (Einaudi)
14.30
Da Dorothy Parker a Natalia Ginzburg, da Marguerite Yourcenar a Alice Munro. I racconti più belli della narrativa mondiale in cui le donne dicono chi sono davvero.

I ferri del mestiere: traduzione e adattamento del “Trono di spade”
Con Ilide Carmignani, Matteo Amandola, Leonardo Marcello Pignataro
14.30

Ernesto Franco
Il sentimento di non esserci del tutto
15.30
Julio Cortázar e la sua scrittura attraverso la lente di un sentimento trovato da lui ma condivisibile da tutti.

“L’amica geniale”, dal libro alla serie
Con Saverio Costanzo, Alba Rohrwacher, Goffredo Fofi, Tiziana de Rogatis
15.30
Uno dei più grandi successi editoriali della letteratura italiana nel mondo è diventato una serie tv di pari successo. Ne parla il regista, Saverio Costanzo, proprio nei giorni in cui esce in libreria la raccolta degli interventi che Elena Ferrante ha tenuto nella sua rubrica settimanale sul Guardian.

Cristina Taglietti
“Risvolti di copertina. Viaggio in 14 case editrici italiane” (Laterza)
16.30
Le case editrici sono, prima di tutto, case. I tavoli per le riunioni sostituiscono i tavoli da pranzo, gli sgabuzzini diventano piccole cucine, le cantine archivi. Da Palermo a Milano, da Roma a Bologna e Torino, un viaggio per raccontare dall’interno marchi storici o sigle appena nate, piccole imprese artigianali e grandi gruppi editoriali.

Luca Briasco
Omaggio a Philip Roth
17.00
Il gigante della letteratura del Novecento raccontato dall’americanista che lo conosce come pochi, per ricordare i successi di una carriera letteraria che di fatto coincide con la sua vita.

***

LUNEDI’ – 13 MAGGIO

Piero Bianucci
Omaggio a Oliver Sacks
12.00
Il giornalista scientifico racconta lo scrittore e scienziato che ha aperto un nuovo capitolo nella storia delle neuroscienze grazie allo studio delle patologie del cervello.

Francesca Diotallevi
Omaggio ad Anna Maria Ortese
15.00
L’autrice di “Dai tuoi occhi solamente” (Neri Pozza), romanzo sulla vita di Vivian Maier, ripercorre le pagine di una delle scrittrici che più l’ha emozionata, autrice di storie di estrema bellezza e grande complessità.

 

Ci illudiamo spesso di poter esistere (e amare) in uno spazio del tutto impermeabile alle influenze esterne. Il nocciolo del nostro sentimento abita quasi certamente su un pianeta lontanissimo e protetto, ma le relazioni sono anche fatte di orbite, collisioni imprevedibili e crateri antichi. E quello che proviamo, a volte, non resiste al richiamo della gravità, perché attorno a noi ci sono forze che non riusciamo (o non vogliamo ancora) contrastare.

BASTA HO FINITO NON LA SFORNO PIÙ UN’ALTRA METAFORA COSÌ.

Elaboriamo meglio, però.

Il secondo romanzo di Sally Rooney – autrice irlandese di freschissima gioventù che ha esordito più che benone con Parlarne tra amici – racconta la storia assai tribolata di Connell e Marianne. Cresciuti nella medesima cittadina irlandese senza particolari attrattive, i due conducono esistenze diametralmente opposte, se vogliamo proprio semplificarla molto. Connell non ha mai conosciuto suo padre ed è figlio di una saggia e piacevolissima donna che l’ha avuto a 17 anni e che ora si guadagna da vivere facendo le pulizie. È sveglio, sensibile, riservato e ansioso di compiacere il suo prossimo. Non naviga nell’oro, ma a scuola è fra i più popolari e milita onorevolmente nella squadra di calcio. Marianne viene da una famiglia ricca e disastrata, non ha amici, non mette praticamente mai il naso fuori dalla magione in cui risiede, è molto intelligente e non ha alcun interesse per le opinioni altrui. I compagni di scuola la percepiscono come una specie di inspiegabile anomalia e la trattano con aperta ostilità.
E dove mai potrà stabilirsi un punto di contatto tra due creature così lontane, che a scuola manco si parlano? Ma nella cucina di Marianne, perché la mamma di Connell fa le pulizie a casa sua. E quando non hai la patente, è tuo figlio che ti passa a prendere.

Quello che capita dopo è complicato, toccante, cervellotico e spezzacuore. La Rooney sceglie di narrare le vicissitudini di Connell e Marianne illuminando di volta in volta un momento nodale del loro rapporto. E se le basi vanno fatte risalire alle poche battute scambiate in cucina, la loro storia si rivela però una lunga matassa che si srotola negli anni, nonostante tutto. All’inizio assistiamo all’edificazione di un piccolo microcosmo, in cui entrambe le parti – solo lì – riescono ad esprimere senza sovrastrutture la propria vera essenza. Ma cosa diranno gli altri? E se qualcuno a scuola lo scoprisse? Ma ne vale la pena? Si tratta pur sempre di Marianne. E Marianne sta sull’anima a tutti. Che figura ci faccio?
Ecco.
Tutte le ferite (più o meno gravi) e i non detti (o i detti male) che Connell e Marianne accumulano con il passare del tempo, mentre cercano di venire a patti con le aspettative degli altri e con la gestione già intricata di suo di un sentimento che muove i primi passi, vengono inevitabilmente a galla. E, nonostante i contesti “sociali” si capovolgano con l’inizio dell’università, quel che azzoppa e separa non sparisce, ma cambia forma, diventando man mano più insidioso. Gli errori che facciamo “da piccoli”, i grandi sbagli che ci sembrano lì per lì irreparabili diventano ricordi ed entrano a far parte del nostro bagaglio. Anche Connell e Marianne li ridimensionano e ne prendono le distanze, ma riescono a liberarsene fino a un certo punto. E portano con loro, di periodo in periodo, quello che sono in quell’istante… ma anche quello che erano. Inseguono felicità forse mai più riproducibili, si lasciano avvicinare da persone nuove – che possono vedere solo il loro lato “presente” -, si accontentano e camminano con le proprie gambe. Ma sono e saranno sempre una rivelazione, l’uno per l’altra. Ed essere stati visti per davvero, almeno una volta, è un evento raro e quasi irripetibile.

