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edizione limitata

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Che belle queste robe a cadenza settimanale che poi faccio un po’ quando capita. Che organizzazione, signora mia. Pugno di ferro. Disciplina. Un calendario editoriale fra i più coriacei dell’internet!
Tralasciando le mie difficoltà esistenziali e pianificatorie, però, i desideri non ci abbandonano. Anzi, si moltiplicano e ci assistono. Che cosa sto bramando ultimamente? Ecco qua un po’ di cose.

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Sto entrando prepotentemente in modalità-sandali e/o scarpe pazze per l’estate. Meglio se prodotte da calzaturifici storici della Riviera del Brenta, perché “questo è il luogo dove i maestri delle botteghe artigiane hanno creato le scarpe per Dogi e Principesse” – recita il CHI SIAMO di Pas de Rouge. Dogi e principesse! E pure noi, adesso. La collezione estiva sembra un incrocio fra le scarpe delle guerriere Sailor e una specie di sogno pastelloso pieno di bottoncini e stringhine. Amo tutto e voglio approfondire.

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Orbene, due designer newyorkesi – Jesse Reed e Hamish Smyth – hanno fondato nel 2014 un marchio editoriale indipendente con uno scopo ben preciso: archiviare e conservare pietre miliari della storia del design in modo da poterle rendere disponibili alle generazioni future. Standards Manual propone, dunque, ristampe di manuali grafici di particolare rilevanza e raccolte tematiche che esplorano una specifica corrente estetico-funzionale. Sono libri assurdi, super curati e fascinosissimi. E il NASA Graphics Standards Manual del 1975 mi fa iperventilare copiosamente.
Cioè.

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Ho deciso che il minimalismo non fa per me. Datemi dunque vestitini gonfi, maniche arroganti, gonne voluminose e arricciamenti boriosi di stoffe. Insomma, datemi un po’ tutto quello che c’è sul sito di Le’One.

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Non si sa per quale ragione, ma Lavazza ha deciso di dedicare un’edizione limitata delle sue macchine del caffè Jolie Plus a Star Wars. Ma non solo a Star Wars così, in generale, al Primo Ordine proprio. Il risultato è una macchina del caffè che non credo faccia niente di più di una Jolie Plus normale… ma che di sicuro starebbe bene sul ponte di comando di un sano Star Destroyer.

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Quando ci siamo conosciuti, Amore del Cuore aveva l’abitudine di scarrozzarmi in giro a bordo della MINI decappottabile che condivideva con sua sorella. L’Alice, ai tempi, ha dovuto fare a meno della sua automobile per numerosi weekend – perdonami, Alice! -, perché Amore del Cuore mi portava continuamente al mare, facendomi ascoltare Rino Gaetano a palla e scappottando ogni volta che il clima lo consentiva. Credo sia da lì che è nata l’ambizione di imparare a mettermi dei foulard in testa come una vera signora.

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Il Disney Store mi ha regalato un Funko Pop e sento di volermi abbandonare a un collezionismo sfrenato. Non so perché quei cosini siano così amabili e nemmeno mi capacito del grado di estensione della gamma dei giocattoli disponibili, ma non importa. Prima o poi dovrò cominciare – ma magari non precisamente dalla Diva Plavalaguna, che ormai è introvabile e costa tipo 90 IUROS. Qualcuno è vittima di un pesante invasamento per questi aggeggi? Come ci si comporta? Che devo fare? Quanti ne avete? Pensate di poterne uscire, prima o poi? Perdiamo il senno insieme.

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Avrò desiderato a sufficienza?
Giammai!
Alla prossima puntata – che non so quando capiterà, ma capiterà.
Giuro.

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C’è chi passa le giornate su Youporn e chi, invece, prova un piacere quasi fisico nell’osservare, collezionare e catalogare la cancelleria. Le due categorie umane potrebbero ipoteticamente incontrarsi in uno di quei filmini con la studentessa bionda (con codini, gonna scozzese e calzettoni) che piglia vigorose ripetizioni di matematica da un professore maiale, ma preferisco non approfondire. L’unica cosa molto bella di questi porno, secondo me, sono le lavagne.

Io, comunque, tifo per la cancelleria.

La mia passione segreta – per quanto immotivata – sono i cofanetti. 
Da piccola, per Santa Lucia, ricevevo regolarmente una scatola bellissima di pastelli – di quelle con la custodia di legno e tutti i colorini ben disposti in ordine cromatico – e, se proprio quell’anno lì non arrivavano dei Minipony, i pastelli erano decisamente il regalo che aspettavo di più. Un tempo li usavo anche, i pastelli. Poi sono diventata una persona incapace di gestire le sfumature e per secoli ho disegnato in nero e rosso, con le penne schifose che trovavo nell’astuccio. Ora, mio malgrado, non solo non disegno più, ma sull’agenda scrivo a matita perché sono una pasticciona. Anzi, sono piena di blocchetti bellissimi e quaderni che non oso utilizzare perché sono troppo belli e ho paura di rovinarli con le mie zampe sconsiderate.

Come mi consolo?
Sbavando su invenzioni cartoleristico-artistiche sfrenatamente lussuose tipo il box condominiale ad edizione super limitata – ben 2.500 esemplari alla modica cifra di 2.500€ l’uno – di Karl Lagerfeld per Faber-Castell.

Mettete momentaneamente da parte la razionalità e lasciatevi travolgere dalla gioia mistica che questo benedetto cofanetto irradia.
Cioè, avete forse mai visto qualcosa di più meraviglioso?

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Mi viene da piangere. Pur senza nutrire una particolare simpatia per Karl Lagerfeld.
KARLBOX.
Accidenti a lui.
Comunque. Ci sono i pastelli acquerellabili, i pastelli bellissimi “normali”, i gessetti, i pennarelletti, le matite, i carboncini e un casino di altra roba che mi mette addosso una commozione che non vi so spiegare. 350 aggeggi in totale. Non solo ci sono dentro delle cose che se le sai usare sei l’eroe del mondo, ma arreda pure. Ti riconcilia col cosmo. Riesci a farti apprezzare ogni delicata tinta del creato. Vedi un Karlbox e poi muori. Vedi un Karlbox, trovi il pennarello più fotonico e vai a cercare quella smorfiosa di Choupette per scarabocchiarle il pelo.

 

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Per esplorare ulteriormente (e con una qualche serietà) i meandri del Karlbox vi consiglio di fare un giro sul patinato sito ufficiale – con tanto di pretenziosa Karl-quote d’apertura. Io, alla fin fine, ho deciso di parlarne perché ho il mal di denti da due giorni e avevo bisogno di guardare qualcosa di bello. Mentre cerco di capire quante Tachipirine posso ragionevolmente inghiottire mentre aspetto di essere ricevuta da un qualsiasi dentista del capoluogo lombardo, vi auguro col cuore di trovare 2.500€ da investire in un oggetto di pura armonia e perfezione che non avrete mai il coraggio di toccare – ma che migliorerebbe di molto la vostra esistenza.