TEGAMINI – …ma passami la mamma, che la saluto.
PADRE – Eh, è sul terrazzo.
T – Un luogo notorimente impervio ed irraggiungibile…
P – Ma no, è sul terrazzo che guarda l’upupa!
T – …ah. Ma poi avete capito che uccello era, quello dell’altro giorno?
P – Quello grosso come un piccione, blu, marrone e turchese?
T – Eh.
P – No. Infatti tua madre è molto agitata.
T – Secondo me, è una dendroica cerulea.
P – …che roba?
T – Una dendroica. Cerulea.
P – …
T – Papà?
P – Và và… c’è l’upupa davvero! Era passata anche ieri… e allora sono andato su internet e ho scoperto delle cose.
T – È carina l’upupa.
P – In realtà, la leggenda vuole che l’upupa sia l’uccello del malaugurio. Tradizionalmente è l’uccello del malaugurio. C’è su Wikipedia. E poi, ha una ghiandola che secerne delle sostanze di odore sgradevole, per difendersi.
T – Puzza e porta sfiga, insomma.
P – …si, forse è meglio se dico a tua madre di non darle da mangiare.
I miei genitori si stanno appassionando alla vita bucolica.
Mia madre – flagello dei mondi – si arrampica sulle piante per raccogliere le amarene per la marmellata e fa cataste perfette di legna. Mio padre brama un barbecue sotto il portico e ha scarciato ventisei applicazioni per l’iPhone – tutte uguali – che gli mappano il cielo notturno e, col buio pesto della campagna, si diverte come una Pasqua a vagare declamando i nomi latini delle stelle del firmamento.
Poi uno si chiede perchè sono venuta fuori così.
Marmellate e planetario e parte, la cosa che diletta i miei genitori oltre ogni immaginazione è la fauna che transita intorno a casa. Ora, in ventisei anni di vita e di assidue frequentazioni di quel posto, ricordo di aver incontrato in tutto quattro lucciole spompate e uno scoiattolo. E mentre scappava, che lo stavamo mettendo sotto con la macchina. E basta. Cinque animali in un quarto di secolo. Un’oasi di orrore in un deserto di noia.
Ecco. Non più.
I miei genitori quest’anno hanno visto di tutto. Dal banale fagiano al burbero cinghiale. Dal coniglio al cerbiatto. Hanno visto un CERBIATTO, non so se mi spiego, il cerbiatto è quell’animale dolce e carino, frequentemente orfano e amico di coniglietti grigi molto abili a pattinare sul ghiaccio, con le zampette lunghe lunghe e fragili, il naso umido e le orecchie grandi. Ecco, un cerbiatto, hanno visto. Si piazzano in ciabatte sul terrazzo e si godono il passaggio di creature di ogni genere. Falchi, puzzole, iguanodonti, plesiosauri, dodo… L’altro giorno hanno fotografato una lepre, ma così, senza fare una cippa di niente.
Non ci si può credere.
Tutto questo, per me è una tortura senza fine, anche perchè mi telefonano ogni volta che si imbattono in un animale nuovo, ed è un continuo. Insomma, ho istituito la rubrica Gli animali ti guardano, so cose ridicole – tipo che la lontra spacca i molluschi fluttuando sul dorso, con una pietra piatta sulla pancia a fare da piano d’appoggio e un sasso aguzzo con cui colpire la conchiglia -, ambisco a prendere in braccio e koala, a steccare le ali ai gufi albini vittime di infortuni, e cosa me ne viene in cambio? Un pulcioso scoiattolo in fuga, visto quando avevo cinque anni.
I miei genitori sono diventati delle principesse Disney e sono stata scacciata dal regno.