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Falcon

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È ormai palese e assodatissimo: gli eroi Marvel ricevono sempre un sacco di complimenti. Belli! Simpatici! Vispi! Interessanti! Complessi! Ironici! Sodissimi! Ben vestiti! Ben pettinati! Spiritosi! Presi bene – non come quei menagrami piagnucoloni della DC! Viva gli eroi Marvel! Insomma, da Iron Man a Groot, gli esseri umani adorano i supereroi Marvel con una costanza a dir poco granitica – che non vacilla nemmeno di fronte a conclamati pastrocchi, tollerati di buon grado in nome dell’integrità di un glorioso e formidabile “cinematic universe” che culminerà con le presumibilmente orgasmiche Infinity Wars.
Ah, le Infinity Wars. Dopo le Infinity Wars posso anche crepare, ho deciso.
Pur non potendo nascondere il mio entusiasmo tragicamente fanciullesco per gli Avengers – e i Guardiani della Galassia, e il Doctor Strange e pure Ant Man, ovviamente -, vorrei però tentare di riconquistare un minimo di razionalità. Fingerò di essere una consumatrice assennata di prodotti d’intrattenimento. Cercherò di arginare la mia ormai decennale euforia esercitando un sacrosanto diritto: il fastidio. Perché certo, va bene, adoro Peter Quill e sono sconvolta dalle formidabili capacità atletico-manipolatorie della Vedova Nera, ma non sono mica tutti così. Dopo quattordici film, perbacco, anch’io ho sviluppato qualche antipatia. Ed è ora sputare il rospo, senza timori e senza disonore. Marvel, ti adoro, ma devo darmi un contegno. Qui, dunque, ho deciso di elencare i personaggi dell’universo Marvel (Avengers-related – quindi niente X-Men, vecchi Spiderman, reboot di Spiderman e compagnia cantante) che mi sono più invisi. Quelli che mi stanno sull’anima. Quelli che mi hanno quasi (o del tutto) rovinato un’esperienza cinematografica potenzialmente favolosa.
Ebbene sì, Marvel, ci sono personaggi che andrebbero presi a calci nei denti. O compatiti per la loro inutilità. O per il tedio che ispirano nello spettatore. O incitati a farci vedere qualcosa in più, magari. Perché nessuno è perfetto, insomma, nemmeno i supereroi.
Ecco qua, dunque, le creature Marvel che – A TITOLO DEL TUTTO PERSONALE E SENZA ALCUNA PRETESA DI SERIA CRITICA CINEMATOGRAFICO-ONTOLOGICA – non sopporto. Ci provo, ma non li godo.

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Aldrich Killian

Aldrich Kilian

Un uomo che ha dedicato una vita intera alla vendetta, senza rendersi conto del proprio scarsissimo tempismo. Killian, Tony Stark è sbronzo, circondato da sgnacchere in tanga, felice come una crostata di prugne e stufo marcio di parlare di scienza (almeno per una sera). E tu che fai? Vai lì e gli proponi una discussione seria e PESISSIMA sul futuro della genetica subatomica. Alle due del mattino. In mezzo a una festa. Ma che cosa ti doveva dire? Ma che ti aspettavi? Ma che vuoi? Certo, Tony Stark è un cafone, ma pure tu hai delle difficoltà. E cercare di trombargli la moglie (una ventina d’anni dopo) trasformandoti pure in una montagna di Diavolina per il barbecue non migliorerà di certo le cose. Aldrich Killian, chi? Ecco che cosa continuerà a risponderti Tony Stark. E ben ti sta.
CATEGORIA | Malvagi per futili motivi.

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Odino

Odino

Odino ci offre un esempio lampante della labilità del confine che separa il vecchio saggio dal vecchio scemo. Grida e sbraita, scaccia gente da Asgard senza tanti complimenti e, quando ci sarebbe veramente bisogno di lui per fronteggiare una minaccia letale e potenzialmente devastante che fa? Va a fare un pisolo. E tanti saluti.
CATEGORIA | Pessimi genitori. / Narcolettici.