Oh, credo di aver finalmente trovato una soluzione alla difficile questione del “mi consigli una storia d’amore”. Non è un libro dal romanticismo travolgente. Non è nemmeno un libro consolatorio. È una riflessione lucida – a due voci, principalmente – sulla spigolosità degli incastri sentimentali. E non si risparmia sul fronte del dolore, sia quello che cerchiamo di non infliggere agli altri – nel tentativo di essere persone decorose – che quello che cerchiamo consapevolmente. E la Rooney è bravissima nel far crescere Marianne e Connell senza privarli di quello che hanno raccolto – o perso – lungo la strada. Ho sempre amato le storie che mi permettono di vedere, quasi in contemporanea, quello che succede nella testa dei personaggi. E come quello che sanno o che credono di aver capito trasformi il resto del mondo. E, per quanto in Normal People il peso delle considerazioni sugli “altri” e sul contesto sia fondamentale a dar forma alla storia, Connell e Marianne non ne escono sopraffatti. Fanno quello che facciamo tutti, credo. Provano a capire come districarsi. Provano a tornare sul loro pianeta, anche dopo una fitta tempesta di asteroidi.

*

Che una consistente porzione del fatturato delle aziende editoriali dipenda dal Natale non è di certo una notizia rivoluzionaria. Tale miracolo, però, si regge sulle solide fondamenta di una menzogna clamorosa: REGALA UN LIBRO, CHE NON SBAGLI MAI.
Ma figuriamoci.
Imbroccare il libro giusto per una persona è una delle robe più impervie in assoluto. Certe volte è complicato capire cosa piace a noi, figuriamoci agli altri. E questi “altri”, spesso, sono pure una vasta schiera di esseri umani che al massimo leggono l’etichetta del Pino Silvestre… ma visto che non sapete con che dono presentarvi, pescate un libro a caso e vi sentite nel giusto.
E invece no.
Donare libri è una faccenda delicata. E le grandi manovre vanno affrontate con raziocinio, cura e sensibilità.

Dopo lo sfolgorante successo di #LibriniMarzolini, dunque, eccoci qua con #LibriniRegalini. Il principio è fondamentalmente lo stesso, ma l’obiettivo è ben più nobile: raccogliere spunti per doni letterari mirati e ben studiati. Visto che già da due settimane mi stanno arrivando richieste di aiuto da ogni angolo della penisola e che, da sola, dubito di poter soccorrere tutti, ho pensato di buttare in piedi questo nuovo baraccone per creare un archivio consultabile e “utile” di idee per scoprire e donare libri, ma anche per continuare a raccontare quello che amiamo leggere – pure se non vogliamo regalare niente a nessuno.

INFORMAZIONI PRATICHE
– #LibriniRegalini è composto da 24 “temi” (uno al giorno dall’1 al 24 dicembre). A Natale non si fa niente. Le categorie dal 26 alla fine dell’anno sono una specie di jolly per tirare le somme delle letture dell’anno.
– Il canale da utilizzare per partecipare attivamente (pubblicando i vostri contributi) o consultare quello che succede (navigando gli #) è Instagram.
– Come si fa? Molto banalmente, fotografate e pubblicate sul vostro profilo un libro amato che vi pare adatto al tema della giornata. Se avete il profilo privato nessuno vedrà niente, ma chi sono io per costringervi a levare i lucchetti.
– Posso pubblicare su Stories invece che nella mia gallery? Potete, ma ha meno senso. L’idea è quella di creare qualcosa di “stabile”, che rimanga disponibile a tutti per i prossimi mille anni.
– È obbligatorio partecipare tutti i giorni? No.
– E se arrivate in ritardo? Pazienza. Usando gli # giusti si può sempre recuperare.
– E quali sarebbero questi #? Ogni foto dovrà essere accompagnata da due #: #LibriniRegalini (per raccogliere TUTTO quello che produciamo) e #LibriniRegaliniNUMERETTO (dove NUMERETTO sta per il giorno. Che ne so #LibriniRegalini22). In questo modo, avremo a disposizione l’archivio completo del progetto ma ogni categoria risulterà anche consultabile per conto suo, in tutta comodità.
– Cosa devo scrivere nella caption? Oltre ai due #, consiglio di indicare il tema della giornata (per rendere più chiaro a chi vi segue a che cosa si riferisce la foto) e, se vi va, due parole sul perché il libro che avete scelto vi pare perfetto per quella categoria lì. Ogni approfondimento sarà accolto con gioia.
– Si vince qualcosa? No.
– Non vi sentite fotografi provetti? La cosa è del tutto irrilevante. Non è un concorso per art director ma un progetto collettivo per la circolazione di buone idee.
– Vedete dello spam o delle foto non pertinenti? Siate educati, ma fatelo notare – spiegando magari che cosa stiamo facendo. Dedichiamoci insieme a mantenere l’ordine e l’armonia, insomma.

Ma i temi? 
Il PDF della tabella si può scaricare e stampare qui.
E qua trovate l’immaginona.

VAGA NOTA METODOLOGICA
Noterete che non c’è una “giornata delle graphic-novel”. O dei fumetti. Lo ben so. Non c’è perché, secondo me, una graphic-novel o un fumetto possono e devono partecipare con pari dignità (rispetto ai libri) a ogni tema.
C’è una giornata dei libri per bambini. Ero indecisa, ma l’ho inclusa perché ho un infante molto piccolo che non può ancora leggere da solo… ma i libri per bambini e per ragazzi, in generale, sono un patrimonio di tutti. Sentitevi dunque liberi di usarli dove vi pare.
Racconti: idem come sopra.
Poesia: liberissimi.

Bene. Non dovrei essermi dimenticata nulla di fondamentale, a parte i ringraziamenti ad Amore del Cuore che si è immolato (due ore dopo l’estrazione di un dente del giudizio) per sfornare i materiali visivi a supporto di #LibriniRegalini. Evviva il Cuorone!

E niente, mi auguro di non ritrovarmi da sola a postare libri come una pazza.
Ma, soprattutto, spero che l’impresa possa farvi scoprire meraviglie vere. 
Ci vediamo su Instagram, orsù!

