Tag

corsi

Browsing

Nota strutturale
Esordirò facendo del mio meglio per spiegare come funziona un’accademia di spada laser, deliziandovi nel mentre con svariate testimonianze fotografiche e pure un video FAVOLA. In coda troverete tutti i riferimenti utili per contattare Ludosport, più i link a due lezioni di prova che abbiamo organizzato per fare cose insieme.
Basta, ho finito.
Leggete felici.

*

I festeggiamenti per il mio ultimo compleanno – ormai risalenti al mese di marzo – verranno ricordati nei secoli come i più propizi di sempre. Non perché ci siano state feste mirabolanti o particolari occasioni mondane d’aggregazione, ma perché Amore del Cuore ha tirato fuori dal cilindro il regalo perfetto. Anzi, ha prontamente risposto a un’imbeccata che non credevo avrebbe mai raccolto. Un po’ perché è spesso disorientato dalla massa informe e mobilissima dei miei interessi e un po’ perché di cose ne dico tante, ma poi è raro che mi applichi. Ebbene, a questo giro no. A questo giro sono diventata una baldanzosa guerriera armata di spada laser.
Perché sì, l’umanità avrà pure inventato il crossfit, ma là fuori ci sono anche delle accademie che ti insegnano a combattere con la spada laser. E pure bene.

Ma procediamo con ordine.
Combattere con la spada laser, IN CHE SENSO. E dove, di grazia?
Fondata a Milano nel lontano ma vispo 2006, l’accademia Ludosport si è prefissata il compito di creare un solido ponte tra immaginazione e concretissime pratiche sportive. La domanda degli esordi è un po’ stata la seguente: è possibile trasportare nel mondo “reale” un’arma inesistente, che risponde a precise leggi fisiche che ancora non governiamo (nostro malgrado)? Sembrerebbe di sì. Con le dovute accortezze.
Partendo da presupposto che una spada laser VERA non solo non ha peso (perché è fatta di energia), ma non ha nemmeno il filo (perché è in grado di “tagliare” in qualsiasi modo), i valenti fondatori dell’accademia hanno escogitato nove stili di combattimento fatti di attacchi, difese e movimenti capaci di rispondere in maniera efficace alla natura immaginaria dell’attrezzo. E, cosa ancor più importante, sono riusciti a strutturare un insieme di regole e di valori che permettono a tutti quanti di imparare e di competere col maggior spasso possibile (tenendosi anche abbondantemente alla larga dal Pronto Soccorso).

E qui penso sia utile una parentesi autobiografica.

Sono sempre stata una sportiva. Dalla più tenera età agli anni (zoppicanti) del lavoro, ho giocato a tennis e ho sciato a vari livelli di intensità e agonismo. Mi sono sempre cimentata in sport individuali, dove non solo non c’erano vere e proprie squadre a cui appartenere, ma c’era anche un’interazione piuttosto scarsa con gli altri partecipanti. E, per anni e anni, non sono nemmeno stata in grado di concepire la possibilità di fare qualcosa di diverso. Gioco a tennis da tutta la vita, ma ti pare che mi metto qua a fare una roba nuova a trent’anni? Ma per carità, troppo sbattimento.
Ecco. Ora la situazione è questa:

La gratitudine che nutro nei confronti di Amore del Cuore per il donone che mi ha fatto è vastissima anche per questo. Io, da sola, forse non mi sarei iscritta davvero a un’accademia di spada laser. Forse avrei lasciato prevalere la componente culo-pesante della mia personalità. O, di certo, non mi sarei orientata su un’attività che prevede un contatto così spiccato con gli altri. Perché è con gli altri che ci si confronta. Ed è solo con l’aiuto degli altri che si impara.

Al di là di quanto ci si sente FAVOLA a maneggiare con cognizione di causa una spada laser appositamente progettata per assisterti in combattimento – spada laser che si illumina, fa un gran rumore (GIUSTAMENTE!) e ha anche un corroborante peso specifico –, la scoperta più grande credo proprio sia stata quella: lo spirito di squadra. E la distinta percezione di quanto sia significativo intraprendere un’attività del tutto nuova con il supporto di altri esseri umani.
In Ludosport non si usano particolari protezioni – a parte i guanti. Non c’è un corso per le femmine e un corso per i maschi. Così come non ci sono competizioni riservate agli uomini separate da quelle per le donne. Non è una faccenda di forza, perché una spada laser non è un’ascia di 14 kg concepita per spaccare calotte craniche, ma si maneggia comunque un tubo di policarbonato dall’indubbia solidità materica… e se t’arriva sui denti lo senti.
Ecco, il punto è proprio quello: nessuno tenterà di proposito di sbattertelo sui denti, anzi.
Perché non è previsto.
E perché non sei strutturalmente portato a ritenere chi combatte con te un Nino Sarratore da trucidare.

