Diario

L’anno migliore

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Non tutti gli anni ti capita qualcosa di straordinario. Non tutti gli anni sono speciali. Certo, quelli bravi sul serio riescono a tirare fuori il buono anche dai periodi più catastrofici, ma ci vuole dell’impegno. E, comunque, non è detto che un anno pieno delle celeberrime “difficoltà che mi hanno insegnato tanto” si tramuti all’improvviso in un forziere colmo di meraviglie da ricordare con gioia e gratitudine. Io, in tutta franchezza, di anni che dimenticherei piuttosto volentieri ne ho quanti ne volete. Sono serviti? Certo. Me li sciropperei di nuovo? No, grazie assai.
In quest’anno che è appena finito, però, mi sembra di aver combinato qualcosa di memorabile. Quest’anno, chissà poi come, mi pare di aver fatto qualcosa di buono, di felice. La felicità si fabbrica in maniere bizzarre e misteriose, quasi sempre accidentali. È un fenomeno di complicata riproducibilità che spesso ha poco a che vedere con le intenzioni, che ti fa commuovere quando la intravedi nella vita degli altri ma che ti fa anche imbestialire, perché inevitabilmente ti domandi che cos’hai che non va, perché tutti si muovono mentre te rimani sempre lì, perché sembra che ogni volta ti manchi un pezzo per arrivare dove credi di dover piantare una bandierina.
Per certi versi continuo – e temo continuerò sempre – a sentirmi un passo indietro, ma perché funziono così e ciao.
A me, tipicamente, la cosa giusta da dire viene in mente due giorni dopo. Sono quella vestita un po’ troppo bene quando gli altri arrivano (saggiamente) con le ciabatte di gomma – e viceversa. Non sono brava a simulare simpatie e a coltivare relazioni astute. Non ho pazienza per chi significa poco per me ed è impossibile darmi degli ordini. Non mi sento particolarmente indispensabile e, di conseguenza, mi prendo poco sul serio.
Sono sbilenca, e sbilenca resterò.
È un peccato, forse, ma ho deciso che va bene così. Perché, nonostante le mie numerose goffaggini, sto riuscendo a fare cose assolutamente impensabili. Almeno per me. Ed è questa la cosa davvero strabiliante. Scoprirsi capaci di cavarsela in un territorio dove mai avremmo creduto di poter mettere piede, perché ci sembrava un posto troppo remoto e troppo difficile da raggiungere. Un posto che, tutto sommato, non ci sentivamo pienamente in diritto di abitare.
Nulla di quello che mi è capitato in questi ultimi anni felici è riuscito a cancellare completamente il sospetto della candid-camera. Forse è per questo che non ho mai smesso di impegnarmi. O di stupirmi davvero moltissimo di fronte ad ogni mattoncino importante che sono riuscita – non si sa bene come e di certo non da sola – a incastrare al posto giusto.
Quindi sì, è così che è andata.
L’anno scorso non ho fatto nulla di inedito nel vasto panorama della storia umana. Ma mai al mondo avrei pensato di ritrovarmici. E di uscirne indenne. E di scoprire che così tante cose all’apparenza assurde e gigantesche sono, in realtà, assurde e gigantesche ma possibili. Ho fatto fatica e continuo a non capirci un granché, ma sono arrivata in fondo con la sensazione di aver creato, strada facendo, della felicità dove prima non c’era niente. Della felicità nuova.

24 Comments

  1. Bravonaaaa, ora non che ci voglia il Nobel, semplicemente, soprattutto dopo la maternità, scopriamo che molto dello gnegnegnè che ci aveva fatte disperare, in termini di paturnie, erano solo minkiate. Buon anno e buon tutto Muà!