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Arnim Zola

Arnim Zola

Partiamo serenamente dal presupposto che l’Hydra fa schifo. Qualsiasi cosa c’entri coi nazisti fa schifo per definizione, ma dell’Hydra ho sempre apprezzato l’organizzazione, il fatto che – per quanto orrendo e sbagliato – ci fosse un piano di fondo, un ideale malvagio e ributtante, ma preciso. La Marvel, secondo me, ha mille problemi con i cattivi, specialmente nei film dedicati a un unico supereroe. Non ti viene mai veramente il dubbio, a volte, che i buoni possano perdere e che il male trionferà, non ci sono antagonisti che ti fanno paura per davvero. E, molto spesso, ti sembra che rincorrano scopi sciocchi, dettati da una megalomania troppo umana e meschina per trovare posto in una narrazione che dovrebbe scuotere le sorti del mondo. Ecco, l’Hydra no. Con l’Hydra mi sono sempre agitata davvero. L’Hydra è un “cattivo” pensante e ben strutturato. Peccato che, sovente, gli “uomini dell’Hydra” non mi sembrino all’altezza della terrificante organizzazione che dovrebbero rappresentare. Il dottor Zola, per dire, suscita in me reazioni contrastanti – anche se quella prevalente è un po’ un BASTA! DI NUOVO LUI?. Nel Primo vendicatore si rintana negli angoli e osserva quasi sgomento il Teschio Rosso che sclera e imperversa. Se ne sta lì, tremante e tutto sommato marginale. Nei film successivi, invece, la sua coscienza “virtuale” spunta in giro come il prezzemolo. Speravamo di essercene liberati? Macché, ha continuamente qualche rivelazione importantissima da rifilarci. Salta fuori pure mentre Iron Man e Steve Rogers si corcano di mazzate in un luogo remotissimo e gelido, quando di lui ben poco ce ne frega. E in versione virtuale risulta molto più terrificante, sadico e folle dello Zola in carne e ossa. Decidiamoci, insomma, Zola criceto spaventato o Zola 32 bit malvagio e sghignazzante? Ma soprattutto, quante volte ancora ce lo ritroveremo davanti? Basta, lasciatelo bruciare all’inferno, che ormai vivo nel terrore che in qualche Gemma dell’Infinito si nasconda la faccia verde di Zola.
CATEGORIA | Fastidiosamente funzionali. / Invadenti.

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Malekith

Malekith

Malekith è uno che persino Google ritiene trascurabile. Ci sono tipo sei foto, tutte piccolissime. E non ti biasimo, Google. Gli Elfi Oscuri sono quasi comici. Hanno una bellissima navetta spaziale a forma di vanga gigante e si fanno delle trecce portentose, ma sono un ottimo esempio di cattivi da quattro soldi. Che cosa volete? L’oscurità! Quando la volete? Subito! Dove la volete? Da tutte le parti! E perché? …perché Odino ci ha offesi 5689 anni fa? E perché non vi abbiamo mai sentito nominare, visto che siete così importanti? …perché ci nascondiamo! Siamo discreti!
Dai, Elfi Oscuri. Fateci la cortesia.
CATEGORIA | Sonno e inutilità.

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Rhodey Rodes / War Machine

war machine

Certo, è triste che Stephen Strange non si sia preso la briga di operare un eroe di guerra ferito in combattimento (risparmiandogli probabilmente la paralisi e/o infinite sessioni fisioterapiche), ma diciamoci la verità: se in un film esiste Tony Stark, a nessuno interessa vedere un’altra armatura che svolazza in giro. E Rhodey lo sa, poveraccio. Mica è scemo. E sentirgli raccontare storielle presumibilmente eroiche e gloriose alle feste non mi fa divertire – Ah! Ma che ragazzo autoironico! -, mi spezza il cuore e basta. Vorrei amarti, Rhodey, ma ti impegni troppo. WAR MACHINE. Certo. La verità è che sarai sempre un Iron Patriot, purtroppo. C’è poco da fare.
CATEGORIA | Trying too hard. / Vivere nell’ombra.