I valori a cui accennavo prima non sono una versione condensata degli insegnamenti di maestro Yoda – anzi, Ludosport è un posto assolutamente “laico” rispetto a Star Wars, nonostante ci siano le spade laser -, ma una versione più articolata del più sano buonsenso: servizio, cura, rispetto. Vuol dire che tutti devono mettersi a disposizione degli altri per farli imparare meglio e vuole anche dire che non ci sono “nemici”, ma solo altre persone con cui fare pratica. E fare amicizia. Te ne accorgi subito, dal minuto uno. Nessuno si diverte a metterti in difficoltà, anzi. E tutti sono incoraggiati con veemenza a dichiarare forte e chiaro, in combattimento, quando un colpo va a segno. Ecco perché a fine lezione siamo tutti interi. E siamo anche molto inclini ad andare a bere una birra insieme.

Sembra una cretinata da dire, ma l’impresa mi sta giovando. Non sono facile da gestire, sul fronte sportivo. Sono una che passa le partite di tennis a parlare da sola, a prendere a pallate le reti e a buttare in terra la racchetta. Subisco molto l’errore – ma proprio come concetto – e la possibilità di fallire. Non sono paziente. Passare del tempo con persone che non conosco da almeno tre secoli mi genera una certa ansia e faccio parecchia fatica, ma proprio a livello mentale. Piazzarmi volontariamente di fronte a svariati sconosciuti che cercano di colpirmi con una spada laser è stato un po’ un atto di coraggio. Al mondo esistono forme di eroismo ben più rilevanti, me ne rendo ben conto, ma tutti quanti siamo spesso azzoppati da piccoli limiti e paure che, a lungo andare, ci convincono a star fermi. Perché è troppo tardi per provare. Perché non è il caso di provare, anche. O perché FIGURIAMOCI SE SEI CAPACE.
Sono ben lontana dalla suprema destrezza di Darth Maul (sì, da quest’anno c’è anche un corso per combattere col bastone. O con la doppia spada. CREPO), ma spero di essere riuscita a trasmettere almeno una frazione della fierezza e dello spasso che mi animano quando inforco guanti e divisa e cerco di capire come trasformarmi in una temibile spadaccina laser.
Supercuori, Clan del Caos.
Siamo assurdi, ma anche molto speciali.

*

Informazioni pratiche
La sede principale di Ludosport è a Milano, ma le accademie sono frequentabili anche in tantissime altre città italiane – oltre che all’estero. Sì, una roba inventata a Milano è stata esportata pure in America, per una volta.
Per scoprire l’ubicazione delle varie sedi e tempestare i rettori di domande pratiche anche puntigliosissime, ecco dove andare.

Informazioni pratiche ancora più importanti
Per chi è già a Milano (o vuole passare a fare un giro per la lieta occasione), abbiamo buttato in piedi due lezioni di prova BELLISSIME. Ci sarò anch’io, non c’è da pagare niente e basta iscriversi su Eventbrite.
Ecco le date.
4 gennaio dalle 19 alle 22
10 gennaio dalle 18 alle 21

Accorrete numerosi, così non faccio brutta figura con il mio istruttore – che è pure approdato tra i finalisti ai mondiali di spada laser e si aspetta sempre grandi cose da me. Spesso a torto.

Fabbricanti di spade
Per donare o donarvi una spada laser STRABILIANTE, ecco qua le Lamadiluce. Ludosport le ha inventate e progettate appositamente per l’utilizzo in combattimento. E si possono pure personalizzare.

Fumetti!
Se vi va, poi, di approfondire ulteriormente la vostra conoscenza del progetto Ludosport, c’è pure un fumetto – basato su atleti che esistono veramente ma che purtroppo non padroneggiano ancora il viaggio metadimensionale, anche se a loro piace sicuramente crederlo.

