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L’inesorabile trascorrere del tempo e l’addio – immagino irreversibile – alla possibilità di passare i weekend a ronfare a letto non son cose che fanno bene alla pelle. Mi illudevo, in gioventù, di poter per sempre fare a meno di spalmarmi in faccia le sostanze più disparate, ma mi sto rendendo conto di aver ormai bisogno d’aiuto. Perché sì, nonostante la pigrizia, la tirchieria e lo scetticismo, ci sono prodotti che mi stanno effettivamente sostenendo in questi tempi impervi e difficili. Per i miracoli c’è ancora margine di manovra, ovvio, ma qualcosa di buono sta comunque accadendo. E mi fa piacere parlarne.

Un piccolo assortimento di DISCLAIMER
– Non sono un’esperta mondialgalattica di skincare. Sono una persona normale con problemi ancor più normali che cerca ogni giorno di svegliarsi con una faccia tollerabile. E, visto che non ne so abbastanza, raccolgo di buon grado i consigli di chi è depositario della saggezza che manca a me, o di chi si occupa di BIUTI per lavoro. I prodotti che mi sono presa la briga di elencare, dunque, è da lì che vengono. Qualcuno, in un momento imprecisato, ha deciso di impartirmi un po’ di nozioni-base e di darmi una mano a scegliere quello che poteva funzionare per me.
– Tipologia di pelle: la mia faccia è secca come una pergamena del Basso Medioevo e tende anche ad assumere un favoloso color lapide (specialmente nei mesi non particolarmente baciati dal sole). Quel che c’è qui, dunque, è orientato a risolvere quel genere di menate.
– Capita, ormai molto spesso, che mi propongano doni di ogni tipo. Se c’è qualcosa che penso potrebbe farmi del bene, io accetto di buon grado. E poi provo. Mi trovo bene con tutto quello che mi mandano? Giammai. Non mi compro più niente da sola? Ma magari, MAGARI. Indipendentemente dalla provenienza delle cremine e degli aggeggini, dunque, il criterio di selezione è stato il seguente: roba che mi ha giovato e che mi ricomprerò quando finisce.

Mi sarò dimenticata qualcosa di fondamentale? È probabile.
In ogni caso, ecco qua un piccolo elenco di quello che mi cazzuolo volentieri in faccia.

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SCRUB

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L’esfoliazione è una pratica profondamente gratificante. Perché sortisce effetti immediati e ti fa subito pensare di non aver buttato via una barca di soldi in attesa di ipotetici risultati futuri. Faccia spenta e pietrificata? Bene, ti fai lo scrub, levi di torno uno strato di pelle morta e ti senti subito un essere umano. Favola.
Questo scrub di Caudalíe è un grande amico. Si fa sulla pelle umida – appena uscite dalla doccia, tipo – perché è bello deciso e potrebbe scorticare un po’. Super granuloso e anche un po’ affilatino, pulisce a fondo e spazza via le schifezze ormai defunte, permettendo di fatto a una faccia nuova di zecca di riemergere.

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La lista comprenderà numerosi prodotti Origins, io ve lo dico. La colpa è principalmente di Aurora, che sa fare bene il suo mestiere e che, soprattutto, ha imbroccato in pieno praticamente ogni consiglio. Comunque. Questo scrub è più delicatino e nutriente del precedente. Si basa maggiormente sul fattore-frizione rispetto al fattore-particelle-scorticanti (senza perderci troppo in incisività, comunque) e si può dunque applicare anche sulla pelle asciutta. Stupefacente e luminosa setosità finale, insieme a una prima base di idratazione, che schifo non ci fa mai. Consiglio spassionato: NON CACCIATEVELO NEGLI OCCHI. Ripeto. NON CACCIATEVELO NEGLI OCCHI.

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MASCHERE

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Entrare nel tunnel delle maschere era inevitabile. Quelle di Lavera non saranno tempestate di panda e teneri ortaggi kawaii, ma fanno comunque il loro sporco lavoro – con un pragmatismo davvero apprezzabile. Uno dei problemi principali – o almeno, uno dei problemi che affliggono me, poi magari voi lo sapete – delle maschere spalmabili è MA QUANTA ME NE DEVO METTERE? Ecco, Lavera ha una piccola gamma di ottime maschere saggiamente divise in due porzioncine. Una maschera = una porzioncina. Idratazione e funzionalità. Senza dover prendere tanto le misure.

