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Stranger Things

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Perbacco, sono stata travolta da innumerevoli eventi. Sono andata in gita in località piuttosto incredibili, sono finita a Londra a vedere la prima di un film – ma così, a sorpresa – e ho circa 97 post da sfornare con una certa rapidità. Ma inizierò da quello meno rilevante, tanto per non darla vinta all’efficienza che dovrebbe invece governare l’esistenza di un essere umano adulto e razionale.
Che cosa vale la pena desiderare, di questi tempi?
Scopriamolo istantaneamente!

Il 50% circa delle interazioni suscitate dalle mie magistrali Instagram Stories consiste in domande sui rossetti – a me, nota icona beauty. Come ormai anche i sassi sanno, però, sono una devotissima estimatrice delle tinte labbra di Kat Von D. Ho un rosso “classico”, un rosso più scuro da pseudo-panterona e un NIUD che ha suscitato entusiasmi quasi sconfinati. E io, che pensavo che i NIUD fossero una roba inutile. Che stolta!
Comunque, il mio NIUD da giorno è il Lolita II… e ho recentemente scoperto che la Kat ha anche lanciato un cofanetto speciale dedicato alla gamma Lolita. Ci sono le due tinte – la mia è quella un po’ più terracotta, ma c’è anche il Lolita base che vira al rosino -, le matite labbra, l’ombretto e il rossetto “originale”. Costa 104 bombe ma mi pare la vita. E, cosa ancor più importante, è roba CHE MI STA BENE. Gridiamo al miracolo e rompiamo i porcellini.
P.S. – Sì, le tinte labbra seccano leggermente. Quelle di Kat Von D molto meno delle altre, ma sono comunque tinte. Se voi però vi mettete questo (un po’ prima) il bene trionferà.

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La cerniera del mio zaino con gli unicorni si è sfondata. E, in qualità di libera professionista che può teoricamente andare a lavorare dove e come le pare, avrei bisogno di uno zaino capiente, resistente e carino dove cacciare il computer e i materiali di sopravvivenza quotidiana. Il folle progetto prevede anche la riesumazione della bicicletta bellissima che Amore del Cuore mi ha donato un paio di estati fa e che ho usato pochissimo perché A) temevo che me la ciccassero e B) ad un certo punto ero gravida e non mi sembrava il caso di andare velocissimo sul pavé. Ora non so bene dov’è che voglio andare in inverno con una bicicletta e un computer nello zaino, ma mi è venuta lo stesso questa fissa insensata. Credo solo per giustificare la necessità di un nuovo zaino, ma non vorrei azzardare spiegazioni eccessivamente realistiche. Comunque, Pijama è un brand che conosco già da qualche anno e che sforna regolarmente borse e custodie per device di ogni genere. Usano un neoprene resistente più o meno come il kevlar e lo stampano in mille fantasie pazze, il che per me va BENISSIMO. Ora c’è una nuova linea – la Metron – con un nylon studiato appositamente e un po’ di sano minimalismo super funzionale. Ciao, zaino Metron a zig-zag, mi stai molto simpatico. Sono certa che potremmo diventare grandi amici.

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Mi emoziono relativamente poco per gli addobbi di Natale. Ma quest’anno vorrei un Ugly Christmas Sweater come si deve. E mi sto industriando per tempo. Sono molto indecisa tra quello di Stranger Things e quello di quel rompicoglioni di Kylo Ren. Sono entrambi orripilanti e li adoro come non mai.

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I libri che mappano scientificamente l’irreale e il fantastico mi affascinano sempre un sacco. È uscito per Utet un nuovo oggetto bizzarro che credo sarebbe saggio consultare, il Dizionario dei luoghi letterari immaginari  di Anna Ferrari. Il prezioso tomo cataloga e raccoglie i luoghi mitologico-inesistenti più celebri della tradizione occidentale, compilando un’avventurosa carrellata fra generi, epoche e opere diverse. Mi sto già emozionando.