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Jane Foster

Jane Foster

Di Jane Foster conosciamo perfettamente la straordinaria intelligenza… ma perché continuano a ricordarcelo, mica perché lo vediamo. Jane Foster ha scoperto questo. Jane Foster dirige un centro di ricerca. Jane Foster ha calcolato le possibilità del viaggio interdimensionale. Jane Foster è un genio. Jane Foster, in realtà, è quella che ha ben pensato cacciare le mani in mezzo a due giganteschi monoliti fluttuanti color tenebra per capire se l’Ether è bagnato. E no, amici, quella roba lì non è curiosità scientifica. È pura idiozia. È un film che fa procedere la trama servendosi dell’imbecillità improvvisa e ingiustificata dei suoi protagonisti. NON CACCIARE LE MANI IN MEZZO A DEI MASSI NERISSIMI CHE VOLANO, ACCIDENTI A TE.
Ma Jane Foster mi suscita anche altre perplessità. La sua presenza è ingombrante, anche se invisibile. Ogni volta che Thor appare sul nostro pianeta (e ci rimane per quelli che allo spettatore sembrano mesi) non posso fare a meno di chiedermi perché non vada a trovare Jane. Cioè, non è una relazione a distanza tipo lui è di Milano e lei è di Novara. È una relazione a distanza Terra-Asgard. Visto che ce l’avete menata così tanto con Thor che s’innamora, il minimo che posso aspettarmi è che Jane ricompaia, di tanto in tanto. E invece no. Riferimenti goffi a Jane che è occupatissima a studiare qualcosa dall’altra parte del mondo. Thor che inventa scuse ridicole – “Non voglio metterla in pericolo” – invece di far girare tre volte il martello e volare da lei in 27 minuti. Jane c’è ma non c’è, e rende le relazioni tra i personaggi super traballanti e artificiose.
Quel che più mi fa arrabbiare di Jane, però, è l’effettivo fallimento dei buoni propositi relativi al suo personaggio. Inventiamoci una ragazza forte, saggia, sveglia, indipendente, non la solita bonazza svenevole che va continuamente soccorsa e salvata! E invece. Mani nell’Ether > coma > malattia incredibile e sconosciuta > viaggio ad Asgard > elfi oscuri incazzati > invasione di Asgard > TERRA IN PERICOLO > UNIVERSO A RISCHIO > MORTE MORTE MORTE. E lei là, con una finta armatura da signora asgardiana e la piega perfetta. Jane Foster, io ti maledico.
CATEGORIA | Personaggi girl-power venuti male. / Palle al piede. / Attori troppo famosi che la Marvel non è riuscita a contrattualizzare per benino.

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Falcon

Falcon

“Amore del Cuore, sto facendo un post sui personaggi Marvel che non apprezzo particolarmente. Te chi è che non tolleri?”.
“Il tizio-gallina”.
“Ma chi? Non c’è nessuna gallina”.
“Quello con le ali. Quello che le ha prese da Ant Man”.
“Ahhhhh, FALCON!”.
“Si chiama Falcon?”.
“Come dovevano chiamarlo, GALLINATRON?”.
“Non mi interessa. È veramente il capo dei pirla”.
CATEGORIA | Con tutti i supereroi fighi che la Marvel ha inventato, proprio lui dovevamo sucarci? Ant Man, hai tutta la nostra stima.

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Darcy Lewis

Darcy

Avrò un cuore di pietra, ma le simpatiche pasticcione non le reggo più. Soprattutto quando non stanno zitte un secondo e non riescono a farmi ridere. Darcy è di un’invadenza rara e, anche se non ripugna quanto Zola (AHHHHHHH!), al terzo dialogo volevo già gettarla giù dal Bifrost. Poi, capisco che le ricerche di Jane Foster non possano di certo essere considerate “ortodosse” – almeno non nel primo Thor – e che di laureati del MIT che fanno la fila per uno stage da lei ce ne siano pochi, ma non puoi neanche risolverla assumendo la scema del villaggio, santo il cielo!
CATEGORIA | Orticaria. / Pagliacci tristi.

