Sono molto contenta. Questo film poteva essere una boiata terrificante – tipo Batman v Superman – ma, con mio grande sollievo, è un ottimo esempio di come centosei supereroi possano litigare con dignità, rispettando i nostri affaticatissimi cervelli. E, dopo innumerevoli MAI UNA GIOIA, finalmente ci meritavamo qualcosa di tollerabile.
Ma che succede? Perché Civil War è bello?
Parliamone.
Con spoiler.
Ripeto. SPOILER.
Dopo aver praticamente sbriciolato un’immaginaria nazione est-europea in Age of Ultron – che non mi è garbato un granché… come non è garbato neanche al povero Joss Whedon, da quel che si è capito – gli Avengers si trovano nuovamente al centro di ogni genere di polemica. Il loro ultimo intervento in Africa, infatti, si è concluso nel consueto cumulo di calcinacci sanguinolenti e bambini martoriati. Le Nazioni Unite, all’improvviso, non sembrano più disposte a tollerare un tale scempio. Questa gente con i superpoteri deve smetterla di andarsene in giro a seminare distruzione nel nome di un ipotetico bene comune! Ah, signora mia, dove andremo a finire. Perché non prendono esempio da Dragonball? Qualcuno ha forse mai visto Goku e Vegeta pestarsi a Manhattan? Comunque. Il buon Tony Stark – che vive ormai intrappolato in una perenne condizione di rimorso e scarsa fiducia nelle proprie capacità di giudizio – si schiera a favore di una specie di Trattato Internazionale per il Controllo del Supereroe Eccessivamente Disinvolto, ed esorta il resto della ciurma ad imitare il suo luminoso esempio. Purtroppo, però, il sempre opportuno Bucky riemerge dopo un paio d’anni dalle tenebre per far APPARENTEMENTE saltare in aria un’aula piena zeppa di diplomatici e membri incazzati della famiglia reale wakandiana.
Apriti Bifrost.
Captain America, ben lo sappiamo, perde completamente la brocca ogni volta che all’orizzonte balena il braccione meccanico di Bucky. Fermamente intenzionato a sventarne la cattura – NON È STATO LUI, STOLTI! I MALVAGI STANNO NUOVAMENTE MANIPOLANDO LA SUA MENTE! L’ULTIMA VOLTA M’HA TIRATO FUORI DA UN RELITTO, C’È SPERANZA CHE SI RIPIGLI, M’HA RICONOSCIUTO, GUAI A CHI LO TOCCA! -, si precipita in suo soccorso sfanculando il mondo intero e inimicandosi in modo quasi del tutto irreparabile Tony Stark, ormai ridotto allo status di povero Cristo. Cioè, Pepper sembra averlo scaricato – per fondare Goop e suggerire a tutte quante di farci l’ossigenoterapia alla vagina. E Visione guarda sempre le tettone a Wanda. Nessuno lo degna più d’un briciolo d’attenzione e nemmeno le armature sono più arroganti come una volta. Insomma, una situazione drammatica. #TeamIronMan. #TeamTomFord.
In un crescente parapiglia – assai guardabile anche nelle sequenze d’azione, che tanto schifo ci avevano fatto nell’ultima uscita degli Avengers – e in un addensarsi di sospetti e piani obliqui, emerge la figura di un abile malvagio: Niki Lauda. Daniel Brühl, non so se sia per la faccia che ha o per la sua indiscutibile capacità di risultarti in ogni modo antipatico, sembra essere condannato ad interpretare gli stronzi, i viscidi e i reietti della terra. Daniel Brühl è l’esatto opposto di Martin Freeman, che in questo film fa Everett Ross, e che riesce a risultare amabile anche interpretando personaggi che non interessano a nessuno.
MA STIAMO DIVAGANDO, MALEDIZIONE.
