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Tegamini

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A gennaio siamo tutti più propositivi. E intendo approfittarne per fare qualcosa di bello in vasta compagnia (si spera), prima che la crudezza della realtà spazzi via ogni slancio di auto-miglioramento che tentiamo di imporci all’alba di ogni nuovo anno.

Ebbene, dopo il successo planetario di #LibriniMarzolini e di #LibriniRegalini, eccoci qua con #LibriniRitrattini – la challenge libresca che commuoverà il web. Come da tradizione, c’è una specie di CONCEPT.

Perché #LibriniRitrattini?
Perché essere una lettrice fa parte della mia identità. Come il migliore degli amori duraturi – e ricambiati -, la lettura è diventata parte di me e, negli anni, i libri che ho letto si sono trasformati in un bagaglio prezioso che contribuisce a raccontare chi sono. Quella del lettore è un’identità che non manca di spirito d’adattamento. Diventiamo “altro” quando scopriamo qualcosa che riesce a spalancarci un terreno non ancora battuto. Quel che già conosciamo ci rassicura, ma l’immaginazione di chi crea storie per noi è refrattaria ai confini… e spesso finisce per trascinarci felicemente lontano. E tutto quello che raccogliamo lungo la strada diventa un nuovo reperto da aggiungere alla nostra mappa. Domandarsi com’è fatta questa mappa equivale al chiedersi “ma che lettore sono, alla fin fine?”.
Ecco.
Con i #LibriniRitrattini vorrei provare a scoprirlo.
Non ci sono troppe domande filosofiche, anzi. La lettura è fatta di pagine che incontriamo, ma anche di abitudini, di attaccamenti, di luoghi, di gesti, di porti sicuri e di distanze che preferiamo prenderci.

Prima di perseguitarvi con le necessarie informazioni pratiche, ecco qua i temi dei volenterosi #LibriniRitrattini.


INFORMAZIONI PRATICHE DI SCONFINATA IMPORTANZA

– #LibriniRitrattini è composto da 24 “temi” che, nelle mie migliori intenzioni, dovrebbero aiutarci a comporre il nostro magico identikit di lettori.

– Un tema al giorno. Si comincia l’8 gennaio e si finisce il 31 gennaio.
Fino al 6 c’è la gente in ferie e il 7 è il classico giorno-cuscinetto in cui non ci ricordiamo manco la password del PC dell’ufficio. L’8 mi sembrava un momento ragionevole per cominciare davvero a fare qualcosa.

– Il canale da utilizzare per partecipare attivamente (pubblicando i vostri contributi) o consultare quello che succede (navigando gli #) è Instagram.

– Come si fa? Molto banalmente, pubblicate sul vostro profilo Instagram un contenuto che vi sembra possa ben rispondere al tema della giornata. Se avete il profilo privato non risulterete “visitabili” nell’archivio generale, ma chi sono io per costringervi a levare i lucchetti.

– Che vuole dire “contenuto“? Una foto o un video nella gallery (o una IGTV).

– Posso pubblicare i miei contenuti su Stories invece che nella mia gallery? Potete, ma forse ha meno senso. L’idea è quella di creare un archivio “stabile”, che rimanga disponibile a tutti per i prossimi mille anni. Nel raccontare che lettori siamo, infatti, diventeremo anche una potenziale fonte d’ispirazione e di spunti per gli altri.

– È obbligatorio partecipare tutti i giorni? No.

– E se arrivate in ritardo? Pazienza. Usando gli # giusti si può recuperare, se vi va.

– E quali sarebbero questi #?
Ogni foto dovrà essere accompagnata da due #: #LibriniRitrattini (per raccogliere TUTTO quello che produciamo) e #LibriniRitrattiniNUMERETTO (dove NUMERETTO sta per la giornata. Che ne so #LibriniRitrattini12).
In questo modo, avremo a disposizione l’archivio completo del progetto ma ogni categoria risulterà anche consultabile per conto suo, in tutta comodità.

– Cosa devo scrivere nella caption?
Oltre ai due #, consiglio di indicare il tema della giornata (per rendere più chiaro a chi vi segue a che cosa si riferisce la foto) e, se vi va, due parole sul perché avete scelto un determinato titolo o, per dire, amate frequentare una certa libreria. Ogni approfondimento sarà accolto con gioia.
Esempio.
#LibriniRitrattini1 – Ah, quanti ricordi! Il primo libro che ho letto per conto mio.
[Quel che vi va di dire].
#LibriniRitrattini 

– Si vince qualcosa? No. Ma a questo giro vorrei almeno ri-diffondere nelle Stories i contenuti più cuorosi che vedrò spuntare ogni giorno.

– Ma ci sono specifiche di “genere”, formato, lallallero e lallallà? Non ci sono. Sono i vostri libri e le vostre abitudini. Può partecipare chi legge solo fumetti come chi legge solo saggistica universitaria. Fate quel che volete, non c’è una commissione d’esame.

– Non vi sentite fotografi provetti? La cosa è del tutto irrilevante. Non è un concorso per art director ma un progetto collettivo che punta a diffondere l’amore libresco, a fornire idee meravigliose al nostro prossimo e a chiacchierare di libri.

– Vedete dello spam o delle foto non pertinenti? Siate educati, ma fatelo notare – spiegando magari che cosa stiamo facendo. Dedichiamoci insieme a mantenere l’ordine e l’armonia, insomma.

