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[In collaborazione con quei cuoroni di Clementoni. :)]

Dopo il listone funzionale a tema “che serve quando arriva un nuovo essere umano”, eccomi di ritorno con uno spin-off tra il ludico e l’utile. In qualità di fratello maggiore, Cesare è stato un apripista molto autorevole e ora veleggia verso i sei anni continuando ad apprezzare molto il “catalogo” Clementoni. Tante delle trovate e delle soluzioni per la primissima infanzia che ci hanno aiutato con lui fungono da base anche per la piccola guida che troverete qua. Lo spirito è sempre il medesimo: fornirvi consigli rodati ed essenziali, sia per preparare il nido domestico – se volete immaginarvi come grandi uccelli da cova – che per indirizzare eventuali doni in entrata. Anche in questo caso, insomma, il senno di poi ci assiste con sollecitudine: meno cose ma cose che davvero si sono rivelate funzionali, preziose e sensate nelle operazioni di sopravvivenza all’arrivo di un neonato o di una neonata a casa.
Chiariti gli intenti, ecco i baldanzosi suggerimenti.


Sleepy Moon

Esordirei col grande spauracchio del sonno. Ci sono lucine “da culla” di ogni genere, forma e dimensione e tendono a supplire a due funzioni principali: creare un’atmosfera paciosa e rilassante per favorire la nanna (spesso con una combinazione cromatico/sonora) e dare una mano pure a voi a non brancolare nel buio quando si tratterà di disinnescare il neonato piangente. Noi tenevamo accesa la lucina durante l’addormentamento e la riaccendevo quando mi riappropriavo di Cesare per allattare di notte o placare i risvegli – abbiamo sempre avuto lampade da comodino un po’ troppo luminose per non devastare la vita a tutti. Insomma, le lucine da culla sono un buon compromesso. Qua, per esperienza, tendiamo a non amare molto gli aggeggi musicali – dopo un po’ possono condurre alla pazzia -, ma sul fronte del sonno si sono rivelati benefici. Questa lunina non è ingombrante, illumina il giusto e può fregiarsi di Mozart – che se dovete sentire qualcosa pure voi che sia roba degna, insomma.

 

Coccinelletta-proiettore

Altra soluzione sonoro-luminosa: i proiettori. Personalmente non amo le giostrine o i tralicci che penzolano sulla culla – i neonati vanno tirati fuori e rimessi giù un sacco di volte ed è già laborioso a sufficienza anche senza dover schivare attrezzi telescopici – ma è vero che qualcosa “da guardare” o da percepire nei dintorni possa favorire serenità e relax. Insomma, i proiettori non intralciano ma intrattengono e si possono anche spostare qua e là, aiutandovi ancora a non manovrare nel buio pesto.

 

Coniglietto confortante

Quello dei doudou – o comforter – è un vasto universo. Sono oggetti di transizione che devono essere facili da afferrare (ecco perché hanno prevalentemente una forma a “straccino”), piacevoli da stropicciare e, per sostenere le esplorazioni sensoriali dei primi mesi, interessanti abbastanza da offrire stimoli diversi (ecco perché ci sono nodi, linguette, orecchie che fanno rumorini croccanti o porzioni morsicabili). Coniglietto, contiamo su di te.

 

Soft Spiral Happy Animals

Sempre con l’idea di fornire un avvincente (per quanto compatto) parco giochi sensoriale, sono comodissimi anche i giochi a spirale. Si possono attorcigliare ovunque – dai maniglioni dei passeggini alle cinture delle sdraiette, ma anche ai bordi delle culle – e intrattengono allegramente con un mix di forme e materiali diversi da toccare, suscitando accesissime fascinazioni. Oltre al tatto, “esercitano” anche le orecchie: pure qua gli animalini contengono sonagli o imbottiture scrocchiettose da scoprire.

 

Palestrina (in bianco e nero)

Le palestrine sono una specie di Megazord concettuale: sono dei quadratoni morbidi dove gli infanti possono stazionare in modo sicuro e beneficiare di stimoli di diverso tipo, sia da fochine spiaggiate sulla schiena che durante i primi tentativi di rotolamento sulla pancia. Memore della lotta per la conservazione della mia salute mentale, tenderei a consigliarvi una palestrina come questa, che non ha luci o diffusori musicali. Son più snelle a livello di struttura e, se proprio devono far rumore, lo fanno per rispondere a un’azione del bambino. Qua c’è chiaramente la possibilità di appendere creaturine schiacciose qua e là o di spingersi in esplorazioni visive – perché il bianco e nero? Perché i bambini molto piccoli non ci vedono come gli adulti e assimilano più efficacemente i colori a contrasto.

 

Cuscino Kitty Cat Tummy Time 

Sempre in ottica di “guarda mamma mi hanno installato l’aggiornamento SAPER STARE A PANCIA IN GIU’ 1.0!”, un isolotto su cui far approdare i vostri coraggiosi bruchi striscianti. Anche in questo caso, il cuscinotto offre un supporto per i gomitini ma anche delle opportunità tattili per baloccarsi e/o decidere di spingersi un po’ più in là. Volendo, diventano anche dei cuscini da pisolino.