Niki Lauda, dimostrando uno stile, una pazienza, una perseveranza e un’abilità che l’ultimo Lex Luthor manco è capace di sognarsi, riesce nell’impresa di riportare alla luce un terrificante scheletro nell’armadio, non prima d’aver però costretto gli Avengers a sputarsi vicendevolmente in faccia.
Ecco il folle pagellino dei due schieramenti.
STEVE ROGERS (giunto per l’occasione al secondo limone della sua vita – o forse… fermi tutti, giunto per l’occasione AL PRIMO LIMONE DELLA SUA VITA) è riuscito a tirarsi dietro:
– BUCKY, il Winter Soldier dalla mano pesante > basta dirgli “vagone merci” in russo e riuscirete a convincerlo a commettere qualsiasi genere di enormità (e a venire a fare shopping con voi al centro commerciale di Arese il sabato pomeriggio). Lo trovo estremamente figo, ma il suo ostinato mutismo mi esaspera. E, seppur io capisca – razionalmente – perché Captain America lo ami così tanto, continuo a pensare che non valga la pena sbattersi a tal punto per lui.
– WANDA, la strega con le parigine di lana > ancora vittima della sindrome di Jean Grey, combina un casino ogni volta che decide di uscire di casa. Potrebbe sbriciolare il mondo, ma cioè, tipo, raga… ho problemi.
– FALCON, quel tuo cugino che si diverte a pilotare i droni > perdonatemi, ma Falcon è semplicemente troppo buffo per essere preso sul serio.
– OCCHIO DI FALCO(N), quello che in pensione s’annoia > sempre caparbio e immancabilmente polemico, molla figli e famiglia per azzuffarsi improvvisamente con gli unici amici che ha mai avuto. E, ancora una volta, non finisce mai le frecce.
– ANT MAN, il capo dei galli > non ho mai recensito Ant Man, ma mi è piaciuto tantissimo. Credo che, a livello di “tono” e di adorabile sbruffonaggine, Paul Rudd sia un po’ il nostro nuovo Iron Man. In questo film ci sono circa due battute argute e sei cose che possono farti ridere. E le dice tutte Paul Rudd. In questo film, dal punto di vista dell’azione, c’è un’unica cosa davvero assurda e stupefacente. E la fanno fare a Paul Rudd – subito dopo averlo spedito tra i circuiti di Tony Stark a svitare bulloncini, a bordo di una freccia volante. Dopo tutto ciò, LO FANNO DIVENTARE GIGANTE, SANTO IL CIELO. È UN MOMENTO BELLISSIMO. METTETE PAUL RUDD DA TUTTE LE PARTI! FATEGLI GETTARE I CAMION ADDOSSO AI CATTIVI! Amore imperituro per Ant Man.
TONY STARK (sempre genio, sempre miliardario e sempre filantropo, ma decisamente non più playboy… e molto più amareggiato dalla vita) combatte con:
– VEDOVA NERA, la donna che cambiava idea > di solito tifo moltissimo per la Vedova Nera. Questa volta, oltre ad apprezzare il modo saggissimo in cui il suo personaggio permette alla trama di progredire, non mi è sembrata in grande spolvero. Vero, come ti mena una donna intelligente non ti mena nessuno, ma mi è sembrata un po’ fuori dal gioco. Sarà la svolta diplomatica con tanto di tailleur. Sarà la ragionevolezza. Sarà che si sforza di essere una bella persona. Sono un po’ spiazzata. Ridatele Bruce Banner – e un po’ di senso dell’umorismo -, povera ragazza.
– WAR MACHINE, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato > più soldato di Captain America, Rhodey utilizza le armature di Tony Stark come se fossero trattori. O betoniere. O camion della spazzatura. Non mi sono mai affezionata a lui, ma vederlo precipitare come un menhir da tre chilometri d’altezza mi ha fatto decisamente impressione. Gli auguro di rimettersi presto.
