Diario

Una cosa orribile che faccio su Facebook

Pinterest LinkedIn Tumblr

Gatto triste compleanno

Cioè, magari non è una cosa così riprovevole. Magari lo fanno tutti e mi sto flagellando per niente. Probabilmente è un’orrore perpetrato ogni giorno da milioni di persone, che continuano comunque a condurre una vita normale, onesta e felice.
A me, però, un po’ dispiace.
Perché non è una roba carina. E io, di base, faccio del mio meglio per comportarmi con urbanità, cortesia e gentilezza.
Non si fa. E lo capisco benissimo. Solo che è incredibilmente comodo, come metodo.

Niente. Vediamo che cosa ne pensate voi, che siete degli esseri umani come si deve.

Nella vita si accumulano moltissimi amici e conoscenti. Il 97% di questi personaggi, prima o poi, TI AMICA su Facebook. E amicamento dopo amicamento, ti ritrovi con una nutritissima legione di CONNECTIONS. Non tutte queste CONNECTIONS, purtroppo, hanno la stessa rilevanza nel contorto panorama della tua esistenza. Specialmente di fronte al tempo che passa, molte amicizie si sgretolano e molte persone vengono dimenticate o rimosse, lasciando il posto a pezzi nuovi della tua vita. Facebook, però, non ha modo di saperlo. E tu, giorno dopo giorno, continui a portarti a spasso questa varia umanità che, in punti imprecisati del tempo che hai passato su questo pianeta, ha rappresentato qualcosa per te. Amichetti delle elementari che, per un motivo o per l’altro, non vedi da vent’anni. Personaggi che frequentavano la tua spiaggia quand’eri alle medie. Tizie che giocavano a tennis con te. Compagni di università che, dopo un corso frequentato insieme, sono stati inghiottiti dall’impenetrabile vortice dell’universo e si sono volatilizzati. Cugini dei tuoi ex-fidanzati. Amici del calcetto dei tuoi ex-fidanzati. Professoresse dei tuoi ex-fidanzati. Gente con cui uscivi e che, appena hai cambiato città per lavoro, ha smesso di chiamarti – e che tu, comunque, non ti sei particolarmente sforzata di cercare. Uomini che ti hanno incontrata a una festa e ti hanno subito chiesto l’amicizia, nella speranza di insinuarsi nei tuoi anfratti più reconditi. Pazzi incrociati in vacanza. Gondolieri. Trombamici. Fidanzate dei trombamici. Ex-morose dei tuoi amici. Coinquilini che non lavavano mai i piatti. Colleghe dell’ufficio di New York che già sapevi di non poter mai più frequentare. Portinaie. Gente che pensavi potesse trovarti un lavoro. La suora che ti sgridava all’asilo. I figli della tua insegnante di pianoforte.
Riuscire a percepire la superflua vastità di questo carico di esseri umani che costituisce i tuoi amici di Facebook non è assolutamente facile. Alla fine – e com’è giusto – ti interesserai soltanto alle vicissitudini quotidiane di chi ti è realmente più vicino, lasciando che gli altri vadano un po’ a farsi benedire. Ma loro, più o meno vistosamente, rimarranno lì. Certi si prenderanno quotidianamente la briga di partecipare alle tue avventure e di interagire con te – mettendo ancora più in risalto l’asimmetria che contraddistingue il vostro “rapporto” -, mentre altri non faranno che confermare la vostra fondamentale e reciproca estraneità.
Di questa roba, si diceva, non ci accorgiamo con sufficiente incisività. Ci trasciniamo in giro il nostro brodazzo primordiale di conoscenze alla lontana e, alla fin fine, non ne percepiamo neanche troppo il peso. È quando siamo chiamati a celebrare un evento importante per ogni essere vivente, però, che questa tragica indifferenza non può che venire violentemente a galla.
Perché Facebook, all’improvviso, ti dice che Giannone Pescalonza compie gli anni.

Solo che tu, purtroppo, non hai idea di chi diamine sia, questo Giannone Pescalonza.