*

RISORSE ULTERIORI

Qua si può scaricare l’agile PDF stampabile del calendario.

Qua si può scaricare una lista stampabile ancor più agile, con tanto di spazietto per le note.

*

Mi sarò di certo scordata qualcosa di molto importante, ma ce la faremo. Anzi, spero vi cimenterete con gioia. Molti abbracci e felici #LibriniRitrattini!

PERBACCO SONO FELICIONA.
Ecco, dovevo dirlo subito.
Ben giunte e ben giunti alla presentazione più o meno ufficiale di un’impresa folle e – almeno per noi – molto divertente. Anzi, credo non si tratti precisamente di un “progetto”, ma più che altro di un passettino ulteriore nella storia di un’amicizia nata su Instagram e in fase di gioiosa lievitazione. Siamo tre panettoni contenti, insomma, anche se con Elena e Francesca di République Fabrique non abbiamo ancora affrontato lo spinoso argomento. Magari a loro piace il pandoro – ragazze, vi piace il pandoro? A tutte e tre, comunque, piacciono indiscutibilmente le vestaglie. E abbiamo deciso di produrne un po’ per allietare il vostro Natale – e gli innumerevoli mesi a venire, perché di vestaglie c’è sempre bisogno.

Come?
Quando?
Perché?

Ho conosciuto Elena e Francesca grazie a uno dei numerosissimi DM che arrivano e che fanno all’incirca così: ciao Tegamini, possiamo mandarti uno dei nostri vestiti? Io non finisco sempre per accogliere tutti i vestiti (o inserisci qui oggetto casuale) che mi propongono, anzi. Nel caso di République Fabrique, però, è stato un po’ subito amore, forse anche per le somiglianze di percorso che son subito venute fuori. Anche Elena e Francesca hanno lavorato per tanti anni in “incognito”, coltivando nei ritagli di tempo quello che speravano di poter fare a tempo pieno. Cinque anni fa hanno aperto a Brescia il loro negozio/laboratorio/campo base per corsi di cucito, cercando di obbedire a una filosofia lodevole: inventare abiti unici – perché ogni pezzo è disegnato e cucito a mano con perizia e grande competenza da loro medesime –, portabili – perché cosa fai dei vestiti belli se poi possono stare bene a una tipologia umana molto ristretta – e poco inclini allo spreco – perché anche i ritagli più scalognati possono trovare una seconda vita. Oltre al negozio, si prendono indefessamente cura di uno shop online che ospita le loro collezioni stagionali e somiglia tantissimo a loro due – sono fan delle descrizioni di prodotto che sfornano. Conoscere il gatto Martino non è un’esperienza replicabile online, ma fidatevi. Sono andata a trovarle a Brescia e Martino è un aiutante prezioso.
Non mi ricordo bene come ci è venuta in mente la faccenda delle vestaglie. Forse scherzavamo. Forse abbiamo buttato lì un MA DAI SCUSA FACCIAMO LE VESTAGLIE. E poi ci siamo accorte che non era poi un’idea così bislacca – per i nostri standard, almeno. E me le sono ritrovate a Milano con una cartella di disegni e scampoli da selezionare. Abbiamo “stabilizzato” i due modelli, abbiamo fatto le necessarie prove a livello di tessuti e di vestibilità ed eccoci qua, con due vestaglie che spero possiate amare anche voi. Sì, sono bizzarre. Ma sono anche un’ottima sintesi di come siamo noi.

Le vestagline sono due.
La vestaglina di tartan.
E la vestaglina con le alucce.

Elena e Francesca raccoglieranno gli ordini sul sito e realizzeranno ogni vestaglia a mano – ricami compresi. Oltre al necessario “Team Vestaglia” – grido di battaglia d’elezione per la sottoscritta – si potrà aggiungere il ricamo che vi pare. Come potrete ben constatare dalle scemenze che ho scritto sul sito per presentare i due modelli, son vestaglie dotate di una spiccata personalità (anche se non prenderanno vita come il mantello del Dr Strange, non temete) e di materiali selezionati con attenzione. Facciamo sempre le pulci alle etichette di composizione dei maglioni… ecco, la vestaglia di tartan è di lana, per dire. Quella di tartan è un po’ più esuberante, mentre quella di felpa morbidosa è pronta ad assistervi con maggiore razionalità – dotandovi di aluccine per sostenervi durante la scalata delle menate quotidiane.

Vi risparmio i dettagli tecnici perché di quelli si sono già occupate egregiamente loro sul sito, ma spero di essere riuscita a convogliare davvero la fierezza che provo. La vestaglia è diventata la mia uniforme lavorativa e un po’ pure la mia bandiera, ma è anche il mio bozzolo contro le avversità. Il fatto che due ragazze così brave abbiano deciso di strutturare con me quest’impresa assurda e di “prestarmi” il loro talento, il loro tempo (ce n’è voluto e ce ne vorrà ancora di più) e il loro appoggio organizzativo è un regalo che potrebbe comodamente bastarmi per tutte le festività a venire. Insomma, spero amerete. E spero vi vestaglierete con foga.

Note conclusive all’insegna della praticità.

Per ogni quesito stilistico/logistico (es. Voglio donare una vestaglia alla mia amica Mariuccia per Natale, ma riusciamo a farla arrivare in tempo e a ricamarci anche su MARIUCCIA e magari a prevedere già una confezione da mettere sotto l’albero?) vi consiglio di leggere bene quel che c’è sul sito – vestaglina di tartan e vestaglina con le alucce. e di chiacchierare con Elena e Francesca, anche su Instagram.

