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Settembre 2012

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C’era una volta un ragazzo che era troppo curioso. Se ne andò dalla fattoria di famiglia in cerca di fortuna. Prima ancora di dire addio al cane, proprio fuori dal cancello di casa, incontrò un serpente gigante. Aveva le squame color rubino, e gli disse: “Devi tornare dalla tua famiglia”. Il ragazzo rispose: “Ma io voglio vedere il mondo”. Il serpente disse: “Loro sono il sangue del tuo sangue. Loro sono tuoi, tu sei loro, per sempre”.

Steven Amsterdam
Ritratto di famiglia con superpoteri
Isbn edizioni (Special Books)

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Il titolo originale di questo libro è What the Family Needed. E anche se è un titolo allegro come un secchio pieno di alghe, c’informa esattamente di quel che succederà. Gli adorabili di Isbn, invece, hanno deciso di farci sapere che nelle innumerevoli possibilità concesse alle famiglie infelici di essere infelici a modo loro, c’è pure una modalità che prevede l’utilizzo di superpoteri. C’è Giordana che diventa invisibile, Ben che vola, Natalie che nuota velocissimo, Ruth che legge nel pensiero, Sasha che fa innamorare le persone, Peter che può far materializzare tutto quello che desidera. E poi c’è Alek, che si accolla tutta la tristezza e la confusione, che scompare, ritorna e cerca di non farsi mettere in gabbia, anche se è l’unico che non ha mai davvero abbandonato nessuno.
I superpoteri, in questa storia, non sono niente di strano. I personaggi li ricevono all’improvviso, in giornate che spesso non hanno niente di speciale, e diventano subito parte di loro, come il colore degli occhi o il temperamento. Sono superpoteri distribuiti con saggezza, doni che dovrebbero riuscire a risollevare da un momento buio, per infondere la determinazione necessaria a vedere che cosa riserverà la giornata successiva. Spesso appaiono col giusto tempismo, a volte peggiorano le cose o attirano una catastrofe peggiore di quella schivata nel presente, tutti innescano conseguenze difficili da governare. A tirare le fila, a scegliere quale sia il sentiero giusto per avvicinarsi alla felicità, c’è l’unico della famiglia ad avere davvero qualcosa di speciale. Non sapremo mai da dove arrivi il suo dono, ma credo ci si possa accontentare di osservarlo mentre mette insieme un puzzle molto complicato con le storie e il tempo di chi ama.

Che vi devo dire, evviva. E’ un degno Special Book, è una raccolta di scatole piene di quello che non ci piace dire ad alta voce. E’ una storia di famiglia e un interessante giocattolo di incastri. E se mentre lo leggete camminerete in un muro, credo riuscirete ad attraversarlo, senza impegnarvi.

Che c’è di meglio di una bella newsletter che t’avvisa delle promozioni nei negozi, degli allegri sconti pre-saldi, dell’arrivo delle nuove collezioni e di qualche gradevole concorso, che magari con una sana botta di culo due stracci gratis riesci pure a portarteli a casa?
Ecco. Credo che me ne arrivino millemila, di newsletter della moda. Dalla meraviglia di quelle di Miu Miu (che ho seriamente pensato di abbandonare perchè ogni volta che ne apro una mi fa male il cuore) alle giocose cretinate di Diesel (tipicamente, c’è un tizio in spiaggia che si riempie le mutande con delle palettate di sabbia gridando BE STUPID), è tutto piuttosto utile, carino a vedersi e spesso interessante per il portafoglio.
E poi, là dove il più nero degli abissi inghiotte una tragedia, ci sono le newsletter di Comptoir des cotonniers.

Ora, non so perchè tutto questo stia capitando e quali difficoltà affliggano questo elegante e amenissimo brand, ma ogni volta riescono a stupirmi con nuovi strafalcioni e inopportunità lessicali. A parte che se scrivi per due volte veluto invece di velluto vuol proprio dire che pensi di aver ragione te – e il problema diventa all’improvviso molto più grande -, ma la newsletter di Comptoir des maccherons trabocca di stupidaggini e bizzarri ibridi semantici che un po’ fanno ridere e un po’ ti fanno venire voglia d’invocare il dio Anubi, cane per metà.

Ma andiamo con ordine, che poi magari sono io che mi scandalizzo per niente.

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A parte il look ARTY BORGHESE – che è, per una figlia di papà coi pantaloni macchiati di vernice e un fazzoletto in testa? Per una signora ricca che si diverte a farsi mantenere mentre dipinge patacconi senza speranza? È un incoraggiamento all’acquisto aspirazionale dedicato al target proletario? -, ci avete mandato una newsletter, non un invito a palazzo. Che bisogno c’è di specificare “all’attenzione della signora“? Cosa pensano, che qua abbiam tutte la cameriera Esmeralda che ci controlla la posta in arrivo?

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Quel che so per certo è che i stilisti anelano banner ben curati. Poi possiamo anche andare tutti in giro nudi, al gelo.

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Fate largo, passa il pantalone più tendenza!

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Questa è una perla immortale.
INEVITABILE TWEED.
Non puoi sfuggire al tweed. Tenace come una blatta germanica, il tweed t’inseguirà per mari e monti, ti toglierà il sonno, importunerà i tuoi discendenti e verrà a incastrarsi in ogni interstizio della tua esistenza. Il tweed, lo stalker dell’autunno-inverno 2012.
Rassegnamoci al nostro destino, il tweed è inevitabile.

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Insomma, che dire. Auguro ai Cotonniers di ripigliarsi con celerità, perchè sfornano bei vestiti e non è saggio che perseverino con questo scempio settimanale. Coraggio gente, basta anche solo un Piccolo Palazzi.
E vi dirò di più, per contribuire all’assunzione a tempo indeterminato di qualcuno che conosca almeno cento vocaboli della lingua italiana, sono andata in visita al negozio di Torino e ho comprato una sciarpa molto allegra e questo bel maglione da dio Loki. Molto meglio del dio Anubi, patrono delle newsletter sbilenche.

 

PS. In realtà, la mia solidarietà è grande. E l’arte del refuso divertente è nobilissima. Per dire, una volta ho lasciato in una newsletter “IL PRINCIPE SPENDENTE” al posto di “IL PRINCIPE SPLENDENTE”. E son stati bei momenti.