– VISIONE, una creatura onniveggente capace di apprezzare il cashmere > Visione è l’unico nell’universo che è stato capace di sollevare il martello di Thor. Nonostante ciò, non sa preparare una zuppa. Visione che prova a cucinare e, come noialtri, si domanda quanto sia – esattamente – un pizzico di qualcosa vale molto di più di Visione che si smaterializza quando cerchi di mollargli un cartone. Visione, nonostante le apparenze faticosamente celate, sta diventando più umano dell’umanità stessa… e la sua vulnerabilità nei confronti della scollatura di Wanda ne è la prova lampante. Ricordate, amici. Le tette fanno sbagliare mira anche ai migliori. Adoro comunque, anche in modalità pesciolone lesso.
– BLACK PANTHER, una speranza per le monarchie di ogni latitudine > tra i nuovi arrivati nel club dei supereroi, il re di Wakanda è sicuramente degno di una parata. È animato da motivazioni plausibili e, anche se non c’è molto tempo per farci amicizia, riesce comunque a compiere un percorso apprezzabile. In questa prima uscita fa esattamente quello che dovrebbe fare: farti venire voglia di vedere il suo film.
– SPIDERMAN, finalmente in bolla > vederlo apparire nel trailer mi aveva messo addosso un malessere senza fine. Un po’ perché non avevo alcuna intenzione di sorbirmi l’ennesimo reboot del personaggio e un po’ perché, con tanta carne al fuoco, aggiungere anche lui al minestrone mi sembrava una decisione di difficile gestione. Sbagliarsi, ogni tanto, è bellissimo. Sebbene non riesca ad accettare la data di nascita di Tom Holland – 1996, ma vi pare corretto? -, il nuovo Spiderman mi è piaciuto molto. Amore del Cuore ha accolto la nuova zia May con un’entusiasmo che mai gli avevo visto sprigionare di fronte a una scena Marvel e io, mio malgrado, sono stata costretta ad ammettere che questo Spiderman merita una possibilità. Speriamo in bene.
Sono finiti?
Sono finiti.
Mamma mia, che sbattimento.
Far funzionare all’interno di una trama sensata una tale quantità di gente è un’impresa titanica. I fratelli Russo, non si sa bene come, riescono a governare la baracca con un ottimo ritmo… infilandoci un colpo di scena decisamente interessante. Bucky che trucida i genitori di Tony Stark, splendido! Cioè, orribile e terrificante – ma assolutamente ottimo dal punto di vista narrativo. In questo film c’è un cattivo “normale” che architetta in maniera straordinaria una vendetta assolutamente ordinaria – come del resto sono tutte le vendette. Insomma, ammettiamolo. È raro che il livello di esecuzione di una vendetta riesca a superare il tedio infinito di un cattivo che agisce per vendetta. Niki Lauda, però, se la cava alla grande. E le conseguenze del polverone che ha sollevato, fortunatamente per noi, non si risolveranno tanto presto.
Civil War è un film di supereroi con un intreccio degno di questo nome – che funziona senza ricorrere per forza alla consueta accozzaglia di azioni che si svolgono scriteriatamente in parallelo in vista del gigantesco BUM-BUM-SBADABENG finale. Ecco perché, forse, Civil War riesce a fare un passetto in più rispetto al resto del “genere”. Civil War è ben bilanciato, sempre motivato e sorprendentemente umano. Certo, non ci si sottrae a un’inevitabile dose di retorica e il senso dell’umorismo non è un cavallo di battaglia del film, ma Civil War è un film. Un film vero. E una delle cose che capitano in questo film, fra le tante, è che dei supereroi se la prendano in maniera virulenta gli uni con gli altri. Non ti schieri con una delle due parti perché, nel profondo del cuore, sei convinto della necessità di una costituzione sovranazionale che regoli l’operato dei supereroi, ti schieri perché questi personaggi – ormai – hanno un “vissuto” e una storia, anche per te.
Dai, questa volta è andata bene.
Rallegriamoci.
Verso le Infinity Wars e oltre!