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Allora, per essere una lista è effettivamente una lista, ma trattandosi di audiolibri dovrei forse osare di più? UNA COMPILATION. E siamo subito al Festivalbar.
Premesse superflue a parte, ecco qua un sintetico e funzionale ricapitolino degli ultimi ascolti su Storytel. C’è un po’ di tutto. Si ride, ci si ama in modo struggente, ci si spaventa perché c’è il gas aperto, si parla di donne notevoli e ci si fa prendere a pesci in faccia perché ci andrebbe di scrivere qualcosa.
Procediamo – e al fondo, come di consueto, trovate anche il link per il collaudo gratuito di un mese.

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Carmen Totaro
Un bacio dietro al ginocchio

Letto da Iaia Forte
Una madre, una figlia e un cataclisma che avanza silenzioso per anni, alimentato da una bugia che diventa troppo pesante da portare. Si comincia uscendo allegramente a cena per il compleanno di una ragazza che, in teoria, sta scrivendo la tesi, ma la serata termina con una porta chiusa e il vicinato intero radunato sul pianerottolo. Cos’è che Ada – la madre – si rifiuta di vedere? E perché sua figlia è così ferocemente intenzionata a fuggire da lei?
Un romanzo – quasi un noir psicologico, mi verrebbe da dire – fatto di donne imperfette, sorde, inadeguate e cocciute, che non sanno come stare insieme ma non sanno nemmeno come lasciarsi andare davvero.

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Francesco Muzzopappa
Figurine
Letto dall’autore
Pubblicitari insopportabili che mangiano pesce crudo, insetti temibili, teatro dell’assurdo, balere piene di anziani instancabili, tecniche di marketing autolesioniste e italico folklore: Muzzopappa è diventato uno dei miei punti di riferimento sul fronte dello svago. Quando ho bisogno di qualcosa di leggero, arguto e simpatico vado a bussare alla sua porta. Figurine è una raccolta di racconti quotidianissimi fra il buffo e il surreale, dieci episodi tragicomicamente vissuti che vi doneranno un paio d’ore di serena evasione.

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Vanni Santoni
La scrittura non si insegna
Letto da Gerry Gherardi
Vanni Santoni, per provare a presentarlo in maniera al tempo stesso riduttiva ma anche piuttosto accurata, è “uno di quelli che s’intende di editoria”. I libri li fa, li racconta e cerca anche di insegnare a scriverli, per quanto il compito sia arduo se non impossibile. La scrittura non si insegna non è un manuale di scrittura creativa e nemmeno un prodigioso decalogo dei passi fondamentali per scalare le classifiche e farvi tirar su monumenti davanti alle più blasonate biblioteche italiane. Più che altro è un libro che mira a non farvi perdere tempo, mettendo in fila quelle poche ma fondamentali domande che dovreste farvi prima ancora di coltivare ambizioni romanzesche. C’è un po’ di funzionamento del “mondo dell’editoria”, molto sull’importanza di leggere tanto per prendere meglio le misure, un pizzico di metodo di lavoro e, in generale, il cordiale ma fermo tentativo di scoraggiarvi.

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Igiaba Scego & Esther Elisha
Tell me mama
Come ormai ben sappiamo, Storytel ospita anche una vasta schiera di podcast originali. Tra le novità che ho accolto con più curiosità in questi mesi c’è Tell me mama di Igiaba Scego – ho iniziato a fare amicizia con lei partendo da La mia casa è dove sono, sempre su Storytel – e Esther Elisha, entrambe afroitaliane e molto attive nel testimoniare, scrivendo o recitando, che cosa significa davvero, oggi, in Italia, essere figlie di un mix culturale e promotrici di una visione del mondo più ricca, equa e sfaccettata. Tell me mama è allo stesso tempo una chiacchiera tra amiche e l’esplorazione, puntata per puntata, della storia di una donna afrodiscendente che, negli ambiti più disparati, si è fatta portavoce di novità e cambiamento. Ho cominciato dalla puntata dedicata a Bernardine Evaristo, perché Ragazza, donna, altro è uno dei libri che più ho amato quest’anno.

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André Aciman
Chiamami col tuo nome
Letto da Andrea Oldani
Non so dov’ero, quand’è uscito il film. Credo di essere rimasta l’unica al mondo a non averlo visto. Dato che al ritardo non si poteva più rimediare, ho deciso di ascoltare prima il libro e buonanotte. Arriveremo anche a Guadagnino, prima o poi, anche se dubito di riuscire a superare il sospetto che Armie Hammer voglia, in realtà, mangiare Timothée Chalamet. Tornando a noi, però, mi sentirei di incoraggiarvi a partecipare agli struggimenti di Elio e Oliver, perché è un libro che racconta l’amore come forma di riconoscimento, come evento totale che non sempre può durare nel tempo ma che al tempo ci restituisce irrimediabilmente modificati. È un romanzo che contiene sia la stella luminosa dell’amore corrisposto – e il percorso sempre miracoloso della scoperta di questa reciprocità – che la tragedia totale di un equilibrio irripetibile di circostanze perfette. Volete patire? A posto. Volete sperare? Benissimo anche in quel caso.

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Utilità pratiche.
Per altri consigli su cosa ascoltare su Storytel, vi rimando all’ormai nutrito archivio di COMPILATION a tema
Non avete mai collaudato Storytel? Ecco qua un bel mese di prova gratuita.

Buone nuove in tempi grami: gli audiolibri continuano a sostenermi. Dopo un doveroso classico – Le notti bianche di Dostoevskij, sentito per fortuna quando l’allegria ancora ci attorniava -, La corsara di Sandra Petrignani – che ha triggerato un approfondimento ginzburghiano di tutto rispetto – e Cos’è l’America del sempre gradito Francesco Costa, mi sto sollazzando con Questione di Costanza di Alessia Gazzola – che il cielo la preservi.
Ma ci troviamo qua riuniti, oggi, perché Storytel ha recentemente caricato una valanga di nuovi titoli (quasi DUECENTO, signora mia) del gruppo Mondadori, suscitando in me insopprimibili impulsi di aggiornamento della libreria dei futuri ascolti. Per chi fosse poco aggiornato sulla struttura molecolare del gruppo Mondadori, i copiosi editori coinvolti sono i seguenti: Mondadori (Capitan Ovvio, ti salutiamo), Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer e Rizzoli.
Per la vostra e la mia utilità, dunque, ecco una piccola panoramica di quello che potrete allegramente ascoltare d’ora in poi. La bislacca categorizzazione è opera mia, sollevo Storytel da ogni responsabilità.

Narrativona bestsellerona

Non so niente della Kinsella, ma sappiate che si può or ora andare a fare shopping con lei in tutte le salse, in ogni grande capitale del mondo e con i budget più disparati. Il più caloroso benvenuto anche al buon Ken Follett – che ho visto esibirsi a Pietrasanta con il suo gruppo musicale e mai lo dimenticherò, soprattutto perché indossava una camicia Versace tempestata di foglie dorate ed era visibilmente FELICISSIMO di stare al mondo – che approda sulla piattaforma con i suoi cavalli di battaglia, dai Pilastri della terra al Mondo senza fine. Su le mani anche per Zafón che appare con L’ombra del ventoIl labirinto degli spiriti. Spolverata disinvolta di ulteriori autori: Corrado Augias, Cecilia Ahern, Anna Todd – e i suoi innumerevoli After -, David Grossman con Qualcuno con cui correre, John Green con Colpa delle stelle e Sandrone Dazieri. Mi sento anche di citare Geronimo Stilton, perché sarà anche un ratto saputello col panciotto, ma i suoi libri sono indiscutibilmente dei bestseller.
Capolavoro definitivo: Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno.
Sincere ambizioni mie: Sveva Casati Modignani. Sento di dover colmare questa lacuna.

