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Tra le esternalità positive dell’aver figliato, almeno per me, c’è la possibilità di frequentare impunemente negozi di giocattoli di ogni genere. Comprando possibilmente delle cose, pure – al grido di SONO PER IL BAMBINO CHE COSA AVETE CAPITO.

Quando Nano Bleu mi ha scritto per invitarmi a fare un giro da loro allo scopo di procacciarmi un dono per Cesare e un nuovo pupazzo per il mio pregevole fotoromanzo digitale – per chi ancora non conoscesse PuPAZZI, la serie che ha cambiato per sempre il mondo dell’intrattenimento, nei contenuti in evidenza su Instagram c’è un pratico circoletto con le ultime puntate -, INSOMMA, quando Nano Bleu mi ha proposto di andarli a trovare sono stata investita da una felicità di rara potenza. Perché, a parte la sensatezza generale dell’operazione, ho ricordi antichissimi di quel negozio. Bimba bionda e occhialuta di Piacenza si reca periodicamente in gita a Milano con i pazienti genitori. E, dopo la tappa obbligatoria da Fiorucci, attraversavamo Corso Vittorio Emanuele per fare un giro da Nano Bleu, noto anche in provincia per la sua strabiliante selezione di peluche, fissazione che mi caratterizza dalla più tenera età.
Oggi, che di anni ne ho ben 33, a Milano ci vivo in pianta stabile e ne apprezzo ogni giorno di più la voglia di crescere, di inventare qualcosa di nuovo e di ospitare quello che di bello capita nel resto del mondo. Ma anche la volontà di continuare ad essere accogliente per le realtà indipendenti, che con la loro presenza hanno spesso fatto la storia di una via, di una piazza o di un pezzo di città. Ecco, Nano Bleu è un po’ un posto così. Una specie di istituzione, una vera attrazione (che potrei comodamente definire “turistica”, nella miglior accezione del termine) e, per chi è stato fortunato quanto me, una macchina del tempo tra le meglio riuscite.

Il negozio è stato fondato nel 1949, all’indomani della ricostruzione di piazza San Carlo al Corso, completamente rasa al suolo durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale. Nano Bleu non ha mai cambiato indirizzo, né “categoria merceologica”. Vende giocattoli da sempre e, per la perseveranza ultracinquantenaria, si è guadagnato il titolo di “Negozio storico” – l’unico di Corso Vittorio Emanuele. Bancone e vetrine sono ancora quelle d’epoca, mentre gli interni sono cresciuti, con la recente aggiunta di un terzo piano piuttosto mastodontico. Prima di parlare della giraffa di tre metri e venti che campeggia nel bel mezzo dell’anfiteatro dei peluche, vi informerò anche sugli indefessi orari d’apertura – sempre, in sintesi – e sulla possibilità di farsi consegnare gli acquisti a domicilio per chi abita a Milano.

Insomma, c’è dell’impegno. E la giraffa ha anche un amico orso del peso di (credo) seicento chili che siede serafico in vetrina a beneficio dei passanti. Ci sono tanti giochi che appaiono con marziale regolarità nelle pubblicità in televisione, ma anche giocattoli (e sono la maggioranza) selezionati con evidente cura e attenzione. Insomma, chicche avvincenti e Superpigiamini. Il mix funziona, soprattutto per l’atmosfera e per la concentrazione altissima di potenziali meraviglie. E un negozio così, che tiene aperto in Corso Vittorio Emanuele, penso sia una specie di tesoro da preservare.
Grazie per l’ospitalità, Nano Bleu. Siete meglio di come vi ricordavo.
:3

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Per coordinate, orari e informazioni puntualissime, vi consiglio l’agile visita al sito del negozio.