Ho affidato alle cuorone un po’ di regalini cartaceo-libreschi che verranno infilati randomicamente nei pacchetti in partenza. Insomma, diversi ordini avranno anche un pensierino molto tangibile da parte mia.

Se volete usufruire di République Fabrique nel suo complesso, ecco qua un codice da utilizzare sullo shop.
Con TEGAMINIPARTY ci sarà il -15% su tutto lo shop – tranne le vestagline. In più: spedizioni gratuite con ordine di minimo di 100€.

Tutte le immagini che trovate in questo post (e troverete sul sito di Fabrique e sui nostri social) sono state scattate dalla sempre meravigliosa Eleonora Proietti, che mi tollera anche se sono infotografabile perché a) continuo a muovermi e b) non sto mai zitta – e non sto mai zitta perché le devo dire che secondo me in foto vengo male, creando una specie di circolo vizioso dell’assurdità.

Che altro aggiungere.
Spero di vedervi aderire con entusiasmo al Team Vestaglia.
Per me è un’avventura nuova. E sono vergognosamente felice di aver trovato due compagne di viaggio (più il gatto Martino) con cui condividerla.
E c’è posto anche per voi. 🙂

Orbene, eccoci di nuovo qua. La listona dei finalisti per l’edizione 2019 dei Macchianera Internet Awards – che Pippo Baudo definirebbe senza esitazioni “gli Oscar italiani della rete” – è uscita qualche giorno fa. E ci sono anch’io.
La storia di Tegamini – come entità social e contenutistica, oltre che come estensione della mia sconclusionata persona – ai MIA si sta facendo lunga e felice. È dal 2016 che approdiamo alla finale come “Miglior sito letterario”. Nel 2016 ho vinto per Snapchat – categoria poi abolita, anche sensatamente – e, lo scorso anno, è andata di ultra lusso e ci siamo portati a casa il premio libresco. Uso il plurale perché il merito è condiviso con chi ha proposto la mia candidatura e ha continuato a sostenermi anche nelle perigliose fasi conclusive. Persevero nel sentirmi onoratissima, molto fortunata e anche sorpresa. E no, non è uno sfoggio di finta modestia. Il mondo dei libri e dell’editoria online è vasto e vivace. Ci sono portali, riviste, redazioni, sitoni grandi. Non è scontato arrivarci, figuriamoci vincere. Quest’anno sono anche più agitata del solito, perché in finale ci arriviamo da detentori del titolo e, in estrema sintesi, si tratta di difendere l’agognato piazzamento. NO PRESSURE, proprio.

Ma non dilunghiamoci orrendamente.

Qua sotto, per chi avrà voglia di fare il tifo (GRAZIE, PERBACCO!), c’è l’ipertrofico form per la votazione finale. Il “Miglior sito letterario” è la categoria 20 ma, affinché il vostro voto venga democraticamente registrato, bisogna esprimersi in almeno 9 categorie. Non credo faticherete, ma lo dico. Per votare c’è tempo fino al 5 novembre.

Ci riproviamo?
Se voi ci credete ricomincio a crederci anch’io. 🙂
Grazie, di tutto. Sempre e comunque.

VOLEVO EMBEDDARE IL FORM DI VOTAZIONE MA, COME LO SCORSO ANNO, MI ESCE UN RIQUADRO INSERVIBILE. UN SEGNO DI BUON AUSPICIO? CHI PUÒ DIRLO. ECCO DUNQUE UN BEL MURO DI TESTO GIGANTE CHE È ANCHE UN LINK ALLA SCHEDA DI VOTO. GRAZIE, SCUSATE. SE VINCO MI CERCO UN WEBMASTER.

 

All’inizio dei miei esperimenti con gli audiolibri, riflettevo sull’inevitabile ruolo di “mediazione” del narratore rispetto alla nostra esperienza di fruizione di un testo. Perché sì, ascoltare qualcuno che ci legge un libro implica che la voce che sentiamo non sia più quella che c’è nella nostra testa, ma quella di un’altra persona, che si inserisce fra noi e il materiale di partenza. È un bel cambiamento, che aggiunge un livello ulteriore di complessità e finisce inevitabilmente per lasciare un’impronta nel nostro rapporto con il libro.

Lamento di Portnoy mi è piaciuto così tanto perché me l’ha letto Luca Marinelli? Margherita Buy ha letto Lessico famigliare o Mal di pietre meglio di come me lo sarei letto da sola? Quella canaglia di Tony Pagoda ci guadagna, affidandosi alla voce di Tony Servillo?

Sono tre esempi estremamente virtuosi, secondo me. Ma può anche capitare che il “casting” non sia così stratosferico e che lo spazio che il narratore ci lascia per immaginare o per metabolizzare quello che sentiamo sia più risicato. Perché mica è facile leggere bene. E leggere bene per gli altri è ancora più complicato.

Per sbrogliare la matassa e capire cosa succede quando un lettore professionista si trova in cabina di registrazione con un testo, ho deciso di farmi raccontare un po’ di “backstage” da Renata Bertolas, che ho ascoltato con immenso divertimento su Storytel in Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa. Perché Renata, diciamocelo serenamente, si è dimostrata una perfetta contessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna. E sono a più riprese schiattata dal ridere, meravigliandomi per la corrispondenza riuscitissima tra protagonista romanzesca e lettrice in carne, ossa e corde vocali.
Ecco qua le nostre chiacchiere su audiolibri, interpretazioni, lettori ed emozioni. Con molte ghignate da parte mia.

