Diario

Il weekend è un problema

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Tra i numerosi dilemmi esistenziali che m’affliggono – tipo, i coltelli in lavastoviglie si mettono di punta o di manico? -, sto cominciando a domandarmi che cosa devo fare per non rovinarmi regolarmente i weekend. Il fine settimana, in teoria, dovrebbe essere un momento di gioia, pace, felicità e relax. Un momento che, da che mondo è mondo, dovrebbe riservarti piacevolezze a non finire, ricompensandoti gloriosamente dei patimenti accumulati durante la settimana lavorativa. Il weekend ti rigenera, ti intrattiene, ti permette di fare tutto quello che rimandi da secoli e ti riconcilia con l’immane meraviglia del creato. Il weekend, in sintesi, è il BENE.
E invece.
Partendo da queste solide premesse, l’umanità riversa sui weekend aspettative del tutto sproporzionate. L’amara verità, cari tutti, è che il weekend ci fa diventare insensatamente ambiziosi. Facciamo un esperimento. Come dovrebbe essere il mio weekend ideale? Mettiamo che si resta in città e non si fanno escursioni, scampagnate o robe che richiedono più un’ora di viaggio – ma così, tanto per semplificare questo straordinario progetto d’astrazione.
Benissimo.
A me piacerebbe svegliarmi il sabato mattina e godermi una bella colazione. Vorrei svegliarmi con calma, ma non troppo. Toh, alle 10. Vorrei infilarmi rapidamente una tuta di ciniglia rosa, scendere da Gattullo e comprare un cabaret di pasticcini da mangiarmi a letto con mio marito. Vorrei anche una tazza di caffè e una spremuta d’arancia ipervitaminica. Ma una spremuta di arance vere, fatta con lo spremiagrumi. Successivamente, mi garberebbe leggere l’inserto del Corriere della Sera dedicato ai libri e alla CULTURA e innaffiare i vegetali che ho sul balcone, sfoggiando la magnifica vestaglia vintage che ho rubato a mia MADRE. Al che, mi garberebbe uscire a fare la piega. E pure la manicure – ma non dalle cinesi. Corroborata dalla splendente sicurezza che solo dei capelli fantastici possono conferirti, ADOREREI pranzare in compagnia di un bel libro e di una gigantesca insalata col pollo grigliato e le olive taggiasche. In una piazzetta. Con la gente che vaga in bici e i cagnolini carini. Dopo una gradevole passeggiata per negozi, potrei incontrarmi con Amore del Cuore in qualche posto che non abbiamo mai visitato – che ne so, una di quelle ville strane che ai milanesi piacciono tanto… o uno di quei mercatini disperatamente bizzarri, pieni zeppi di tacconate stupende – per proseguire il pomeriggio all’insegna del sapere, dell’arte, dell’erudizione e della beltà. Di ritorno a casa, potrei accomodarmi sul divano per scrivere due paginette ed, eventualmente, schiacciare un rapido pisolino prima degli impegni serali. Al che, vestita come una principessa preraffaelita e truccata in maniera impeccabile, sarei pronta ad affrontare la cena, in compagnia delle persone che al mondo mi sono più care. Se proprio me la sento un sacco, potrei addirittura andare al Plastic. Coi tacchi.
E del sabato ci siamo brillantemente occupati.
La domenica, dopo un sonno ristoratore – ricco di piacevoli visioni oniriche, tipo una cometa fatta di cuccioli bianchi -, vorrei fare una torta e usare la tovaglia di pizzo che mi ha regalato mia suocera. Ma anche solo per me e Amore del Cuore. Dopo aver sistemato il letto e riordinato con rapidità ed efficienza i tre stracci che possiedo, sarei finalmente pronta a dedicarmi con produttività e scoppiettanti energie alla stesura di post geniali per il mio blog – post che, visto che sono una persona molto organizzata e previdente, SCHEDULEREI con saggezza, spalmandoli su tutta la settimana – e alla prosecuzione delle robe casuali che m’è venuto in mente di scrivere, nella speranza che l’intero pianeta, un giorno, abbia voglia di leggerle. Coccole al gatto. Fare l’amore. Giocare a tennis. Appendere quadri. Vasca da bagno. Scrub. Crema idratante. Pelle magnifica. Ordinare una pizza. Film sotto la copertina. Puntare la sveglia con rinnovato ottimismo.

