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Superfelicità, c’è il teaser trailer di Iron Man 3!
Esplosioni, Robert Downey Jr con le zeppe d’ordinanza (ben camuffate dagli astuti pantaloncini a zampa), i meravigliosi capelli di Pepper Potts, seimila armature cromatissime, roba che vola e spara. I supereroi mi strappano continuamente il cuore, soprattutto quando hanno barbette molto geometriche e un’indole sbodenfia.
Comunque, Iron Man 3 uscirà in Italia il 24 aprile 2013 e, se è vero che tutti quanti potremmo anche essere già morti, vale la pena esaminare questo trailer del trailer con grande perizia e scrupolosità. Perché c’è chi ama applicare le proprie doti analitiche a una professione ben remunerata e c’è invece chi le utilizza solo per perder tempo.
Facciamo così, qua c’è il filmatino… e dopo c’è quello che ho capito io.

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A Iron Man, stare disteso nella neve sporca e ghiacciata fa venire la malinconia.
L’immensa intelligenza di Tony Stark è arrivata a padroneggiare il millenario segreto della telecinesi. Vuoi metterti un guanto? Non temere, il guanto verrà a te.
L’insonnia affligge anche i geni-miliardari-playboy-filantropi. E voi che pensavate di essere speciali…
A Pepper non dispiace che Tony dorma con un’intera officina meccanica disseminata per il pavimento della camera da letto. L’importante è che il grasso da motore non insozzi il piumone di raso.
C’è sempre quello là, il militare nero, War Machine. Quello che nell’1 era diverso.
C’è della gente che va ad esplorare uno stanzone con delle brutte infiltrazioni sui muri. Forse sono imbianchini.
Guy Pearce è un viscidone.
Tony Stark ama prodursi in pose drammatiche di fronte ad anfiteatri pieni zeppi di armature ordinate cronologicamente.
L’Ark-cuore. Adesso è un po’ sull’azzurro. E Tony vaga per casa con la testa ricoperta di auricolari Bluetooth.
Le armature sono dispettose e ti vengono sempre a svegliare nel bel mezzo di un bel sogno.
Saranno anche belle belle in modo assurdo ed esposte cronologicamente ad anfiteatro, ma prima o poi le armature scoppiano tutte.
C’è uno con la scabbia che si scappuccia la testa.
C’è una tizia in terra che somiglia un po’ a Naomi Watts. Mora e con le Adidas, però.
Hanno fatto verniciare un’armatura a Steve Rogers.
Quella biscia melliflua di Guy Pearce si struscia alla guancia destra di Pepper Potts. Spero moltissimo che Pepper sia ben conscia di essere già fidanzata con il figo del secolo.
Tony Stark deve operarsi a qualcosa.
Iron Man piglia al volo un sacco di gente che schizza fuori da un aereo squarciato. Tutti quanti però forse non ci riesce a prenderli. Gli squali avranno di che mangiare per molti anni.
La Pepper soffre tantissimo dentro a una specie di struttura di metallo con le bretelle. Soffre e digrigna i denti, ma comunque non si spettina.
C’è un casco guercio di Ironman.
Ci sono le mani molto ingioiellate di quello con la scabbia, uno che ama molto anche i polsini pieni di perline. E dal taglio a pagoda dell’abito, direi che è il Mandarino.
Un’armatura sembra voler fare all’amore con Tony Stark.
Tony Stark le prende anche dalle donne.
Si capisce che il Mandarino non ha la scabbia, ma una treccia un po’ arrotolata sulla sommità del cranio.
Degli elicotteri imbottiti di missili distruggono la sobria villa discovolantesca di Tony e Pepper, paladini dell’understatement architettonico.
Mentre Tony e Pepper vengono sbalzati lontano dall’onda d’urto di un’arrogante esplosione, nel loro soggiorno si scorge un pupazzo gigante che somiglia in modo preoccupante a Jar Jar Binks. E se fosse vero, si meritano alla grandissima di diventare dei senzatetto.
Distruzione, distruzione, detriti bruciacchiati e cemento che rovina giù per la scogliera. Gli squali finiranno schiacciati sul fondo limaccioso del mare.
Iron Man è un po’ sfortunato e viene trascinato nell’abisso insieme al resto dei rottami. Trascinato per il collo, tra le altre cose. Non fa mai piacere.
Tutto è buio, alghe e oscurità senza fine.
E pure il logo è un po’ rugginoso e pessimista.
Però, però, poi c’è Tony Stark che tira una slitta in mezzo alla neve. Che sia Natale? Che sia un segno di meravigliosa circolarità narrativa? La neve all’inizio e la neve alla fine. E a Tony è anche un po’ passata la malinconia, anche se sbuffa come un muflone d’altura.