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Pietro Maximoff

Quicksilver

I gemelli Maximoff ne passano di tutti i colori. E la guerra, e le bombe di Stark che gli devastano la famiglia, e la simpatica idea di offrirsi come cavie per gli esperimenti dell’Hydra, e la solitudine, e la difficoltà di procurarsi i prodotti per decolorarsi bene i capelli… Insomma, la loro vita è impervia, dolorosa e piena di rancore. Ma io non ce la faccio lo stesso. Passi la Wanda, che ha ancora tante meraviglie da imparare e sortilegi spettacolari da farci vedere, ma Pietro no. Aaron Taylor-Johnson è un bravissimo attore, quindi darò la colpa a Joss Whedon. Joss, di grazia, perché hai detto al Taylor-Johnson che il modo migliore per trasmettere allo spettatore tutta l’angoscia e il furore vendicativo di Pietro fosse una perenne espressione da uomo che si è fatto molta cacca nei pantaloni della tuta – senza avere la possibilità di cambiarseli o anche solo di sbarazzarsene? Perché, Joss. Perché l’hai costretto. E alla fine, non pago, l’hai pure ammazzato. Non si fa così.
CATEGORIA | Mal consigliati. / Resting bitch face.

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Justin Hammer

Justin Hammer

Pensare che quel cialtrone di Justin Hammer e la sua compagnia possano in qualche modo rappresentare, per le Stark Industries, dei seri concorrenti è semplicemente inaccettabile. Certo, Hammer è funzionale all’entrata in scena di Vanko – che è un po’ il cattivo ufficiale del film – ma quella con Tony Stark è una rivalità che nemmeno la più coriacea delle sospensioni dell’incredulità riuscirebbe a sostenere. Non ho problemi ad elaborare un procione parlante, ma non riesco a capacitarmi di Hammer. E lo so, non mi fa onore, ma ho continuato a sperare che il pappagallo di Mickey Rourke gli beccasse via un occhio.
CATEGORIA | Wanna Marchi.

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Bucky Barnes

Winter Soldier

Dobbiamo a Bucky e alle sventure che gli capitano – PER COLPA DEL DOTTOR ZOLA ANCORA LUI MALEDIZIONE BASTA BASTA! – alcuni tra i più bei film (più o meno corali) dell’universo Marvel. Il fatto che lui rimanga muto e catatonico per i tre quarti del tempo non dovrebbe turbarci, perché il suo merito più autentico è quello di scatenare reazioni a dir poco perentorie da parte degli altri Avengers. Non dovrebbe turbarci, dico… però ci turba. Almeno, io me la prendo. Bucky, sono Steve! Sono Steve! Sto sfasciando gli Avengers per amor tuo! SILENZIO. BRONCIO. GRUGNITO. FUGA PRECIPITOSA. Bucky mi fa continuamente venire in mente Michelangelo che prende a martellate il Mosè strillandogli PERCHÉ NON PARLI! Certo, il Mosè non era stato programmato per trasformarsi in una spietata e inarrestabile macchina da guerra da un sadico scienziato nazista, ma la relazione tra Bucky e Steve mi pare un pochino unidirezionale. Bucky, sappiamo che hai il cervello fritto, ma ti prego, ti prego, dilla una cosa carina ogni tanto a Captain America. Se lo merita. Va bene, l’hai ripescato dalle macerie di un palazzo affondato e stai trovando maniere trasversalissime per fargli capire che CI SEI, ma ha bisogno di un amico che non opti per l’ibernazione forzata ogni venti minuti. Esterna i tuoi sentimenti, Bucky, Esterna!
CATEGORIA | Amori non ricambiati. / Dateci di più.