  2. Non avrei mai creduto che mi sarei ritrovata a seguire quella figura che prende la definizione di “fashion blogger”, ma poi – casualmente – mi sono imbattuta in te. Bello potersi stupire. Grazie a te 🙂

    • Non ho capito la roba della fashion blogger – sono una fashion blogger? Non mi pare. Mi sono definita così? Non mi pare manco quello -, ma ti ringrazio molto lo stesso. 🙂

  3. Alessandro Reply

    Quest’anno ho iniziato a seguirti, sia qui sul blog che sui vari social, Snapchat in primis, e davvero sei riuscita a portare gioia e felicità. I tuoi post e le tue avventure su Snapchat riescono sempre a strapparmi un sorriso e ad alleviare un po’ la giornata. Continua così 🙂 ti meriti tutto quello che sei riuscita a creare

  4. La premessa è questa.
    Sono una che da ragazzina arrossiva quando toccava a lei parlare dal salumiere.
    Non ci vuole il cervello di Turing per capire che una cosi di strada non ne avrebbe fatta tanta.
    Eppure, tanti anni dopo, posso dire di essere contenta. Contenta di avere superato certe fragilità e di avere trovato un delicato equilibrio con le fatiche passate che ogni tanto riemergono.
    Io in questo post mi ci sono ritrovata.
    Questo post è un inno al ‘puoi farcela’.
    Può farcela chi oggi è schiacciato da un bullo, chi è oppresso dai genitori e dalla scuola, chi si sente brutto, chi si sente solo perché escluso dai privilegi degli altri.
    Grazie Francesca per aver condiviso questi pensieri.
    La reginetta di Snapchat poteva benissimo tenerseli per sé questi pensieri e lasciare a noi in bella mostra solo il suo lato più glamour e successful.
    Invece sembra quasi fare il tifo per chi è ancora bloccato nella propria inadeguatezza e non vede via d’uscita. Sembra dirgli:
    ” Dai ce l’ho fatta io, ce la puoi fare anche tu”.

    Io sono sicura che le tue parole per qualcuno saranno un aiuto prezioso.

    Ciao,
    Noemi

    • Sono una che passa le giornate con una vestaglia di ciniglia, come potrei fare la glamour? 🙂
      Grazie!

  5. Immaginata Reply

    Quello che hai scritto sulla felicità è quanto di più vero io abbia mai letto o sentito.

  6. Oh Fra, io ti seguo dai tempi di quando disegnavi Rufus , e te lo dico con il cuore, il tuo blog resta uno dei miei preferiti di sempre.
    E si contano su una mano, sappilo.
    Tanti cuori per te, e Buon Anno in ritardo*!
    ^_^
    L.

    -*ma sono ancora nel tempo limite, fino alla befana ^_^”-

    • Dai tempi di Rufus? Record! 🙂 Sarà un secolo che non disegno un mostrino.
      Grazie mille per la perseveranza e tanti auguri di buon anno anche a te. Cuorini!

  7. FrauleinStalker Reply

    E’ bello averti scoperta nel 2016, ed è bello ritrovarsi perfettamente nelle tue parole.

  8. Un passo indietro… tu?! Che sei la cosa che più si avvicina alla Dea delle Dee?!… Un passo indietro forse solo se si pensa di essere su un tondo, perché quello che visto da una prospettiva sembra un passo indietro, in realtà se guardi bene è un passone avanti! 😉

  9. Riesci ad esprimere in maniera concisa e allo stesso tempo esaustiva e divertente i piccoli grandi avvenimenti della vita …questo post mi ha colpito al cuore in modo particolare.
    grazie a snapchat ora seguo anche il tuo blog che è stata una piacevolissima scoperta …GRAZIE E TANTI CUORINI A TE <3

  10. Cara Francesca,

    A rischio di sembrare melensa, ti ringrazio ancora per le tue parole e il tuo esempio. Perché mi ci ritrovo molto in quello che dici, mi ritrovo nei sentimenti di “ritardo” rispetto a tutto e a tutti in cui spesso mi sento. Al fatto di essere a volte estemporanea, di essere a pieno titolo nel club di quelli che le battute migliori vengono a scoppio ritardato, di chi non si ritiene indispensabile. Sto cercando di far pace anche io con la mia sbilenchitudine, nel frattempo batto le mani e mando tanti cuori a te!:)

  11. Postilla: per farti capire come sono ben messa… Mi sono accorta ora che era relativo all’anno scorso!xD figuracce way of life ahahaha xD però le parole capitavano a fagiolo! Spero di averti almeno strappato una risata 😀

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