…e guardate che su Jar Jar non stavo mica scherzando:

 

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La verità è che i supereroi sono la cosa più bella del mondo. I supereroi e la fantascienza. I minipony e un po’ anche l’Happy Meal. Datemi una qualsiasi saga caciaron-avventurosa e mi divertirò per mille anni… ma anche se fa schifo tipo i Fantastici Quattro, Daredevil o Lanterna Verde, perchè se il film è brutto oltre ogni immaginazione sarà comunque bellissimo parlarne male. Insomma, i supereroi hanno uno scopo ben preciso e molto nobile: farci divertire come felini che rincorrono gomitoli di lana. E con me funziona tutto quanto. Gente dalla personalità strabordante vola in giro, fa esplodere le cose e passeggia per scenografie esteticamente strabilianti dicendo spacconate. Mantelli. Armature. Spadoni. Costumi complicati. Dimensioni parallele. Cuori grandi così. È tutto mescolato in una gigantesca cospirazione per farmi contenta. E ciao cultura (?!), addio saggezza (???) e saltiamo su un trenino per Asgard.

Bene.
Non era detto che con gli Avengers sarebbe andata a finire bene. Troppa ciccia da arrostire, un regista che si era principalmente cimentato solo con film poco capiti e serie tv (anche se gli sarò eternamente grata per Buffy, gioia sfavillante della mia infanzia) e aspettative irragionevoli di geek già pronti a scendere in piazza coi fucili laser. Poteva venir fuori un polpettone ripugnante e senza senso, ma per fortuna sono accadute manciate di cose belle. Ovvio, non è la perfezione e il 3D potrebbe anche andare a farsi benedire, ma è davvero uno dei film più divertenti e boriosi che mi sia capitato di vedere.
Ora, quello che non sospettavo – e che ho scoperto in un sabato di pioggia torrenziale e colpevole lontananza di Amore del Cuore – è che c’è tutto un mondo là fuori. Te vai al cinema, torni a casa, magari decidi che vuoi un bel figliolo coi superpoteri come sfondo nuovo del computer, ti riprometti di leggere un po’ più di fumetti e di recuperare decenni di conoscenza Marvel che ti sei persa per strada – più per ragioni anagrafiche che per negligenza -… e all’improvviso ti imbatti in una galassia d’amore infinito. Anzi, di sentimenti che sfiorano lo stalking. La fangirl moderna non ha più bisogno d’affannarsi vagando per edicole e rincorrendo apparizioni televisive, non sarà più emarginata perchè fa battute che nessuno capisce. Perchè ora c’è TUMBLR, con la sua armata di maestri della gif animata… e meno male che ho finito di studiare.

In questo post – già eccezionale ancor prima di cominciare – vi renderò partecipi dei prodigi che orbitano intorno al già ingombrante universo degli Avengers. Perchè c’è gente generosissima, psicotica e molto creativa che passa le sue giornate a cercare e ad assemblare spassosità, espandendo a dismisura le potenzialità di sollazzo del genere umano tutto.
Visto che non possiamo passarci la vita – o così mi ha raccomandato il dottore -, andremo per temi e applicheremo un criterio di selezione che sono certa sia il migliore tra tutti i possibili: ci dedicheremo a quello che ha fatto ridere me.

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ROBERT DOWNEY JR, GENIO, MILIARDARIO, PLAYBOY, FILANTROPO

Dunque. Superman è uno dei pochi supereroi che si traveste da umano. Se vogliamo estendere il concetto senza pensarci troppo su, anche Batman è un po’ così… Bruce Wayne è più un fastidio che un aiuto, per Batman – escludendo i trascurabili benefici: maggiordomo, molti soldi, giocattoli tecnologici. Sia Superman che Batman, però, la vivono male. E gli occhiali, e Lois Lane che inspiegabilmente non riesce a capire chi ha di fronte, e le cene di gala che sottraggono tempo prezioso alla lotta al crimine, Gordon che si fa il sangue marcio, miriadi di nemici molto ben caratterizzati.
Ecco, anche Tony Stark è continuamente costretto a fronteggiare il medesimo dilemma identitario, solo che a lui piace moltissimo essere Robert Downey Jr. Insieme si divertono come coniglietti festanti e, dopo le percentuali sugli incassi degli Avengers, sono finalmente riusciti a far collidere i rispettivi patrimoni in un fantastilione di dollari, da investire in completi su misura, scarpe un po’ alte, costruzioni, macchine e barbette accuratamente disegnate. A Robert Downey Jr non scrivono nemmeno il copione, lo chiamano in scena all’ultimo momento, gli dicono più o meno cosa deve capitare e lo lasciano lì a fare come vuole. E se si dimentica qualcosa c’è comunque Jarvis, sempre pronto a offrire pacati suggerimenti.
Lo sappiamo tutti che è così.
E come farebbe ogni sbruffone amico della coerenza, poi, lo splendido Downey Jr non si nasconde… perchè essere Iron Man è semplicemente troppo meraviglioso.