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Stan Lee

stan lee

MA CHE RIDERE IL CAMEO NUOVO DI STAN LEE! Ecco, all’inizio sì, mi facevano ridere. Ma sto notando un certo deterioramento dell’approccio creativo-cialtrone all’arte del cameo. Quando Tony Stark lo scambia per Hugh Hefner mi sono divertita parecchio. Ma vedere Stan Lee parcheggiato su un asteroide a blaterare cose senza senso nel nuovo Guardiani della Galassia un po’ m’ha intristito. Sarò sicuramente io che non riesco a cogliere – per drammatica ignoranza – una REFERENCE colta a un qualche fumetto del 1967, certo, ma ormai sono molto più felice di veder apparire a caso Donald il papero che il povero Stan Lee seduto su un sasso nel bel mezzo di una galassia dimenticata da ogni genere di divinità.
CATEGORIA | Può bastare, grazie.

Sono molto contenta. Questo film poteva essere una boiata terrificantetipo Batman v Supermanma, con mio grande sollievo, è un ottimo esempio di come centosei supereroi possano litigare con dignità, rispettando i nostri affaticatissimi cervelli. E, dopo innumerevoli MAI UNA GIOIA, finalmente ci meritavamo qualcosa di tollerabile.
Ma che succede? Perché Civil War è bello?
Parliamone.
Con spoiler.
Ripeto. SPOILER.

Captain-America-Civil-War

Dopo aver praticamente sbriciolato un’immaginaria nazione est-europea in Age of Ultron – che non mi è garbato un granché… come non è garbato neanche al povero Joss Whedon, da quel che si è capito – gli Avengers si trovano nuovamente al centro di ogni genere di polemica. Il loro ultimo intervento in Africa, infatti, si è concluso nel consueto cumulo di calcinacci sanguinolenti e bambini martoriati. Le Nazioni Unite, all’improvviso, non sembrano più disposte a tollerare un tale scempio. Questa gente con i superpoteri deve smetterla di andarsene in giro a seminare distruzione nel nome di un ipotetico bene comune! Ah, signora mia, dove andremo a finire. Perché non prendono esempio da Dragonball? Qualcuno ha forse mai visto Goku e Vegeta pestarsi a Manhattan? Comunque. Il buon Tony Stark – che vive ormai intrappolato in una perenne condizione di rimorso e scarsa fiducia nelle proprie capacità di giudizio – si schiera a favore di una specie di Trattato Internazionale per il Controllo del Supereroe Eccessivamente Disinvolto, ed esorta il resto della ciurma ad imitare il suo luminoso esempio. Purtroppo, però, il sempre opportuno Bucky riemerge dopo un paio d’anni dalle tenebre per far APPARENTEMENTE saltare in aria un’aula piena zeppa di diplomatici e membri incazzati della famiglia reale wakandiana.
Apriti Bifrost.
Captain America, ben lo sappiamo, perde completamente la brocca ogni volta che all’orizzonte balena il braccione meccanico di Bucky. Fermamente intenzionato a sventarne la cattura – NON È STATO LUI, STOLTI! I MALVAGI STANNO NUOVAMENTE MANIPOLANDO LA SUA MENTE! L’ULTIMA VOLTA M’HA TIRATO FUORI DA UN RELITTO, C’È SPERANZA CHE SI RIPIGLI, M’HA RICONOSCIUTO, GUAI A CHI LO TOCCA! -, si precipita in suo soccorso sfanculando il mondo intero e inimicandosi in modo quasi del tutto irreparabile Tony Stark, ormai ridotto allo status di povero Cristo. Cioè, Pepper sembra averlo scaricato – per fondare Goop e suggerire a tutte quante di farci l’ossigenoterapia alla vagina. E Visione guarda sempre le tettone a Wanda. Nessuno lo degna più d’un briciolo d’attenzione e nemmeno le armature sono più arroganti come una volta. Insomma, una situazione drammatica. #TeamIronMan. #TeamTomFord.
In un crescente parapiglia – assai guardabile anche nelle sequenze d’azione, che tanto schifo ci avevano fatto nell’ultima uscita degli Avengers – e in un addensarsi di sospetti e piani obliqui, emerge la figura di un abile malvagio: Niki Lauda. Daniel Brühl, non so se sia per la faccia che ha o per la sua indiscutibile capacità di risultarti in ogni modo antipatico, sembra essere condannato ad interpretare gli stronzi, i viscidi e i reietti della terra. Daniel Brühl è l’esatto opposto di Martin Freeman, che in questo film fa Everett Ross, e che riesce a risultare amabile anche interpretando personaggi che non interessano a nessuno.
MA STIAMO DIVAGANDO, MALEDIZIONE.
Niki Lauda, dimostrando uno stile, una pazienza, una perseveranza e un’abilità che l’ultimo Lex Luthor manco è capace di sognarsi, riesce nell’impresa di riportare alla luce un terrificante scheletro nell’armadio, non prima d’aver però costretto gli Avengers a sputarsi vicendevolmente in faccia.

