Ci sono delle avversità.
Tipo:
– ho sognato una base spaziale invasa dagli zombie. Tutti avevano fuciloni al plasma, possenti balestre e scimitarre galattiche. Io avevo una forchetta.
– un tizio mi ha inseguita per strada cercando di spegnermi una sigaretta sulla fronte.
– MADRE è affabile.
– la Fornarina mi ha invitata alla sfilata di Milano, ben due ore prima che iniziasse.
– si stanno bruciando tutte le lampadine-farettine di casa. E farò prima a traslocare che a capire come si cambiano.
– ho solo ed esclusivamente vicini interisti.
– c’è un romanzo che si chiama Cristo polverizzato.
– ci sono gonne fatte di cravatte.
Nonostante tutto questo, ho la felicità in pugno, perchè è finalmente arrivata la mia sciarpavolpe. Amorevolmente assemblata da una sconosciuta annodatrice di lana di Cracovia, la sciarpavolpe scalderà il mio collo e rallegrerà le mie giornate per centinaia di anni. Perchè la sciarpavolpe ha tutto quel che di bello esiste al mondo, compresi quattro morbidi piedini e un nome di battesimo: Volpecula.
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borsa-Gallina, mi ciberò dei tuoi pingui cosciotti!
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Reginald, buon Dio, dov’è la mia tisana alla malva?
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sferruzza una volpe, salva un pollaio (?)
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Per chi volesse dare un senso a questa mia opera di fiera pubblicizzazione dell’artigianato polacco – anche se non ho il fidanzato che mi fotografa con la Reflex mentre scavalco con simulata leggiadria i binari del tram a Porta Romana -, le sciarpevolpe sono fabbricate da celapiu. Che Odino la protegga.