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Mi sembrava scorretto produrre una lista di potenziali doni per lettori cresciuti e tralasciare le vaste praterie dell’infanzia. Eccoci dunque qua per rimediare a questa grave e lacunosa ingiustizia. Prima di cominciare con i suggerimenti “nuovi”, voterei per un rapido ricapitolone delle risorse già presenti e sempre utili per trarre ulteriore ispirazione. Cos’è già uscito? Ta-da:

Ciò detto, ecco qualche spunto da recapitare agli elfi di Babbo Natale per propiziare le letture delle creaturine che popolano le vostre vite. Precisazione sull’età di riferimento: il mio bambino ha cinque anni e troverete qua una rassegna di quello che ha apprezzato in questo periodo (o nel periodo dell’asilo, tanto per chiarirci). Legge autonomamente? No, ma siamo piuttosto dell’idea che anche proposte più “difficili”, se c’è qualcuno che spiega e accompagna, siano avventure felicemente affrontabili.

Vado.

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Aina Bestard
Paesaggi perduti della terra
(L’ippocampo)

Di Aina Bestard avevamo già adorato Una nuova vita – Come nascono i bebè animali (sì, sono riuscita a piangere con i pinguini e le tartarughine) e ho accolto con la medesima ammirazione questo bellissimo volume dall’aria un po’ rétro. Sembra un atlante d’altri tempi, da sfogliare meravigliandosi delle illustrazioni e dei capitoli tematici che ripercorrono le tappe dell’evoluzione della terra, dalle rocce agli pteranodonti.

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Andrea Antinori
Sulla vita dei lemuri – Breve trattato di storia naturale
(Corraini)

Dunque, Corraini si sta addentrando – con il consueto gusto per il surreale – in un fascinoso filone di storia naturale. Data la sua passione sconfinata per gli invertebrati, Cesare si è sciroppato con curiosità e partecipazione anche Sulla vita sfortunata dei vermi di Noemi Vola, che è un po’ il cugino meno sintetico di questo trattato illustrato sui lemuri. L’approccio è estroso: notizie zoologiche “realistiche” presentate con un pazzissimo approccio narrativo e illustrazioni mai banali.

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La nave cervo - Gallucci editore

Dashka Slater & The Fan Brothers
La nave cervo
(Gallucci)

Che meraviglia visiva. E che grande abilità nella navigazione ci nascondevano gli animali – nonostante l’assenza del pollice opponibile! Un inno alla curiosità e all’allargamento dei confini del proprio mondo, ma anche una rinfrancante conferma che l’amicizia e la collaborazione possono portarci dove mai avremmo immaginato di arrivare.

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Lara Albanese & Tommaso Vidus Rosin
Mappe spaziali
(Nord Sud)

Questo è l’atlante che ho fornito a mio padre – competente e assiduo astronomo amatoriale – per allietare suo nipote su un terreno familiare. Oltre alla presentazione (visivamente dinamica e molto d’impatto) degli elementi strutturali del cosmo, troverete anche i pianeti del nostro Sistema Solare e le nozioni base per avvicinare i più piccoli ai misteri dell’universo.
Intanto che ci siamo, segnalo volentieri anche Il sole e i pianeti di Patricia Geis. Ha uno squisito stile d’impaginazione “vintage” e si avvale di numerose soluzioni cartotecniche (alette, lancettine, finestrelle…) che animano le illustrazioni e sostengono l’impianto concettuale.

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I viaggi di Ulisse. Ediz. a colori - Ricardo Gòmez - copertina

Ricardo Gómez & Mariona Cabassa
I viaggi di Ulisse
(Nomos Bambini)

Cito questo titolo per ricordarvi in realtà un’intera collana che Nomos Bambini ha inaugurato – e già ben popolato – quest’anno. Si chiama Miti Classici e, dalle Amazzoni alle fatiche di Ercole, punta a rendere fruibili le grandi storie della tradizione mitologica “occidentale” anche ai più piccoli e alle più piccole. I libri sono tutti illustrati e sviluppano una narrazione compiuta che abbraccia uno specifico episodio mitologico. Alla fine di ogni volume troverete qualche pagina di inquadramento storico e letterario.