Orbene, dopo due anni in agenzia sono diventata allergica ai contenuti tematici e pure alle cose legate a una specifica occasione di calendario. Ma proprio un odio che provoca anche reazioni psicosomatiche, mica solo un lieve fastidio. Orticaria visibile. Mal di stomaco da rigetto. Poi, però, mi sono accorta che nella mia libreria ci sono numerose (e valentissime) opere narrative che potrebbero ben adattarsi a una giornata che celebra mostri, spaventi vari, inquietudini, terrori e oscurità. E ho deciso di fare un esperimento. Anche perché, in questo caso, non ho clienti che non vedono l’ora di farmi correggere un copy chiedendomi FRANCESCA VA BENE È GIÀ MOLTO EFFICACE MA POSSIAMO FARLO UN PO’ PIÙ CREEPY?
Ecco.
Per la mia tenebrosa gioia e anche un po’ per la vostra – spero -, ecco qua una lista di letture più o meno recenti da abbinare alle vostre zucche. Ma qua c’è qualcuno che ha mai effettivamente mutilato una zucca a scopi decorativi? Io no di certo, ma per leggere non è necessario.
Di alcuni libri ho probabilmente già parlato su Instagram o qui sul blog, ma ho comunque deciso di inserirli nell’elenco perché mi sembrava che non potessero mancare all’appello.
Se li conoscete già siate tolleranti.
Se li vedete per la prima volta, invece, tanto meglio. Sarà una scoperta in più.
Se amate qualcosa che non è nella mia lista, poi, consigliatemelo caldamente nei commenti. Anch’io ho bisogno di suggerimenti, credetemi.

Procediamo!

***

Joshua Foer, Dylan Thuras, Ella Morton
Atlas Obscura
(Mondadori)

Traduzione di T. Albanese, G. Cecchini e della mia amica Francesca Mastruzzo

L’Atlas Obscura non è propriamente un libro che fa paura o che contiene cose particolarmente inquietanti. È, più che altro, un libro per esploratori dell’ignoto e delle piste meno battute. Un grande atlante illustrato, diviso per aree geografiche, delle mete “oscure” in quanto poco conosciute. Un catalogo di meraviglie geografiche lontane dalle rotte classiche e di posti che nascondono storie spesso imprevedibili. Insomma, una guida di viaggio per chi non ha paura di spingersi là dove pochi sono già stati prima.

*

David Almond
Skellig
(Salani)

Traduzione di P. A. Livorati

Skellig, secondo me, è uno di quei romanzi che non andrebbero rinchiusi nella categoria dei “libri per ragazzi”. Ci sono libri che parlano a tutti e che affrontano temi giganteschi, indipendentemente dall’etichetta “lettura consigliata dai 9 anni in su”. Freghiamocene altamente, dunque. Il protagonista di questa storia è un bambino che sta facendo del suo meglio per superare con coraggio un momento difficile, che non riesce nemmeno a decifrare completamente. La vita della sua sorellina è appesa a un filo e l’atmosfera, in casa, non è delle più spensierate. Servirebbe un miracolo, forse, ma il destino manda a Michael qualcos’altro. Una creatura fatta di piume e ombre che appare all’improvviso nel garage di casa. Non si sa da dove viene, non si sa che cosa vuole. Ha solo bisogno d’aiuto e di un po’ di tempo per riprendersi. E Michael decide di soccorrerlo, vincendo una paura molto più vasta e terrificante di quella del buio.

*

Michail Bulgakov
Cuore di cane & Uova fatali
(Feltrinelli)
A cura di S. Prina

Dunque, potevo anche parlare del Maestro e Margherita – che in questa lista farebbe un figurone -, ma in un’esplorazione delle opere di Bulgakov e della letteratura fantastica in generale credo sia saggio riesumare anche queste due novelle lunghe. O romanzi brevi. O quello che sono, insomma. Gli argomenti sono all’apparenza molto diversi, ma esplorano in entrambi i casi il tema della metamorfosi, dell’ambizione umana e dell’imprevedibilità intrinseca di quello che speriamo di controllare, anima compresa. Cuore di cane racconta un orrido esperimento scientifico: trasformare un cane randagio in un essere umano, grazie a una specie di trapianto di cervello. Nelle Uova fatali, invece, incontriamo uno scienziato che progetta un raggio in grado di accelerare esponenzialmente la crescita delle cellule. Le conseguenze, in entrambe le vicende, saranno particolarmente catastrofiche… e sviscerate con dovizia di particolari e con l’intento, assai poco celato, di smascherare la natura repressiva e miope dell’ordine sovietico.

*

Susanna Clarke
Jonathan Strange & il Signor Norrell
(TEA)
Traduzione di P. Merla

Visto che ai due maghi avevo addirittura dedicato un post, credo sia opportuno sfoderarlo di nuovo.

*

Gipi
La terra dei figli
(Coconino Press)

Gipi racconta e disegna la fine della civiltà. Non conosciamo le origini del cataclisma, ma quel che sappiamo è che quasi nulla è rimasto. La narrazione segue le peregrinazioni di due fratelli in una terra devastata, dove anche la parola si è contratta, adattandosi a un nuovo sistema in cui la sopravvivenza più brutale è alla base di ogni rapporto “umano”. I fratelli, dopo aver perso il padre, vagano alla ricerca di una madre che forse hanno solo immaginato e che abita in un diario che non hanno il permesso o le capacità di leggere.
Un fumetto rarefatto, crudo e potentissimo.

*

Neil Gaiman
Il figlio del cimitero
(Mondadori)

Traduzione di G. Iacobaci

Neil Gaiman meriterebbe una lista a parte, visto che quasi tutto quello che ha deciso di inventare rientra perfettamente nello spirito dell’impresa. Considerate Il figlio del cimitero come un degno apripista, dunque, e proseguite con le esplorazioni se ancora non vi siete soffermati particolarmente sul mondo di Gaiman. La storia è gustosa: sfuggito all’omicidio dei suoi genitori, Bod gattona fino a un cimitero e viene adottato e cresciuto dalla comunità dei defunti. La Morte gli dona la capacità di comunicare coi trapassati, che lo proteggeranno e lo alleveranno come se fosse figlio loro. Il destino di Bod, però, è in agguato oltre i cancelli del camposanto… là fuori c’è la vita che un “vivo” dovrebbe inseguire, ma ci sono anche degli assassini con un lavoro da completare. E la vendetta, un po’ come la Morte, può essere inesorabile. Mistero! Scheletri! Tombe! Cadaveri!