Per farvi un’idea di cosa succede davvero, Storytel ci ha elargito un periodo di prova potenziato. 30 giorni gratuiti invece di 14. Trovate tutto qua.
E grazie ancora a Renata per l’intervista – e per il suo magistrale snobismo nobiliare. 🙂

Che una consistente porzione del fatturato delle aziende editoriali dipenda dal Natale non è di certo una notizia rivoluzionaria. Tale miracolo, però, si regge sulle solide fondamenta di una menzogna clamorosa: REGALA UN LIBRO, CHE NON SBAGLI MAI.
Ma figuriamoci.
Imbroccare il libro giusto per una persona è una delle robe più impervie in assoluto. Certe volte è complicato capire cosa piace a noi, figuriamoci agli altri. E questi “altri”, spesso, sono pure una vasta schiera di esseri umani che al massimo leggono l’etichetta del Pino Silvestre… ma visto che non sapete con che dono presentarvi, pescate un libro a caso e vi sentite nel giusto.
E invece no.
Donare libri è una faccenda delicata. E le grandi manovre vanno affrontate con raziocinio, cura e sensibilità.

Dopo lo sfolgorante successo di #LibriniMarzolini, dunque, eccoci qua con #LibriniRegalini. Il principio è fondamentalmente lo stesso, ma l’obiettivo è ben più nobile: raccogliere spunti per doni letterari mirati e ben studiati. Visto che già da due settimane mi stanno arrivando richieste di aiuto da ogni angolo della penisola e che, da sola, dubito di poter soccorrere tutti, ho pensato di buttare in piedi questo nuovo baraccone per creare un archivio consultabile e “utile” di idee per scoprire e donare libri, ma anche per continuare a raccontare quello che amiamo leggere – pure se non vogliamo regalare niente a nessuno.

INFORMAZIONI PRATICHE
– #LibriniRegalini è composto da 24 “temi” (uno al giorno dall’1 al 24 dicembre). A Natale non si fa niente. Le categorie dal 26 alla fine dell’anno sono una specie di jolly per tirare le somme delle letture dell’anno.
– Il canale da utilizzare per partecipare attivamente (pubblicando i vostri contributi) o consultare quello che succede (navigando gli #) è Instagram.
– Come si fa? Molto banalmente, fotografate e pubblicate sul vostro profilo un libro amato che vi pare adatto al tema della giornata. Se avete il profilo privato nessuno vedrà niente, ma chi sono io per costringervi a levare i lucchetti.
– Posso pubblicare su Stories invece che nella mia gallery? Potete, ma ha meno senso. L’idea è quella di creare qualcosa di “stabile”, che rimanga disponibile a tutti per i prossimi mille anni.
– È obbligatorio partecipare tutti i giorni? No.
– E se arrivate in ritardo? Pazienza. Usando gli # giusti si può sempre recuperare.
– E quali sarebbero questi #? Ogni foto dovrà essere accompagnata da due #: #LibriniRegalini (per raccogliere TUTTO quello che produciamo) e #LibriniRegaliniNUMERETTO (dove NUMERETTO sta per il giorno. Che ne so #LibriniRegalini22). In questo modo, avremo a disposizione l’archivio completo del progetto ma ogni categoria risulterà anche consultabile per conto suo, in tutta comodità.
– Cosa devo scrivere nella caption? Oltre ai due #, consiglio di indicare il tema della giornata (per rendere più chiaro a chi vi segue a che cosa si riferisce la foto) e, se vi va, due parole sul perché il libro che avete scelto vi pare perfetto per quella categoria lì. Ogni approfondimento sarà accolto con gioia.
– Si vince qualcosa? No.
– Non vi sentite fotografi provetti? La cosa è del tutto irrilevante. Non è un concorso per art director ma un progetto collettivo per la circolazione di buone idee.
– Vedete dello spam o delle foto non pertinenti? Siate educati, ma fatelo notare – spiegando magari che cosa stiamo facendo. Dedichiamoci insieme a mantenere l’ordine e l’armonia, insomma.

Ma i temi? 
Il PDF della tabella si può scaricare e stampare qui.
E qua trovate l’immaginona.

VAGA NOTA METODOLOGICA
Noterete che non c’è una “giornata delle graphic-novel”. O dei fumetti. Lo ben so. Non c’è perché, secondo me, una graphic-novel o un fumetto possono e devono partecipare con pari dignità (rispetto ai libri) a ogni tema.
C’è una giornata dei libri per bambini. Ero indecisa, ma l’ho inclusa perché ho un infante molto piccolo che non può ancora leggere da solo… ma i libri per bambini e per ragazzi, in generale, sono un patrimonio di tutti. Sentitevi dunque liberi di usarli dove vi pare.
Racconti: idem come sopra.
Poesia: liberissimi.

Bene. Non dovrei essermi dimenticata nulla di fondamentale, a parte i ringraziamenti ad Amore del Cuore che si è immolato (due ore dopo l’estrazione di un dente del giudizio) per sfornare i materiali visivi a supporto di #LibriniRegalini. Evviva il Cuorone!

E niente, mi auguro di non ritrovarmi da sola a postare libri come una pazza.
Ma, soprattutto, spero che l’impresa possa farvi scoprire meraviglie vere. 
Ci vediamo su Instagram, orsù!