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Com’era il cielo quando avete incontrato il vostro personalissimo Amore del Cuore? O quando avete preso una decisione di cui andate particolarmente fieri? E com’era, anche, in una giornata di rara e irripetibile felicità? The Night Sky permette di scegliere una data significativa della vostra esistenza e di trasformarla in una mappa stellare – riproducendo il cielo che si vedeva in quel posto e in quel preciso momento. La mappa si potrà poi personalizzare e stampare, per appendervela in casa nella commozione generale. Ma non è tutto molto tenero? Mi viene quasi un po’ da piangere. Il cielo di Minicuore! Il cielo delle Matrimoniadi! Sto proprio diventando una vecchia signora sentimentale.

Un post condiviso da The Night Sky (@thenightskyio) in data:

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Cuori a profusione, per il momento.
Vado a scrivere la roba che avrei dovuto scrivere più o meno ieri, invece di cercare maglioni natalizi ripugnanti con sopra i demogorgoni e dei ragazzini in bicicletta. Ah, devo pure consegnare un libro entro il 10.
Andrà proprio tutto bene.

Direi di cominciare senza particolari indugi o tentennamenti con un accadimento che mi sta lacerando l’anima. Sono anni che mi ripeto DEVI DEPLORARE LE CAPSULE COLLECTION DI MOSCHINO DEVI DEPLORARLE – ieri, però, è uscita quella dei Minipony.
Delle Barbie posso fregarmene.
Di Duffy Duck pure.
Degli orsetti anche.
Ma chiedermi di rinnegare i Minipony è troppo. Non ce la faccio. Costa tutto tantissimo – e ben ci sta, così impariamo a dar corda a Jeremy Scott, che giustamente sta lì per infinocchiarci e lucrare su quel che ci è più caro, frugando spietatamente nei nostri ricordi d’infanzia… perché questi sono i Minipony anni ’80-’90, non quelli iper spigolosi che ci sono adesso -, ma è molto difficile non affezionarsi.
Bendatemi, turatemi le orecchie e legatemi all’albero maestro.

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Volete consolarvi? Maglietta di Primark altrettanto coccosa a 6£. E senza l’invasiva e fastidiosa scrittona MOSCHINO. Tié.

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In questi giorni, poi, è uscito per la Penguin A Galaxy of Her Own: Amazing Stories of Women in Space. Raccoglie i profili di cinquanta donne che hanno contribuito a farci arrivare nello spazio, o ad esplorarlo, o a studiarlo. Astronaute, scienziate, ricercatrici che mi piacerebbe conoscere meglio – perché accontentarsi di una stanza tutta per sé, quando possiamo ambire all’intera galassia?

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Come ben sapete, non posso particolarmente contare su un uomo che mi faccia le foto. Ma ogni tanto sarebbe utile. Leggendo il blog della saggia Arianna Chieli, però, ho scoperto che esistono cover che si appiccicano ai vetri e agli specchi. E che rimangono lì. Foto a parte, sarebbe comodo averne una anche per poter agevolmente documentare le gesta di Minicuore mentre mangia la pappa, visto che i miei genitori richiedono continuamente dirette su FaceTime delle complesse operazioni. Investimento sensato e nemmeno troppo esoso? Per una volta sembrerebbe di sì.

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Le t-shirt ricamate a mano di Melidé sono già arcinote e di certo non hanno bisogno del mio entusiasmo, ma ho scoperto che ce n’è anche una di Stranger Things. E non posso che rallegrarmene tantissimo.

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Un libro muto aveva già fatto capolino sul mio Instagram, ma non ero ancora andata a spulciare per bene il sito di Slow Design, che li produce in collaborazione con una tipografia artigianale fiorentina. Che cos’è un libro muto? Un libro con copertina e legatura regolamentari… ma con le pagine bianche. Un libro-quaderno, insomma. L’assortimento è vasto, deliziosamente antiquato e la qualità della carta è ottima – li ho palpati tutti da Rigadritto in Brera, sbavando copiosamente. Prendiamocene sei scatoloni.

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