*

Emil Ferris
La mia cosa preferita sono i mostri
(Bao Publishing)
Traduzione di M. Foschini

Che libro stupefacente. Ne ho già parlato con grande trasporto su Instagram, ma ci tengo a sprigionare ammirazione anche qui. Emil Ferris è un’esordiente dalle vicende biografiche che rasentano l’assurdo. Dopo aver militato per lunghi anni nel mondo dell’illustrazione, rimanendo però sempre in una posizione un po’ defilata, ha deciso di presentarsi finalmente al grande pubblico con questa graphic-novel, un libro stratificato e complessissimo che, raccontando la quotidianità di una ragazzina di undici anni nelle periferie non proprio idilliache della Chicago del 1968, riesce a trasportarci nella Germania nazista e a frugare nei meandri più remoti dei nostri cuori. La grande metafora che la Ferris sceglie di utilizzare per accompagnarci in questo viaggio è quella del “mostro”, ma seguendo due filoni diversi. Ci sono i “mostri buoni”, che ci insegnano a difenderci e ci fanno compagnia quando sono gli altri a vedere in noi qualcosa che non capiscono. E ci sono i “mostri cattivi”, che soffocano la nostra voce e tramano per distruggere quello che di più umano possediamo. I disegni sono strabilianti – le penne a sfera possono fare magie, a quanto pare – e i riferimenti all’arte, al cinema e all’immaginario horror si sprecano. Attendo con trepidazione il secondo volume.

*

Jonathan Hickman, Tomm Coker
Black Monday
(Mondadori)
Traduzione di L. Fusari

Esoterismo, sangue e alta finanza: che cosa c’è di meglio? Ecco qua l’approfondimento che avevo scritto per l’uscita del primo volume. Il secondo è disponibile già da un mesetto e l’ho ordinato ieri.

*

Shirley Jackson
L’incubo di Hill House
(Adelphi)
Traduzione di M. Pareschi

Non ho la minima intenzione di vedere la serie di Netflix ispirata a questo romanzo. E non lo dico per snobismo. Lo dico perché quelle cose mi fanno una paura eccessiva e passerei i prossimi tre mesi ad accendere tutte le luci di casa anche solo per andare in bagno dopo le sette di sera. Il libro, per ammissione degli stessi produttori, è ben diverso dalla trasposizione televisiva. Ed è un racconto di follia, tormento psicologico, ricordi aggrovigliati e pavimenti che scricchiolano. Può un luogo portare alla pazzia? Certamente, se stiamo parlando di Hill House. Shirley Jackson – autrice con cui vi perseguito già da secoli con Abbiamo sempre vissuto nel castello, altra meraviglia degnissima di menzione in questo frangente – è abilissima nel manipolare la tensione e nel farci sentire continuamente minacciati, anche quando le cose sembrano assolutamente innocue. Ed è quello il vero prodigio del terrore più autentico: trasformare la paura in tarlo, la razionalità in sospetto, la solidità delle cose in dubbio strisciante. Sempre.

Per chi volesse approfondire il mondo dell’autrice o frugare nel suo stipetto dei ricordi, è da poco uscito anche Paranoia, una raccolta di pagine sparse, racconti brevi, riflessioni sul mestiere di scrivere e istantanee quotidiane.

*

Richard Matheson
Io sono leggenda
(Fanucci)
Traduzione di S. Fefè

Dimenticate Will Smith, ve ne prego. Se c’è una cosa bella di questo libro è il finale. E il film riesce a sputarci su con una disinvoltura che rasenta l’inspiegabile, visto che è il finale a rendere speciale e sensata tutta questa narrazione. Non spoilero, giuro, ma è una roba che mi manda al manicomio.
Dunque. Robert Neville è l’ultimo essere umano rimasto sul nostro pianeta – per quel che ne sa. Gli altri, contagiati da una specie di virus, sono diventati vampiri. Il mondo che conosciamo non esiste più e Neville tira avanti come meglio può, cercando di studiare la mutazione che ha sconvolto l’ordine costituito e barricandosi nel suo rifugio di notte, quando i vampiri escono a dargli la caccia. Ma cosa succede quando l’aberrazione diventa normalità? Qual è la creatura che ha davvero il “diritto” di sopravvivere? Che cosa siamo tutti quanti, se non scherzi dell’evoluzione che hanno imparato a coesistere? Will Smith dei miei stivali.

*

Michele Mari
Fantasmagonia
(Einaudi)

Anche Michele Mari sarebbe quasi da inserire in blocco qua dentro. Ma Fantasmagonia mi pare il libro più adatto. Perché è un compendio di tremori letterari e di immaginazioni sghembe, una collezione di creature da temere e luoghi da osservare con reverenza. E contiene anche la ricetta per creare un fantasma.
Per approfondire, ecco il post che avevo scritto qualche anno fa, all’uscita del Supercorallo.

*

Gianluca Morozzi
Blackout
(TEA)

Non riesco a vedere le cose “horror” in tv, ma poi leggo serenamente Morozzi. Non so. C’è qualcosa di strano. È anche vero che Morozzi ha la capacità di carpire l’attenzione del lettore con un’efficacia rara, ma ci sono robe in questo libro che fanno venire da vomitare anche solo a pensarci e che non sopporterei mai e poi mai in un’ipotetica versione cinematografica – CHE SPERO VIVAMENTE NON VERRÀ MAI REALIZZATA PERDONAMI MOROZZI SO CHE I DIRITTI SULLA TV E SUI FILM SON SOLDI MA IO NON VOGLIO SAPERNE NIENTE PER CARITÀ. Comunque. La faccenda è relativamente semplice: quattro sconosciuti col loro personalissimo bagaglio di problemi, turbe e segreti si ritrovano intrappolati insieme in un ascensore angustissimo a Ferragosto. I telefoni non prendono, non c’è in giro un cane e le probabilità di ricevere soccorso appaiono assai remote. Che cosa succederà? Tutto il male possibile.

