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nerita peloronta

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Dopo aver strabiliato le genti del mondo con le prodezze dell’alpaca, la patologica idiozia della sula dai piedi azzurri, l’eroico struggimento del narvalo e il ripugnante grugno dell’infernale babirussa, l’acclamata rubrica “Gli animali ti guardano” torna a illuminare le vostre esistenze con una nuova spedizione nei recessi faunistici più oscuri del nostro bel pianeta.
Oggi, con coraggio e autentico spirito dell’avventura, ci occuperemo di una delle creature più infide dei sette mari: la Nerita Peloronta, la lumaca che vorrebbe strapparci gli occhi a morsi e dilaniare le nostre carni.

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Umani, non avete scampo!

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Provo una sincera avversione gastronomica nei confronti dei molluschi del mare. Eʼ una sensazione di schifo puramente legata alla masticazione: quello che mangio deve avere un livello minimo di stabilità molecolare e una polpa compatta, concentrata in un confine ben delimitato e rassicurante. Non cʼè al mondo niente di più spaventoso di unʼostrica, una roba che si deve inghiottire per scivolamento. Ed è proprio la consistenza a mettermi addosso questʼinfinito malessere: si va dal blando mollicciume delle conchiglie liquefatte alle temibili creature che associano mollezza e gommosità, come le lumache dʼacqua salata. Ne ho mangiata una quando avevo dodici anni e me lo ricordo ancora adesso.
Eravamo a Nizza, in uno di quei ristoranti con il vascone pieno di pesci fotonici e lʼarredamento da veliero pirata. Il papà del mio amichetto della spiaggia era un tipo metodico, inghiottiva bottigliate di Fernet Branca a orari poco consoni, ma era un signore davvero risoluto. Dopo aver pescato una lumachina da un mucchio di bestie col guscio, aveva trafitto la polpa scura con un forchetta molto piccola e, con unʼabile rotazione del polso, era riuscito a tirare fuori dalla conchiglia una roba brutta, storta e bagnaticcia. Poi, tutto garrulo, me lʼaveva cacciata in gola. A due decenni di distanza dallʼepisodio, anche se provo un travolgente stupore per qualcosa, mi guardo ben bene dallo spalancare la bocca.