***
TEGAMINI – Mamma mamma mamma possiamo avere un gatto?
MADRE – …a me piacerebbe molto, lo sai, ma devi chiedere a tuo padre.
TEGAMINI – Papà papà papà possiamo avere un gatto?
PAPA’ – No.
TEGAMINI – Ma perché!
PAPA’ – Perché no.
TEGAMINI – Ma la mamma…
PAPA’ – No.
Una ventina d’anni dopo:
AMORE DEL CUORE – Per Natale non ci facciamo i regali.
TEGAMINI – …ma come non ci facciamo i regali. Il cazzo! Io lo voglio il regalo di Natale, che cosa vuol dire che non ci facciamo i regali, dobbiamo anche fare il primo albero di Natale insieme, vuoi non metterci sotto niente, io non…
AMORE DEL CUORE – Non ci facciamo i regali perché adesso ci mettiamo qua e cerchiamo un gattino. E visto che sei allergica dobbiamo prendere il siberiano. Quindi no, niente regali, ci regaliamo il gatto. Volevo farti la sorpresa, ma poi ho pensato che era meglio se lo sceglievamo insieme… Ecco.
Ora, prima che qualche paladino dei deboli s’indigni perché “con tutti i gatti abbandonati e pieni di croste che ci sono in giro io non capisco che bisogno ci sia di prendere un siberiano con genitori provvisti di pedigree e di questo passo dove andremo a finire e piovegovernoladro e tutti i giovani sono dei drogati”, ci terrei molto a precisare che, per ragioni d’allergia, il siberiano è un po’ l’unica alternativa (CHE DISGRAZIA!). Questo nobile gatto nasce (senza bisogno d’interventi di scienziati pazzi) con una minor concentrazione nella saliva della proteina responsabile delle allergie. Che non è il pelo che fa starnutire, è la proteina distribuita sul pelo a vigorose leccate che gli conferisce questo potere di far lacrimare gli occhi e ponfare le cavità nasali. Va così.
E così sono partite le audizioni per trovare il Gattini del Cuore.
La prima concorrente provinata è stata una gattini tutta nera. Per arrivare alla sua dimora abbiamo cambiato in tutto tre tram, finendo poi in un complesso residenziale simile al labirinto del Minotauro, un posto circondato dal nulla, coi palazzi con le porte impossibili da trovare, i lampioni fiochissimi e la nebbiolina umida ad altezza polpaccio, tipo b-movie dell’orrore. Comunque, nella casa della gattini nera vivevano circa altri milleduecento gatti siberiani. Coricati ovunque, dai pensili della cucina alla cima dei lampadari, in un vorticare di pelo, polvere e crocchette masticate. La nostra potenziale gatta era un po’ secca e di pelo non molto poffoso. E pure iettatrice, forse. Ora, non ho mai avuto particolari pregiudizi verso i gatti neri, prima d’incontrare questa gattini. È anche vero che mai nella vita avevo preso una multa per non aver timbrato il biglietto su un mezzo pubblico. Poi niente, scendiamo dal millesimo tram e incappiamo in una falange armata di controllori ATM che, dovendo scegliere chi fermare tra me, un ciclope, una coppia di troll di caverna, un sosia di Kratos lo spartano, un borseggiatore con tanto di terzo braccio finto a tracolla, scelgono me. E al “signorina posso vedere il suo biglietto?” mi accorgo di aver dimenticato di timbrare. Ventisei euro di multa e l’insindacabile decisione che no, la gattini nera se la potevano pure tenere.
Il giorno successivo, animati da una fiducia quasi profetica, veniamo ricevuti dal gatto più bello e affabile mai vissuto – nero pure lui. E sulla via di casa decidiamo che si dovrà chiamare Ottone von Asgard, Ironcat Supremo.
Al secondo giorno dal suo insediamento sul trono, Ottone contempla il suo regno, coccolando i cuscini-frollini.