Raccomandabili per direttissima (o quasi)

Rullo di tamburi: il primo Neil Gaiman in italiano! Ora, Neil Gaiman è anche un lettore splendido e moltissimi dei suoi lavori sono disponibili in lingua originale con la sua interpretazione (provateci, se il vostro inglese non è troppo zoppicante), ma non posso che rallegrarmi per la comparsa di Coraline nell’idioma che tutti quanti padroneggiamo. Speriamo sia il primo di una lunga serie. Io, nel frattempo, ne ho approfittato per aggiungere alla libreria anche Trigger Warning, una raccolta di racconti che bramo da tempo, e Smoke and  Mirrors, il suo debutto.
Gradita apparizione – per scalatori e non – è sicuramente Paolo Cognetti con Le otto montagne Senza mai arrivare in cima. Se, invece, vi va di addentrarvi in una maestosa saga familiare, procedete spediti con Stirpe di Marcello Fois (che legge anche), il primo capitolo della saga degli sventurati ma coriacei Chironi. Per affilare l’ironia e ridere amaramente del presente, invece, c’è Superficie di Diego De Silva – narrato dall’autore e da Luciana Littizzetto. Non se la prendano gli altri, ma la mia novità “preferita” è senza dubbio L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio, interpretato qui da Jasmine Trinca.
E un classico? Che problema c’è: La luna e i falò di Cesare Pavese.

Personalissime curiosità

Dopo molteplici e attente consultazioni, nella mia libreria sono arrivati Il tunnel di Abraham B. Yehoshua, La misura eroica di Andrea Marcolongo – gli Argonauti! Giasone! Medea! -, Hotel Silence dell’islandese Audur Ava Ólafsdóttir – che avevo già trovato godibilissima con Rosa candida – e Gli immortalisti di Benjamin Chole – quattro fratelli, nell’estate del 1969, decidono di farsi rivelare da una veggente l’anno in cui moriranno, imprimendo una deformazione definitiva sui rispettivi futuri. Poi, ho scoperto che Bird Box – che vorrei finire di vedere su Netflix, dato che al primo tentativo abbiamo interrotto per il sopraggiungere di un’eccessiva angoscia – nasce da un libro di Josh Malerman che potrò comodamente sentirmi senza l’ausilio di Sandra Bullock. Visto che siamo in tema serie tv, c’è anche Killing Eve di Luke Jennings – prima lo ascolto e poi me lo guardo, a questo punto. Per concludere, direi di gettarci a capofitto nella divulgazione con Le mie risposte alle grandi domande di Stephen Hawking.

Non vi siete ancora cimentati con gli audiolibri? È un’abitudine assai piacevole e opportuna. Se vi va, cliccando qui si può collaudare Storytel per un mese senza cacciare una lira. 
Vi siete già cimentati con gli audiolibri? Spero vivamente che questa ricognizione possa rimpinguare le vostre librerie e intrattenere le vostre voraci menti – più o meno recluse.

 

Spero che nessuno mi affidi mai un gregge di pecore. Sarei in grado di accudirne una manciata, lasciando sprofondare le altre in un crepaccio senza fondo. Ecco, con gli audiolibri è un po’ la stessa cosa. Ne finisco parecchi ma non per tutti imbastisco un discorso. E non perché non si tratti di ascolti meritevoli d’attenzione, ma perché le mie giornate stanno diventando un susseguirsi di treni metaforici che lasciano la stazione prima che io riesca a salirci sopra. Si rende dunque necessario, di tanto in tanto, un sano e confortante recap di quello che imparo, apprezzo e assimilo lungo la strada – perché poi vado a piedi, visto che perdo i treni.
Un altro fenomeno consolante? La “gente” ama le liste. E anch’io devo riconoscerne l’indubbia funzionalità.
Ecco qua, quindi, un piccolo gregge di ascolti recenti scovati su Storytel che mi sento di applaudire e di diffondere con gioia.

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Grazia Deledda – Canne al vento
Letto da Michela Murgia
(7h 9m)
Gli audiolibri stanno innescando un fenomeno curioso – almeno nel mio cervello. Ci sono classici che non ho letto da piccola o classici che non ho apprezzato/compreso quando me li hanno ficcati in gola durante la scuola dell’obbligo. Solo in rari casi ho trovato la spinta per prendere in mano il libro e recuperare il tempo perso, ma mi sto accorgendo che l’ascolto può essere una soluzione preziosa per colmare le vaste lacune che ancora mi affliggono. Ecco, Canne al vento appartiene all’insieme dei romanzi mai letti – e pure di quelli che in classe non sono mai entrati. Perché? Chi lo sa. Da quello che racconta Michela Murgia nella preziosa introduzione al romanzo (perché sì, legge Canne al vento e ha curato anche l’introduzione), la mia professoressa di italiano non è stata l’unica a dribblare con disinvoltura la Deledda e, da quanto ho scoperto, un intero mondo. Canne al vento – come ho ascoltato da un’altra parte, forse in una chiacchierata tra la Murgia e Chiara Valerio – è quasi un romanzo gotico, ma alla luce del sole. Il buio è popolato di fantasmi e spiriti catalogati con precisione dalla tradizione sarda, ma è il sole implacabile delle giornate caldissime d’estate che sconvolge le menti e fa tremare di febbre i corpi. È al sole che si smaltiscono le conseguenze dei gesti estremi notturni e che si cerca di trovare, invano, la pace.
Per approfondire – e capire perché vale la pena fare amicizia con la Deledda – ecco qua l’introduzione di Michela Murgia.

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Chimamanda Ngozi Adichie – The Arrangements
Letto da January LaVoy
(31m)
Un esperimento narrativo che tenta di rispondere alla seguente domanda: ma cosa succede nella testa di Melania Trump? Il New York Times ha commissionato alla Adichie, nel 2016, un pezzo sulla campagna presidenziale. Il risultato è questo racconto di taglio “domestico”, che attinge dai ben noti manierismi di Donald e da quello che possiamo concretamente “vedere” (anche se preferiremmo farne a meno) per ipotizzare quello che si nasconde sotto la superficie e per provare a dare una voce a una donna che ci viene solitamente presentata come un’entità da osservare e non una persona da ascoltare.
[L’inglese di January LaVoy è altamente comprensibile e la sua “resa” delle battute di Trump è terrificante nella sua accuratezza].

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Philip Roth – La macchia umana
Letto da Paolo Pierobon
(15h 35m)

Non c’è di sicuro bisogno che lo faccia notare io, ma Roth è stato un impareggiabile esploratore della mente umana. I suoi personaggi sono sconfinati, si propagano in tutte le direzioni temporali e diventano a ogni riga più ricchi, veri, complicati e memorabili. La macchia umana è la storia di un fardello portato per una vita intera, di un segreto così ben nascosto da trasformarsi (accidentalmente) in un’accusa paradossale. Coleman Silk, stimato e temuto professore di Lettere Classiche all’Athena College, viene allontanato dall’università in seguito a un’accusa pretestuosa di razzismo. La cacciata (con disonore) e la sua relazione con una donna analfabeta molto più giovane di lui (e “socialmente” inadatta per un personaggio del suo calibro) sono due emblematici punti di ingresso che ci permetteranno di esplorare il “continente Silk” e l’architettura di una menzogna così vasta da fagocitare un’esistenza intera, senza risparmiare chi si incontra lungo in cammino. Ogni personaggio è una digressione nella digressione, un ingranaggio vivo che contribuisce a reggere (o a sgretolare) le tante maschere che portiamo.
[Non me ne voglia Luca Marinelli, mirabile lettore del Lamento di Portnoy… ma Paolo Pierobon è un Roth perfetto].

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Annie Ernaux – Il posto
Letto da Sonia Bergamasco
(2h
13m)
Una figlia “lontana” torna a casa per seppellire il padre. Quel che dissotterra, nel mentre, è il microcosmo della provincia francese dopo la Seconda Guerra Mondiale, il percorso di una famiglia che arranca per affrancarsi dal mondo operaio in un piccolo paese fatto di spacci e botteghe, di linguaggi condivisi e di goffi tentativi di avvicinamento a un benessere borghese che non potrà mai essere compreso e assimilato del tutto. È un racconto a metà tra l’autobiografia e l’indagine sociologica, una collezione di scorci di storia materiale e di gesti emblematici, tra il fiero e il patetico, tra franchezza e nostalgia per le distanze mai colmate. Splendido.
[All’inizio il tono di Sonia Bergamasco potrebbe sembrarvi un po’ troppo dolente, ma non ci metterete molto a rendervi conto che ha ragione lei].