Perdonatemi e siate pazientissimi, ogni tanto si risveglia la Meredith Grey che è in me – insieme all’insopprimibile necessità di esordire con una gag assolutamente strabiliante e originalissima.
Ma lasciamo perdere.
Dunque, perché ci troviamo qui.

Ci troviamo qui perché, anche quest’anno, siete stati pazzescamente cari e avete deciso di mandarmi in gita ai Macchianera Internet Awards. Non avendo più alcun controllo sul tempo che passa o sul quello che faccio al mondo, ho scoperto di essere candidata a qualcosa più o meno una settimana dopo l’annuncio ufficiale. Me l’ha detto Amore del Cuore mentre stavo sul terrazzo coi piedi appoggiati sulla ringhiera a fissare la palma morta dei dirimpettai del mare, nel tentativo di radunare le forze per tirarmi su dopo una sessione particolarmente intensa di MINICUORE DORMI BISOGNA FARE LA NANNA CHE È TARDI.
Ma Tesoro di Cuccioli, sei di nuovo ai Macchianera.
Ma quando mai!
È uscito l’elenco, guarda. Sei nei siti letterari.
Oh, cavolo. E Snapchat?
Snapchat non c’è più.

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Le categorie andavano sfoltite, credo. E insieme a “Miglior post di satira socio-economica scritto con l’ausilio della sola mano destra durante una tempesta di sabbia nelle immediate vicinanze di un vulcano in attività” è sparito anche il premio per Snapchat. Mi dispiace, perché ci tenevo a difendere il titolo. Cos’è, adesso rimarrò in carica in eterno? Monarchia assoluta e addio? È qualcosa di tramandabile a Cesare?
Chissà.
Comunque. Quest’anno la grande priorità sarà la seguente: non arrivare ultima nei siti letterari. Come vedrete, sono in ottima compagnia. Ci sono riviste online, blog editoriali, magazine, l’Ilenia Zodiaco – evviva l’Ilenia! -, librai battaglieri, poeti laureati, premi Nobel, Michiko Kakutani e pure l’inventore della pastina per bambini a forma di letterine dell’alfabeto.

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Insomma, sarà dura, ma spero di cavarmela con un piazzamento onorevole.
A tal proposito, appiccico qua sotto il link alla scheda di votazione per chi avrà voglia/tempo/sufficiente benevolenza per continuare a sostenere la mia improbabile candidatura. I siti letterari sono un po’ in fondo – al 20 -, ma ci sono. Si può votare fino al 15 settembre (la premiazione sarà il 16… e spero caldamente di incontrare Alberto Angela).
Grazie per avermi sospinta fin qui, davvero. Per me è già motivo di grande commozione.

SI VOTA QUI, ALÉ.

Il regno è in festa.
Unicorni grassissimi fluttuano serafici.
La pizza cresce sugli alberi.
Minicuore dorme una notte intera.
Ogni calza spaiata ritrova la sua compagna.
Le zanzare si estinguono.
Gli zucconi decidono – in massa – di abbandonare i social.
Tutti leggono un sacco.
Lazzari apre a Milano.
E io sono in finale ai Macchianera Internet Awards 2016 in ben due categorie: “Miglior Snapchatter” e “Miglior sito letterario”.
Ma siete matti?

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I Macchianera li ho sempre osservati con curiosità, ma anche con un certo distacco. Perché non mi è mai sembrato che potessero riguardarmi “direttamente”. Votavo gioisamente per i miei preferiti – perché si tifa volentieri – e tornavo a farmi gli affari miei. Cioè, nella vita ci vuole anche un po’ di realismo, no? Ai Macchianera c’è la Ferragni, c’è la gente che va in televisione, ci sono quelli seri. A te chi ti conosce, ma che cosa vuoi.
E niente.
Anche quest’anno non mi sono posta il problema. Ma guarda, sono partite le candidature. Bene, divertitevi. Io sto qua, mangio un Saccottino e vi guardo. E poi, venerdì, è saltato fuori che in finale c’ero anch’io. 
Non sono particolarmente portata per i discorsi strappalacrime, ma mi sono davvero commossa. Zero campagna elettorale, zero CIAO RAGA VOTATEMI, zero mobilitazioni di amici e parenti. Non ho dovuto stampare neanche un santino da sindaco di provincia. E in finale ci sono finita lo stesso, grazie a voi. Evidentemente, là fuori, siete numerosi, molto cari, super organizzati e, lasciatemelo dire, completamente pazzi.
A questo punto, dunque, direi che devo impegnarmi almeno un po’. Insomma, visto che fin qui mi ci avete portata mi pare il caso di vincere qualcosa.

Ecco un paio di fulminee istruzioni per l’uso, un mini “come voterò io” e la scheda per esprimere le vostre garbate preferenze.

Come si fa? 
Vi rimando al regolamento, ma le cose importanti da sapere sono tre. Per votare ci vuole un indirizzo e-mail valido. Si può votare fino al 26 novembre. Bisogna votare per almeno 10 categorie. Io posso levarvi parzialmente d’impiccio: mi trovate nella 10 (“Miglior Snapchatter”) e nella 22 (“Miglior sito letterario”).
E le altre?
Io voterò così – categorie 10 e 22 a parte. Quelle sono per voi.

