Tag

earcuff

Browsing

Questo è il post che linkerò senza sosta per rispondere ai frequentissimi “ma da dove vengono quegli orecchini?”, “e l’anello che hai sul medio della mano destra?”, “mi ricordo che avevi fatto incidere una roba su un bracciale, mi ricordi che brand era?”. Ecco. Perché, in alcuni casi assai virtuosi, gli innumerevoli ME L’AVETE CHIESTO IN TANTE che popolano Instagram corrispondono a verità. Questo è il post per chi non ha screenshottato in tempo, per chi vuole chiedere ma ha paura di disturbare, per chi non frequenta gli agili circoletti coi contenuti in evidenza e per chi vuole ricoprirsi di monili come una statua della Madonna portata a spalla da un manipolo di nerboruti seminaristi.
Insomma, compagne gazze ladre, questo è per voi.

Ho raccolto qua di seguito un po’ di suggerimenti gioielliferi abbondantemente collaudati negli ultimi mesi. Sono quasi tutti brand artigianali che ho conosciuto su Instagram e di cui continuo a parlare molto volentieri, ben conscia di avere ancora parecchio di cui sdebitarmi. Spero che anche voi troverete il modo di supportarli.

Cominciamo?
Cominciamo.

*

Emmevi

Ecco da dove ha origine la mia presente ossessione per gli earcuff, per i catenami vari e per gli orecchini a cerchietto con pendaglietti pazzi. Mi sono già regalata, tra le altre cose, questa collana a maglie rettangolari e le mie intenzioni sono sempre più bellicose.

*

Halite

Un dinamico duo mamma-figlia, dalla Puglia con fulgido furore. Se amate le pietre, le perle, i materiali “importanti” e non vi siete ancora rassegnate al minimalismo, lanciatevi con trasporto. Se vi garba il genere, date anche un’occhiata alle borse-sacchettino.

*

Ossi di seppia

Tecnica antica (anzi, archeologica) per pezzi unici. Ogni gioiello viene realizzato con la fusione in osso di seppia – si piglia un osso di seppia, lo si “scolpisce” per creare uno stampo in cui poi viene colato il metallo. E si ricomincia da capo, perché l’osso resiste per un po’, ma non si può riutilizzare per fare un altro gioiello. A parte il fascino generato dalla tecnica produttiva, fonte infinita di meraviglia è regolarmente il tema delle collezioni. Perché sono anelli spaziali, astronomici, mitologici e “alieni”, quasi, nella loro bellezza.

*

Iccio

Beatrice mi ha donato, qualche tempo fa, uno di quegli anelli che decidi di non toglierti mai più. È sottile sottile, con una letterina punzonata su ogni medaglietta. Dice CESARE, mi è molto caro ed è un ottimo portabandiera per lo splendido lavoro di Iccio. Anche in questo caso, materiali pregiati e oreficeria degna di una fucina elfica.

*

Eilish

COME POSSIAMO NON AMARE DELLE OTTANTENNI COI CAPELLI FLUO CHE INDOSSANO COLLANE PIENE DI DINOSAURI DICO IO. Alice è il mio riferimento folle nell’universo dei monili. L’ultima collezione – Jurassic Girl – è un ibrido tra il mondo dei giocattoli e la bigiotteria fotonica da SCIURA di qualche decennio fa. Il risultato finale è una combo assurda di vintage giocoso e un momento di autentica gioia penzolante.

*

Giulia Lentini

Orafa dalle mani sante, Giulia si ispira alla natura per farci abbondantemente splendere… riabilitando pure le alghe e le spugne. Io sono la fiera proprietaria di una vasca da bagno in cui sguazza serafica una bellissima perla.

*

 

Le Bandite

“Piccoli amuleti per donne magiche”, dichiarano loro. E hanno ragione. Che voglia di appendermi 600 cose al collo per emergere maestosa dalla spuma del mare.

*

Malvina

Gli orecchini voluminosi sono pesanti? Non necessariamente. Il cavallo di battaglia di Malvina sono gli Airone, in ottone e ventaglietti di gomma crepla – un materiale leggerissimo, resistente e potenzialmente assai colorato.

*

Laura Bassan

Forme minerali, vegetali, spugnose e cristalline.

*

Officine Gualandi

Pazzissime ceramiche multicolori che potete utilizzare per adornarvi, ma anche per arredare le vostre deliziose abitazioni.

*

Grandmother Lab

Sfavillanti collezioni pop. Ci sono anche accessori per capelli e pezzi degni di Wonderwoman… o di Jem con tanto di Holograms al seguito.

*

Benbar

Forme geometriche in bronzo, ottone e argento – con un ottimo occhio per le pietre. Tutti fatti a mano.

*

L’Atlante dei Bottoni

Vecchi dizionari o libri di scuola destinati al macero vengono recuperati per creare dei monilini parola-centrici. Ogni pezzo è unico ed è il risultato di un’esplorazione iconografica e testuale. Vastissimo fascino: io ho CHIMERA.

*

Papaveri e Rondini

Che pace, che linee pulite, che gioia minimalista da ninfa dei boschi. Ogni tanto ci vuole.