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Tom Froese
Mummie svelate
(Franco Cosimo Panini)

Che cosa c’è di più festoso e natalizio di una storia illustrata dell’imbalsamazione, mi chiedo! So bene che quella per l’antico Egitto è una fase quasi obbligata della curiosità infantile e, dopo puzzle, kit di scavo a forma di piramide che m’hanno intoppato pure l’aspirapolvere e momenti di autentico terrore semantico quando s’è trattato di descrivere la composizione morfologica del Dio Anubi, eccoci qua con le mummie e con un altro volume che arriva dalle splendide edizioni del British Museum. Dai vasi canopi al destino ultraterreno dei faraoni, una panoramica accurata e godibilissima di questo affascinante pilastro della civiltà egizia.

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Harry Potter – Il libro di cucina ufficiale
(Magazzini Salani)

Per la rubrica “giocose attività da svolgere con la prole ma che sarebbero molto più agevoli da svolgere se la prole si limitasse a mangiare ma vuoi mettere il divertimento che ci perderemmo”, ecco qua una nuova emanazione dell’universo potteriano. Dai grissini-bacchetta ai dolci di Mielandia, 40 ricette ispirate al mondo di Harry Potter per allietare i fan in erba e far felici pure noi vecchi bacucchi cresciuti con la saga. L’edizione, in tutta onestà, è magnifica.

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Mike Lowery
Cose pazzesche su dinosauri e altre bestie preistoriche
(Nord Sud)

Mike Lowery, volevo dirti che anch’io sono una tua grande fan. Sarà lo stile del disegno e la vispa organizzazione delle pagine, sarà quel senso dell’umorismo un po’ slapstick e la capacità di sintetizzare con giocosità anche concetti non immediatissimi, ma riesco a rendermi perfettamente conto del perché Cesare abbia apprezzato così tanto questo libro e torni periodicamente a sfogliarlo anche da solo. La struttura è piuttosto classica – da dove vengono i dinosauri? Come sono fatti? Come si collocano su un pianeta in evoluzione? – ma ben poco ci si annoia. Nozioni utili, umorismo, fracassonate!

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Sergeij Kozlov & Jurij Norstein | Illustrazioni di Francesca Yarbusova
Il riccio nella nebbia
(Adelphi)

Il riccio nella nebbia nasce negli anni Settanta come progetto d’animazione della premiatissima ditta – è proprio il caso di dirlo – Kozlow/Norstein/Yarbusova. Per curiosità, eccolo qua. La storia, poetica e onirica, è quella di un riccio che si smarrisce in una foresta impestata da una nebbia impenetrabile mentre tenta di raggiungere il suo amico orso. Quest’edizione è un prezioso adattamento “statico” della versione animata, diventata un classico sia per la narrativa russa per l’infanzia che per il pubblico internazionale – perché il viaggio dell’eroe è un concetto universale… ma non capita spesso di affidarlo a un riccio come questo.

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Tom Curtis
Allo zoo con papà
(il Saggiatore)

Tom Curtis è il detentore di una delle pagine Instagram più cretine e geniali di sempre: su @thingsihavedrawn raccoglie le versioni “realistiche”, da lui medesimo FOTOSCIOPPATE, dei disegni sbilenchi dei suoi bambini, prevalentemente a tema zoologico. È una roba esilarante, imbecille e dolcissima che ha ora trovato una sua versione narrativa: Allo zoo con papà raccoglie le perle più indimenticabili di questo bestiario assurdo, ma è anche una sorta di carrellata – raccontata in forma di filastrocca – degli incontri salienti di una gita padre-figli in mezzo agli animali.

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Si potrebbe come di consueto proseguire all’infinito, ma si fa quel che si può. Spero di essere riuscita a lanciare qualche spunto intrigante e vi auguro felicissime letture coi bambini e le bambine della vostra orbita – o pure per conto vostro, chi può dirlo. Un libro valente non ha età.

 

byatt ragnarok tegamini

Dunque. Dipende un po’ da come siete voi. Se desiderate accumulare una conoscenza enciclopedica e puntigliosissima sui miti nordici – con tanto di spatafiata etimologica per ogni parola che incontrate, gioiosi percorsi tematici trasversali, profili accuratissimi sulle principali figure e divinità, storia delle bestie, storia del mondo, usi e costumi e becchime prediletto dei corvi spioni di Odino -, ebbene, se avete bisogno di tutte queste cose potete comodamente lanciarvi sui Miti nordici di Gianna Chiesa Isnardi. Lo pubblica Longanesi e male non vi farà. Se, invece, siete personcine un po’ trasognate e meravigliabili, pronte a rimanere a bocca aperta davanti a un gigante di ghiaccio, allora vi conviene leggere fortissimo Ragnarök di A. S. Byatt.