2. Miglior personaggio – Influencer: ALBERTO ANGELA
4. Miglior articolo: “Il reparto degli uomini rotti” di Enrico Sola
5. Miglior community: Team Divano
7. Miglior tweeter – Periscope: @dueditanelcuore
(10. Miglior Snapchatter: SCEGLI ME SCEGLI ME)
12. Miglior trasmissione TV: Pechino Express
17. Miglior testata giornalistica online: Il Post
20. Miglior sito cinematografico: BadTaste
(22. Miglior sito letterario: CI SONO IO CI SONO IO EVVIVA)
23. Miglior sito fashion&beauty: Stylosophique
25. Miglior foodblogger: Ilaria Mazzarotta

Ve la sentite?
Ecco qua la scheda per votare. Se vi fa ansia, potete andare a compilarla anche qui.

 

E dovrei aver finito di ammorbarvi. Vi ringrazio ancora con trasporto – e un’incredulità che mai mi abbandonerà – e, per chi sarà nei paraggi, ci si vede il 3 dicembre alla premiazione. Io sarò quella che non aveva niente da mettersi.

Quest’anno c’è disorganizzazione.
Devo ancora occuparmi di doni e impacchettamenti, non abbiamo fatto l’albero (OTTONE VON ACCIDENTI), non ho in casa manco una lucetta sbarluccicosa e c’è, in generale, una certa carenza di spirito festivo. Nel tentativo di tenere alla larga il Fantasma del Natale Futuro – quello con la falce, per intenderci -, ho però deciso di occuparmi di voi. Perché è stato un anno molto felice per Tegamini. Sono riuscita a fare una quantità di cose davvero splendide, mi sono divertita a raccontare un mucchio di stupidaggini e a condividere anche parecchie novità cambiavita, roba di cui – di solito – si chiacchiera con autentica gioia soltanto con gli amici più cari. E tutto questo succede perché, sparsi qua e là, ci sono esseri umani adorabili che continuano a venire a vedere che cosa combino, che leggono, commentano, condividono e incoraggiano. E io sono contentissima. E che fa una persona contenta a Natale? Fa dei donini.

Ora.
Volevo fare una di quelle belle foto coccose con i colorini caldi e amichevoli, da pubblicità dell’Ikea con Babbo Natale che viene a casa tua perché gli hai offerto la cioccolata. E invece no. È uscita una roba degna di quel pezzo di Nightmare Before Christmas con tutti i mostri che fabbricano i giocattoli coi ratti decomposti.

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È proprio tremenda, non sto scherzando:

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Immagini lugubri a parte, però, tutte quelle cose lì finiranno in una capiente busta che sarà recapitata a un fortunato lettore di Tegamini. Vi spiego i donini che ho amorevolmente raccolto per voi e poi vi spiego anche come si vincono (al solito, servirà un PhD).

***

I Tegamini-regalini

  • Un disegno prodotto da me medesima quando ancora disegnavo. È la nuvoletta-lampadario. Se non ci fosse lei, col cavolo che vedremmo le stelle.
  • Un prezioso DVD: Il gatto che veniva dallo spazio. Un film di disarmante ingenuità che ho adorato da piccola e che l’universo tutto dovrebbe vedere a rullo. In pratica, c’è un gatto alieno con un collare di strass che fa dei prodigi.
  • Gli adesivi dei Barbapapà che fanno finta di essere delle bestiole dello zoo.
  • L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono, una storia di rara grazia che vi spappolerà il cuore.
  • Harry Potter e la pietra filosofale. Non l’avete letto? Eresia! Cominciate subito. L’avete già letto? Regalatelo a qualcuno che ancora brancola nelle tenebre.
  • Un indispensabile pulisci-schermo a forma di pesce palla.

***

Se queste cosine vi piacciono e volete provare a farvele regalare, lasciate un commento pieno d’ispirazione a questo post. Scriveteci possibilmente due cose: UNO) perché sentite di meritarvi moltissimo i Tegamini-regalini, DUE) consigli per migliorare Tegamini (cosa vi piace, cosa non vi piace, cosa manca, cosa ha stufato grandemente… insomma, tutto è utile). Visto che sorteggio sempre, questa volta non si sorteggia. Con l’aiuto di Ottone von Accidenti – nell’inedita veste di presidente di giuria – sceglierò un commentatore del cuore e gli catapulterò a casa tutto quanto. Non arriverà mai per Natale, ma magari per l’anno nuovo sì. La raccolta-commentini finisce domenica 22 dicembre allo scoccare della mezzanotte.

Ci piace?
Spero tanto di sì.

Grazie ancora per tutto l’affetto che sprigionate, in bocca al lupo e tanta biada per le renne.

Purtroppo per tutti quanti, l’universo non è ancora equipaggiato a far succedere diverse meraviglie.
Non vedremo mai degli unicorni che brucano.
Gli orsacchiotti persevereranno nel non rivolgerci la parola.
La velocità a curvatura non saremo in grado di farla funzionare nemmeno a calcioni.
Salame e torta fritta continueranno a far ingrassare.
E i pesci rossi moriranno sempre senza ragione.
Ma sono qua per dare speranza al creato. Perché si è da poco verificato il più improbabile tra gli eventi improbabilissimi. E se succedono cose del genere, allora dobbiamo prepararci ad affrontare un’epoca di immani prodigi. Che ne so, vi sveglierete la mattina e saprete l’islandese. Si scoprirà che le lucertole sono solo dei draghi liofilizzati. MADRE vi dirà che saper stirare non è importante e le lontre ci riveleranno che si tengono per mano perché si vogliono bene, mica per non andare alla deriva se c’è corrente.
Ecco.
Tutto questo inizierà a capitare perché mi sposo.