*

Gian Paolo Fantoni

Le collezioni sono numerose, ma io ho un debole per i giocosissimi gioielli personalizzabili con le letterine cubiche.

*

Lindanera

Piccoli piccoli e Pitagora-approved. In più, materiali che di sicuro non mancano di originalità: cemento e corteccia.

*

Tità Bijoux

Organizzazione matriarcale e pizzo come materia prima d’elezione – ma il pizzo si accartoccia? Macché. Viene trattato in modo da renderlo “solido” ma leggero. Bellissime anche le ultime collezioni a base di maglie e catene.

*

Aspettaevedrai

Sara recupera vecchi piatti, tazze e teiere e con i cocci di ceramica più belli e strambi crea gioielli irripetibili. Ultimamente sta anche esplorando le vaste potenzialità dei fiori.

*

Demodé Jewels

Volete appendervi una monstera alle orecchie? Ora si può. Silvia disegna tutte le grafiche dei suoi gioielli, stampa su una miscela di legno di recupero e taglia al laser. Si va dai pattern alle invenzioni più strambe.

*

Rubinia

Per donini decisamente preziosi o per far personalizzare con punzonatura fatta a mano un bracciale o un anello – io ho fatto martellare un paragrafo intero di Borges su una fascetta d’argento, per dire.

*

Mi sarò sicuramente dimenticata qualcosa, ma mi pare che ci sia materiale.
Concluderei con un’ulteriore indicazione pratica. Dove li ficchiamo tutti questi gioielli? Dopo molte peregrinazioni, mi sono comprata un armadietto portagioie che continuo a trovare molto comodo e funzionale. Eccolo qui.

Francis Scott Fitzgerald ha scritto, da qualche parte, che risparmiare è un lusso. Credo meriti d’ufficio il titolo di santo patrono di questa rubrica dedicata ai desideri insensati.
Ecco un po’ di beni aspirazionali e scoperte dell’ultimo periodo, qua elencate per mettere in pericolo il già precario equilibrio del mio scalognato salvadanaio.

***

Qua devo biasimare Sara, perché ho scoperto Ritop sulle sue Stories. Oltre alla meraviglia dei dinosauri brillantinati, sono assai affasinata dagli earcuff, quei cerchietti che si piazzano a metà orecchio senza bisogno di buchi aggiuntivi o altre diavolerie. Mi piacciono molto quelli con le perle, anche se l’intera sezione appare meritevole.

***

Minalima – il dinamico duo responsabile, tra le altre cose, della creazione della visual identity cinematografica del mondo di Harry Potter – ha lanciato una linea di carta da parati ispirata a Hogwarts e compagnia. Pensavo di voler rivestire tutti i muri di casa con l’albero genealogico della famiglia Black, ma poi ho visto i rotoli con i libri di testo dei maghi e sono impazzita ufficialmente. DATEMI UNA CASA DA RISTRUTTURARE. MERITO QUESTA CARTA DA PARATI NELLO MIO STUDIO IMMAGINARIO.

***

Qualche tempo fa, ho lavorato con Ottod’ame per il lancio della collezione dedicata a Mafalda. L’affetto che nutro per la bambina recalcitrante di Quino non mi ha impedito di invasarmi anche per il resto dell’assortimento autunnal-invernale. Vestiti tempestati di maneki neko, tartan a profusione, PAIETT. E questa stampa gloriosa.

***

Ann Vandermeer fa squadra con il marito Jeff – che qua in Italia meglio conosciamo come autore della Trilogia dell’Area X – per assemblare una poderosa antologia fantastico-fantascientifica. Il raggio dell’indagine delimita un genere già considerato, spesso, una nicchia rispetto alla letteratura “alta” – nell’accezione più trombona del termine. E in questa nicchia – come in molti altri ambiti – dominano, da sempre, gli scrittori. Che storia è, le scrittrici non ci sono, non si misurano con la materia o non sono degne di essere ricordate e lette? Giammai. Le scrittrici ci sono, eccome. E nelle Visionarie possiamo incontrarne e apprezzarne ben 29.

 

***

Ho scoperto che le barrette sono un modo comodo e sensato per tenere i capelli lontani dalla faccia. Al momento dispongo di una barretta nera eccessivamente ragionevole – l’ho trovata nel negozio capelli di Mazzolari – ma gradirei espandere la collezione avvalendomi di qualche assurdità. Quelle di Shrimps sono assai sfarzose… e c’è un po’ di tutto. Consiglierei al brand di eliminare il puntatore a forma di gambero e/o capasanta rosa perché non si capisce su cosa si clicca, ma per il resto bene, bravi, bis.

***

Moleskine ha l’abitudine (assai opportuna) di sfornare piccole collezioni dedicate ai temi più disparati. Qualche tempo fa sono usciti i primi quaderni del Signore degli Anelli. E adesso c’è anche un cofanetto con la Poesia dell’Anello in copertina – nella sua versione originale… so che al momento le polemiche sulla nuova traduzione stanno imperversando – e la consueta cura per gli interni. Gioitene.

***

Alla prossima puntata. E felici desideri a voi.