 

L’orsetto Bob

Concluderei con un suggerimento un po’ sentimentale, visto che conservo ancora l’orsacchiotto che ho più amato da piccola e che mi trascinavo OVUNQUE. Un orsetto ci vuole. Un orsetto è per sempre. Viva gli orsetti. 🙂

Un ricapitolone? Ecco qua il nutrito angolo del sito Clementoni che ospita le cuorosità di questo elenco e molto altro. Che dire, in bocca al lupo e felici primi mesi a voi!

 

 

Per chi fosse (giustamente) ignaro di tutto, dirò che sono andata a fare un giro a Oslo, qualche settimana fa. Pessima idea, andare in vacanza all’inizio del mese, a stipendio praticamente intatto. Vai in giro in mezzo ai fiordi e ti convinci di avere addirittura un po’ di potere d’acquisto… ma poi torni a casa e ti viene in mente che non hai ancora pagato l’affitto e, mentre ancora trascini il trolley nell’androne, scopri anche che sono arrivate le bollette. Amore del Cuore vive un perpetuo lapsus, quando c’è da pagare la luce e il gas:

TEGAMINI – Ma quand’è che c’è da pagarle, insomma?
AMORE DEL CUORE – Che cosa, le multe?

Comunque.
Per chi volesse leggersi tutta l’avventura e vedere un mucchio di foto bizzarre e gioiose, c’è tutto un post pieno di cose divertenti e indicazioni > Oslo: una mini-guida per gente buffa.
Per chi sa già tutto, invece, procedo senza indugi con lo sbandieramento degli irrinunciabili articoli acquistati in Norvegia. Perché se mai qualcuno proporrà di interdirmi, sarà ben necessario fornire alle autorità un ragguardevole malloppo di tangibili prove di squilibrio e scarsa attitudine allo stare al mondo.

Splendido.

Il primo palpitante oggetto trascinato in patria dalle terre di Odino è un capiente, pratico e inutile lunchbox di foresta.

Il cerbiattino parla con lo scoiattolo, mentre moltitudini di uccellini festanti e altri scoiattolini – sicuramente sodali di quello che chiacchiera – si agitano senza posa tra la rigogliosa vegetazione. Perché è vero che in ognuna di noi c’è una principessa Disney.

***

Siamo anche entrati in un negozio dell’usato. Mai visto tanti piatti di porcellana arzigogolata in vita mia. Ho addirittura pensato che mi sarebbe piaciuto moltissimo sceglierne a caso una dozzina e apparecchiarci la tavola per sempre. Che si sa, gli assortimenti vintage che simulano disordine fanno tanto “guarda che stile, e non ci sforziamo neanche”. Date le costrizioni sul bagaglio a mano, però, ho lasciato perdere piatti e piattini per lanciarmi su una coppia di incomprensibili uccellini. Burberi e gonfi come cornamuse.

VICHINGO DELL’USATO – Are you getting the birds, then?
TEGAMINI – Absolutely, they’re so pretty!
VICHINGO DELL’USATO – I know. They remind me of my grandma.
AMORE DEL CUORE – …seh, altroché ricordi, questi qua erano proprio quelli di sua nonna!

Mi chiedo da quanto sia morta, quest’anziana sconosciuta.

***

Ma il vero tesoro, ripescato da un vascello spezzato a metà dal tentacolo di un kraken di fiordo, è ben altro. Perché nei negozi di giocattoli norvegesi si trova di tutto. E ci sono anche i polli arrosto di peluche.

Nota bene, sia le ali che i cosciotti sono staccabili. C’è il velcro, così li puoi riappiccicare e mettere da parte gli avanzi… metti che qualcuno non riesca a finire quello che ha nel piatto (uno scandalo, con tutti i bambini che muoiono di fame in Africa). Per una corretta conservazione del pollo-pupazzo, poi, vi consiglio animatamente di cacciarlo in frigo.

Per tirarla ancora un po’ per le lunghe, vi racconterò anche che questo pollo era destinato a me. Lo scorso anno, in un negozio di giocattoli di Amsterdam – anche là, negozi di giocattoli straordinari, devono avere qualcosa, i nordici, per i giochi… che sia la maggiore prossimità geografica con Babbo Natale a ispirarli? – avevo visto un pollo di peluche uguale uguale. Stupidamente, però, avevo evitato di comprarlo. Sarà che stavamo andando a visitare la casa di Anna Frank… e probabilmente avrò pensato “non puoi andare alla casa di Anna Frank con un pollo di pezza in mano”. E niente, l’ho lasciato dov’era, rimpiangendolo amaramente per mesi. Poi niente, si è verificato questo miracolo norreno. Ed era pure l’ultimo rimasto. Insomma, il fato ha voluto che io e il pollo ci incontrassimo di nuovo. E questa volta non ho vacillato.

***

Ci eravamo anche presi benissimo con questi esotici cranio-pupazzi ma, si sa, Ryanair ti dissangua, se osi proporti al check-in con un bagaglio anche di poco più grande di una risma di fogli A4.
Il bufalo!
Parliamo del bufalo!
È straordinario, lontanissimo da casa mia, ma straordinario.