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Andrea Camilleri – Ora dimmi di te. Lettera a Matilda
Letto da Rosario Lisma
(2h 18m)
Cosa si può lasciare in eredità a un’amatissima pronipote, quando la scrittura fa parte del tuo essere e sai anche che non avrai il tempo di vederla crescere? Ora dimmi di te è una lettera affettuosa e limpida che ripercorre le tappe fondamentali della vita di un autore amatissimo e di un uomo poco incline al compromesso. Si apre quasi con una lezione di storia – per aiutare i futuri adulti a riconoscere il male, mi è venuto da pensare – e prosegue con una carrellata di avventure professionali e personali narrate con ben poca autoindulgenza e una schietta autoironia. È davvero il tempo e la volontà di riflettere su quello che ci capita a renderci più saggi? Dopo aver ascoltato Camilleri tenderei a propendere per il sì.
[Sono passata da Storytel quando Rosario Lisma stava registrando questo libro… e l’ho pure disturbato. Ascoltando percepirete quello che ho visto io, sbirciando in cabina: una persona che legge sorridendo].

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Ilaria Bernardini – Faremo foresta
Letto da Ilaria Bernardini
(5h 2m)
La prima parte del libro è un susseguirsi di catastrofi ospedaliere, ma tenete duro. Il fatto che il corpo possa tradirci e poi tornare pian piano a funzionare è uno dei tanti fattori che contribuiscono a far crescere una foresta rigogliosa. La metafora vegetale sostiene l’intero romanzo che, di fatto, è la storia di una famiglia che si disgrega e che impara gradualmente a riconfigurarsi per ospitare identità nuove, case nuove, amori nuovi, ricordi nuovi. C’è una mamma che scrive e c’è un figlio che assimila il cambiamento e c’è, in generale, una coppia che affronta la fine naturale di un sentimento – che forse è anche la più difficile, perché non implica eventi catastrofici contro cui accanirsi o nemici da detestare, ma il terribile orizzonte piatto di un amore che si spegne. Ma la siccità finisce e i terrazzi tornano a fiorire. Ci vuole aiuto, ci vuole del tempo, ci vuole fiducia. Ma si fa – e si racconta anche.
[A meno di eclatanti eccezioni, gli autori sono i lettori che apprezzo di più. Perché è roba loro. Conoscono il ritmo, sanno quel che volevano dire, non devono ipotizzare intonazioni o acrobazie. Ecco, Ilaria Bernardini è piacevolissima da leggere e anche da sentire].

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Utili postille di servizio. Se vi va di collaudare Storytel, ecco qua il link per i 30 giorni di prova gratuita.

Le liste estive sono una tradizione ormai intramontabile. L’ottimismo con cui affrontiamo le settimane vacanziere non smette mai di commuovermi: finalmente potrò dedicarmi a tutti i libri che ho trascurato quest’anno! Nessuno mi fermerà! Sto a pancia per aria e guai a chi mi importuna! Serenità! Letteratura!
Non sarò di certo io a farvi smettere di sognare. Anzi, sono qui per fomentarvi all’ascolto multiplo dei più disparati prodotti narrativi (e saggistici) partoriti dall’ingegno umano.

Ecco qua un po’ di titoli che ho amato in questi mesi, più un paio di candidati che vorrei ospitare nella mia nutrita playlist.

Caro Michele di Natalia Ginzburg
Letto da Nanni Moretti

Natalia Ginzburg fa parte del mio programma di riascolto di testi letti in gioventù. Nanni Moretti – così come Margherita Buy per Lessico famigliare – è un interprete che si adatta alla perfezione al ritmo della Ginzburg, alle sue osservazioni minute, alla sua prosa schietta e “pratica” che spalanca finestre su orizzonti sconosciuti o, più spesso, sulle profondità ignote che chi è più vicino a noi custodisce con cura, per i motivi più disparati. Il Michele del titolo è un figlio randagio, il centro di gravità di un turbine di personaggi (più o meno vicini alla sua orbita) che si struggono per lui o si arrabattano per conto proprio. Michele, con il suo destino nefasto che pian piano va delineandosi, si trascina dietro un mondo di case, incontri, lotta politica, rancori, vecchie ruggini, amori storti ed esseri umani testardi e veri, che si impegnano per far combaciare i propri spigoli, fallendo splendidamente.

Heidi di Francesco Muzzopappa
Letto da Tamara Fagnocchi

Un impiego surreale e massacrante come direttrice dei casting per un’azienda che sforna format televisivi demenziali, un’insonnia invalidante, un curriculum sentimentale disastrato e un anziano padre (convinto di vivere sulle Alpi svizzere in compagnia del cane Nebbia e della nipotina Heidi) espulso per direttissima dalla casa di riposo. La protagonista di questa commedia di Muzzopappa – punto di riferimento ormai granitico quando si tratta di scegliere qualcosa di spensierato da ascoltare – ha abbondantemente oltrepassato la soglia dell’esaurimento nervoso, ma le cose possono sempre peggiorare…

Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo
Letti dall’autore

Ho consigliato e riconsigliato questi libri e sono contenta, ora, di ritrovarli anche qui – letti da Piccolo, poi. Entrambi i Momenti sono un gioco serissimo e una riflessione arguta sulle nostre nevrosi, sulla curiosità umana e sulla preoccupazione continua di risultare all’altezza della situazione. No, non siamo all’altezza della situazione. E rendercene conto è liberatorio, di tanto in tanto. Può regalarci attimi luminosissimi di gioia e può anche permetterci, per una volta, di contemplare con franchezza la possibilità di fallire. In santa pace.

Mancarsi di Diego De Silva
Letto dall’autore

Ho conosciuto De Silva, come molti, grazie all’avvocato Malinconico e alle sue sconclusionate ma illuminanti divagazioni filosofiche. Poi ho esplorato quello che era arrivato prima e ormai tendo a non volermi più perdere niente di suo. Mancarsi è una sorta di intermezzo, un romanzo fulmineo che contiene un piccolo universo amoroso. Anzi, due universi paralleli che, involontariamente, fanno di tutto per non incontrarsi mai. È un’analisi toccante (ma ben ancorata a terra) sui primi passi di un sentimento che nasce e sugli ostacoli, più o meno fortuiti, che ci troviamo a superare.

Addio fantasmi di Nadia Terranova
Letto da Elena Radonicich

Possiamo capire il dolore altrui, quando il danno che ci ha arrecato è troppo vasto per essere misurato? Ida torna a Messina nella casa “infestata” della sua infanzia e della sua adolescenza per aiutare la madre con i lavori. Ventitré anni prima, il padre – dopo una lunga depressione – era scomparso nel nulla, lasciandole sole con un rompicapo che non concede riposo. Addio fantasmi è stato uno dei libri in cinquina al Premio Strega di quest’anno e, in versione audiolibresca, acquista una dimensione ancora più preziosa. I luoghi, in questo romanzo, sono fondamentali. Ed è suggestivo ritrovarli anche nella voce di chi narra.

Non mi diffonderò troppo perché ne ho già parlato spesso, ma non posso astenermi dal ricordarvi dell’esistenza di Luca Marinelli che legge Lamento di Portnoy di Philip Roth, di Toni Servillo che legge Hanno tutti ragione di Sorrentino (e sempre letto da Servillo c’è anche Il gattopardo, festa grande!) e di Margherita Buy che legge Mal di pietre della Agus. 

E i podcast? Team Francesco Costa. In catalogo possiamo trovare il suo ormai “storico” reportage sull’attualità americana (Da costa a costa), ma anche Milano, Europa, indagine recentissima sull’evoluzione urbanistica, sociale ed economica della città.