*

Cees Nooteboom
Tumbas. Tombe di poeti e pensatori
(Iperborea)

Traduzione di F. Ferrari

Cees Nooteboom ha passato una trentina d’anni a viaggiare per il mondo alla ricerca delle tombe dei poeti, dei pensatori, dei filosofi e degli scrittori che più hanno segnato il suo percorso intellettuale. Tumbas raccoglie le sue fotografie e trasmette, per capitoli fulminei, l’eredità storica e artistica di chi occupa quelle sepolture. È un libro stranissimo, che sceglie di mantenere viva la memoria delle idee attraverso la lapide, uno dei manufatti più statici e definitivi che siamo riusciti a inventarci.

*

Mervyn Peake
Tito di Gormenghast
(Adelphi)
Traduzione di A. Ravano

Giuro, non pensavo di aver già scritto così tante cose sulla frazione più temibile e fascinosa della mia biblioteca personale. Ecco qua un bel biglietto per Gormenghast!

*  

Anne Rice
Intervista col vampiro
(TEA)
Traduzione di M. Bignardi

Anne Rice, una colonna della mia adolescenza. Non so se ringraziarla o stramaledirla. La saga delle Cronache dei vampiri è vasta e assai articolata… dopo averne letti diversi, negli anni, mi viene anche da dire che fermarsi a Intervista col vampiro potrebbe non essere una cattiva idea. Quello che di sicuro Anne Rice è riuscita a fare, però, è creare una sorta di versione “moderna” del vampiro. Non è la sola ad aver rivisitato e arricchito il mito originario, ma ha lasciato un’impronta molto potente nel nostro immaginario, costruendo per i suoi personaggi una sfera emotiva (e sentimental-comportamentale) molto specifica e persistente. Mi viene da dire che è quasi colpa di Anne Rice se, anni dopo, ci siamo ritrovati con Edward che luccica e con una miriade di sottoprodotti e calchi di Lestat, Louis, Armand e Claudia. Ma chi se ne importa. Ognuno è libero di scegliere il vampiro che preferisce. E i miei prediletti, anche a distanza di ere geologiche, saranno sempre quelli di Intervista col vampiro, coi loro pizzi stazzonati e il loro vasto terrore di trascorrere un’eternità di vuoto assoluto.

*

Bonus track: libri che ho sfogliato ma che non ho ancora letto

Vasti festeggiamenti per il bicentenario di Frankenstein: Utet ha pubblicato da poco una corposa biografia di Mary Shelley (La ragazza che scrisse Frankenstein di Fiona Sampson), mentre il Castoro ha dedicato alla scrittrice un romanzo illustrato di rara bellezza: Mary e il Mostro di Lita Judge.
Per chi poi volesse farsi una cultura solidissima del macabro – anche nelle sue sfumature storico-religiose più solide – o gustarsi fumetti spaventosamente spensierati il consiglio è di consultare il vasto catalogo di Logos Edizioni. Io ho intenzione di cominciare da un corroborante volume fotografico sugli ossari. E dall’edizione illustrata di Carmilla.

*

Niente. Sono certissima di aver scordato cose fondamentali o di aver citato opere che ormai hanno già letto tutti, ma spero comunque di aver fornito qualche spunto avvincente. Se così non fosse, consoliamoci con secchi di cioccolato estorto ai vicini di casa. :3

L’estate è finita, è arrivato il momento di lamentarci perché non abbiamo niente da mettere. O perché abbiamo meno tempo per leggere e fare i pisolini. O perché abbiamo posticipato troppa roba all’autunno e adesso stiamo crepando male. La panacea universale a ogni genere di difficoltà, però, è coltivare sani desideri. Io, in tutta sincerità, sto già pensando al Natale. Perché in fondo sono un’ottimista.
Ecco qua un po’ di cose che ho apprezzato – e che magari vorrei pure comprarmi o fare in modo che mio marito me le regali – nell’ultimo periodo.

Come di consueto, può capitare che ci siano aggeggi che ho scoperto, amato e scelto grazie alla solerte sollecitazione di un ufficio stampa o di un brand con cui sto lavorando volentieri. Li trovate segnalati con un agile *.

***

Buone nuove all’orizzonte (soprattutto per i miei piedi): Scholl* continuerà a volermi bene e a farmi passeggiare con le sue multiformi calzature anche quest’autunno. Per un agile riassunto delle puntate precedenti, ecco qua i primi due post che sono usciti: UNO e DUE. Accantonando i sandali estivi in vista del ritorno di temperature adeguate e più clementi, sto scegliendo le scarpe da collaudare nei prossimi mesi. C’è di tutto – stivali e stivaletti compresi -, ma penso che partirò dalle sneakers, un po’ perché tra le mie necessità c’è quella di rincorrere un bambino velocissimo, e un po’ per soddisfare una curiosità quasi scientifica: le scarpe da ginnastica sono già, praticamente per definizione, le scarpe più comode che ci sono. A quali assurdi livelli di comodità può arrivare una scarpa da ginnastica Scholl? Ecco, spero lo scopriremo. Sono assai tentata dalle Charlize. Ci saranno in grigio e in nero (con gli sberluccichi metallici) e, indipendentemente dal colore, saranno dotate della consueta e saggissima tecnologia Memory Cushion – la soletta, in pratica, è studiata per redistribuire bene il peso e ammortizzare in modo ottimale la pianta del piede. In attesa di passeggiare in loro compagnia, ecco qua i primi modelli disponibili della collezione autunno-inverno.

***

Chronicle Books sforna, in generale, libri pazzeschi – senza mai trascurare il feticismo innato che lega una vasta porzione della popolazione dei lettori ai libri in quanto “oggetti fisici”, oltre che vascelli per ogni possibile meraviglia. Ebbene, è da poco uscito un tomo illustrato di Jane Mount che celebra questa nostre fissazioni per tutto quello che è libresco. Si va dai gatti che hanno deciso di vivere nelle librerie ai negozi più belli del mondo, in un susseguirsi di colori, scaffali meravigliosi e libri ritratti al massimo delle loro potenzialità – in pila, insomma. Per farti capire che li devi ancora leggere.
Date un occhio a Bibliophile qui – c’è qualche immagine degli interni – o mettetelo nel carrello qui.

***

Il mio entusiasmo per i grandi rettili preistorici è ormai di dominio pubblico. Tra una maglietta di Jurassic Park e l’altra, però, non ho di sicuro dimenticato l’altra mia surreale passione: LE STAMPE PAZZE. Ebbene, sono felice di comunicarvi che sarà un autunno gloriosissimo per chi ha intenzione di andare in giro con addosso dei dinosauri.
Le stampe in concorso sono due (più svariati accessori).
Tanto per cominciare, ci sono le camicette e i vestiti FAVOLA (sia midi che lunghi) di Ottod’ame.

