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La posta dell’ufficio. La posta dell’ufficio è imprevedibile. Possono capitare giornate felici e giornate di scalogna cupissima e devastante. Può succedere che in una mattina ti rispondano i più improbabili personaggi mitologici, creature astratte che magari non stanno nemmeno nell’ufficio della tua città e, visto che non le hai mai incontrate, a un certo punto inizi anche a pensare che siano solo dei prodotti della tua mente… ma poi, in una luminosa mattina, con Plutone che entra nell’acquario e l’alfa dello Scorpione che si allinea ai quattro satelliti galileiani del pianeta Giove, tutta quella gente lì che non ti ha mai calcolato ti risponde… e per dirti che hai ragione, che puoi procedere, che va bene e che ti reincarnerai in una ricca ereditiera. Il giorno dopo, invece, ogni mail che ti arriva è una tonante rottura di coglioni. Una di quelle complicate, con un sacco di implicazioni, gente da sentire/avvisare/minacciare, potenziali disastri diplomatici e vendette trasversali che spuntano all’orizzonte. O magari anche una rottura di coglioni senza troppi fronzoli, una di quelle robe tediose e ripetitive, che quando hai finito ti accorgi che dentro alla calotta cranica hai uno scodellone pieno di porridge e pezzettoni di tofu.
Insomma, nella gioia o nella sventura, ogni mail produce emozioni e reazioni spontanee che solo molto raramente potranno precipitare in una puntuale risposta scritta. Ma perché no, non si può. Perché certe volte si vorrebbe saltare in piedi ed esultare in reggiseno, altre volte bisognerebbe solo bestemmiare come vichinghi con le natiche pelose e altre volte ancora lo scoraggiamento è così terrificante che si dovrebbe solo prendere su, uscire e andare a comprare tre metri di Gratta&Vinci. Che magari diventi un turista per sempre e col cazzo che ti rivedono in ufficio il giorno dopo.
Ecco.
Anche nei piccoli/giganteschi problemi che scaturiscono dalla posta dell’ufficio, gli animali possono accorrere in nostro aiuto, come fanno abitualmente con le principesse Disney. Basta avere a disposizione le bestiole giuste. E di sicuro, là fuori c’è almeno una bestiola che può ergersi a splendida metafora dei sentimenti che v’ingorgano l’anima, ma che non potete mettere per iscritto.

In questo post, che tutti i capitani d’industria dovrebbero inoltrare ai propri dipendenti, verrà messo a disposizione del mondo un coraggioso manipolo di creaturine da utilizzare in una basilare gamma di situazioni elettropostali. Smettiamola di reprimere i nostri sentimenti: diciamolo con una bestiola!

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BESTIOLE DI RINGRAZIAMENTO E GRATITUDINE

Incredibilmente, è successo qualcosa di bello, utile, produttivo e sensato.
Come ringraziare?
Cuccioli e palle di pelo.

Lo scoiattolo volante della Siberia. E’ bianco, poffoso e pieno di ciglia frufru. Va usato in caso di miracolo.


Grazie, collega gentile, grazie. Eccoti un gufetto basculante.


Ma grazie pure a te. Anche da parte del minuscolo pudu del cuore.

Foto: Reuters/Jose Luis Saavedra


L’anatroccolo non sarò esotico e originalissimo, ma è un evergreen. Funziona sempre, che cavolo, a chi non piacciono gli anatroccoli? Persino Edvard Munch li apprezzava.
Ecco, usa un anatroccolo per ricambiare le gentilezze quotidiane. Che per i miracoli c’è lo scoiattolo volante della Siberia, segnatevelo bene.


Per i minuscoli passi avanti in processi faticosi, c’è il granchio-cheerleader.
Festeggia, ma incoraggia anche.


Per un grasso lietofine pieno di contentezza, l’unica bestiola che vi servirà è il quokka, l’animalino più contento del mondo.

Non va bene per i colleghi corpulenti, che l’associazione lardo-maiale è sempre dietro l’angolo. E noi vogliamo esprimere gratitudine, non far notare involontariamente della pinguedine magari vissuta con disagio. Comunque, fate voi, qua c’è un maialetto che fa il bagno.


