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Filippo II di Spagna non se la passa benissimo e ancora peggiori sono le prospettive del suo segretario particolare, Antonio Pérez, scacciato dal servizio attivo e prontissimo a tramare per rientrare nelle grazie del re. L’implacabile catena alimentare che governa la nobiltà di Madrid, nel frattempo, non contribuisce di certo a rasserenare il clima e, su tutti, sembra imperversare incontrastata l’Inquisizione. Chi può dirsi al sicuro? Nemmeno l’ultima delle sguattere, ci racconterà Leigh Bardugo in questo romanzo storico-fantastico – in libreria per Mondadori con la traduzione di Roberta Verde che sta perfettamente in piedi senza prometterci seguiti, prequel o spin-off.

Luzia è a servizio in una casa piuttosto scalcagnata, per gli standard di sfarzo della nobiltà “vera”. La sua padrona è una donna incattivita da un matrimonio senza amore e dalle scarsissime speranze di ascesa sociale. Mentre gli inviti a cena si fanno sempre più sporadici e le carrozze altrui continuano a sfilarle sotto al naso, donna Valentina scopre un tesoro in cucina: Luzia è una milagrera. Sporca, all’apparenza ignorante come una ciabatta, goffa e manco troppo avvenente, la serva ha il dono della magia e potrebbe trasformarsi nello strumento perfetto per dare finalmente il via a quell’ascesa impensabile che Valentina tanto brama. I prodigi di Luzia sono estremamente “pratici” e le hanno permesso di tirare avanti fino a quel momento senza soccombere alla fatica estrema della vita a servizio – l’unica “opportunità” concessa a una bambina dalla discendenza problematica.

L’Inquisizione non vede di certo di buon occhio l’eresia, il peccato e la fornicazione ma da temere sono anche i giudei “convertiti” – hanno davvero abbracciato la grazia del battesimo o si sono adeguati per puro opportunismo, nella speranza di rovesciarci? La magia di Luzia viene dalla lunga eredità della sua storia familiare e tenerla nascosta è una questione di sopravvivenza. Ma potrebbe diventare un’arma efficace per compiacere il re e il Dio degli inquisitori? Valentina lo spera, Pérez ne ha disperatamente bisogno e Victor de Paredes – l’uomo più ricco e fortunato di Madrid – non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione. Si offrirà di “sponsorizzare” Luzia nella competizione magica organizzata da Pérez per consegnare al re il santo paladino (o la santa paladina) che potrebbe risollevare le sorti della Spagna. Luzia collaborerà? Sarà all’altezza? Verrà smascherata dall’Inquisizione? Perché a Victor de Paredes fila tutto così liscio? Chi è lo spilungone spettrale che lo accompagna ovunque?

Bardugo si dimostra ancora una volta abilissima nella gestione di una coralità di intrighi, macchinazioni e destini. Gli elementi magici si incastrano in maniera molto fluida con i numerosi altri pezzi di contesto storico, religioso e “politico”, senza svuotare i personaggi di motivazioni individuali credibili. C’è molta carne al fuoco, ma l’economia interna della narrazione è quasi sempre ben gestita e Luzia è un personaggio per cui tifare con poche riserve. È una storia che parla di potere – declinato nelle sue innumerevoli anime: il potere magico è quello più “appariscente”, ma è l’ambizione che lega davvero ogni impresa e modifica irrimediabilmente le anime di cui si impadronisce. Luzia cerca riscatto, indipendenza, libertà, un amore che può far somigliare di più la sua vita a quella di un essere umano, senza padroni e senza paura. Il potere non è mai neutro o innocuo: perché lo si possa esercitare deve esistere qualcuno da controllare, qualcuno che perde qualcosa per permettere a noi di farci arbitri del suo destino, di amministrare anche quello che non ci appartiene. Che lo si faccia in nome della fede, di un regno o dell’avidità non lo rende meno iniquo. E per rompere le catene, certe volte, ci vuole un miracolo…

Tra i buoni propositi del 2019 c’è – ovviamente – quello di continuare a viaggiare, ritagliando qualche giorno qua e là per scoprire posti nuovi, vedere meraviglie e divertirmi molto. Ci sono numerosi sogni assai monumentali ancora da realizzare, ma poter cominciare l’anno con la prospettiva di una spedizione europea a primavera inoltrata mi pare già una gran cosa.

Ma di che diamine sto parlando?

Breve antefatto.
A dicembre ho accettato di buon grado la chiamata alle armi di Isola Bianca, un’agenzia SLASH tour-operator che da qualche tempo si occupa anche di organizzare viaggi di gruppo con “i personaggi del web”. Sono un personaggio del web? Chi lo sa. Ho mai fatto un viaggio di gruppo? Non di recente. Non frequentando assiduamente la parrocchia, gli ultimi viaggi di gruppo che mi ricordo sono le gite delle superiori. E in gita succedevano robe MIRABOLANTI. Sono abituata a viaggiare avvalendomi di aerei scomodissimi a orari improbabili e assemblando liste sconclusionate di tappe irrinunciabili, che vanno dai musei alle pasticcerie. Di solito le idee le raccolgo io, ma poi la razionalizzazione dell’itinerario è a carico di Amore del Cuore. Mi piace viaggiare così? Certo. Ma la verità è che mi piace viaggiare in generale. E avere qualcuno che ti escogita un itinerario e ti prenota tutto, lasciando a te solo l’incombenza di goderti l’esperienza, è una sensazione che sono felice di poter provare di nuovo.

Che succede, quindi?

Dal 20 al 22 maggio, Isola Bianca vuole portarci a Barcellona. E dico portarci perché il viaggio è felicemente prenotabile anche da voi. Anzi, il fatto che si vada in giro a pascolare insieme, brandendo caraffe di sangria – e ritagliando doverosamente un po’ di tempo anche per fare gli umarell davanti alla Sagrada Familia – è un po’ il cuore dell’impresa.

Perché Barcellona? Perché non ci sono mai stata. E perché è anche una meta dai costi non esorbitantissimi. Che cosa vedremo, più o meno? Ho chiesto a Isola Bianca di includere nel programma le mete barcellonesi obbligatorie, ma anche di ficcarci dentro librerie, luoghi curiosi, negozietti e, in sintesi, tutto quello che più o meno vado a cercarmi di solito quando viaggio per i fatti miei. Data la collocazione temporale, poi, sono fiduciosissima anche sul fronte climatico. È obbligatorio fare tutto quello che c’è sul programma o stare sempre compattissimi come una falange macedone? No. Ma sono assolutamente intenzionata a farmi in dodici per zampettare con tutti quelli che vorranno unirsi alla spedizione. Anzi, sarà un onore e una gioia.

Se vi va di approfondire – come spero – orari, costi, itinerari e logistica, ecco qua la pagina dedicata al viaggio sul sito di Isola Bianca. Per qualsiasi dubbio relativo a questi temi, scrivete con baldanza a loro – sono disponibilissimi e non vedono l’ora di prodigarsi per noi tutti. Volete prenotare con entusiasmo e pochi tentennamenti? Favola. Anche quello si può fare con gioia sul sito.

Partiamo?
Io lo spero. E non vedo l’ora. 
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