***
Il venerdì, giorno designato per il ritiro di Ottone, Amore del Cuore – già nel mood padre-modello – si reca al negozio di animali e acquista:
– cassettina pipìpupù con filtro antiodore, setaccio e porticina basculante
– lettiera magica (in pratica funziona che se un gatto fa una cacca o una pisciatina, la deiezione attira verso di sè tutta la sabbia che, formando una palla, si auto-isola dal resto della sabbietta pulita e può essere così agevolmente eliminata. Son questi i momenti in cui adoro la scienza)
– tiragraffi a due piani con topino penzolante incorporato
– due chili di crocchette
– venti scatolette al tonno e al pollo
– spazzola
– pupazzetto di topino frinfrillante
– trasportino…
AMORE DEL CUORE – Eh, avrei anche bisogno del trasportino.
ANIMALAIO – Ne ho di tre misure. Piccolo, medio e grande.
AMORE DEL CUORE – Quello piccolo potrebbe andare? È un gattino di quasi quattro mesi…
ANIMALAIO – Ma di che razza è?
AMORE DEL CUORE – Siberiano.
ANIMALAIO – HAHAHAHAHAHA, quello piccolo, HAHAHAHAHA! Ti dovrei già dare la misura grande!
AMORE DEL CUORE – …vabè, facciamo il medio.
***
The cat is on the table.
***
Eventi salienti e casistica casuale delle prime due settimane di convivenza con Ottone von Asgard.
– A Lotto Fiera, in un bel vagone affollato della metropolitana, Ottone von Asgard – ben avvolto in una copertina di PAIL rosso e inserito nel trasportino medio – decide di fare la pipì.
***
Ottone, il gatto più preso male della Lombardia, appena giunto nella magione dei Tegamini del Cuore.
***
– La prima sera, atterrito dall’ambiente sconosciuto, Ottone von Asgard respira velocissimo e sfiora più e più volte l’infarto. La mattina successiva lo troviamo incastrato nella nicchia delle scope e dell’aspirapolvere, luogo ritenuto molto più comodo e salubre del cestino imbottito predisposto per il suo sonno. E comunque, quando l’ho visto incagliato tra spazzole e palette, immobile e addormentato, ho gridato la seguente cosa ad Amore del Cuore: “È MORTO! ODDEEEEEO, È MORTOOOOOOOOOOH”. Poi ho pianto, perché era vivo.
– Ottone von Asgard elegge gli scaffali rasoterra della scala-libreria come nascondiglio strategico e dimostra di avere molto giudizio in fatto di letteratura: tra tutto quel che c’è, sceglie di masticare solo il Supercorallo di Accabadora di Michela Murgia.
La letteratura offre un salvifico riparo a Ottone von Asgard. E un po’ a tutti quanti, valà.
***
– Ottone von Asgard non miagola, emette dei pigolii. Ogni volta che salta giù da qualcosa, i pigolii diventano molto simili agli SQUIK che fanno quei giocattoli gommosi schiacciabili e trombettanti . A ogni atterraggio corrisponde uno SQUIK. I suoni mutano nuovamente quando Ottone von Asgard deve imprimere una certa accelerazione al suo incedere: se inizia a correre o deve fare la scala in salita, Ottone von Asgard farà FRRRUIUIUIUI.
Tutta questa collezione d’espressioni sonore risulta più vicina ai versi di un qualsiasi Pokemon rispetto a quanto ci si potrebbe ragionevolmente aspettare da un gatto.
– Ogni volta che ti giri e vedi che c’è Ottone von Asgard, lo ami un po’ di più.
***
Giorno 2: Ottone non riesce più a nascondere il suo buon carattere e passa la mattina a farsi avvolgere nell’amica vestaglietta.
Sempre nel glorioso giorno 2, Ottone si rovescia senza ritegno sui miei ospitali arti inferiori.
Và, non c’è nemmeno bisogno di usare Instagram, per far venire bene questo sublime felino.
***
– Ottone von Asgard produce fusa istantanee appena lo tocchi e, in generale, si comporta come un pupazzo vivo. Sta in braccio, si ribalta in terra per farsi strafugnare la pancia ed è intimamente convinto di essere una pagnotta di pane.