AAAAAAAAAAAAAAAAA!

Vulcani che eruttano cuccioli!
Fuochi d’artificio glitterati!
Caleidoscopi pieni di alpaca!
Libri gratis per tutti!
Cormorani immuni ai disastri petroliferi!

Ma pensa te. Diventeremo la famiglia Tegamini del Cuore. Mi vestirò come una torta gigante, getterò un mazzo di fiori incredibilmente costosi a delle altre femmine e sarò costretta a decidere il ripieno dei confetti. Io li odio, i confetti. Ma non possiamo fare che si regalano gelatine di frutta a tutti?

Procederei però con ordine.
In occasione del terzo anniversario della nostra fulgida LOVSTORI, Amore del Cuore – simulando noncuranza – mi ingiunge di vestirmi bene e mi porta al messicano buonissimo buonissimo vicino a casa che ormai ci andiamo spesso perché ci siamo affezionati. Ecco, il messicano è l’unico luogo in cui pare legittimo tirare avanti a capiroska e margarita senza manco ordinare l’acqua. Cento punti per te, messicano. Comunque, Amore del Cuore esordisce inghiottendo uno di quei margarita lì in ventisette secondi netti, senza però perdere la tranquillità. Mangiamo delle cose superbuone e facciamo anche qualche picci-picci, che l’anniversario è sempre l’anniversario. Poi niente, usciamo in strada con le nostre sciarpette e i nostri impermeabilini – che al 15 di maggio c’era ancora la Grande Glaciazione – e Amore del Cuore sprofonda in un bizzarro mutismo. Prende traiettorie strane, quasi finisce sotto un autobus e manco mi risponde. Ma Amore del Cuore, tutto bene? Sei arrabbiato con me? Le fajitas, le hai digerite le fajitas? Si. No. Si. Sospinti da questa trionfale sequenza di monosillabi, arriviamo in un’anonima traversa di quel vialone grosso che va da Centrale a Repubblica – ciao, vivo a Milano da un anno e non so come si chiama niente – e Amore del Cuore si arena di fronte a un portone pieno di cartelli AFFITTASIVENDESIAFFITTASILOCASI e si inginocchia, così, in mezzo al marciapiede, senza sapere bene dove mettere l’ombrello ma pieno di buona volontà e insolitissima goffaggine. Ora, fossi la principessa ereditaria di Naboo, non mi scomporrei più di tanto ad avere degli Amore del Cuore che si inginocchiano al mio cospetto. Essendo però io nient’altro che una Tegamini, non è che ho risposto subito SI. Ho risposto ALZATI e mi sono riempita di giganteschi lucciconi. Amore del Cuore ha poi estratto il meteorite di fidanzamento dal serissimo astuccino e me l’ha cavallerescamente infilato al dito. Ma non temete, ci siamo comunque domandati quale fosse la mano giusta.

Ma la gioia. La gioia. E proprio a me. E chi se l’immaginava.

Si è poi scoperto che Amore del Cuore era in possesso del mirabile gioiello già da Natale e che il 98% dei suoi amici era al corrente del folle progetto, tra pacche sulle spalle e virilissimi incoraggiamenti. L’unica che continuava a vagare ignara per il mondo, come una scimunita torta di mele, ero io. L’aveva capito persino Ottone von Asgard, tra un criceto-pupazzo e l’altro. Che vi devo dire. La pasta per la pizza lievita al mio passaggio, i passerotti trillano, i pomodori verdi diventano rossi e le ciglia s’incurvano senza bisogno del mascara. Insomma, un miracolo.

Ma che succede, dopo che un Amore del Cuore manifesta il desiderio di fare di voi delle donne oneste?

Passerete le vostre giornate a fissarvi la mano sinistra, accecate da tanto splendore. E ogni volta che siete in giro e dovrete lavarvi le mani, cercherete di capire se il lavandino che state usando sia facile da smontare. Abolirete ogni movimento scrolla-scrolla per eliminare l’acqua in esubero ma, anzi, vi dirigerete con le dita serrate verso il più vicino rotolone di carta, terrorizzate e circospette.

Andrete in edicola e comprerete assurdi giornali da sposa. Poi andrete in libreria e comprerete assurdi prodotti editoriali da sposa. Per il momento possiedo un Vogue Sposa, uno Sposabella e un White. Più un tomo – con pratiche tasche in plastica, schede da compilare e diagrammi didattici – intitolato Wedding Planner. Il tuo matrimonio da sogno! Più lo guardo e più mi vien voglia di chiedere a Enzo Miccio se verso giugno 2014 ha qualcosa da fare.

I giornali da sposa sono qualcosa di incredibile. L’oroscopo non è un oroscopo. O meglio, non è un oroscopo per voi, ma per il giorno del vostro matrimonio. Per dire. PESCI: Protette da una pioggia di benedizioni celesti, vi avviate alla cerimonia con il fascino della vostra seducente e un po’ misteriosa femminilità. Assicurato il successo dei vostri fiori d’arancio, vi proiettate verso un viaggio di nozze che promette la realizzazione di un sogno d’amore. Plutone vi annuncia presto un lieto evento. E se lo annuncia Plutone, metteremo probabilmente al mondo un cane a tre teste. Sto poi scoprendo cose incresciose. Esistono degli M&M’s personalizzabili. Ci potete stampare sopra la vostra faccia, delle frasi affettuose, delle fedi intrecciate, delle colombe. Esistono degli anelli con scritte in Comic Sans inneggianti all’amore: IO E TE PER SEMPRE. CIAO PRINCIPESSA. Omino maschio + bambolina femmina = casetta (con dei sapienti ideogrammi). Ma che è, si diventa all’improvviso coglioni, quando ci si sposa?