Credits
Come Miss Universo, poi, vorrei concludere ringraziando di cuore i miei compagni e gli istruttori del Clan del Caos e di Ludosport Alpha per aver partecipato allo SCIUTING dei contenuti foto-video e anche Silvia Galliani e Tito Capovilla che hanno effettivamente fatto le foto e i video. EROICI, tutti.

E venite a spadaccinare con me, mi raccomando. Niente vestaglie, ma molta gioia.

Sebbene io sia consapevole delle mie oggettive difficoltà nella gestione dello shopping, ecco qua una nuova carrellata di desideri e brame più o meno insensate.

*

il_570xN.1443876665_iiiv

BlackMilk è una bottega creativa che sforna accessori di stoffa fatti a mano, super personalizzabili. Si può scegliere un modello di borsa, ad esempio, e richiederlo in una particolare fantasia, pescando tra quelle a disposizione. L’assortimento di stampe è saggio – ce ne sono tante “classiche”, ma si trovano anche quelle pazze. Ho adocchiato due cose: i segnalibri di stoffa da mettere sugli angolini dei libri e la borsa Pancia – che ha una forma intelligente e adattabile e si può portare anche a tracolla.

*

asics-tiger-snow-white-pack-disney-1

Per il sessantesimo anniversario di Biancaneve, Disney e Asics hanno unito le forze per sfornare una microcollezione di scarpe da ginnastica Gel-LYTE dedicate alla fioccosa principessa mangiatrice di mele avvelenate e alla Regina Cattiva. Nonostante la mia tradizionale propensione a parteggiare per i malvagi, devo arrendermi alla meraviglia vellutata del modello di Biancaneve.

[La fotina viene da qui].

*

81IZ05mwElL

“I Maverick”. Perbacco, non mi ero minimamente accorta dell’esistenza di questa nuova collana einaudiana. Probabilmente stavo perdendo tempo su internet – pratica che Kenneth Goldsmith sembra però riabilitare. In questo breve saggio, Goldsmith analizza il comportamento del navigatore medio, evidenziando le esternalità positive e i risvolti socio-esperienziali che derivano da una fruizione e produzione di contenuti che potrebbe apparire superficiale, disordinata e puramente ludica. Troppo ottimismo – in un libro che parla di umani che USANO L’INTERNET? Forse sì. Ecco perché sono curiosa.

*

arti_collection3

Francesi folli che creano cancelleria surreal-rétro e una vasta gamma di oggettistica per la scrivania (e la casa) degna di un manicomio vittoriano. Ci sono distinti signori con la bombetta e le orecchie colme di orate, fermacarte di vetro con insetti variopinti, pecore con gli stivali, pugili con dei carciofi al posto delle mani e duchesse dotate di tentacoli. Io mi sono affezionata al pollo-lampione, ma sono certa che Gangzai sarà in grado di assecondare brillantemente anche alle vostre più insolite fissazioni. I quaderni sono INCREDIBILI.

*

0008

Già qualche tempo fa mi interrogavo sull’offerta standard dei corsi in palestra – corsi che, in nessun modo, sembrano in grado di soddisfare la mia esigenza di diventare la Vedova Nera. Ma poco male, perché ho scoperto l’accademia di spada laser. Anzi, di LIGHTSABER COMBAT SPORTIVO. E sto impazzendo. Ludosport, si chiama. L’idea è venuta nel 2006 a tre amici milanesi ed è poi stata esportata con crescente successo in tutto il mondo. Si va, si piglia una spada laser – gli attrezzi sono stati studiati e progettati appositamente da una specie di fucina di premi Nobel per un utilizzo “reale”, senza tralasciare lucine ed effettoni a noi tanto cari – e si imparano i rudimenti della tecnica e del duello. Seriamente, io DEVO iscrivermi. Sarei magnifica. Compio gli anni a marzo, Amore del Cuore. Questo è un appello ufficiale.

*

665DCA7E-A663-46FA-948B-101973225A63

Il mercato delle magliette con delle cose disegnate ad altezza tette – anzi, con un disegnino per ogni tetta – è ormai saturo. Per la prima volta, però, sento il bisogno di comprarmene una. Perché ho scoperto che sulle tette possono starci felicemente anche dei triceratopi disegnati da Happycupstudio.