Ecco il folle pagellino dei due schieramenti. 

team cap
STEVE ROGERS (giunto per l’occasione al secondo limone della sua vita – o forse… fermi tutti, giunto per l’occasione AL PRIMO LIMONE DELLA SUA VITA) è riuscito a tirarsi dietro:
BUCKY, il Winter Soldier dalla mano pesante > basta dirgli “vagone merci” in russo e riuscirete a convincerlo a commettere qualsiasi genere di enormità (e a venire a fare shopping con voi al centro commerciale di Arese il sabato pomeriggio). Lo trovo estremamente figo, ma il suo ostinato mutismo mi esaspera. E, seppur io capisca – razionalmente – perché Captain America lo ami così tanto, continuo a pensare che non valga la pena sbattersi a tal punto per lui.
WANDA, la strega con le parigine di lana > ancora vittima della sindrome di Jean Grey, combina un casino ogni volta che decide di uscire di casa. Potrebbe sbriciolare il mondo, ma cioè, tipo, raga… ho problemi.
FALCON, quel tuo cugino che si diverte a pilotare i droni > perdonatemi, ma Falcon è semplicemente troppo buffo per essere preso sul serio.
OCCHIO DI FALCO(N), quello che in pensione s’annoia > sempre caparbio e immancabilmente polemico, molla figli e famiglia per azzuffarsi improvvisamente con gli unici amici che ha mai avuto. E, ancora una volta, non finisce mai le frecce.
ANT MAN, il capo dei galli > non ho mai recensito Ant Man, ma mi è piaciuto tantissimo. Credo che, a livello di “tono” e di adorabile sbruffonaggine, Paul Rudd sia un po’ il nostro nuovo Iron Man. In questo film ci sono circa due battute argute e sei cose che possono farti ridere. E le dice tutte Paul Rudd. In questo film, dal punto di vista dell’azione, c’è un’unica cosa davvero assurda e stupefacente. E la fanno fare a Paul Rudd – subito dopo averlo spedito tra i circuiti di Tony Stark a svitare bulloncini, a bordo di una freccia volante. Dopo tutto ciò, LO FANNO DIVENTARE GIGANTE, SANTO IL CIELO. È UN MOMENTO BELLISSIMO. METTETE PAUL RUDD DA TUTTE LE PARTI! FATEGLI GETTARE I CAMION ADDOSSO AI CATTIVI! Amore imperituro per Ant Man.