Salutare folle adoranti fa parte della job-description di Iron Man. E che problema c’è.


Probabilmente a causa di un qualcosa di scritto in piccolo in un contratto, Robert Downey Jr è di tanto in tanto costretto a insinuare il dubbio nell’opinione pubblica, ridacchiando sotto i baffi.

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HULK SPACCA, MA E’ COMUNQUE CONSIDERATO UN AUTOBUS

Hulk è stato la vera rivelazione degli Avengers. Gli avranno fatto magari comodo i mezzi fiaschi delle precedenti trasposizioni cinematografiche, ma dobbiamo battere le mani all’adorabile Mark Ruffalo, al suo stropicciato Bruce Banner e al motion-capture, che l’ha fatto diventare il primo mostro verde ad essere davvero comandato da un attore, anche se l’han tutti preso in giro perchè gli toccava ruggire con addosso una tutina strana, ma è andata a finire bene. Applausi a scena aperta per Hulk, applausi. Parla una volta sola e dice la battuta più divertente del film, senza mai dimenticare di percuotere Thor con costanza e gran scricchiolare di nocche. Per quanto mi riguarda, poteva anche picchiarlo di più, ma sono già piuttosto soddisfatta.
Purtroppo, non essendo Mark Ruffalo bello bello in modo assurdo ma, più modestamente, solo bello, Hulk è diventato il campo giochi degli illustratori, che amano fargli trasportare e prendere al volo qualsiasi cosa, dagli Avengers non volanti/non saltanti all’intero maledetto cast, che gli campeggia sulla schienona schiacciando pisolini. E inizio anche a pensare che, come tutti gli autobus di questo mondo, Hulk abbia anche un bottone da pigiare quando c’è bisogno di scendere.

L’ultima è di Scott C, illustratore sopraffino che credo abbia già disegnato il mio intero immaginario fantastico. Qua, come al solito, ci regala un’efficacissima metafora dell’intero film.

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THOR, IL POLPETTONE DI ASGARD

Non ne farò mistero, Thor è un personaggio che m’immagino geniale nei fumetti, ma che Chris Hemsworth fa sembrare uno stupidone. Uno che si mette le braghe al contrario e mangia la minestra rumorosamente, l’amicone grosso e scemo, tanto per intenderci. E no, non sono impressionata dai suoi immani arti superiori – che credo comprendano muscoli non ancora del tutto capiti dalla moderna anatomia – o dalla sua chioma fluente, mi piace solo quando tira giù i fulmini dal cielo col martello. Il martello è parecchio avvincente, anche se non credo venga utilizzato al pieno delle sue potenzialità… e no, non sto facendo del triviale umorismo. In Thor, a casa dei giganti di ghiaccio, il nostro Polpettone di Asgard si era cimentato in un’onda d’urto di tale meraviglia da far sprofondare mezzo pak, aveva trapassato a martellate un mostro orrendamente battagliero… ma negli Avengers poca roba, a parte irritanti discorsi sul bene dell’universo. Thor sta lì in piedi e si massaggia le braccia, con aria trasognata e una faccia di pietra che nemmeno la miglior Monica Bellucci. Gli hanno anche scritto tre cose crocifisse, è vero… non lo vediamo entrare in un negozio di animali per farsi dare un cavallo o almeno un cane sufficientemente grande da essere cavalcato e non si esibisce quasi per niente nell’umorismo involontario che è anche un po’ l’unica cosa che potrebbe mai fare per noi, tipo questa perla immortale – che non mi ricordo nemmeno se sia capitata davvero o se sia scomparsa con la traduzione italiana:

Insomma, Chris Hemsworth non si impegna abbastanza. E’ solo incredibilmente grosso e variamente inopportuno:

E maledizione, volevo tantissimo che ricapitasse qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile, ma niente:

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STEVE ROGERS LO VA A DIRE ALLA MAESTRA

Captain America è stato per me difficile da digerire… il personaggio, anche se al compianto agente Coulson piaceva da matti, lo trovo migliorato, anche se sempre mortalmente retorico. Sarà che è rimasto in coma criogenico per diversi decenni, non ha ancora avuto modo di vederla, manca totalmente di senso dell’umorismo e ha sempre l’aria preoccupata di chi non ci sta capendo niente, ma il buon Rogers m’indispettisce e mi fa al contempo venire in mente la Torcia Umana. Insomma, se c’è in scena Captain America vivo con la segreta speranza che decida all’improvviso di prendere fuoco. E lo so, non dimostro una gran sensibilità, date la drammatica situazione della sua carriera militare:

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AVENGERS, GET THE FUCK TO SLEEP

Tutto quello che potrei mai dire su Nick Fury, per quanto arguto e interessante, non riuscirebbe comunque ad eguagliare la gloria dei memo che manda in giro. E no, non ci sono serpenti sulla portaerei volante dello SHIELD:

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LOKI, UN ESERCITO DI GATTINI E UN BELLISSIMO ESAURIMENTO NERVOSO

Pensavo di essere originale… e invece no, l’intero etere fangirlico adora Loki. Non credo ci sia personaggio che sia riuscito a scatenare una simile – e assurdissima – ondata di gridolini scomposti. Nel tentativo di capire come sia potuto accadere, ho elaborato uno sparuto drappello di teorie:

– secco, pallido, sveglio e interessante, Loki è cresciuto nell’ombra di un tizio che non fa altro che frantumare le cose e azzannare cinghiali, tra gli applausi dell’intero regno di Asgard.
– in Thor scopre cose orrende, piange e s’arrabbia. E poi gli mettono un martello addosso.
– gli sono toccati i costumi belli. Dalla tenuta da divinità ai cappottini con la sciarpetta, Loki ha stile. E non ha bisogno di perdere tempo con bottoni e cerniere, i vestiti gli si materializzano addosso.
– avrà anche la pettinatura delle nostre vecchie zie, ma il capello unto e l’attaccatura a metà cranio non ne scalfiscono il fascino. Sta comunque meglio con l’elmo cornuto.
– afferra al volo dardi letali, con aria scocciata.
– alterna momenti di magnifica arroganza a pessime figure, roba degna delle tribolate adolescenze di tutti quanti noi.
– gli zigomi. Ottimi zigomi.
– è cattivo, ma con riluttanza. Capito da nessuno e ignorato dai più, vaga per i mondi alla ricerca di qualcuno che l’abbracci e che gli faccia capire che sapere di chi è figlio non è poi così rilevante. E chi se ne importa del trono di Asgard, il palazzo reale sembra un ammasso di cannelloni dorati.
– tra gli innumerevoli personaggi che incontra sul suo cammino, Loki è l’unico in grado di produrre una gamma di espressioni normali, molte delle quali risultano adorabili. Frigna, ride a sproposito e ci detesta con grande duttilità… proprio come Thor.
– viene percosso da tutti, più e più volte. Nel caso di Hulk vale doppio, ma se lo meritava.
– sforna discorsi di ragguardevole perfidia, ma sa anche lui che è solo per farsi coraggio.
– Tom Hiddleston ha un suo bel perchè. Soffre della sindrome d’immedesimazione di Tony Stark, ma fatta meglio: dialoga abitualmente su Twitter con l’account del dio Loki, grida cose da macchine in corsa e va in giro a dire a tutti che ha un esercito.

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Nel vano tentativo di far comprendere al mondo la portata della Loki-Hiddleston follia, appiccico cose a caso. Tanto fanno ridere tutte.

I mortali vanno presi a bastonate:

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Bastava cooperare:

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Loki si vendica del Ridiculously Photogenic Guy:

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Loki si vendica di Punk’d… perchè han cercato di rubargli in lavoro:

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Loki insegna idiomi sconosciuti alle folle:

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L’ennesima menzogna:

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Gli attori, i veri martiri del nostro tempo:

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Se il figlio di Mark Ruffalo ti preferisce a Hulk (come uno scoglionatissimo Ruffalo ha più e più volte affermato), sei a posto:

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Se bambini che passano per caso vogliono utilizzarti come giostrina, sei a posto:

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Se Iron Man ama farsi gettare dai finestroni da te, sei a posto:

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Se Hulk non ti stritola, sei a posto:

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Se qualcuno decide che sei pronto ad essere disegnato insieme a dei gattini, sei a posto:

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Se capisci l’importanza dei gattini e ti lanci in spericolate analogie, sei a posto:

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Esosi giocattolai ti riproducono senza sfigurarti:

E la gioia è grande.

