Nives di Sacha Naspini è la cronaca in presa diretta di una rivelatoria telefonata a sera tarda (con flashback incorporati) tra una neo-vedova di campagna e un veterinario alcolizzato. Telefonata pesantina, devo dire.
Nives, la nostra neo-vedova, chiama il veterinario perché la gallina che ha deciso di tenersi in casa per farle compagnia dopo la morte del marito si è imbambolata davanti a una pubblicità del Dash. Pietrificata. Ipnosi profonda. Catalessi. Coccolone? Non si capisce, ma per quanto la sventura della bestia aggiunga folklore, è di certo il minore dei problemi.
I due, gallina o non gallina, non impiegano molto a partire per una super tangente che copre tre decenni di rimpianti, amorazzi nei canneti, pettegolezzi di paese, corna e rancori funesti… e in qualità di zabetta mancata devo confessare di averlo trovato piuttosto spassoso anch’io.
Intrigo!
Maldicenza!
Bisbetiche!
Uomini pavidi!
Fiaschi di rosso!
Nessuno che si fa una bella saccocciata di fatti suoi!