Per i benevoli personaggi garbati ma fermi, c’è l’elegante gattino col cilindro.

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BESTIOLE DI SGOMENTO (O BESTIOLE DI GIOBBE)

Non sapete decidere: siete più terrorizzati o esasperati?


La papera sgomenta.
Se fossi una commessa che non vale niente, cercherei di convincervi della versatilissima utilità della papera sgomenta con un “la uso sempre anch’io”. Ma non ce ne sarà bisogno: guardatela. Anche voi vi sentite così. La papera sgomenta ha capito tutto.


Il pericolo è ovunque. Fate quello che dovete fare, ma la malasorte si accanisce lo stesso.


Un gufo-burrito. A modo suo è anche carino, ma è chiaro che vi caverebbe entrambe le palle degli occhi.

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BESTIOLE DELLO SCONFORTO

Basta. Siete demoralizzati come un copertone sgonfio. E in ufficio non si può neanche bere.

La foca-boa. Come voi, si domanda perché mai ha deciso di alzarsi dal letto.

La volpe surgelata. Cruentissima, ma col garbo della più sincera depressione.

Il panda inscatolato. Perché il mondo è un posto orribile… e non vogliamo più guardare.

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BESTIOLE INTIMIDATORIE

Ah sì? Ah sì? Per quando ci sarebbe bisogno di sfondare la porta e spaccare nasi a colpa di padella, arrivano gli animalini trucidi, aggressivi e antipatici.

Pipistrellini con tanti denti quante sono le malefatte che vorreste veder vendicate.
Foto: David Mattner

Il guru assoluto dell’odio e della furia repressa: sua santità il Grumpy Cat.


Il sanguinario coniglietto folle: per far capire che non siete poi così miti e accondiscendenti.


Un essere spaventoso che ne contiene uno orribile. E, visto che sono entrambi lì lì per tirare le cuoia, è lecito aspettarsi che interverranno a vostro beneficio sotto forma di pesci-zombie. MWAH HAH HAH!


E se tutto il resto fallisce, non disperate. Potrete sempre contare sull’implacabile Colonel Meow.

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BESTIOLE DELL’INDIFFERENZA

Perché di tanto in tanto, l’agghiacciante processo dello scaricabarile va arginato.
And not a single fuck was given that day.

Sei in cima alle mie priorità.


Certo, appena riesco.
Foto: Michael S. Nolan

Ci mancherebbe, hai ragione.

Grazie per il feedback.

Foto: Peter Lippmann


Questa notizia mi sconvolge.

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BESTIOLE PER TEMPOREGGIARE

Ti assillano, ma non hai ancora tutte le necessarie informazioni per rispondere con quel minimo di razionalità che il tuo amor proprio pretende? Ti assillano, ma magari sei te – capra – che hai perso dei pezzi per strada? In entrambi i casi, serve tempo, tempo per finire di fare un buon lavoro o tempo per rimediare.
Che bestiola mandare, dunque?
Bestiole assurde. Meno si capisce che diavolo sta succedendo, meglio è: il destinatario avrà qualcosa su cui arrovellarsi mentre aspetta voi.


Pinguini e suonatori di cornamusa. Non sapremo mai se il pinguino ha cantato qualcosa.


Signore che tentano di cacciare in macchina dei cigni giganti. E per portarli dove?


Salvador Dalì che porta a spasso il suo formichiere da compagnia.

Una stolta in groppa a una tigre.
Osserviamo le palpebre socchiuse della tigre: quello non è sonno, è furia omicida che finisce di lievitare.


Se volete creare un vero diversivo, però, consiglio vivamente la gif animata. Unirà al fattore distrazione (bradipo-coreografo) anche un fondamentale effetto ipnotico, devastando per sempre la mente di chi la riceverà.

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Bene.
E ora tornate su, salvate tutti questi preziosi animalini in cartelle ben denominate e facilmente accessibili e smettetela di tenervi tutto dentro. Non siete pentole a pressione, ditelo con una bestiola!