Ma sul treno dei dinosauri – che è pure un cartone animato per bambini, lo trovate su Netflix – c’è anche Lazzari. Ogni anno, all’interno della collezione “principale”, c’è anche una capsule affidata a un’illustratrice. E a questo giro l’incombenza è toccata a Carolyn Suzuki, che ha deciso di deliziarci con questa fantasia che, personalmente, mi fa venire voglia di stramaledire il meteorite per averci privati di animali così mirabili.

***

Non va bene per il mio iPhone, ma sono comunque felice di segnalarvi una cover di Tiger a forma di pavone.

***

Nemmeno quest’estate sono riuscita a procurarmi una borsa di paglia. Ma la fissa per gli intrecci non mi è sicuramente passata. Mentre inizio a domandarmi se mai me ne libererò, ho deciso di appassionarmi agli accessori di Studio Sarta, un brand nato nel 2017 a Palermo. La “struttura” delle borse ricorda le sedie di paglia di una volta, ma in versione super minimal. I secchielli sono i miei preferiti. Ci sono diverse combinazioni di colori e sono tutti fatti in Italia con rattan, velluto (per il sacchettino-fodera) e pelle (per fibbie, manico e tutto il resto). Lui si chiama Pablo.

***

Primark Beauty ha sfornato una linea di spazzole per capelli con le cattive Disney.
Ciao.
Addio.
Sogno di una vita.
Pettinami, Ursula. PETTINAMI.

Altroché arricciaspiccia!

Orbene, anche questa volta abbiamo finito.
Al prossimo tornado di desideri!

Ebbene, anche quest’anno siete stati gentili e favolosamente affabili. Senza bisogno di incoraggiamenti da parte mia, poi. Un paio di giorni fa sono usciti i risultati della prima selezione per i Macchianera Internet Awards e mi avete spedita per direttissima a militare tra i finalisti della categoria “Miglior sito letterario”.
Vi si vuole bene e siete molto efficienti, bisogna dirlo.

Non posso proprio lamentarmi della mia “carriera” ai MIA. Nel 2016 sono finita in finale sia per i libri che per Snapchat. Per Snapchat ho vinto… e non escludo che la cosa abbia contribuito ad affossare per sempre la piattaforma, almeno per quanto riguarda il recalcitrante bacino d’utenza italiano. L’anno dopo non c’era più la categoria Snapchat ma sono arrivata terza nella bellicosa compagine dei siti letterari. Ha vinto un portale con uno staff “vero” e, al momento di ritirare il premio, hanno pure proiettato una specie di video hollywoodiano dove dicevano chi erano e cosa facevano e il perché e i percome. Io, che parlo di libri in vestaglia per conto mio o, al massimo, scrivo dei post raccontando cos’ho letto in vacanza, mi sono molto meravigliata di essere arrivata comunque lì dov’ero. E senza manco un distacco così abissale, anzi.
Quest’anno, onestamente, non so cosa aspettarmi. Perché siamo – soprattutto su Instagram -, molti di più. Non peggiorare il terzo posto del 2017 potrebbe già rivelarsi un gran traguardo. E se poi facciamo meglio – chissà come -, evviva e gioia.

Non ho grandi argomenti per convincervi a tifare, me ne rendo conto, ma se vi va di sostenere la causa, qui c’è la scheda per esprimere le vostre garrule preferenze – fino al 6 novembre. Se non volete farlo per me, fatelo almeno per Alberto Angela.
Grazie da subito. Perché già finirci, in questa scheda, non è una faccenda per nulla scontata. Ecco perché siete e sarete per l’eternità dei cuoroni, indipendentemente dal risultato.
Per tutto il resto, alla pugna!

VOLEVO EMBEDDARE LA SCHEDA MA MI ESCE UN RIQUADRETTO STILE INCEPTION CON DENTRO DELLA ROBA CHE NON È LA SCHEDA QUINDI QUESTO GROSSO TESTO MAIUSCOLONE DIVENTERÀ UN LINK ALLA PAGINA DOVE SI PUÒ VOTARE CHE DIAMINE SÌ LO SO EMBEDDARE È UNA PAROLA ORRENDA MA TRASMETTE CON EFFICACIA IL CONCETTO APPREZZO LA VOSTRA PAZIENZA E VI ABBRACCIO CON TRASPORTO.

Sto per partire, incredibile ma vero. E quest’anno, forse, riuscirò anche a riposarmi vagamente – nonostante l’adorabile ma impegnativa presenza dell’erede. A grande richiesta (sul serio, mica racconto panzane), arriva dunque l’elenchino di libri che avrei l’ambizione di leggere in agosto. Fallirò? Ne leggerò uno in croce e mi sentirò scema come una roccia? È possibile. Ma non demoralizziamoci anzitempo. Ecco qua una lista ultra-aspirazionale di romanzi e/o vari prodotti editoriali accumulati negli ultimi mesi e inesorabilmente rimandati “a quando potrò finalmente buttarmi a pancia per aria”. Non li ho ancora letti, ma per una serie di ragioni vorrei farlo. E magari verrà voglia di farlo anche a voi. In chiusura, poi, troverete qualche fulmineo consiglio per letture estive già collaudate e dunque raccomandatissime.

Ma procediamo, che se no mi rubano il posto a bordo piscina e l’infante mi scappa prima che possa cospargerlo di protezione OTTOMILA.

***

DIVERSI LIBRI CHE VORREI LEGGERE MOLTO

Beatrice Mautino
Il trucco c’è e si vede
(Chiarelettere)

Una biotecnologa e divulgatrice scientifica – molto istruttiva anche su Instagram – tenta di diradare le possenti nebbie del marketing sensazionalistico per aiutarci a decifrare meglio quello che ci spalmiamo in faccia. Dalla cosmesi al BIUTI, una piccola e rigorosissima guida per spendere soldi (spesso parecchi) in maniera più consapevole e saggia.