Comunque. MADRE ha accolto la notizia con insperato entusiasmo. Anzi, forse pure troppo. Ha già visitato tutti gli atelier di abiti da sposa di Piacenza – passandomi al telefono ogni singola proprietaria e causandomi imbarazzi cosmici – ed è riuscita a formulare la seguente domanda: “Ma Francesca, e la LOCHESCION? Guarda che c’è da prenotare! C’è da andare a vedere, chiedere. Non è che ce ne sono mille, di LOCHESCION, e se poi è tutto occupato?”. Stiamo parlando dei colli piacentini, il luogo al mondo con la più alta densità di castelli, cascine, agriturismi, ville e tenute coi giardini pieni zeppi di pavoni albini e levrieri argentati. Roba col ponte levatoio e il fantasma nella torre. E abbiamo un anno. Se dopo dieci giorni dal magico annuncio MADRE è riuscita a dire LOCHESCION non oso immaginare quali mostruosità ci riserveranno i mesi a venire.

Per quel che mi riguarda, sto cercando di imparare come si chiamano i fiori e ho inaugurato questa cartella aspirazionale piena di cose che non mi posso permettere, cose che non c’entrano niente o cose troppo assurde. Ecco qualche prezioso esempio.

Lee Pace che fa il re degli elfoni nella Desolazione di Smaug (drago che mi ostino chiamare SMEG). Comunque, Lee Pace-elfone sta nella cartella perché se mai troverò qualcuno in grado di donarmi una luminescenza cutanea anche solo paragonabile alla sua mi sposerò contenta. Và che pelle, che boria.

Per l’acconciatura ho già fatto arrabbiare Amore del Cuore. “Amore del Cuore, io vorrei una cofana da Maria Antonietta, con i nastri, le perle e degli uccellini. Ti piace, no? Cioè, mica mi metto in testa un veliero… ma insomma, un po’ di roba sì, con tutti i capelli che ho! …Amore del Cuore?”.

Poi ho salvato Alexander McQueen per Givenchy HC 1998/1999. Perché il realismo è quel che conta.

E ho pure l’imperatrice Maria Aleksandrovna. Perché un tempo vestirsi a strati/a cipolla voleva dire fare così.

Ci ho anche messo una gallina di Mitch Payne. Così, in nome della poffosità della mia futura gonna. A me, in realtà, piacerebbe un vestito un po’ rosa, ma c’erano solo galline bianche.

Insomma. Preparatevi alle Matrimoniadi. Il mondo non è pronto, non avremo mai abbastanza tempo e DANARI per il viaggio di nozze (coast-to-coast con tappa finale in villaggio della riviera Maya, di quelli che hanno il bar in mezzo alla piscina) e Abito da sposa cercasi non sarà nulla in confronto al selvaggio caos che riuscirò a scatenare. Sarà un casino, ma la felicità che sprigiono ha la potenza di una supernova che scoppia.

Come forse sapete (una crostatina per voi) o come forse non sapete affatto (una crosta puzzolente di pane ammuffito per voi), gli splendidissimi di Gazduna, con coraggio e grande pazienza, hanno cominciato ad ospitare i miei sconclusionati sproloqui. Il mio primo pezzo, di gennaio, era tutto un bel polpettone sulla storia delle tute spaziali della missione Apollo. E finisce con Neil Armstrong che mette piede sulla Luna con su una roba che gli ha confezionato la Playtex, tra un reggipetto e l’altro.  Per il secondo pezzo, invece, mi hanno detto che potevo inventarmi quello che mi pareva.
MADORNALE ERRORE.
In preda al più confuso degli entusiasmi, dunque, ho avanzato alla giocosa redazione le seguenti proposte:

proposta UNO)
Una roba sulle uova di Fabergé. Che cavolo sono. Da dove vengono. Fabergé: è un posto, un tizio, un’entità vaga e astratta? A che servivano. Che significato racchiudevano nelle loro preziose profondità. Insomma, capiamoci qualcosa, delle benedette uova.

proposta DUE)
L’esegesi delle categorie di YouPorn. Da una che YouPorn non l’ha mai manco aperto. Mai, ve lo giuro, che l’alopecia possa devastare tutti i miei Minipony se non è vero.

Ecco.
Indovinate un po’ quale hanno scelto.

Tegamini pieni di lussuria.
YouPorn for dummies: tutte le zozzissime categorie raccontate da una ragazza curiosa
Parte #1
Parte #2


Parte #1, eh. Che ad un certo punto mi sono fatta trascinare dall’entusiasmo. La seconda puntata (dove incontreremo anche insospettabili femmine umane capaci di trasformarsi in prorompenti GAISERs), la potrete leggere la prossima settimana. Intanto beccatevi un mirabile preambolo e una prima – timida e garbata – sintesi di quel che ci ho capito io. Santo il cielo.

L’AGGIUNTINA DELL’11 APRILE

Ebbene, c’è anche il secondo pezzo. E proprio nel giorno in cui Sasha Grey è arrivata in Italia! Ma non è gonfissima? Che diavolo le è capitato?