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Skincare coreana… RESPECT (in quantità industriali). Ho scovato su Amazon, per puro culo, un paccone da 16 maschere Dermal in tessuto a 15 euro. E vuoi non prenderle? Vuoi non fare un tentativo? Vuoi non lasciarti affascinare da ingredienti pazzi, estratti da ogni possibile vegetale, minerale, alga e sostanza presente nella tavola periodica? Ebbene, mi pare di averci imbroccato. Sono tutte a base di collagene, costano poco e sono ultra-imbevutone. E c’è anche una specie di tapparellina che potete appoggiarvi sulle palpebre.

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Visto che con il cargo da 16 maschere generaliste non mi sembrava di aver affrontato i miei problemi più pressanti con sufficiente incisività e precisione, ho preso anche una confezione da 5 di maschere (sempre in tessuto) Hydrolock.

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SIERI

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Il siero di The Ordinary all’acido ialuronico… wow, GROUNDBREAKING. Non ne avevamo proprio mai sentito parlare! Per fortuna ci sei tu, Tegamini! Niente, so di non essere particolarmente innovativa o originale, ma questo coso è la vita. Non lo so, è una specie di concentrato di “faccia bella” liquida da mettere prima della crema idratante. Descrivere l’effetto è complicato, ma la sensazione è un po’ quella di passare da arbusto avvizzito a frutto polposo.

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Il Make a Difference Plus+ è un po’ più “cremosino” rispetto al siero di The Ordinary, ma si assorbe in tre millisecondi comunque. In questo caso l’obiettivo è idratare profondissimamente, grazie al fondamentale contributo della Rosa di Gerico, famigerato vegetale che ha bisogno di una gocciolina d’acqua soltanto per risorgere da uno stato di secchezza apparentemente letale. Faccia, prendi esempio dalla Rosa di Gerico.

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GIORNO

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Ginseng e caffè – ma non caffè al ginseng, che non berrei neanche sotto tortura. La GinZing si prefigge di risvegliare la pelle spentissima del viso garantendo un’idratazione prolungata che possa sostenervi dall’alba al tramonto. Ve la spalmate dopo il siero e via, i fiori non appassiranno più al vostro passaggio.

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EFFETTI SPECIALI

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Tra i vari brand che prosperano sotto l’ombrello Deciem c’è anche Hylamide, che pare avere molto a cuore la resa-Instagram dei nostri volti affaticati. L’HA Blur è un finisher – che va messo dopo la crema idratante e prima di spalmarvi la “base colorata”, che si tratti di fondotinta o BB o CC o RTRUIRERIIFW – a base di acido ialuronico che uniforma la carnagione e produce un effetto da filtro-bellezza di Stories (anche se i filtri-bellezza di Snapchat avevano una marcia in più, devo dirlo). Sembrerete automaticamente una Kardashian dopo 14 ore di trucco pro? No. Ma la pelle ne esce ultra vellutata e visibilmente meno disomogenea. Io queste robe non me le mettevo e non ne conoscevo nemmeno l’esistenza. Ma fanno.

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Mentre attendevo che un nuovo tubetto di HA Blur mi venisse recapitato, ho provato la nuova Matte Crème di Erborian, che ha sempre l’obiettivo di uniformare, opacizzare, sgrossare la grana della pelle e piallare un po’ ma ha anche una piccola componente illuminante (senza però scadere in un effetto stroboscopico poco gestibile). Sarà la ninfea bianca? Io non lo so, ma sulla mia faccia produce luminosità.

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BB CREAM

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Dunque, non ho ancora trovato un fondotinta che mi doni davvero. Sembro sempre un ibrido tra il Fantasma dell’Opera e Data di Star Trek. Il che non è positivo. Non so, forse me lo metto male. Forse non mi sono dedicata a sufficienza alla ricerca del fondotinta perfetto. Io non lo so, ma non mi sento a mio agio. Quindi uso la BB Cream, e bene che sto. La mia preferita al mondo è la BB al ginseng – ma è ovunque questo diamine di ginseng – di Erborian. Non secca – perché un altro fantastico pregio della mia faccia è quello di ritrasformarsi in un foglio di polverosa cartapesta appena mi applico la base del trucco, nonostante io mi sia già messa siero, crema idratante e finisher -, non sembra una maschera funeraria micenea e si adatta bene al tono della pelle. Io, con una crema colorata sbagliata divento subito gialla, per dire. Ma anche quando mi pare di essere riuscita a scegliere la tonalità adatta. Ecco, questa no. E la amo.