Ma che succede in questo libro? Niente, madama Byatt ci racconta la storia di una “bambina magra” che fugge da Londra allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Va in campagna con la sua mamma, per stare più al sicuro. Suo padre è partito per l’Africa e tutti a Natale gli fanno un brindisi propiziatorio di torna-presto-sano-e-salvo, ma senza particolare convinzione… che è meglio non sperarci troppo, quando qualcuno fa l’aviatore. La bambina magra passeggia per i prati, guarda i fiori che crescono, va a scuola, va in chiesa a farsi venire dei gran dubbi e, soprattutto, legge Asgard e gli dèi. È un librone che comincia con la creazione del mondo – ci sono Odino, Vili e Vè che fanno a pezzi un gigante d’argilla e ci impastano l’universo – e finisce con il Ragnarök – divinità che si annichiliscono vicendevolmente mentre la struttura della materia collassa in un ribollire di fulmini e abissi oscuri.

Odino prese Hel e la gettò verso Niflheim, la buia terra delle nebbie e del freddo. Lei rimase rigida, come una freccia tirata da un arco, un missile dalla punta aguzza, ancora e ancora, giú giú, cadde per nove giorni attraverso la luce del sole, della luna e delle stelle, oltre i cocchi in gara del Sole e della Luna, oltre le cime degli abeti e le loro radici, giú nei pantani e le paludi senza luce di Niflheim, attraverso il freddo torrente di Giöll e dentro Helheim, dove avrebbe regnato sui defunti umani che non erano abbastanza fortunati da morire in battaglia, un regno di ombre.
Il ponte sul fiume Giöll era d’oro, di ferro il recinto di Hel, alto e insuperabile. Dentro il tenebroso palazzo, un trono attendeva quella creatura ammaccata, livida, la dea, la figlia mostruosa, e su un cuscino nero c’era una corona, fatta con oro bianco, e pietre di luna, perle come lacrime congelate e cristalli, come brina. Quando sollevò la corona, e la bacchetta posata lí accanto, i morti cominciarono a confluire nel palazzo come pipistrelli sussurranti, innumerevoli, insostanziali. Lei diede loro il benvenuto, senza sorridere. Quelli le giravano intorno, fischiettando debolmente, e lei fece portare piatti, con i fantasmi di frutta e carne, e ampolle, dentro le quali aleggiavano fantasmi di idromele e vino, con bollicine fantasma all’orlo.

Che gioiona immensa.
Madama Byatt
, che riuscirebbe a rendere avvincentissimo anche un sasso, usa la storia e la sensibilità della bambina magra come super cornice e, tra fonti della conoscenza, fronde luccicanti, pellicce ispide e spettacolari terrori, riscrive per tutti quanti noi i miti più significativi della mitologia nordica. Se pigliate la Gianna Chiesa Isnardi, vi accorgerete che in Ragnarök non c’è tuttotutto, perché non serviva che ci fosse niente di più. Ci sono i miti indispensabili, quelli che fanno procedere il carrozzone delle divinità verso l’inevitabile cataclisma finale. Ci sono i grandi pilastri del mondo (il frassino Yggdrasil, l’uncinone sottomarino Randrasill, il ponte-arcobaleno), c’è la storia dei tre figli di Loki (la serpentessa di Midgard, Fenris e Hel, la regina bicolor dell’oltretomba), c’è la morte di Baldur e c’è la devastazione totale, coi lupi che divorano gli astri e il buio che si mangia pure le belve. Tra dèi che gozzovigliano, valchirie che garriscono, cavalli a otto zampe ed esplosioni di pura cialtronaggine ultraterrena – perché gli déi sanno che il mondo finirà, ma non hanno la forza di fare niente per evitarlo… e continuano a bersi delle birre imponenti e a tirare addosso roba a Baldur, che tanto lui è invulnerabile -, questo librino è un beato galoppo in un universo magico, una saggia riflessione su quello che di più tremendo potrà mai capitarci e una bellissima collezione di fantasie pure. Alcune sono luminose, altre fanno paura, come se le nostre teste – come quella del gigante che ha prestato la calotta cranica a Odino per farci la volta del cielo – fossero piene di lupi che corrono coi dentoni aguzzi di fuori. Insomma, se avete bisogno di qualche sano OOOH e anche di qualche AAAH, questa inesorabile discesa verso il crepuscolo degli dèi vi farà splendere gli occhioni ben più della chioma di Frigga. E vi farà diffidare per l’eternità del vischio. E dei salmoni.