Aspirazioni personali per il futuro?
Vorrei ascoltare Manuale per ragazze rivoluzionarie di Giulia Blasi (letto da lei medesima), Canne al vento di Grazia Deledda (letto da Michela Murgia), La straniera di Claudia Durastanti (letto da Tamara Fagnocchi) e Mythos di Stephen Fry (letto da lui medesimo).
Come ambiziosa nota finale, una saga che prima o poi gradirei affrontare: I Melrose di Edward St. Aubyn. 
Prendo ferie fino a Natale? 
Non sarebbe male.

Per il momento, però, buona estate… e felicissimi ascolti!

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Utili collegamenti ipertestuali
Recatevi baldanzosamente qua per provare Storytel AGGRATIS per ben 30 giorni.

All’inizio dei miei esperimenti con gli audiolibri, riflettevo sull’inevitabile ruolo di “mediazione” del narratore rispetto alla nostra esperienza di fruizione di un testo. Perché sì, ascoltare qualcuno che ci legge un libro implica che la voce che sentiamo non sia più quella che c’è nella nostra testa, ma quella di un’altra persona, che si inserisce fra noi e il materiale di partenza. È un bel cambiamento, che aggiunge un livello ulteriore di complessità e finisce inevitabilmente per lasciare un’impronta nel nostro rapporto con il libro.

Lamento di Portnoy mi è piaciuto così tanto perché me l’ha letto Luca Marinelli? Margherita Buy ha letto Lessico famigliare o Mal di pietre meglio di come me lo sarei letto da sola? Quella canaglia di Tony Pagoda ci guadagna, affidandosi alla voce di Tony Servillo?

Sono tre esempi estremamente virtuosi, secondo me. Ma può anche capitare che il “casting” non sia così stratosferico e che lo spazio che il narratore ci lascia per immaginare o per metabolizzare quello che sentiamo sia più risicato. Perché mica è facile leggere bene. E leggere bene per gli altri è ancora più complicato.

Per sbrogliare la matassa e capire cosa succede quando un lettore professionista si trova in cabina di registrazione con un testo, ho deciso di farmi raccontare un po’ di “backstage” da Renata Bertolas, che ho ascoltato con immenso divertimento su Storytel in Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa. Perché Renata, diciamocelo serenamente, si è dimostrata una perfetta contessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna. E sono a più riprese schiattata dal ridere, meravigliandomi per la corrispondenza riuscitissima tra protagonista romanzesca e lettrice in carne, ossa e corde vocali.
Ecco qua le nostre chiacchiere su audiolibri, interpretazioni, lettori ed emozioni. Con molte ghignate da parte mia.

Per farvi un’idea di cosa succede davvero, Storytel ci ha elargito un periodo di prova potenziato. 30 giorni gratuiti invece di 14. Trovate tutto qua.
E grazie ancora a Renata per l’intervista – e per il suo magistrale snobismo nobiliare. 🙂

Ambivo a una maggiore tempestività, ma poi ho pensato all’antica massima che ci vuole tutti presissimi a leggere, vedere cose, frequentare mostre ed esibirci in grandiosi avvicinamenti al mondo della cultura durante i più disparati periodi di relax vacanziero, quindi eccoci qua con un piccolo riassuntone delle novità di dicembre ascoltabili su Storytel – più qualche pensiero su quello che mi sono sparata io ultimamente e, visto che il Natale incombe, pure un paio di spunti per fare regali saggi affannandovi molto poco.

Premessa
Ho fatto amicizia con Storytel in via del tutto sperimentale. E proviamoli, questi audiolibri… vediamo cosa succede. Ecco, è successo che uso l’app quotidianamente e sono davvero fiera e feliciona di aver sviluppato questa nuova abitudine. Se vi siete persi le mie riflessioni iniziali sull’audiolibro come oggetto narrativo e come potente antidoto al tedio che ti pervade quando devi stendere e ti senti un vegetale, ecco qua il post.
Visto che anche i caroni di Storytel si sono trovati bene con me, qui sul blog e su Instagram – principalmente – continueremo a volerci bene e a monitorare progressi, novità e iniziative degne di nota. E un gigantesco EVVIVA solcò il cielo.
Ma veniamo al dunque. Anzi, ai vari dunque.

Le aggiunte al catalogo sono sempre numerose. Tra le novità più ciccione segnalerei La verità sul caso Harry Quebert di Dicker (letto dal prode Gioele Dix) e Ora dimmi di te. Lettera a Matilda di Camilleri, letto da Rosario Lisma (che avevo anche importunato in fase di registrazione, rompendogli l’anima mentre stava religiosamente chiuso in cabina).
Altre sugose NIU ENTRIS di dicembre che credo ascolterò assai presto: La vita davanti a sé di Romain Gary – letto da Marco D’Amore -, Caro Michele di Natalia Ginzburg – letto da Nanni Moretti -, le Fiabe islandesi lette da Marco Pezza e, udite udite, il Kamasutra letto dall’onnipotente Paolo Poli – che solitamente associo alle Fiabe Sonore, quindi non so bene se sentirmi turbata o molto divertita.
Tra i titoli già aggiunti con baldanza alla libreria, invece, mi pare saggio menzionare Becoming di Michelle Obama (letto da lei medesima), The Arrangements di Chimamanda Ngozi Adichie (letto da January LaVoy, che è di una chiarezza cristallina) e La chiave di Tanizaki (letto da Claudio Moneta).

C’è anche dell’innovazione sul fronte dell’app. Ora è disponibile anche un Kids Mode, che filtra il catalogo facendo saltar fuori solo le letture per bambini e abilita pure l’ascolto in contemporanea da due DEVAIS diversi.

Se poi siete ancora a piedi con i regali di Natale, Storytel ha ovviamente previsto svariate soluzioni sul fronte della munifica donazione di abbonamenti al servizio. Ci sono numerosi periodi temporali regalabili (1, 3, 6 e 12 mesi) e le gift card si possono comprare direttamente sul sito. Se volete foraggiare chi già utilizza Storytel, il vostro dono sovrascriverà l’abbonamento in corso. Insomma, il fortunato destinatario smetterà di pagare quel che paga e ricomincerà alla scadenza del vostro gradito regalo.

Se invece siete ancora in fase di collaudo, il “mio” periodo di prova di 30 giorni è sempre disponibile qui. Sarà possibile usufruirne allegramente fino al 6/1.

Ma cos’ho ascoltato negli ultimi tempi?
Sto iniziando a cimentarmi con ascolti un po’ più “lunghi”. E la mia tenuta è sempre ottima, devo dire. Ho amato follemente Lamento di Portnoy di Philip Roth narrato da Luca Marinelli – un compendio delle perversioni umane, ma anche uno dei libri più paradossali e divertenti mai incontrati dalla sottoscritta. E sì, Luca Marinelli è BRAVISSIMO -, mi sono fatta demoralizzare da Jack London con Pronto soccorso per scrittori esordienti, letto da Roberto Recchia – è una raccolta di lettere e articoli di Jack London sul tema della scrittura come “mestiere”, corredata da spietatezze di vario tipo – e Come fermare il tempo di Matt Haig, letto con garbo da Neri Marcorè. Da un protagonista di 400 anni e passa mi aspettavo una maggiore profondità di vedute, ma è un’avventura piacevole tra storia, sentimenti e rimpianti potenzialmente millenari.

Cosa sto ascoltando ora? Bad Feminist di Roxane Gay, una raccolta di saggi sui temi più disparati, dai tornei di Scarabeo agonistico alla disamina di Girls, dalla rappresentazione delle persone di colore nel cinema alle modalità profondamente ingiuste con cui un tema come lo stupro viene trattato dai mezzi di informazione – o integrato nei prodotti di intrattenimento.