*

71-EiQx+1xL

Downton Abbey è finito – e ok, stanno girando il film, ma che dobbiamo fare nel frattempo? Possiamo guardare The Crown, ma nemmeno la nuova stagione è in grado di accompagnarci in eterno. Ma Julian Fellowes è comunque qui per soccorrerci, perché ha anche scritto dei libri all’apparenza gradevolissimi. Belgravia – polpettone romantico-storico di rara piacevolezza – mi aveva tenuto compagnia due estati fa sotto l’ombrellone, facendomi venire voglia di scovare i suoi altri romanzi. Il primo che vorrei leggere è Snob, arguta cronaca delle peripezie della nobiltà inglese contemporanea alle prese con l’orda rampante dei nouveaux-riches. Il cuore della contesa, in questo caso – anzi, OVVIAMENTE -, sarà il matrimonio tra la fascinosa ma relativamente “umile” Edith e un ultra-nobilissimo conte con madre ingombrante. Somiglia a Downton Abbey? Certo. Ed è questo il bello.

*

22829241_1939159503012409_874299902099032435_o

Casa mia è un inferno, a livello Instagram-fotografico. Non ci sono superfici ben illuminate e, quando sono ben illuminate, sono troppo cupe. Legni scurissimi. Tappeti cupissimi. Roba che riflette. Ora, non sono una foodblogger che deve ritrarre fette di torta perfettissime e nemmeno una di quelle che va a compare i fiori freschi all’alba per fare la foto con la tazza di caffè e una pletora di deliziosi biscottini incredibilmente simmetrici, ma un fondo chiaro mi farebbe comodo – soprattutto per i libri o per le foto di cose “piccole”. Ebbene, l’universo ha elaborato una soluzione. C’è un sito, ad esempio, che smercia una vasta gamma di fondi “finti” – di vinile – da utilizzare per le foto più disparate. Ci sono quelli colorati, quelli coi pattern e pure quelli che riproducono materiali di ogni genere, dal legno al marmo. Si chiama MiniBackdrops… ed è tutto qui.

*

E per questa settimana abbiamo desiderato a sufficienza, direi.
Felice sperpero!

