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Melusina è la seconda uscita della collana Illustrati di Hacca. La componente visuale, pilastro fondamentale di tutta l’avventura, è sempre a cura di Elisa Seitzinger e il testo, qui, è affidato a Laura Pugno che torna a occuparsi di sirene dopo il suo romanzo d’esordio del 2007 – riproposto da Marsilio qualche anno fa e ormai diventato un piccolo cult. La collana indaga miti e archetipi, se vogliamo provare a classificarla. Nome non ha, scritto da Loredana Lipperini, gravitava attorno alla figura della Sibilla e all’elemento della terra, mentre con Melusina si parla d’acqua e di sirene, in un contesto che integra il folklore allo scorrere della quotidianità, le pulsioni istintive all’ordine costituito.

C’è sempre un viaggio verso una meta misteriosa, che poi altro non è se non un’esplorazione delle proprie origini e della propria forma più autentica. Qui, su un’isola che per qualche tempo è stata un rifugio e una comunità di donne non “allineate”, Alice torna sulle tracce della madre e della nonna per dare un senso alla loro memoria e al futuro che non ha ancora saputo scrivere con mano sicura. La storia sembra ripetersi, ma non tutti i destini sono gabbie o maledizioni e, nel condividere un segreto che squaglia i confini tra nature diverse, Alice afferra finalmente un’idea completamente nuova di libertà.

Il mito di base è quello di Mélusine – sirena “in incognito” capace di vivere sulla terra in nome dell’amore che ha scelto, a patto però che una volta al mese a torni alla sua forma originaria -, qui rivisitato per indagare la sorellanza, l’utopia di un sistema dove trovarsi protette e non più obbligate a nascondere le proprie squame.

Ogni “mostro” è una discontinuità relativa e un grande nucleo di interrogativi. Prima del timore che speriamo di non suscitare negli altri – saldamente ancorati al solido orizzonte dell’accettabilità generale -, c’è la paura di non sapersi governare, del trasformarsi fino al punto di non riconoscersi più. È una storia di eredità, scelta e cambiamento che nasce dalla comprensione, in prima istanza, del proprio cuore più vero.