Ho finito?
Credo di sì.
Felici ascolti a tutti. E se scovate qualcosa di fantastico fatemelo sapere. La mia audio-libreria ha SEMPRE bisogno di nuova linfa. :3

 

Sono convintissima che da qualche parte dentro di noi – a gradi variabili di profondità – esista la propensione ad ascoltare storie. A me, come a moltissimi di noi, da piccola ne hanno lette tante. E, quando mia madre o mio padre non potevano star lì mezz’ora con un libro sulle ginocchia, c’erano comunque le Fiabe Sonore. Il mangianastri Fisher-Price mi ha seguita in tutte le case che ho abitato da grande. Ed è ancora qui con me. Vetusto e marroncino – un colore che giammai ritroveremmo in un “giocattolo” a noi contemporaneo – aveva dei bottoni giganti e una pratica maniglia, più varie personalizzazioni a base di trasferelli di Paperino che mi sono preoccupata di aggiungere, deturpandolo quasi irrimediabilmente.

Ricordi a parte, le voci che leggono storie fanno parte di quello che siamo, credo. E l’esperienza è ovviamente diversa, rispetto alla lettura.

Quando leggiamo un libro la voce che ascoltiamo è la nostra. Il ritmo è il nostro. Le inflessioni che ci saltellano nella testa sono le nostre. E un libro da leggere con gli occhi – che si tratti di un volume “vero” o di un e-book – ci offre anche una serie di punti di riferimento visivi e materiali che l’ascolto, per forza di cose, non può garantirci. Ascoltare un libro inserisce altre variabili nell’equazione del racconto. La nostra voce si riposa e dobbiamo affidarci a quella di un altro interprete, che inevitabilmente aggiunge una stratificazione nuova al materiale letterario di partenza. E, di fatto, costruisce per noi una dimensione molto differente da quella che esploreremmo da soli.

Un altro aspetto importante, a livello generale, è la creazione di spazi “di lettura” nuovi. Ed è l’aspetto che per me, fra tutti, si è dimostrato decisivo. All’interno delle nostre giornate esistono tempi attivi e tempi passivi, se così possiamo definirli. Ci sono spazi morti in cui tendiamo quasi a metterci in stand-by in vista del compito successivo che assorbirà la nostra attenzione. Non mi riferisco a grandiose parentesi di decompressione in cui ci concediamo il lusso di fissare l’orizzonte riflettendo sulla condizione umana, ma a quella serie di incombenze sceme che ci obbligano a tenere impegnate le mani, a quei gesti ormai automatici che svolgiamo senza pensare, col cervello che potrebbe tranquillamente galleggiare in un vaso su una mensola polverosa. Stendere. Riempire la lavastoviglie. Svuotare la lavastoviglie. Piegare i panni. Spalmarsi in faccia i tredici prodotti previsti dalla beauty-routine coreana. Pettinarsi i capelli dopo la doccia. Rifare il letto. Raccattare venti chili di giocattoli sparsi per il tappeto. Camminare dal punto A al punto B. Farsi centordici fermate di metropolitana. Guidare nel traffico. Roba così.
Ecco, mi sembra di averli rianimati, quei tempi lì. Non dico che non vedo l’ora di fare il bucato per potermi ascoltare un libro, ma di sicuro mi pare di aver reso meno imbecilli i momenti che devo dedicare a quel tipo di attività. È un tempo che ha smesso di essere neutro e, anzi, è diventato produttivo. Un tempo felice. Perché il tempo occupato dalle narrazioni – indipendentemente dalla loro natura e dal supporto di fruizione – per me è sempre stato un tempo felice.

Ora, si potrebbero fare innumerevoli altre considerazioni strutturali sul consumo di audiolibri – e, a tal proposito, vi invito anche a leggere le riflessioni di Massimo Mantellini – ma penso sia sensato spendere due parole sulla “fonte” di tali considerazioni.
Era anche ora, dopo un mese di collaudo.
Chi già mi tollera su Instagram saprà bene che il mio campo-base per gli audiolibri è Storytel e che sono molto felice sia del servizio che del gioioso sodalizio con l’ufficio italiano.

Per riassumere il funzionamento del congegno: Storytel è una gigantesca libreria audiolibresca. Il catalogo è vasto – sia in italiano che in inglese – e non si risparmia sul fronte delle novità. I libri si possono ascoltare “in streaming” o scaricare per la fruizione offline. Si può creare la propria playlist per non perdere per strada gli ascolti che ci interessano e i lettori sono, di base, personaggi di considerevole bravura. Ci sono attori cinematografico-teatrali e, spesso e volentieri, anche gli autori. Il servizio funziona in abbonamento – come Netflix – e, a fronte di una quotina mensile di manco 10€, consente l’ascolto illimitato di tutto quello che vi pare. Ci sono libri, ma anche podcast (come quello di Francesco Costa, ad esempio) e produzioni originali – ovvero, contenuti narrativi che Storytel ha realizzato appositamente per la piattaforma o tradotto per il pubblico italiano a partire da un materiale creato per la fruizione audio. Il servizio si può provare gratuitamente per 14 giorni – che diventano 30 utilizzando questo link, attivo fino al 9 dicembre – e, se siete contenti, l’abbonamento parte in automatico. Quindi sì, in fase di registrazione vi chiedono i dati della carta, ma nessuno sta cercando di derubarvi o di farvi pagare cose in anticipo.

Lei è senza ombra di dubbio il mio nuovo punto di riferimento nella vita.

Ora, gestire – da utente – un catalogo così vasto è uno dei problemi principali di questo tipo di piattaforme. Visto, soprattutto, che l’accesso è da mobile e che la navigazione, per forza di cose, è soggetta ai vincoli del DEVAIS. A questo proposito, Storytel cerca di soccorrerci con una newsletter che segnala chicche e novità e, sull’app, propone periodicamente delle selezioni tematiche da esplorare per aggiungere ciccia alle nostre playlist – se può servire, c’è anche un piccolo box che contiene i frutti dei miei valorosi carotaggi e le mie future ambizioni di ascolto. Vi esorto ad andare a frugarci dentro… e mi prendo un po’ di spazio qui per una breve carrellata di quello che ho già ascoltato.
Come si “recensisce” un audiolibro?
Non ne ho idea, ma proviamo.

Chimamanda Ngozi Adichie
We Should All Be Feminists
(Letto dall’autrice)
Chimamanda – la chiamo per nome come se fosse amica mia, cosa che mi piacerebbe molto – è una perla rara. Legge con la stessa limpida chiarezza che ritroviamo nelle sue argomentazioni. Ed è un ascolto che può funzionare bene anche per chi non è proprio un fulmine con l’inglese. Il libro è una riflessione schietta ed elegantemente battagliera sul concetto di femminismo e sul superamento dei costrutti fittizi – legati al genere – che determinano ruoli, aspettative, gerarchie e gestioni arbitrarie del “potere”.

Amélie Nothomb
Stupore e tremori
(Letto da Laura Morante)
È il secondo libro della Nothomb che affronto – lo so, sono indietro rispetto al resto del pianeta. E, in tutta sincerità, la Morante un po’ mi preoccupava. Perché nei film è sempre alle prese con esaurimenti nervosi, porte che sbattono e piatti che volano… e temevo di non avere molta voglia di sentirla sclerare per un paio d’ore buone. Ebbene, che bellezza. Il libro racconta la discesa agli inferi di una neo-impiegata europea in una megaditta giapponese. I suoi tentativi di comprenderne il funzionamento, gli equilibri, le gerarchie. È una specie di ode alla catarsi che solo i fallimenti più monumentali possono regalarci, ma anche il resoconto quasi tragicomico della lotta contro un sistema che sfugge alla nostra comprensione e che, soprattutto, non ci vuole. La Morante è ipnotica. E ci incalza senza aggravare l’ansia.

Michela Murgia
L’incontro
(Letto dall’autrice)

Autrici sarde che leggono una storia ambientata in un paesino sardo. Mi pare assai appropriato. Ed è un buon esempio di come la versione audio di un testo possa arricchire la narrazione di partenza, perché il parlato rafforza il contesto e lo rende ancora più vivo. Al centro di questo libro c’è una guerra tra parrocchie, paesani e statue di santi. Ma ci sono anche i legami di amicizia che possono nascere (e sopravvivere alle avversità circostanti) giocando per strada, da bambini. È un’avventura comica, ma anche uno spaccato di mondo in cui si agitano ricordi, miti truculenti, ginocchia sbucciate e incenso che appesta l’aria. Cosa non trascurabile, contiene anche preziosi stratagemmi per liberarsi dalle pantegane.