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NOTTE

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Non mi diffonderò in nozioni sugli struccanti, perché mi strucco con l’acqua micellare… e non credo ci sia nulla di stupefacente da segnalare. A parte che bisogna struccarsi.
Comunque.
Ho scoperto che per svegliarsi con una faccia decente conviene andare a letto con un minimo di impegno. La High-Potency Night-A-Mins di Origins è pensata per defibrillarvi la pelle con un concentrato di vitamine e minerali vivacizzanti, che combattono l’opacità e fanno del loro meglio per idratare a lungo e in profondità. È bello sapere che mentre dormi ci sono delle sostanze pazze che si danno da fare per te.

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Il contorno occhi trama ai nostri danni. Ora, non ho ancora delle drammatiche zampe di gallina o delle rughe d’espressione devastanti – sarà che per tutte le scuole superiori non ho mai sorriso -, ma qualche accartocciamento comincia a intravedersi. Avevo provato una crema alla bava di lumaca, ma mi bruciava – oltre a farmi un po’ schifo come idea. Mi sono dunque attivata per evitare il disastro incipiente con un’alternativa molto più saggia: il contorno-occhi di Double B a base di acido ialuronico (acido ialuronico my old friend… e via di chitarra) e argan.

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La Drink Up-Intensive è una maschera notturna, tecnicamente. Ma non è che vado a dormire con due dita di crema in faccia. Sarebbe ingestibile a livello di cuscino e anche un po’ di qualsiasi altra cosa. Anche perché non sono il tipo che appoggia il capo su un trespolo di legno per non rovinare l’acconciatura o gli impacchi, come le geishe. Ciò detto, è una crema ricca da applicare generosamente prima di ronfare. Ti svegli sensibilmente più morbida – ma non unta – ed è anche profumosina e albicoccosa.

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LABBRA

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Non ho una bocca particolarmente voluminosa, ma se non me ne occupo scompare, in pratica. Divento Voldemort. Credo di aver provato circa 3289 olietti, burrocacai, stick, semi-gloss, volumizzanti e accidenti del genere, ma l’unico che davvero mi lascia le labbra idratate (a lungo), “volumizzate” e morbide è questo aggeggio di Clarins. È addirittura in grado di sostenere l’applicazione delle tinte labbra senza farmi somigliare alla mappa orografica di Lake Powell. E sì, ok, il rossetto liquido di Kat von D è, di base, meno prosciugante di moltissimi altri, ma un po’ di preparazione ci vuole lo stesso.

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Non so che cosa ne penserebbe il buon McGuyver, ma io sono molto fiera di questa soluzione. I mesi invernali mi hanno donato screpolature devastanti sulle mani (come al solito) e labbra spaccate. Visto che nulla sembrava riuscire a placare il problema labiale, ho fatto un tentativo con la crema Medela alla lanolina che mi ero comprata per evitare che Cesare mi staccasse i capezzoli quando allattavo ancora. Cioè, se ci fate caso, le labbra e i capezzoli hanno un po’ una consistenza simile – PERCHÉ NON TENTARE, DUNQUE. Ebbene, avevo ragione. La lanolina è anche un favoloso burrocacao.

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E niente, dovrei aver finito.
Sono arrivate altre cose da collaudare, ma non ho ancora trovato il modo di alterare l’attuale routine per riuscire a soddisfare la grande curiosità che mi anima… e non mi va di iniziare centosei creme contemporaneamente, che già sono disorganizzata di mio. Ho diversi prodotti dell’Estetista Cinica che vorrei usare con criterio, ad esempio. Ma so che vanno applicati con certi accorgimenti e che funzionano meglio insieme ai loro “fratelli”. Insomma, devo studiarmela meglio. E per le prossime puntate – o per dei “come mi sto trovando” in versione lampo – possiamo riaggiornarci su Instagram Stories, se vi va. Per suggerimenti e “oddio, Tegamini, sto usando sostanze miracolose VOGLIO GRIDARLO AL MONDO”, invece, i commenti sono sempre una buona idea.
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E ora teniamoci per mano, scrubbiamoci, mascheriamoci e idratiamoci al grido di #LIVTYLERSUBITO.