– I film più graditi da Ottone von Asgard, in questo periodo, sono stati Zodiac e The Hurt Locker.
– Ottone von Asgard è riuscito nel miracolo di suscitare telefonate spontanee da parte di MADRE. Lei, che mai al mondo si sogna di chiamare per prima ma anzi, si lamenta sonoramente se non mi faccio sentire due volte al giorno, ebbene, da quando c’è Ottone, MADRE mi telefona. Per sapere come sta il gatto, ovviamente. Non paga, ha intimato a mio padre di utilizzare più spesso Face Time e ora, a giorni alterni, passiamo le serate e giocare con Ottone in videoconferenza.
– Ottone von Asgard, a seguito di un regolare consumo di scatolette inestimabili, è in grado di produrre flatulenze portentose. E sempre nelle immediate vicinanze del cranio di Amore del Cuore. O in presenza di amici e ospiti.
– Se una palla (da tennis, di carta o d’alluminio… basta che rotoli) finisce incastrata in qualche disagevole pertugio, Ottone non si sforza di tirarla fuori ma, semplicemente, la osserva con risentimento, attendendo che qualche servitore accorra per restituirgliela. Se ciò non accade, Ottone ne piange brevemente la scomparsa e torna a farsi le unghie nel tappeto.
– Quando è arrivato, Ottone pesava 2.1 chilogrammi. Ora siamo ingrassati di un etto. Da grande dovrebbe arrivare a pesare otto o nove chili (di cicciotte, pelo e fulgido amore).
– Nessun omino di Fifa12 può sfuggire agli artigli di Ottone von Asgard.
– Siamo tutti quanti percepiti come giganteschi giocattoli. Soprattutto io, in tenuta domestica con mocassino indiano fiocchettato e vestaglietta con cintura penzolante. La vestaglietta, anche se non mi contiene, è comunque amatissima.
***
Ottone, sempre pronto ad aiutare nei lavori domestici.
***
– Ottone von Asgard è l’unico che sa quel che deve fare quando suona la mia sveglia, alle 7. Quando suona, Ottone si presenta e salta sul letto, dando ufficialmente il via al festival delle coccolerie. Da una parte, Amore del Cuore ruzzola nella mia direzione e, oltre a dispensare abbracci e incoraggiamenti, tenta di gettarmi giù dal letto – importantissimo servizio – e, dall’altra, il gatto calpesta il telefono, mastica il filo della lampada, si capotta, mi assesta piccole craniate e unghia la trapunta.
***
Ti svegli, e vicino alle pantofole c’è questa situazione.
***
– Tutta la bellezza del mondo, per Ottone von Asgard, si può trovare nel polistirolo espanso.
Il gatto Maru dovrebbe iniziare a temerci.
***
– Data la particolare conformazione delle zampe – cuscinettate e foderate a ciuffoni di pelo anche sotto -, Ottone von Asgard non ha molta aderenza sul legno. Dopo alcune derapate poco dignitose, però, sembra aver compreso come sconfiggere la forza centrifuga e calibrare il proprio impeto per rimanere in carreggiata. MADRE, preoccupata per gli sbandamenti del nipote, si è comunque offerta di confezionare per Ottone dei guantini col gommino antiscivolo e lo spazio per cacciare comunque fuori le unghie.
Ve lo giuro.
– La prima volta che mi è salito sulla pancia e ha iniziato a fare la pasta con le zampe davanti ho gridato ad Amore del Cuore: “GUARDAAAAAAAAAA STA FACENDO LA PASTAAAAAA È TUTTA LA VITA CHE ASPETTO QUESTO MOMENTO!”.
– Se sei un umano e non sai che cosa fare, spazzola il gatto.
– Se sei un gatto e non sai cosa fare, mettiti comodo e contempla il declino della civiltà occidentale.
***
Insomma.
Amiamo follemente Ottoncino.
Lui crediamo ci tolleri.