*

Alan Rauch
Il delfino
(Nottetempo)
Traduzione di F. Conte

L’ultimo arrivato nel serraglio della collana Animalía di Nottetempo: un imprescindibile saggio zoologico-culturale sul delfino. Dalle doti acrobatiche ai risvolti mitologici, dalle leggende all’arte, una storia ragionata e super estrosa di una bestia acquatica che sembra meritarsi da centinaia di anni la nostra più sincera fascinazione.

*

Simone Lisi
Un’altra cena
(Effequ)

Quattro amici e quattro atti per raccontare una cena. Chiacchiere quotidiane che diventano passettini verso una specie di abisso in cui le cose che non ci diciamo restano in agguato. Vorrei leggerlo anche solo per capire se i commensali, alla fine, riescono a digerire.

*

Gail Honeyman
Eleanor Oliphant sta benissimo
(Garzanti)

Traduzione di S. Beretta

Mi pare di capire che Eleanor Oliphant sia piaciuto a tutti. Il che, di solito, è una roba che mi insospettisce. Comunque, la storia è quella di una ragazza un po’ svitata e solitaria che parla solo con una pianta in vaso e tiene tutti a debita distanza, convincendosi che l’autarchia emotiva sia la chiave per superare il grande trauma che l’ha segnata. Ma che succede quando qualcuno tenta finalmente di rompere il guscio? Non ne ho idea, ma vorrei scoprirlo… sperando che Eleanor non diventi la nuova Amélie Poulain.

*

Michele Mari
La stiva e l’abisso
(Einaudi)

L’opera di recupero degli arretrati di Mari prosegue con caparbia gradualità. Tanti romanzi non sono stati ristampati per parecchio tempo ed erano praticamente introvabili… ma il vento pare essere cambiato. Anche se di vento, in questo libro, pare essercene ben poco. La storia si svolge su un galeone spagnolo inchiodato dalla bonaccia in un angolo remoto d’oceano. Il racconto segue la diffusione di una follia strisciante e misteriosa che si impadronisce lentamente dell’equipaggio, mentre il capitano – bloccato nella sua branda -, tenta di districarsi nei meandri di una realtà allucinatoria e sconosciuta.

*

Michael Crichton
I cercatori di ossa
(Longanesi)

Traduzione di D. Comerlati

Che vi devo dire, Il regno distrutto è piaciuto solo ad Amore del Cuore. Chissà che cosa direbbe Crichton di Jurassic World e seguiti vari, CHISSÀ. Ma non soffermiamoci su domande che non avranno mai risposta. Leggiamo, piuttosto, il primo romanzo a base di dinosauri del compianto creatore di Jurassic Park. La storia è ambientata nel selvaggio West nel 1876. Qui, in mezzo alla polvere e a indiani battaglieri, un paleontologo si accinge a riportare alla luce una scoperta sensazionale, che gli verrà però contesa da una spedizione rivale, pronta a tutto per fargli le scarpe. E forse anche la pelle.
I cercatori di ossa è una specie di evento. Il libro, infatti, è stato “rinvenuto” – non si sa se sottoterra o no – dieci anni dopo la morte dell’autore e non era mai stato pubblicato da nessuna parte.

*

Elena Ferrante
L’amore molesto
(E/O)

Della Ferrante ho letto solo la quadrilogia dell’Amica geniale. E, onestamente, vorrei approfondire. E/O ha inaugurato da qualche mese una collana – Le Cicogne – che raccoglie i titoli più emblematici e “famosi” della casa editrice. E il libro che ha fatto conoscere la Ferrante al grande pubblico non poteva mancare. Sempre ambientato a Napoli, L’amore molesto è la storia del rapporto vastissimamente problematico tra una madre (che si ammazza) e una figlia che cerca di sottrarsi al potere soverchiante del loro rapporto.

*

Teju Cole
L’estraneo e il noto
(Contrasto)

Traduzione di G. Guerzoni

Teju Cole è un intellettuale a tutto tondo. Fotografo, narratore, artista e viaggiatore, è una delle penne più eclettiche e curiose del panorama culturale contemporaneo. L’estraneo e il noto è una raccolta di articoli e piccoli reportage – mai comparsi in Italia – in cui Cole affronta temi diversissimi, toccando argomenti di pressante attualità (come il movimento Black Lives Matter) e rileggendo gli eventi più disparati attraverso la lente della creatività e della riflessione artistica.

*

Isaac Bashevis Singer
Satana a Goraj
(Adelphi)

Traduzione di A. Dell’Orto

Un testo di rara potenza linguistica, fatto di foschi presagi e vasti misteri. Siamo nel 1666, tempo di fedi ferventissime, paesaggi desolati, maledizioni e catastrofi. Sprofondare nel peccato e nell’oscurità per riemergerne purificati: gli ebrei polacchi della piccola comunità di Goraj attendono l’arrivo (profetizzatissimo) del nuovo Messia, che porrà fine al loro Esilio e li condurrà nuovamente in Terra Santa. Peccato che a tirare le fila della sfrenata deriva morale di Goraj ci sia il diavolo in persona e che nessuna promessa, quando c’è di mezzo Satana, può dirsi sacra.

*

Tristan Garcia
7
(NN)
Traduzione di S. De Sanctis

Qui basta proprio “il concept” del libro. Sul mercato c’è una nuova droga. Se la prendi avrai la possibilità di ritornare al tuo “schema cognitivo” dei trent’anni, dei venti o dei dodici. Non ho idea di come questa roba possa svilupparsi all’interno di una narrazione o che cosa diamine capiti partendo da queste premesse, ma sono già travolta dalla fascinazione.

*

Piero Angela
Il mio lungo viaggio
(Mondadori)

L’autobiografia di Piero Angela. Non penso sia necessario aggiungere altro.

*

Tara Westover
L’educazione
(Feltrinelli)

Traduzione di S. Rota Sperti

La vicenda di Tara Westover è così incredibile che, sulle prime, ero convinta che L’educazione fosse un romanzo e non un memoir. Cresciuta in una famiglia di mormoni in mezzo alle montagne dell’Idaho, Tara vive all’interno di un microcosmo completamente scollato dalla realtà. In casa non ci sono libri e non ci sono giornali. Andare a scuola è vietatissimo, la medicina “scientifica” è bandita e le uniche occupazioni possibili per lei e per i fratelli sono aiutare i genitori a mandare avanti il rottamaio del padre o bollire erbe per la madre guaritrice. A diciassette anni, però, Tara scopre un’alternativa… e sceglie di emanciparsi con l’unica arma su cui può ragionevolmente mettere le mani: l’educazione.