Miriam Toews
Un complicato atto d’amore
(Letto da Linda Caridi)

Questo ascolto mi ha fatto capire che anche la produzione di audiolibri risponde a precise regole di casting. Nomi, la protagonista, ha sedici anni e vive in una comunità mennonita dalle molteplici contraddizioni e dalle ragguardevoli rigidità – almeno formali. È un racconto spezzacuorissimo di abbandoni seriali e un viaggio nella testa di chi rimane, cercando di venire a patti con un paesaggio dove i punti di riferimento non esistono più e quelli che ci sono – la chiesa con le sue regole – non fanno altro che esacerbare la distanza tra noi e gli altri. Linda Caridi è una giovane attrice italiana e, anche se questa è in assoluto la lettura più “calcata” che ho sentito, ha restituito bene la violenza emotiva dell’adolescenza, con le sue grandi disperazioni, i suoi vuoti, i suoi stordimenti e le sue gioie profondamente istintive.

Carlo Rovelli
Sette brevi lezioni di fisica
(Letto dall’autore)

Ho scoperto che Carlo Rovelli ha una bellissima rrr che penso si collochi all’intersezione tra un piacentino – lo so bene, fidatevi – e un nobile cortigiano dell’assolutismo francese. Inflessioni a parte, io di fisica non ho mai capito NIENTE, ma mi sono appassionata. Non posso dire di aver assimilato alla perfezione le sette lezioni qui proposte, ma il nobile scopo di fondo mi è chiaro: renderci partecipi della complessità delle forze che governano la struttura del nostro universo e spiegarci che, in fondo, la scienza è alla base di ogni avventura umana.
Povero Rovelli, ha letto per un’ora abbondante e quello che ne ricavo io è LO SO CHE NON CI ARRIVO MA LA SCIENZA È FANTASTICA.

Chimamanda Ngozi Adichie
Dear Ijeawele, or a Feminist Manifesto
(Letto da January LaVoy)

Perdonatemi, ma ogni dieci giorni ho bisogno di farmi dire dalla Adichie che cucinare non è un’incombenza che la biologia ha specificamente destinato alle donne. O che i papà che cambiano un pannolino non andrebbero applauditi come eroi conquistatori perché i figli sono anche i loro… e che il fatto che se ne prendano cura dovrebbe essere la normalità, mica un miracolo. Con i quindici suggerimenti contenuti in questo libro Chimamanda risponde a un’amica che le aveva chiesto consiglio su come crescere “bene” sua figlia e, nel farlo, porta ancora una volta allo scoperto le colossali stupidaggini con cui, nostro malgrado, siamo ancora costrette a confrontarci quotidianamente.

Neil Gaiman
Norse Mythology
(Letto dall’autore)

Qui sarò molto professionale: CHE BENESSERE. NEIL GAIMAN PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.
L’epica norrena rielaborata da un maestro assoluto del fantastico: Norse Mythology è una sorta di antologia che raccoglie i miti più significativi della tradizione “scandinava”. Divinità, mostri, regni lontani, alberi del mondo, ponti arcobaleno, idromele, cavalli a otto zampe, giganti, malefatte, eroismo, poeti, trasformazioni e valchirie si alternano sul palcoscenico, ripercorrendo il grande arco temporale che congiunge le origini del mondo all’inevitabile crepuscolo della creazione – il Ragnarök. Gaiman non solo rende i miti assolutamente godibili – riproducendone l’impronta epica senza però privarli della sua impalpabile ironia – ma li legge anche con la passione e il piglio divertito di chi sa, sopra ogni altra cosa, quanto una storia ben raccontata possa toccarci nel profondo, e rimanere con noi ben oltre la fine dei tempi.

Ecco, ho finito.
Se vi interessa fare un esperimento con Storytel, vi ricordo il link per usufruire bellamente del periodo di prova “potenziato”: correte qui.
Se vi siete già invasati, invece, abbracciamoci forte mentre pieghiamo le lenzuola o sbattiamo padelle unte in lavastoviglie. Da parte mia, per quel che vale, continuerò a raccogliere i miei ascolti qui sul blog e, ovviamente, anche nelle beneamate Stories.
Per il resto, buon ascolto.
O si dirà “buona lettura”?
Chi lo sa.
Facciamo così: buone storie, come e quando vi pare. 

 

Che di “storytelling” si cianci in ogni dove (prevalentemente a vanvera) è ormai assodato, penso, ma la cialtroneria in cui ci imbattiamo qua e là non fagocita la rilevanza che le storie e le narrazioni hanno sempre avuto per la nostra specie. Le “storie”, esordisce Jonathan Gottschall in Il lato oscuro delle storie – tradotto da Giuliana Olivero per Bollati Boringhieri –, hanno rappresentato per gli esseri umani di ogni epoca (dalle pitture rupestri alle piattaforme di streaming) un collante identitario, un veicolo di trasmissione valoriale, un mezzo per elaborare accadimenti complessi e un punto di riferimento culturale attorno a cui raccoglierci. Il fatto che la creazione e la diffusione di storie ci riesca così “naturale”, però, è una variabile necessariamente positiva?

Il nostro presente è narrativente lussureggiante. Come mai prima, forse, le storie ci circondano e, per certi versi, ci assediano. Ci sono fonti narrative a cui ci esponiamo per scelta e altre in cui incappiamo per ragioni “ambientali” e per l’accrescimento esponenziale delle opportunità di diffusione. È anche un momento storico in cui, accanto a possibilità senza precedenti di “esattezza” scientifica, convivono con rigoglio menzogne e distorsioni che sembrano sfidare il buonsenso e le evidenze fattuali. Le storie sono strumenti: possono fungere da collante culturale o da felice fonte di intrattenimento, ma possono anche incanalare la potenza con cui fisiologicamente fanno presa su di noi per perseguire scopi assai meno benevoli. Dalla diffamazione al complottismo, dalle fake news al marketing, la realtà si trasforma in un teatro perenne in cui ci ritroviamo – quasi sempre inconsciamente – a cercare buoni da contrapporre ai cattivi, eroi in viaggio, giustizia per i meritevoli e castighi per i non allineati. Che queste leve – capaci di fondere l’emotività a un’idea di morale comune – possano anche essere azionate per demolire un’idea scomoda o per destabilizzarci è un rischio che si è già concretizzato.

MA ALLORA È TUTTO ORRIBILE E BIECO! No, in realtà. Polarizzare ci aiuta a semplificare e a creare scorciatoie per governare questo “troppo” in cui dobbiamo muoverci, ma ci rende comparse spesso passive, altri pezzetti di una storia mastodontica che non ascoltiamo più per capirci vicendevolmente un po’ meglio ma solo per confermare quello che pensiamo già di sapere.
Da Platone alle elezioni USA, Gottschall tenta prima di tutto di farci prendere coscienza del ruolo fondamentale delle narrazioni e – con una certa inconcludenza, devo ammettere -, prepara il terreno per l’avvento di un’era narrativo-informativa dove gli archetipi del bene e del male non sono coltelli da lanciare ma bussole di nuovo “valide”.

“Regala un libro che non sbagli mai”: MADORNALE ERRORE, TRAGEDIA, MENZOGNA!
Donare un libro è potenzialmente meraviglioso, ma bisogna metterci del doveroso impegno e lasciarsi pervadere dalla nobile necessità di assecondare – o almeno di intuire – gli interessi altrui. È anche un po’ per favorire questa sana ricerca di argomenti e aree di curiosità che, specialmente a Natale, tendo a procedere per temi ben riconoscibili. Quando si può, provo anche a individuare delle edizioni “importanti”, perché mi preme farvi fare doppiamente bella figura. Ma guarda, questo libro è perfetto per me ed è pure MAGNIFICO a vedersi! Ecco, non sempre si arriverà a quest’intersezione eccellente tra contenuto e involucro – che poi è anche un po’ la definizione condivisa di “strenna” – ma vale la pena tentare.
Altre note metodologiche? Non necessariamente troverete solo novità freschissime – perché i libri, per nostra fortuna, non scadono. Sì, i link puntano ad Amazon – ma se non vi va di comprare lì e di convogliare ESORBITANTI % di affiliazione nella mia direzione potete felicemente segnare tutto e rivolgervi alla vostra libreria preferita.

