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Orbene. A Torino avevo il portinaio-marsupiale. A Milano, invece, c’è il secchiatore folle.

La storia è avvincente. E spaventosa.

Dunque. Arrivo a casa un po’ sempre alla stessa ora, magari compro un pomodoro e una boccia di vino al Billa e poi mi infilo nella mia viuzza – che poi è quella dove tutti gli avventori dell’Atomic, ad un certo punto della serata, vengono a pisciare o a vomitare -, pronta a riabbracciare il gatto Ottone e a raccogliere da sotto al tavolo tutte le cose che ha masticato durante la giornata. Ecco, da qualche settimana, assisto regolarmente a scene raccapriccianti. Ignari personaggi, pacificamente impegnati a transitare sul marciapiede per i fatti loro, si pigliano in testa delle gran secchiate d’acqua. Niente, uno sconosciuto individuo apre la finestra, aspetta che la gente a piedi arrivi in corrispondenza di un determinato tombino e tira giù una sdella d’acqua. E lo fa apposta, che se volesse solo buttare in strada dell’acqua potrebbe aspettare tre secondi e lasciar andare via chi c’è sotto. Non diventerebbe una persona normale, certo, ma sarebbe comunque un po’ meglio che prendere la mira e lavare l’unico passante nel raggio di cento metri.
Per quel che ho potuto vedere io, le vittime del secchiatore-folle sono ormai quattro… e l’ultimo, quello di ieri, avrei potuto salvarlo. Sarà che ho visto Superman l’altra sera, sarà che la cattiveria gratuita mi fa girare vorticosamente i coglioni,  sarà che non lo so, ma ora sono perseguitata dal senso di colpa. Perché sapevo che sarebbe successo, e non l’ho avvertito.
Il primo ad essere lavato dal secchiatore-folle è stato un fighetto in camicia azzurra, uno di quei Dorian Gray col capello untino, tutto tirato all’indietro. Ecco, Dorian è stato colpito di striscio, un po’ d’acqua sul tallone del mocassino violetto e tanti saluti. Ha fatto finta di niente – lasciando, probabilmente, l’incombenza dell’incazzatura al suo ritratto, al sicuro nel baule del Cayenne – e ha girato l’angolo.
I secondi a pigliarsi la subdola lavata è stata una bella coppia di ragazzi. Io ero lì, che aspettavo di attraversare la strada e guardavo contenta i loro fantastici FULARINI e SCIAF, presi in pieno dal secchiatore-folle. Dando prova di un autocontrollo principesco, han guardato un po’ le finestre – non s’è ancora capito da dove arrivi, la benedetta acqua – e hanno chiamato il 113. Che poi non sono stata lì a vedere com’è finita – che avevo il sugo surgelato Pronto Scoglio, quello alle vongole, che gridava vendetta – ma dubito che le forze dell’ordine siano in qualche modo riuscite a risolvere la questione.
Il terzo, quello di ieri, quello che avrei potuto salvare, era un signore un po’ stropicciato con una cocacola in mano. E anche a lui è toccato l’orrido doccione a sorpresa. Finalmente, però, ho visto qualcuno reagire con la corretta indignazione. STRONZO A TE E A TUTTA LA TUA RAZZA! SE TI VEDO TI DISFO! APRI! APRI LA FINESTRA, MERDA CHE NON SEI ALTRO, MERDA! Io al signore gli volevo dire “Guardi, non è solo. E mi dispiace, perché quando l’ho vista passare di lì, bello tranquillo con la sua cocacola, era chiaro che il secchiatore avrebbe agito. Mi perdoni, e mi lasci aiutare almeno con gli insulti. COGLIONE! SUDICIONE DISADATTATO, SPERO CHE TI ESPLODA LA LAVATRICE, ANNEGARE DEVI… E SCHIATTA MALE! Va bene, ora? Si sente meglio? Vuole che prendiamo a sassate le finestre? Non si capisce quale sia la sua, ma se le sfondiamo tutte di certo non sbagliamo…”

Secondo voi che devo fare? Sono incazzata nera. E senza aver manco preso una secchiata. Come possiamo difenderci dal secchiatore-folle? Come smascherarlo? Diamine, è come un Fantasma dell’Opera che fa i gavettoni! Come intimidirlo? Ce l’avrà un rubinetto dell’acqua che possiamo piombargli di nascosto? Fermiamolo, probabilmente attacca pure i petardi alla coda dei gatti! Ma non c’è qualche supereroe dal gluteo marmoreo che può intervenire?
Sono molto preoccupata. Non voglio abitare vicino al Joker.