*

C. S. Lewis
Lontano dal pianeta silenzioso
(Adelphi)

Classicone della fantascienza. Un professore di filologia viene rapito da due scienziati e trasportato su un altro pianeta, Malacandra. Il professore riuscirà a fuggire e partirà per una personalissima esplorazione del mondo su cui è coercitivamente capitato. Incontrerà le creature più impensabili che, condividendo con lui i segreti del loro pianeta, gli sveleranno in realtà il grande mistero della Terra, “pianeta silenzioso” che ha smesso ormai da millenni di comunicare con gli altri mondi.

*

Eleonora C. Caruso
Le ferite originali
(Mondadori)

Per la rubrica “Esperimenti arditi”, tuffiamoci nel groviglio della più subdola seduzione. Dunque, trattasi di complicatissimo triangolo sentimentale con devastante resa dei conti finale. Anzi, quadrangolo. Anzi, facciamo così: c’è un bellissimo ingannatore. Si chiama Christian. Christian sta, contemporaneamente, con Dafne – che studia medicina -, Davide – che studia ingegneria fisica – e Dante – un fascinoso quarantenne con famiglia e una RAL assai robusta. Nessuno dei tre, ovviamente, è a conoscenza della vastità delle panzane che Christian – tra un’ondata e l’altra di euforia/autodistruzione da disturbo bipolare – va loro spiattellando. Che accadrà? Ne usciranno mai? Ne usciranno interi? Chissà.

***

LIBRI CHE HO GIÀ LETTO (PIÙ O MENO RECENTEMENTE) E CHE SECONDO ME SONO VACANZIERI E MERITEVOLI

Valeria Fioretta
Se tu lo vuoi
(Piemme)

Dunque, seguo Valeria ormai da qualche anno. Amo il suo blog e mi piace ascoltarla dai remoti albori di Snapchat. Sono molto contenta che sia riuscita a trovare il tempo di scrivere un romanzo e sono ancor più felice di averlo apprezzato. Perché quando qualcuno che “conosci” – anche solo virtualmente – scrive qualcosa la faccenda si fa sempre spinosa. Vorresti avere la possibilità di parlarne bene, ma mica è detto che escano sempre delle meraviglie. Niente, Valeria mi ha fortunatamente liberata dall’imbarazzo scrivendo un libro godibilissimo. È una storia di sentimenti, di cuori che si aggiustano e di avventure cittadine estive (in quel di Torino). La protagonista, Margherita, viene brutalmente mollata da un uomo che le piaceva parecchio – e che aveva cercato di irretire con ogni mezzo, fallendo -, evento che la fa sprofondare repentinamente in una specie di rabbiosa letargia da abbandono. Si riprenderà facendo una cosa lontanissima dal suo “personaggio”: la tata per una bambina sveglia ma molto riservata, figlia di un papà single. Già, l’impianto è da commedia romantica… perché sì, è una commedia romantica, alla fin fine. E funziona bene. È un libro leggero (nell’accezione più positiva del termine) e spigliato, pieno di battute sagaci e di sinceri interrogativi sullo stare al mondo. Si legge volentieri, Valeria ha una voce narrante molto caratteristica e si finisce per fare il tifo per Margherita… il che è un ottimo segno, perché ci si affeziona veramente solo ai personaggi che funzionano.
Portatevelo in spiaggia insieme a un bricco di Estathé. La morte sua.

*

Marco Marsullo
Due come loro
(Einaudi)

Altro romanzo ad alto tasso di ombrellonabilità, con tanto di Dio in camicia hawaiana e Diavolo che stappa ottime bottiglie di rosso. Non è un libro che vi spalancherà reami inesplorati dell’interiorità, ma la storia è piacevolmente caciarona, nonostante la posta in gioco sia la salvezza eterna delle anime. Come funziona? C’è un tizio piuttosto derelitto e cialtrone – che risponde all’improbabile nome di Shep – che serve (a insaputa delle controparti) sia Dio che il Diavolo. Il suo compito, per entrambi, è quello persuadere gli aspiranti suicidi a gettarsi di sotto (un punto per il Diavolo) o a scendere dal cornicione (un punto per Dio), garantendo così l’equilibrio ultraterreno. Shep, che ancora non si è ripreso dalla rottura con l’amatissima Viola, si barcamena in questo scenario impossibile, facendo del suo meglio per non farsi stramaledire da nessuno dei due importanti committenti e cullando perennemente il sogno di riconquistare la fidanzata perduta – ormai instradata verso una nuova vita.
Portatevelo a bordo piscina – ma solo la piscina è piena di smandrappone come quelle che piacciono a Dio – o in cima a un vulcano. In ogni caso, non scordate il salvagente e non sporgetevi nel cratere.

*

Jean Echenoz
Inviata speciale
(Adelphi)

Traduzione di F. Di Lella e L. Di Lella

Echenoz ha una scrittura che, lì per lì, potrebbe anche risultare fastidiosa. Perché è perennemente arguto. In maniera quasi sfiancante. Ogni frase è un piccolo mondo in miniatura dove ogni nevrosi, stramberia o dettaglio insolito vengono amplificati fino ad ottenere un festival dell’assurdità umana. Ciò detto, è così bravo che stai lì e ti sciroppi tutto. Questo libro è una specie di spy-story surreale, che si apre con il sequestro di una bella donna – con poco senso pratico – e si sviluppa in maniera ancor più imprevedibile, trasformandosi in un tentativo di destabilizzazione della Corea del Nord. Lo so, sembra una barzelletta, ma Echenoz vi tira scemi fino alla fine, nonostante le estenuanti descrizioni della vastissima rete metropolitana parigina.

*

Temo di essere stata eccessivamente ambiziosa. Ma il buonsenso è palesemente una virtù che non mi appartiene. Quindi metto in valigia… e parto. Sperando di aver scelto bene.
La vostra brama di mamozzi da leggere non si è ancora placata? Date un occhio alle numerose liste e recensioni che popolano coraggiosamente la categoria Libri e il video-archivio dei #LibriniTegamini. E godetevi delle corroboranti vacanze all’insegna della miglior nullafacenza.