Procediamo?
Procediamo, che queste premesse non ha mai voglia nessuno di leggerle.


Giampaolo Barosso
Dizionarietto illustrato della lingua italiana lussuosa

Elliot

Gramolazzo! Caccugnare! Lampasco! E suppergiù altre 2000 voci qui collezionate, spiegate e commentate con sagace ironia e un autentico gusto per la stravaganza linguistica.
Per chi coltiva una vivace passione per la lingua italiana ma – grazie al cielo – è immune da pretenziosità e parrucconerie.


Jenny Uglow
Il libro di Quentin Blake
L’ippocampo
(Traduzione di Paolo Bassotti)

Uno splendido compendio per immagini della carriera e della vita professionale (e non) di uno degli illustratori più amati della galassia tutta, dagli esordi al sodalizio leggendario con Roald Dahl.
Per chi ha voglia di curiosare nell’archivio di un artista che ha profondamente popolato il nostro immaginario, accompagnando le storie della nostra infanzia con estro e accuratissima crudeltà. 🙂


James Mottram
Jurassic Park – The Ultimate Visual History
Insight

Inaugurata nel 1993 da Spielberg – su materiale romanzesco di Michael Crichton – la saga di Jurassic Park ci ha accompagnato in varie vesti fino a pochi mesi fa, con il terzo e ultimo capitolo dell’inevitabile reboot che tocca a tutti i prodotti di successo delle nostre infanzie. Questo volume – che fa parte del catalogo favolosamente pop di Insight – è una gloriosa cronaca del backstage del primo film e chiude simbolicamente il cerchio ospitando anche i contributi di Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, oltre a una valanga di fotografie inedite e “documenti” di lavorazione.
Per chi ama i libroni dedicati al cinema e continua a non accettare i dinosauri con le piume. Sì, vi sto specificamente segnalando l’edizione originale in inglese.


Omero
Odissea
Blackie Edizioni
(Traduzione di Daniel Russo)

Blackie inaugura con questa prima illustrissima uscita il suo filone dei “Classici Liberati” AKA un progetto che ambisce a conciliare rigore filologico e accessibilità, riconsegnandoci i testi fondanti della nostra cultura in una chiave ad alto tasso di godibilità, senza sminuirne la profondità o semplificarne la portata. Come si fa? Ottima domanda. Blackie si affida qui alla traduzione di Daniel Russo, basata sulla versione in prosa di Samuel Butler – celeberrima per la sua eleganza e leggibilità – e a un impianto iconografico giocoso e puntuale, senza tralasciare annotazioni e commento.
Per chi a scuola ha sofferto ma vuole rifarsi, per chi già ama i classici e vuole continuare coltivarli.

Bonus track: Daniel Russo che parla del lavoro sull’Odissea chez Tienimi Bordone.
Bonus track inevitabile, visto che parliamo di Blackie: il famigerato (e regalabilissimo) quaderno dei compiti delle vacanze per adulti c’è anche quest’inverno.
Bonus track correlato, visto che abbiamo tirato in ballo un libro “interattivo”: era uscito quest’estate per accompagnarci sotto l’ombrellone, ma i casi da risolvere di Scena del crimine continuano ad essere una valida idea per chi apprezza gialli e rompicapo.


Janina Ramirez
Divine – 50 storie meravigliose di dee, spiriti e streghe
Nord Sud Edizioni

Dalle valchirie a Medusa, da Rangda a Venere, un’indagine splendidamente illustrata sul rapporto tra femminilità e trascendenza. Il libro cataloga le sue cinquanta “dee” per aree tematiche – Guida e governo, Nuova vita, Morte e distruzione, Amore e conoscenza, Natura e animali -, passando in rassegna le mitologie e la storia di un ampio ventaglio di popoli e culture.
Per chi sta costruendo una biblioteca femminista, per le fattucchiere del vostro cuore e per chi apprezza leggende e folklore.


Barbara Sandri & Francesco Giubbilini
Progetto grafico di Camilla Pintonato

Il gallinario
Quinto Quarto

Dunque, vorrei in realtà segnalarvi Quinto Quarto in blocco, ma uso questa esaustiva enciclopedia delle galline come testa di ponte. Non so cosa ci sia nelle scelte grafico-visuali di Camilla Pintonato, ma questo libro mi mette addosso una serenità indescrivibile – e il serraglio è in via d’espansione, pure. Volete dedicarvi agli ovini? Perfetto, c’è Il pecorario. Vi piacciono i maiali? Ottimo, c’è Il porcellario.
Per chi sogna di governare una fattoria ma sta in 34mq a Milano e per chi ama la saggistica zoologica ben illustrata (in tutti i sensi).


Jean Giono (con le illustrazioni di Tullio Pericoli)
L’uomo che piantava gli alberi
Salani

Una caparbia impresa solitaria – portata avanti con l’unico intento di far tornare a vivere un territorio disgraziato – che non smette di scaldare il cuore e di generare edizioni stupende. Qui il testo di Giono è accompagnato dalle illustrazioni di Pericoli, che si trasformano in una sorta di narrazione parallela – con tanto di musica da ascoltare grazie a un QR.
Per chi non abbandona la speranza e crede ancora nel potere della generosità disinteressata.


Cecily Wong & Dylan Thuras
Food Obscura – Guida alle meraviglie gastronomiche del mondo
Mondadori
(Traduzione di Manuela Faimali e Teresa Albanese)

La versione gastronomica del beneamato Atlas Obscura promette di condurvi ai quattro angoli del globo alla scoperta dei cibi e delle specialità più intriganti.
Per chi ama viaggiare, sperimentare mangiando ed esplorare luoghi insoliti.


Craig A. Monson 
Suore che si comportano male
Il saggiatore

(Traduzione di Luisa Agnese Della Fontana)

Geniale copertina che rende omaggio a Cronaca Vera e contenuto di raro rigore storico, per quanto si parta da premesse indocili e riottose. Scandagliando registri e una vasta documentazione d’archivio, Monson costruisce qui una hall of fame delle monache italiane che fra il XVI e il XVIII secolo cercarono di ribellarsi – talvolta violentemente – alle imposizioni di una vita che non avevano scelto.
Per gli spiriti liberi di ogni tempo, per chi mal tollera soprusi e costrizioni, per chi ama la saggistica storica più spigliata.


Comics & Science – Vol. 1 e 2
A cura di Roberto Natalini e Andrea Plazzi
Feltrinelli

I due volumoni di Comics & Science raccolgono l’immenso lavoro divulgativo portato avanti dal 2012 dal CNR in collaborazione con una folta schiera di straordinari fumettisti italiani. Le storie sono in precedenza uscite in fascicoli tematici ma trovano qui per la prima volta una dimora “complessiva”… e il risultato è davvero magnifico. Dalla matematica all’esplorazione spaziale, dalle scoperte informatiche al collasso delle stelle, il disegno incontra la ricerca per farsi accessibile, divertente, chiaro e limpido.
Per chi impara meglio quando se la spassa, per chi studia volentieri e per chi vuole capire meglio il presente per riuscire a intravedere il futuro.


Michael Leader & Jake Cunningham
Ghiblioteca – La storia dei capolavori dello Studio Ghibli
Magazzini Salani

Tornerei volentieri a rimpolpare il filone “backstage del cinema” con questa enciclopedia (necessariamente) illustrata della filmografia pluridecennale dello Studio Ghibli. Un eccellente tour guidato che approfondisce prodezze tecniche, significati e fonti d’ispirazione, da Totoro alla Città incantata.
Per chi ama Hayao Miyazaki, l’arte e l’animazione giapponese.