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Credo di non aver mai prodotto nulla di così fotografico e guizzante. Un post al passo coi tempi. Un post che dovrebbe spingermi ad aprirmi un Tumblr per sfogare lontano da qui i miei istinti più bassi. Ma è stato tutto per amore dell’esegesi della cultura pop… e perchè ho comunque un Hulk che ha giurato di proteggermi in caso di proteste. E comunque vorrei capire, ma la scena alla fine della fine dei titoli di coda, con gli Avengers che mangiano robaccia, voi l’avete vista? Perchè in fondo alla mia pellicola non c’era, ho controllato due volte.

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Tutte le corbellerie grafiche vengono da questi posti. Posti di gente presa bene.

http://fuckyeah-avengers.tumblr.com/
http://fuckyeahrdj.tumblr.com/
http://stacyjacks.tumblr.com/
http://thisisnthappiness.com
http://9gag.com
http://memosfromfury.tumblr.com
http://ren-ne-rei.tumblr.com
http://joannaestep.tumblr.com

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Per chi, invece, volesse donarmi la sublime statuina da collezione di Loki – che ha cento mani intercambiabili e più accessori della Barbie -, la può ordinare qui. Mi arriverebbe a Natale, così vi togliete anche il pensiero del regalo.

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tié, ti sferzo col fuoco, Dio dall’ingombrante copricapo!

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Va detto che siamo arrivati in ritardo e abbiamo perso per sempre i primi dieci minuti. È successo perchè ci siamo andati a sedere nella sala sbagliata, quella del Re Leone 3D. E niente, ce ne siamo accorti solo quando il sole è sorto sulla savana. Quel cinema ha seri problemi di segnaletica, non ci sono i numeri sulle porte, non c’è uno straccio di foglio di carta appeso, i tizi che ti rifilano gli occhialini indicano la direzione molto vagamente… e che dovevamo pensare, siamo andati dritti dritti da un’altra parte. E in quattro, che se c’eravamo solo io e Amore del Cuore capirai, era tutto normale. Arrivati nel posto giusto, però, il film ci ha accolti bene: un traditore – compaesano di Teseo – siede a gambe divaricate con la schiena appoggiata contro il muro. L’hanno frollato e seviziato ben bene, ha pure la faccia sfigurata da tre sfregi verticali, dalla fronte al mento. Davanti a lui, un energumeno con una struttura cornuta in testa si prepara ad assestargli una martellata nelle palle. Perchè Iperione non gradisce i guerrieri di dubbia moralità e ancor meno gradisce la loro eventuale progenie.

fate luogo, sono la Dea Atena, la mia chioma splende di saggezza!

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Coglioni spiaccicati a parte, Immortals racconta della lotta tra l’eroe Teseo – atletico contadino, figlio di chissà chi – e il malvagio re Iperione – uomo dalla faccia disastrata – intenzionato a liberare i Titani, nemici giurati degli Dei dell’Olimpo. I Titani sono rinchiusi nelle viscere del monte Tartaro, dentro a una gabbia che sembra un po’ un biliardino e un po’ una di quelle lavapiatti cubiche dei bar. Per infrangere le catene che imprigionano i Titani, all’affabile Iperione occorre un arco supersonico, forgiato da Marte e diventato esageratamente leggendario, così leggendario da essere finito non si sa dove. E chi mai potrà ritrovarlo? Il segreto è custodito da quattro gnocche veggenti, sacerdotesse illibate col dono della profezia. O meglio, una sola è il vero oracolo, le altre tre fungono da scudi umani, in un gran turbinio di vesti scarlatte con lo spacco.