Nel tentativo di comprendere se valga o meno la pena di fare gli auguri a Giannone, sprechi ben trenta secondi del tuo tempo a fissare come una triglia cotta la sua foto profilo. La sua faccia, malauguratamente, non ti dice niente. Sprechi altri quindici secondi a verificare le amicizie in comune. E non ti capaciti di chi siano questi individui. Cerchi ci capire da dove venga Giannone, ma è un posto che non ti sei mai e poi mai sognata di visitare. Pure la timeline di Giannone sembra la superficie di un pianeta alieno. Ci sono un sacco di quelle foto con le giraffe glitterate che gridano BUONGIORNO con un mazzo di rose in mano. Dei putti che recitano frasi di Osho. Centodue appelli per l’adozione di una nidiata di cocorite sorde, storpie e orbe. Una foto sbilenca del sagrato del tempio di San Giovanni Rotondo. L’oroscopo settimanale di Paolo Fox per il segno dello scorpione. Il risultato dell’accuratissimo quiz CHI ERI IN UNA VITA PRECEDENTE. Una mastodontica scritta in WordArt che recita CHI SI FA I CAZZI SUOI CAMPA CENT’ANNI, seguita da un SOS sulla pericolosità delle scie chimiche e da un volantino delle offerte settimanali del Famila.
Insomma, Giannone è un mistero. Non sai chi è, a prima vista ti sembra un conclamato pirla e non hai idea di come sia finito tra i tuoi amici.
Dopo aver escluso la possibilità che qualcuno ti abbia messo una polverina nel drink – proprio la sera che hai conosciuto il Pescalonza -, ti decidi finalmente ad ammettere che tu non te lo ricordi proprio, il povero Giannone. E, di fronte alla prova inconfutabile della tua assoluta estraneità a questa persona, cominci anche a domandarti che senso abbia tenersi tra gli amici di Facebook un emerito sconosciuto. La sua presenza, all’improvviso, ti risulta intollerabile. Lo percepisci proprio come un fardello. Cinque minuti fa manco ti ricordavi che c’era e ora, pur continuando ad ignorarne la storia, il vissuto e anche la fisionomia, te lo vuoi levare dai piedi.
E che fai, dunque?
Vai sulla pagina di Giannone Pescalonza e, invece di fargli gli auguri di compleanno come stanno facendo tutti gli altri esseri umani che lo conscono per davvero e che magari gli vogliono pure un gran bene, lo elimini dai tuoi amici di Facebook.
Ma così.
Senza fare una piega.
Nel giorno del suo compleanno.
Con l’efficienza di Vasilij Grigor’evic Zajcev, il cecchino più letale della battaglia di Stalingrado.
Con la freddezza di una dilofosauro vendicatore.
Con la suprema indifferenza di un monarca assoluto.
Ciao, Giannone. Stammi bene. Ma un po’ più lontano da qui.
Lì per lì, ti senti in pace. Hai fatto un passo avanti verso l’affermazione di una simmetria più realistica tra la tua vita “reale” e la tua esistenza “virtuale”. Eliminando una variabile inspiegabile, hai contribuito ad aumentare il livello medio di ordine del tuo microcosmo. Arrivi a convincerti che neanche Giannone Pescalonza si ricorda chi sei e che, quindi, questa brutale separazione non avrà alcun genere di ripercussione sulla sua autostima e sulle sue condizioni psicofisiche. E ti sentirai pure scaltra come Napoleone Bonaparte. Eliminare qualcuno dagli amici proprio nel giorno del compleanno, infatti, è una mossa tatticamente astutissima. Con tutti gli auguri che gli saranno arrivati, il Giannone non avrà mai e poi mai modo di capacitarsi della tua repentina e vigliacchissima scomparsa.
Se ben ci pensate, è un ragionamento di terrificante ed egoistica modestia.
Purtroppo – e nostante gli sforzi che dedicherete alla costruzione di un solidissimo impianto logico in grado di giustificare le vostre riprovevoli azioni – il risultato è che, dopo aver eliminato Giannone Pescalonza dai vostri amici di Facebook nel giorno del suo compleanno, vi sentirete comunque delle merde terrificanti. Perché è una roba da brutte persone. È palesemente sbagliato. Anche il peggior sociopatico omicida mai vissuto riuscirebbe a capire che non si fa. È qualcosa da condannare, come condanniamo i bracconieri che bastonano in testa le foche monache o i vicini di casa che fanno baccano alle 9 della domenica mattina. Di punto in bianco, vi renderete conto dell’enormità delle vostre azioni e vi sentirete i più stronzi dell’universo. Vi domanderete anche, in preda ad atroci rimorsi, se ne sia valsa la pena. Avete un profilo Facebook più ordinato. Ma la vostra anima è diventata nera come un cormorano che sguazza in una macchia di nafta putrefatta. Avete sbagliato, ma non potete tornare indietro. Se aggiungerete di nuovo Giannone agli amici, infatti, lui se ne accorgerà… e la vostra arguta copertura andrà ufficialmente a farsi fottere. Non c’è rimedio, non ci sarà consolazione e nessuna religione sarà pronta a gestire il vostro caso e ad offrirvi un po’ di consolazione – non in tempi ragionevoli, almeno. Non vi resterà, dunque, che vagare per le strade della Terra, con la sola compagnia della vostra riprovevole malvagità e con l’assillo di un’unico, immenso quesito: ma… alla fin fine, chi stracazzo era Giannone Pescalonza?