Francesco Costa
California
Mondadori

Che cosa sta succedendo alla California? Come è possibile che uno stato che produce così tanta ricchezza e sul quale abbiamo riversato così tanti sogni stia diventando un posto in cui si campa fondamentalmente male? Costa torna alla sua specialità – gli Stati Uniti del nostro presente – per cercare di districare una matassa di non facile interpretazione.
Per chi ascolta Morning con trasporto, per chi si interessa di macro-fenomeni “esteri” che riguardano pure noi (più del previsto) e per chi sta combattendo col mercato immobiliare delle nostre grandi città.

Bonus track a tema Costa-Il Post: la collana delle Cose spiegate bene co-prodotta con Iperborea è arrivata ormai al quarto volume. Se fra i destinatari dei vostri doni c’è chi vorrebbe approfondire il funzionamento della filiera editoriale o le droghe, la giustizia e le questioni di genere, dateci un occhio.


Mervyn Peake
Gormenghast – La trilogia
Adelphi

(Traduzione di Anna Ravano e Roberto Serrai)

Descrivere Gormenghast è un problema. Ci ho provato qui, partendo dal primo libro della trilogia. È un’opera folle, labirintica, terrificante e superba che non somiglia a niente e reinventa molto di quello che può risultarci noto. Adelphi, con uno slancio di notevole coraggio, ha deciso di far convergere i tre atti di Gormenghast in un unico volume che immagino possa tornarvi utile anche come elemento architettonico per edificare il vostro personalissimo torrione maledetto.
Per chi non teme nulla – e fa male -, per chi vuole revisionare completamente la sua idea di gotico, per chi ama i gatti bianchi in grandi quantità.


Alex Johnson & James Oses
Una stanza tutta per sé – Dove scrivono i grandi scrittori
L’ippocampo

Da Jane Austen a Paolo Cognetti, un’indagine illustrata sugli spazi creativi di chi amiamo leggere da tempi più o meno recenti. Ogni stanza è raccontata da Johnson e illustrata sapientemente da Oses, per dar vita a una grande residenza collettiva abitata da penne illustri.
Per chi legge volentieri storie e romanzi ma vuole anche sapere meglio da dove arrivano.

Corollario: se il titolo vi suscita moti d’amore per Virginia Woolf, c’è anche Stanze tutte per sé, che si concentra sulle dimore più significative per il gruppo Bloomsbury degli anni Venti (Edward e Vita Sackville-West in testa).


Valentina Divitini
Leggere i tarocchi – Una guida e molte idee per esperti e principianti
Magazzini Salani

Una guida lontana dal nozionismo per scacciare le diffidenze e padroneggiare uno strumento di ragionamento alternativo, tra immaginazione e simboli condivisi. Ne avevo parlato anche qua e vi incoraggio ad approfondire, se serve. 🙂
Per chi intuisce il fascino delle storie e vuole provare a farsi le domande giuste.

Bonus track illustre: Dizionario dei simboli di Juan-Eduardo Cirlot.


Gribaudo
La collana Straordinariamente

Vi fornisco un link approssimativo, ma sappiate che la collana Straordinariamente – popolata da questi volumi di grande formato dalla grafica di copertina assai riconoscibile – contiene suppergiù ogni branca dello scibile umano. Che vi interessiate di Black History o di medicina, di economia o di Sherlock Holmes, è assai probabile che ci sia un tomo per voi. L’idea di base è quella di rispondere ai quesiti fondamentali di una determinata “materia”, sviscerandone i casi esemplari e sintetizzando in maniera accessibile e graficamente vispa le curiosità e i fenomeni più rilevanti.
Per chi ama gli approfondimenti “verticali” e vuole umiliarci a Trivial Pursuit.


Nicolas Guillerat & John Scheid
Infografica della Roma antica
L’ippocampo

Tutte le volte che compilo questi listoni mi trovo a esclamare “diamine, stai mettendo troppi libri dell’Ippocampo!”. Ma come si fa? Sono perfetti per queste circostanze. Beccatevi dunque anche la storia di Roma raccontata per prodezze a base di data-visualization – dagli eventi bellici all’organizzazione della res publica, dall’economia ai divertimenti popolari. Se l’approccio vi affascina, i medesimi curatori hanno sfornato anche l’Infografica della Seconda Guerra Mondiale.
Per chi apprezza un approccio innovativo alla ricostruzione storica e per chi già vuol bene ad Alberto Angela.


Naomi Wolf
Il mito della bellezza
A cura di Maura Gancitano e Jennifer Guerra
Tlon
(Traduzione di Marisa Castino Bado)

La nuova edizione di un testo dirompente, uscito per la prima volta in Italia nel 1991 e qua riproposto con una curatela d’eccezione che punta ad attualizzare il dibattito, nonostante le dinamiche fondamentali possano risultarci ancora fin troppo familiari. Si parla di corpo, di donne e di bellezza. Si parla di uomini. Si parla, in estrema sintesi, di potere. Perché il nocciolo della questione è sempre lì.
Per chi vuole offrire uno scheletro teorico solido a molte rabbie e istintivi moti di sacrosanta insofferenza.

Bonus track: per restare in compagnia di Maura Gancitano, ecco anche Specchio delle mie brame – La prigione della bellezza.


Seymour Chwast & Steven Heller
Hell – Guida illustrata agli inferi
Corraini

Va’ all’inferno! …sì, ma quale? Ogni cultura ha il suo, ogni cosmogonia ne ha immaginato uno, per non parlare dell’arte, della letteratura e delle religioni. Questa agile guida illustrata ci accompagna alla scoperta delle dimensioni infernali più emblematiche, tra ustioni e supplizio eterno.
Per chi ci finirebbe volentieri, perché si vocifera che la compagnia sia interessante.

Bonus track: per un approccio meno pop ma di sconfinato fascino e abissale terrore, ecco il catalogo di Inferno, la ragguardevole mostra del 2021 ospitata dalle Scuderie del Quirinale. 


Altre idee inerenti all’universo libresco-editoriale? Eccoci.

La Revue Dessinée Italia

È un progetto indipendente che “adatta” al nostro contesto l’omonima rivista francese e che ha ben debuttato quest’anno con i primi tre volumi – ricevendo anche il premio Gran Guinigi di Lucca Comics come miglior iniziativa editoriale del 2022. Esce ogni tre mesi, non s’avvale di pubblicità e ogni numero è frutto della collaborazione tra giornalist* e artist*. Il risultato è una raccolta di reportage, rubriche e inchieste a fumetti “multidisciplinari” che affrontano temi d’attualità e offrono un punto di vista critico su molte magagne o fenomeni rilevanti del presente.
Si possono acquistare qua i singoli numeri, abbonarsi o donare un felice abbonamento 2023.

Donare un abbonamento vi pare un’idea saggia? Concordo e vi rammento dell’esistenza di Storytel – scegliendo una gift-card che copre periodi medio-lunghetti c’è anche un buon margine di sconto.


Treccani Emporium

Treccani Emporium si presenta come “il negozio online della cultura italiana”… e se non scelgono loro una definizione adatta non so francamente chi mai potrebbe farlo. 🙂
Oltre alle proposte editoriali di Treccani troverete anche una selezione di oggetti di design e alto artigianato e una nutrita linea di cartoleria basata proprio sulle definizioni.


Altre risorse utili già pubblicate? Perché no. 
Ecco qua la lista natalizia del 2021.
E la lista del 2020.
Questa, invece, è la lista dello scorso anno dedicata ai bambini e alle bambine.
Vi rammento anche l’intera categoria Libri, che male non fa.
Per spiccati interessi naturalistici, vi rimando volentieri al catalogo di Aboca – qua c’erano i percorsi di lettura che avevo individuato qualche tempo fa e che ho aggiornato dopo il debutto della collana Kids.
Per un colpo d’occhio rapido, ecco la vetrina Amazon – segnalo in particolare la sezione degli atlanti e la grande sezione delle strenne. Sempre lì, parecchi spunti anche per l’infanzia.

Felici doni libreschi a voi! 🙂