Direi di cominciare subito con l’oggetto più inspiegabile della wishlist di questa settimana. Perché nemmeno io so bene da dove provenga questo irrefrenabile bisogno di piazzare sulla mensola dei DVD il cofanetto completo delle sette gloriose e indimenticabili stagioni di Buffy l’Ammazzavampiri, il telefilm che rimarrà – temo – il mio preferito di sempre. Me lo voglio riguardare tutto, dalla prima all’ultima puntata. Voglio continuare a detestare Angel e a tifare tantissimo per Spike. Ci sono mille cose che non mi ricordo più – le prime stagioni le avrò viste quand’ero ancora alle elementari, fra un po’ – e lo trovo intollerabile. VOGLIO QUESTI BENEDETTI DVD PERCHÉ NON C’É UNO STRACCIO DI COSO ONLINE TIPO NETFLIX DOVE POSSO VEDERE BUFFY. E VA BENE CHE È COMINCIATO NEL 1997, MA MI PARE ASSURDO CHE NON ESISTA UN BLU-RAY RESTAURATO! È UNO SCANDALO, NON CI MERITIAMO LE PETTINATURE FAVOLA DI SARAH MICHELLE GELLAR! DOVEVI LASCIARCI SPROFONDARE ALL’INFERNO, BUFFY! GUARDA CHE ROBA, FA SCHIFO PURE L’IMMAGINE DEL COFANETTO. TUTTO QUESTO È UN SACRILEGIO BELLO E BUONO!

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Bene.
Sono calma.
Riprendiamo.

Nonostante La bella e la bestia con Emma Watson e il buon Matthew di Downton Abbey mi abbia fatto sbadigliare come nulla al mondo – seriamente, la noia che ho provato era solo parzialmente mitigata dalla continua necessità di domandarmi perché mai la povera Belle dovesse andare in giro con la gonna mezza tirata su da una parte -, comunque, il film non mi è piaciuto, ma ho scoperto che la Disney ha incaricato Christopher Kane di sfornare una costosissima capsule collection tematica, assai tamarra. E mi sono immediatamente invaghita della felpa col faccione pietrificato della Bestia. Il vero amore è orbo, no?

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È da poco uscita per Fandango una graphic-novel politicamente scorrettissima e molto ben documentata dal punto di vista storico, sociologico e scientifico dedicata all’organo sessuale femminile e alla storia della rappresentazione del corpo della donna. Si chiama Il frutto della conoscenza ed è opera di un’autrice svedese di nome Liv Strömquist che, con un grande senso dell’umorismo e una sacrosanta voglia di mandare tutti a quel paese, si è incaricata di demolire secoli di teorie strampalate e assurdi pregiudizi. Grande curiosità.

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La fashion week milanese è passata e su Instagram ho visto parecchie cose belle. Diverse tra le mie donne preferite sono andate felicemente in giro con le 289 by Saragiunti, delle borsine dall’aspetto assai coccoso e piene di trovate utili. Per dire, dentro c’è una fila di piccoli LED che si accendono per non farvi frugare invano alla ricerca dei vostri effetti personali (problema che continua ad angosciarmi non poco) e di un gioioso collegamento Bluetooth che vi farà vibrare fortissimo la borsa quando vi telefonano o vi arrivano notifiche assortite – io mi spavento con le suonerie e non mi accorgo mai della vibrazione, quindi UTILITÀ. Mi piace tanto la Cecile (qua sotto), ma approvo assai anche la Gaelle. I colori pastellosi della collezione estiva erano la vita, ma anche i neutri della nuova stagione, con la stampa con i ventaglietti d’ordinanza, mi garbano parecchio.

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E concluderei con un’altra eterna ambizione: una faccia normale. Ho provato con successo e discreta commozione la BB Cream dell’Erborian (una delle rare BB e/o fondotinta che non mi facciano diventare gialla come un omino del Lego, sgradevole faccenda che capita regolarmente con qualsiasi prodotto abbia un qualche tipo di colore) e mi piacerebbe collaudare anche la CC alla centella asiatica. Promette di illuminare e rianimare la pelle, idratando e pigmentando in maniera non troppo invasiva. Skincare koreano, soccorrimi.

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