saluto al sole

MADRE è una donna all’avanguardia. Quando le altre insegnanti di educazione fisica si sentivano super avanti a invitare a scuola gli istruttori di rugby, MADRE aveva il corso pomeridiano di yoga. Negli anni Novanta. Negli anni Novanta a fare yoga c’erano solo le alunne di MADRE, Wes Anderson e Linda Evangelista. Nemmeno quella scopa platinata di Gwyneth Paltrow c’era già arrivata, altroché Goop e vaporizzatori vaginali agli ioni d’argilla salata.
Comunque.
Ho fatto la mia prima lezione di yoga nella gloriosa palestra del liceo Colombini, da infiltrata. Facevo le medie, ma MADRE amava utilizzarmi come piccola cavia. Fare yoga in compagnia di venticinque adolescenti ridacchianti non fu semplice e, in tutta franchezza, dell’esperienza non ho quasi memoria. Mi ricordo che c’era dell’imbarazzo e che le tizie badavano di più a come si mettevano le vicine che a quello che dovevano fare loro. Vedendo, poi, che ero una bambina troppo irruenta per salutare il sole e stiracchiarmi su un tappetino, la famiglia decise che conveniva farmi continuare a ricorrere pallette e spedirmi in montagna a sciare tutti i weekend. Che almeno mi stancavo e la sera dormivo.
Qualche tempo fa, però, le ragazze dell’ufficio hanno deciso di buttare in piedi un corso di yoga. C’è l’insegnante che viene al mattino, ci mettiamo giù in sala CONFERENCE e facciamo quello che dobbiamo fare. Più comodo di così. Travolta da un’ondata di sconsiderato entusiasmo, ho aderito all’esperimento.
La mia amica Flavia – dopo aver specificato che lavoro in un posto bellissimo e che, da lei, nessuno si sognerebbe mai di organizzare delle lezioni di yoga – mi ha subito chiesto come intendevo risolvere il problema della doccia a fine lezione.
La doccia?
Ma che è.
Si suda a fare yoga?
Si suda a giocare due ore a tennis, mica a fare yoga.
Flavia, di che stai parlando.
Fottendomene allegramente della doccia, ho srotolato un discutibile tappetino rosa acquistato al Decathlon a due euro e settantanove dalla Manuela in un momento di generosità e mi sono apprestata ad obbedire ciecamente alle istruzioni dell’insegnante.
Ho scoperto che lo yoga è assai piacevole.
Ho imparato a rilassare pezzi di me che manco sapevo di avere.
Ho salutato il sole.
Ho fatto il mini-cobra.
Ho amato molto la posizione del bambino, che la maestra ci ha esortato ad utilizzare in caso di bisogno in qualsiasi momento della giornata. E ho immaginato quanto sarebbe bello distendere le braccia e appoggiare la fronte sul pavimento ogni volta che suona il telefono. Ma così, in tranquillità. In mezzo alla vita che scorre.
Ho capito che conviene vestirsi un po’ pesanti, che quando passi un quarto d’ora in terra a trasformarti gradualmente in un sacco di patate del tutto inerte ma completamente pacifico ti viene un freddo boia.
Mi sono resa conto che due euro e settantanove sono troppo pochi per un tappetino come si deve. Devi puntare le mani e tirare su il sedere, puntellandoti coi piedi? Il tappetino sguiscerà via in ogni direzione. I tuoi arti perderanno aderenza. E tu, se non t’impegni un casino, perderai i denti davanti.
E niente.
La mia incapacità di abbracciare con sufficiente spontaneità filosofie di qualunque genere non mi ha impedito di difendermi dignitosamente. C’è chi combatte per un sano equilibrio tra corpo e mente ma, per due lezioni, si può anche viaggiare su uno 0% di spiritualità e su un 100% di articolazioni, arrivando addirittura a sperimentare la breve ma corroborante illusione di essere più tonica e saggia.
Poi, però, mi sono resa conto che nulla di veramente benefico può accaderti prima delle 10 della mattina.
Lo yoga dovrebbe restituirti la pace, insegnarti ad ascoltare il tuo corpo e il tuo respiro e a controllare la tua mente con la serafica tranquillità di un albero santo di ginkgo biloba.
Il problema è che la mia mente e il mio corpo si sono già fatti sentire. Il mio corpo e la mia mente, alle otto del mattino, non vogliono salutare proprio nessuno, figuriamoci il sole. Il mio corpo e la mia mente, alle otto del mattino, sono già pienamente in contatto con la serenità dell’universo. E riescono a farlo grazie a un antichissimo metodo di rilassamento: il sonno.
Le cose dovrebbero funzionare così.

BENESSERE CORPO/MENTE ALLE ORE 8.00 = 5/10
*LEZIONE DI YOGA (GINKGO BILOBA, VIENI A ME!)*
BENESSERE MATTUTINO ALLE ORE 9.30 = 10/10

Peccato che, a me, il suono della sveglia prima delle 8.30 generi un trauma pari ad almeno -100 Punti Benessere. E, con -100 Punti Benessere, precipito immancabilmente in una fossa di Agonia da cui difficilmente sarà possibile riemergere grazie al volenteroso +5 che una lezione di yoga potrà ragionevolmente sprigionare.
Ma non solo.
Il crepaccio dell’Agonia ha effetti estesissimi. Nel mio caso, il crepaccio dell’Agonia riesce addirittura a danneggiare la florida muscolatura e la travolgente elasticità dei legamenti di cui normalmente dispongo, trasformandomi a tutti gli effetti in una specie di GOLEM narcolettico che traballa su un tappetino rosa con un ciuffo a forma di ananas in testa.
E tra un GOLEM e il sacro ginkgo biloba c’è una differenza a dir poco poderosa. La distanza golem-gingko, per quanto mi sia sforzata di raccontarmi delle confortanti menzogne, non potrà mai essere colmata nelle fascia oraria 8.00-9.30 antimeridiane. A me piace fare yoga. Lo trovo meraviglioso. Ma di sera, magari. Al tramonto. Al crepuscolo. All’imbrunire. Dopo aver finalmente smaltito le difficoltà della giornata e aver ritrovato fiducia nell’avvenire.
Ho fatto solo due lezioni mattutine, ma credo di aver cominciato ad ascoltare il mio corpo e la mia mente in maniera assai proficua.
E sapete che cosa mi hanno detto?

MA ANCHE NO.

Schermata 2016-03-23 alle 18.30.29