I Puffi sono una di quelle cose dell’infanzia che non smetteranno mai di perseguitarti. Un po’ come il compito in classe degli articoli e delle preposizioni, con la maestra che si aspettava di vedere un cerchiolino rosso intorno agli articoli e un cerchiolino blu intorno alle preposizioni, una roba semplice e lineare, assolutamente diversa dalla pagina piena di tragedia che avevi consegnato tu, zeppa di cerchiolini verde pisello intorno a tutte le piccole parole di due o tre lettere. I Puffi sono anche un po’ come quei ricordi che sono imbarazzanti di riflesso, perchè se stai scavando fossili dalla riva limacciosa dell’Arda e ti rendi conto che un tuo compagno si è fatto la cacca addosso, là in mezzo, con un secchiello pieno di conchiglie del periodo Devoniano in mano, non serve che la cacca sia tua, ti senti tremendamente male lo stesso. E una volta, in seconda elementare, avevo pure scritto “dorata” con l’apostrofo, come se l’universo fosse interamente composto di minuscoli mattoncini fatti con le orate.
Ma insomma, chi se ne importa.
Era per dire che i Puffi sono pericolosi. Ti fanno ricordare un tempo lontano in cui potevi stupidare senza tante preoccupazioni, perchè pomeriggi trascorsi ad ascoltare un cane rosa di nome UAN o un dodo di pezza domiciliato in un albero azzurro non possono che trasformarti in una persona piuttosto ridicola. A mia discolpa dirò che non ero poi così fissata coi Puffi. I cartoni li guardavo quando capitava, ma la sigla mi piaceva moltissimo e la ballavo senza sosta sul tappeto del salotto. L’altra cosa che avevo era il camper Puffi… che non usavo per i Puffi ma per trasportare un fantasmino di tulle che avevo chiamato L’ANIMA DANNATA.

MADRE (flagello dei mondi) – Tata, cos’hai lì nel camioncino dei Puffi?
MINI-TEGAMINI – ….L’ANIMA DANNATA!


Comunque. Visto che mi regalavano il biglietto, la settimana scorsa sono andata all’anteprima dei Puffi. C’eravamo io, Amore del Cuore e un centinaio di bambini sadici. Che i bambini siano sadici un po’ lo sospetti… ma lo scopri con assoluta certezza solo quando nei film iniziano a capitare cose cruente, rigorosamente non funzionali alla trama. Gargamella viene travolto da un autobus? Puffetta conficca le sue scarpine col tacco nelle cornee di Birba? Tontolone inciampa e scivola, provocando una devastante reazione a catena che distrugge mezza Pufflandia? Ecco, bambini in visibilio. Bambini che saltano sulle poltrone, che si spellano le manine d’applausi sbilenchi con un entusiasmo che neanche gli antichi romani al Colosseo. I bambini vogliono vedere fratture esposte, tombini aperti, carriolate di viscere, maledizioni infrangibili, teste mozzate e fiamme di drago, altrochè principesse coi pettirossi in testa.
Ma cerchiamo di capire che cosa succede in questo benedetto film.

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Parliamo di Transformers. Perchè sono solo fittiziamente adulta e perchè sono andata a vedere il terzo film, Dio mi perdoni.
C’è un mio amico che ha tatuato sul collo del piede destro il simbolo degli Autobot e sul collo del piede sinistro quello dei Decepticon. Ma tatuaggi belli, con un sacco di dettagli, colori brillanti, cromature ed effetti speciali. Nonostante la validità artistica dei piedi del mio amico, credo che dovrebbe inizare a valutare una rimozione… perchè odio ammetterlo, ma gli esuli di Cybertron stanno diventando dei rugginosi rompiballe.
Mi ricordo che al primo film dei Transformers ero andata con a dir poco tutti i miei compagni di classe. Eravamo animati da uno stupore autentico, presi benissimo: ogni volta che qualcosa si trasformava – vuoi anche una caffettiera – finivamo per emettere sonori Ooooh e Aaaaah, ma proprio col cuore. Gli uomini poi erano perennemente a bocca aperta, perchè se l’OooooAaaaaah non era per una trasformazione, era per Megan Fox piegata a novanta su un cofano, baciata da un sole iper-contrastato e accarezzata dal vento.
Comunque. Se, a livello gnocca, l’appeal del franchise-Transformers resta pressochè inalterato – Shia LaBeouf riesce, sovvertendo ogni legge della natura e del buonsenso, a trombarsi un’altra creatura palesemente fuori dalla sua portata, la fidanzata di Jason Statham poi -, sul fronte robotico si procede spediti verso un baratro senza fondo. Sintomo evidente dello sfacelo, è il deterioramento dell’eroe della saga, il coraggioso paladino della concordia uomo-macchina, il piú grosso degli Autobot, quello col vocione piú tonante, quello da temere e riverire. Optimus Prime era tutto questo… E pure con qualche parafango in piú. Mi sarei buttata nel fuoco, se me l’avesse chiesto Optimus Prime. Avrei sfidato Megatron armata di minipimer, se me l’avesse chiesto Optimus Prime.
Ecco. In Transformers 3, Optimus Prime diventa un camion da trasporto pomodori.