DISCLAIMER: in questo post utilizzerò (finalmente) tutte le parolacce che vi ho risparmiato in sei anni di blog.
Diciamocelo, i coloring book hanno rotto i coglioni. E le forme geometriche, e la natura, e i film, e i paesaggi, e le città e gli animali. A tediarmi oltre ogni immaginazione, però, non sono tanto i temi, ma l’immancabile premessa: colora, che ti fa bene. Colora e placati. Colora e recupera la serenità perduta. Colorare è terapeutico, è un’attività rilassante. È come fare yoga, ma senza la puzza di piedi. Colora e salvati dal male e dai tormenti!
Certo, come no.
Se penso a una cosa in grado di farmi venire un nervoso senza fine è un’immensa pagina piena di piume di pavone e maestosi tulipani che dovrei mettermi lì a colorare. Spazietti piccolissimi. Ansia da prestazione. Cento colori da decidere. Colorare mi fa imbestialire, santo cielo. Certo, magari non capisco niente io, ma mi sembra un approccio troppo generico. RITROVARE LA PACE. Perché mai un pavone gigante dovrebbe riuscire ad arginare le mie tribolazioni? Se sono arrivata ad accumulare un odio tale per l’umanità da aver bisogno di un libro da colorare, dubito fortemente che un pavone possa aiutarmi. Un pavone non può capirmi, così come non può capirmi un libro da colorare qualsiasi. Perché la rabbia – sacrosanta – che spesso ci sconvolge deve per forza essere soffocata? Qui non si parla di nuocere al prossimo, ma semplicemente di accettare la propria furia, scatenandola e incanalandola in modo da ricavarne un minimo di soddisfazione, senza maltrattare gli altri.
Ebbene.
Adesso si può.
Perché esistono i libri da colorare per gente incazzata.
Gli unici libri da colorare utili di questo mondo.
Gli unici libri da colorare per cui consumerei volentieri dei pennarelli.
MARCITE, TULIPANI!
VAI A CAGARE, PAVONE!
Non c’è più posto per voi, stronzi! Non ci servite più!
Perché l’universo, finalmente, ha creato i libri da colorare degli insulti e delle parolacce… e sono strabilianti. Non hanno senso e sono pieni di cose orrende, offensive e cretine, ma sono bellissimi.
Dunque, c’è il libro degli insulti – da utilizzare quando vorreste mandare qualcuno a farsi fottere ma, purtroppo, non ve la sentite.
Rallegriamoci insieme con qualche illuminante esempio – mentre facciamo la punta ai pastelli.
E c’è il libro delle parolacce – perché dentro ognuno di noi alberga un bambino di sette anni che non vede l’ora di arrampicarsi sulla cima di una montagna e gridare fortissimo CULO! MERDA! FIGA PELOSA! Ma così, senza una ragione.
Anche in questo caso, la meraviglia è vasta – quasi quanto la necessità improvvisa di investire in una collezione sterminata di variopinte penne a punta fine.
Ogni libro contiene ben 40 espressioni agghiaccianti e versatilissime, da selezionare accuratamente in caso di bisogno, e le pagine sono molto robuste (che si calca, quando ci si incazza) e, oserei ipotizzare, agevolmente asportabili.
Non sapete come arredare l’ufficio? Colorate un bel SUCA e attaccatevelo sul muro. O sulla porta. La gente capirà subito come rapportarsi a voi. E magari vi verrà a rompere le palle un po’ di meno.
Sono libri assurdi, volgari e fondamentalmente imbecilli? Ovvio.
Dobbiamo per questo amarli di meno? Non direi, anzi.
Ci farebbero dell’autentico bene? Temo di sì.
Non vi garbano?
È un gran peccato.
…ma c’è qualcuno che vorrebbe comunque salutarvi.
Chi?
STOCAZZO.