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Il mio papà ha un rapporto fantastico con la tecnologia. Il giorno della mia Prima Comunione, tanto per farvi capire, nell’unica foto che ha scattato volentieri ci sono io, col vestito bianco e le maniche a sbuffo, seduta davanti a un 486 che fingo di essere un genio. Il mio papà ama così tanto la tecnologia che, quando uno dei suoi PC si rompe o si pianta, lui è contento, perché così può smanettarci dietro per giorni per risolvere il problema. La vera svolta, però, è arrivata con l’iPhone. L’ammirazione che il mio papà nutre per chi ha saputo inventare, assemblare e far funzionare una roba del genere sfiora il misticismo. E, ora che ha anche un iPad, è tutto più interessante. Si è addirittura rimesso a parlare con Siri, che giace inutilizzata e comatosa nelle profondità del suo telefono da tempo immemore. E le parla, le chiede le cose, si diverte un mondo a sentire come gli risponde. Ed è come se la incontrasse per la prima volta… su una spiaggia al tramonto. Violini. Balene canterine. Petali. Manghi. E la seguente telefonata.

TEGAMINI – Allora, come procede con l’iPad?
IL MIO PAPA’ – Ah, benissimo. Pensa che ieri eravamo in campagna e ho fatto un po’ di foto col telefono… poi ho acceso l’iPad ed erano già lì!
TEGAMINI – Un prodigio!
IL MIO PAPA’ – Ma non mi ha neanche chiesto se volevo sincronizzare, ha fatto tutto da solo.
TEGAMINI – Sia lodato il Cloud!
IL MIO PAPA’ – …poi c’è Siri. Ad un certo punto volevo vedere se mi riconosceva. E allora le ho chiesto “Siri, chi sono io”?
TEGAMINI – Per quel genere di cose devi installare iSensoDellaVita, secondo me.
IL MIO PAPA’ – E lei mi ha risposto “Domenico, devo dirtelo io?”. Domenico, perché sulla Apple sono registrato così…
TEGAMINI – Papà, lo so che ti chiami Domenico.
IL MIO PAPA’ – Poi c’era tua madre che era agitata perché ieri sera non hai chiamato…
TEGAMINI – Puoi spiegare a MADRE, una volta e per sempre, che anche il suo telefono ha la facoltà di inviare chiamate? Se è lì, schiacciata dalla preoccupazione e dal terrore, perché non chiama lei, invece di lamentarsi che non chiamo? E ricordiamoci che vi chiamo DUE VOLTE AL GIORNO.
IL MIO PAPA’ – Eh, ma lo sai com’è fatta lei.
TEGAMINI – Male, è fatta.
IL MIO PAPA’ – Comunque, dove sarà la bambina? E che cosa sarà successo, che non chiama? E che fa? Insomma, ho detto a Siri di cercarti, così almeno taceva.
TEGAMINI – …ma è perché deve pagare la telefonata? No, perché non capisco proprio.
IL MIO PAPA’ – Ma no. Ho detto a Siri di cercarti. Le ho detto “Dov’è mia figlia?”
TEGAMINI – Papà, ma che cazzo ne sa Siri di dove sono?
IL MIO PAPA’ – Solo che non lo sapeva che eri tu mia figlia. Allora le ho detto di cercarti col nome della rubrica: “Siri, dov’è Bimba?”
TEGAMINI – Dio Onnipotente. Ma telefonatemi. Telefonatemi se volete sapere dove sono. Cosa chiedete a un’intelligenza artificiale di localizzarmi?
IL MIO PAPA’ – Massì, era per divertirci. Aspetta che ti passo tua madre che se no si offende perché dice che parli sempre con me e con lei mai.
TEGAMINI – Per forza, o si lamenta o mi fa dei versi inarticolati!
IL MIO PAPA’ – Eh, va così. Aspetta che te la passo.
MADRE – GHEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
TEGAMINI – …….FRUUUUU?
MADRE – GHEEE! …Allora?
TEGAMINI – Niente. Adesso vado a pranzo. Te che fai?
MADRE – Tuo padre continua a parlare con quella roba lì, nel telefono. Io la chiamo Ninetta.
TEGAMINI – Siri? Te Siri la chiami Ninetta?
MADRE – Già. Perché Ninetta è un nome da cameriera.