10 Comments

  1. Non sentirti nera come un cormorano, sei solo coerente e sincera. Io questa cosa di eliminare un amico nel giorno del suo compleanno l’ho fatto con estremo gusto una volta sola, con una persona che trovavo SOCIALmente odiosa, e che dopo avermi aggiunta anni prima, poi però per strada faceva finta di non conoscermi. Una piccola vendetta social che mi ha fatta sghignazzare di cuore 🙂

  2. Se ti consola, io faccio esattamente la stessa cosa. E ho smesso di sentirmi in colpa 😉
    Buon weekend!

  3. Ah be’. Pensavo peggio. Invece chapeau, è un ottimo modo per capire chi sai chi è e chi ma stracazzo è!

    Io faccio pulizie periodiche e una volta ogni par di mesi mi scuso a grulla, sulla bacheca, per non aver fatto gli auguri a tutti quelli cui non li ho fatti (compreso quelli che da tempo immemore sono “hidden” dalla mia bacheca, ehhhm)

  4. sonicspeed Reply

    sei un persona riprovevole che perpetra ogni giorno orrori indicibili, ma ciò non dipende dal fatto che elimini le amicizie dal tuo account facebook, capisci, è proprio il tuo mondo di gatti obesi, tegamini e alpaca a fare schifo

  5. Anche a me rimorde sempre la coscienza all’idea di eliminare gente, anzi, mi rimorde anche quando non accetto richieste di amicizia di conoscenti che so non c’entrare un tubo con me e con le cose di cui parlo.
    Le soluzioni che ho escogitato per campare lo stesso sono:
    – nascondere piuttosto che eliminare contatti (con zie e amici stretti di persone a te care non si può fare altro) e cancellare senza pietà solo contatti che iniziano a parlare in modo insistente e inappropriato di argomenti che non mi interessano. Risultato: a volte per senso del dovere vado a dare uno sguardo ai profili nascosti e scopro che mi hanno già eliminato loro. E mi sento offesa!
    – buttare un occhio al profilo prima di accettare l’amicizia oppure far passare qualche giorno, sperando che il richiedente si scordi e che questo basti a alleggerirmi la coscienza. Risultato: riesco a rifiutare le più improbabili, le altre cicciano fuori ogni giorno dal limbo in cui si trovano dandomi ANSIA. Procrastino e mi giustifico trovando ogni volta difetti alle foto dei richiedenti.
    – impostare il mio profilo pubblico con tasto “segui”, così se proprio qualcuno non può fare a meno di leggere cosa scrivo non sono costretta a fare tutti i ragionamenti dei due punti sopra. Risultato: mi seguono in 2.

    ps: questo commento è un esempio pratico del passaggio “Certi si prenderanno quotidianamente la briga di partecipare alle tue avventure e di interagire con te – mettendo ancora più in risalto l’asimmetria che contraddistingue il vostro “rapporto””, però sappi che perlomeno non ti ho mai chiesto l’amicizia. 😉

  6. Le nove di mattina della domenica? Ma quale gioiosa fortuna che avete… nel nostro “supercondominio” ci sono trapani che si svegliano alle 8:15 e tosaerba che partono da soli intorno alle 14:20 e insistono a più riprese sotto le finestre. Ma guai lamentarsi, il potere è nelle mani degli insonni

  7. Su facebook mettere sempre il 29 febbraio come data di compleanno, almeno ti rompono i balls solo una volta ogni quattro anni.

  8. Hai fatto benissimo! A me capita almeno un paio di volte l’anno, mi prende così, all’improvviso, una smania di fare “pulizie” fra gli “amici” e le pagine con like: finché non ne ho tolti un bel po’ non mi sento soddisfatta!
    La falce si abbatte sugli indifesi sconosciuti 😀
    E trovo che la coincidenza col giorno del compleanno sia diabolicamente perfetta!