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TONY STARK (sempre genio, sempre miliardario e sempre filantropo, ma decisamente non più playboy… e molto più amareggiato dalla vita) combatte con:
VEDOVA NERA, la donna che cambiava idea > di solito tifo moltissimo per la Vedova Nera. Questa volta, oltre ad apprezzare il modo saggissimo in cui il suo personaggio permette alla trama di progredire, non mi è sembrata in grande spolvero. Vero, come ti mena una donna intelligente non ti mena nessuno, ma mi è sembrata un po’ fuori dal gioco. Sarà la svolta diplomatica con tanto di tailleur. Sarà la ragionevolezza. Sarà che si sforza di essere una bella persona. Sono un po’ spiazzata. Ridatele Bruce Banner – e un po’ di senso dell’umorismo -, povera ragazza.
WAR MACHINE, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato > più soldato di Captain America, Rhodey utilizza le armature di Tony Stark come se fossero trattori. O betoniere. O camion della spazzatura. Non mi sono mai affezionata a lui, ma vederlo precipitare come un menhir da tre chilometri d’altezza mi ha fatto decisamente impressione. Gli auguro di rimettersi presto.
VISIONE, una creatura onniveggente capace di apprezzare il cashmere > Visione è l’unico nell’universo che è stato capace di sollevare il martello di Thor. Nonostante ciò, non sa preparare una zuppa. Visione che prova a cucinare e, come noialtri, si domanda quanto sia – esattamente – un pizzico di qualcosa vale molto di più di Visione che si smaterializza quando cerchi di mollargli un cartone. Visione, nonostante le apparenze faticosamente celate, sta diventando più umano dell’umanità stessa… e la sua vulnerabilità nei confronti della scollatura di Wanda ne è la prova lampante. Ricordate, amici. Le tette fanno sbagliare mira anche ai migliori. Adoro comunque, anche in modalità pesciolone lesso.
BLACK PANTHER, una speranza per le monarchie di ogni latitudine > tra i nuovi arrivati nel club dei supereroi, il re di Wakanda è sicuramente degno di una parata. È animato da motivazioni plausibili e, anche se non c’è molto tempo per farci amicizia, riesce comunque a compiere un percorso  apprezzabile. In questa prima uscita fa esattamente quello che dovrebbe fare: farti venire voglia di vedere il suo film.
SPIDERMAN, finalmente in bolla > vederlo apparire nel trailer mi aveva messo addosso un malessere senza fine. Un po’ perché non avevo alcuna intenzione di sorbirmi l’ennesimo reboot del personaggio e un po’ perché, con tanta carne al fuoco, aggiungere anche lui al minestrone mi sembrava una decisione di difficile gestione. Sbagliarsi, ogni tanto, è bellissimo. Sebbene non riesca ad accettare la data di nascita di Tom Holland – 1996, ma vi pare corretto? -, il nuovo Spiderman mi è piaciuto molto. Amore del Cuore ha accolto la nuova zia May con un’entusiasmo che mai gli avevo visto sprigionare di fronte a una scena Marvel e io, mio malgrado, sono stata costretta ad ammettere che questo Spiderman merita una possibilità. Speriamo in bene.

Sono finiti?
Sono finiti.
Mamma mia, che sbattimento.

Far funzionare all’interno di una trama sensata una tale quantità di gente è un’impresa titanica. I fratelli Russo, non si sa bene come, riescono a governare la baracca con un ottimo ritmo… infilandoci un colpo di scena decisamente interessante. Bucky che trucida i genitori di Tony Stark, splendido! Cioè, orribile e terrificante – ma assolutamente ottimo dal punto di vista narrativo. In questo film c’è un cattivo “normale” che architetta in maniera straordinaria una vendetta assolutamente ordinaria – come del resto sono tutte le vendette. Insomma, ammettiamolo. È raro che il livello di esecuzione di una vendetta riesca a superare il tedio infinito di un cattivo che agisce per vendetta. Niki Lauda, però, se la cava alla grande. E le conseguenze del polverone che ha sollevato, fortunatamente per noi, non si risolveranno tanto presto.
Civil War è un film di supereroi con un intreccio degno di questo nome – che funziona senza ricorrere per forza alla consueta accozzaglia di azioni che si svolgono scriteriatamente in parallelo in vista del gigantesco BUM-BUM-SBADABENG finale. Ecco perché, forse, Civil War riesce a fare un passetto in più rispetto al resto del “genere”. Civil War è ben bilanciato, sempre motivato e sorprendentemente umano. Certo, non ci si sottrae a un’inevitabile dose di retorica e il senso dell’umorismo non è un cavallo di battaglia del film, ma Civil War è un film. Un film vero. E una delle cose che capitano in questo film, fra le tante, è che dei supereroi se la prendano in maniera virulenta gli uni con gli altri. Non ti schieri con una delle due parti perché, nel profondo del cuore, sei convinto della necessità di una costituzione sovranazionale che regoli l’operato dei supereroi, ti schieri perché questi personaggi – ormai – hanno un “vissuto” e una storia, anche per te.
Dai, questa volta è andata bene.
Rallegriamoci.
Verso le Infinity Wars e oltre!