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Non è un programma stupendo? Non piacerebbe pure a voi? Non vi sentite già pieni d’entusiasmo e voglia di vivere?
Macché.
Tipicamente, una buona metà del mio weekend se ne va in ronfate di recupero. L’altra metà, invece, scompare in un vortice di rimorsi. Ogni santa settimana, infatti, immagino di poter usare il weekend per rivoluzionare la mia vita. Architetto attività, spulcio eventi interessanti, studio itinerari, mi appiccico cento post-it nell’agenda, faccio liste di progetti domestici e post da sfornare. Certo, prevedo anche dei momenti-pisolino. Anzi, a volte contemplo la possibilità di dormire e basta come una conquista strabiliante e meritatissima. Solo che, quando mi accascio su divano alle tre del pomeriggio, non sprigiono alcun genere di felicità. Intorno a me, infatti, ci sono persone che montano mobili, che attraversano laghi, che visitano parchi naturali, che vanno all’opera e stappano bottiglie di SCIAMPA per festeggiare la tanto agognata conclusione di progetti personali più o meno rilevanti per le sorti del cosmo. Tutto si muove, si trasforma e scoppietta. E io ho solo un gran mal di testa. Ma di quelli da due Moment Act in un colpo solo, accompagnati da una solerte Macina del Mulino Bianco, da un bicchiere d’acqua e dagli incoraggiamenti di Amore del Cuore. Mentre mi sotterro in un mucchio di cuscini e faccio pace col mio cranio, però, mi rendo anche conto che la mia settimana è stata fitta e avvincente e che, alla fin fine, mi merito un po’ di pace. Che sarà mai. Stai tranquilla cinque minuti. Ancora un’oretta di coccole. Le coccole ci piacciono. Le coccole sono la gioia. È dall’alba di lunedì che t’immagini delle sessioni di coccole di mezza giornata. E il cinema, e l’evento, e gli amici a cena, e la festa del tacchino ripieno, e il post da finire, e la traduzione da chiudere, e le mail che ho lasciato indietro, e la presentazione della nuova linea di caffettiere glitterate, e l’HAPPY HOUR con la lezione di ikebana. Mille cose. Perennemente – e fortunatamente, anche. La consapevolezza, quindi, di avere il “diritto” di ripigliarmi un attimo – nonostante sia una roba assolutamente razionale e legittima – mi fa imbestialire ancora di più. Mi sembra sempre di non avere davvero il controllo del tempo. Perché, quando finalmente posso usare il mio tempo come mi pare, io m’addormento come un sacco di cemento.
Parliamone, ve ne prego.
Voi che andate ogni santa domenica a scalare i monti. Voi che v’alzate all’alba per andare a pescare gli storioni. Voi che perlustrate con gioia ogni centimetro quadrato di Maison Du Monde. Voi che soccorrete gatti randagi e frequentate corsi accelerati di sartoria. Voi che andate a cavallo, che fate l’uncinetto, che visitate outlet, città d’arte, parchi di divertimenti e sagre di provincia. Voi che finite quattro libri o cucinate cene da otto portate. Voi che, per hobby, visitate appartamenti da acquistare – anche se non avete i soldi. Voi che tollerate Corso Vittorio Emanuele. Voi che non trascorrete i vostri sabati con un mollettone in testa, ma svolazzate spensierati sui ciottoli di Brera. Spiegatemi come si fa. Rivelatemi da dove v’arriva tutta questa energia. Raccontatemi com’è che convincete i vostri piedi a varcare l’uscio di casa. Istruitemi. Rendetemi partecipe dei vostri vittoriosi weekend. Trasformatemi in una creatura produttiva. Fatemi riconciliare, una volta per tutte, con gli unici due giorni miei.

23 Comments

  1. Ti comprendo e voglio manifestarti la mia solidarietà! Mi capita la stessa cosa, soprattutto da quando mi sono trasferita a Milano. Purtroppo non ho soluzioni se non la rassegnazione: ormai son 6 anni, ma non mi abituo, niente da fare.
    Ho distrutto amicizie per tutti i pacchi tirati all’ultimo perché non riuscivo a muovermi dal sonno, fatto finta di non essere in casa manco si trattasse della visita dell’ufficiale giudiziario, insomma una roba penosa sul serio.
    Le uniche volte che sono riuscita a fare qualcosa mi hanno portato di peso, venendomi a prendere a casa, vestendomi (eh sì) e portandomi da qualche parte.
    Anche imboccandomi, all’occorrenza (vergogna).
    Una guerra persa, sigh.
    I pasticcini di Gattullo però nuooooo 😀 (quando vivevo in Porta Romana li ho provati con esiti per me deludenti… c’è di meglio, Gattullo è come Supino: overrated! Disclaimer: Ho abitato anche accanto Supino, ma non ho MAI provato ad entrare onde evitare spargimenti di sangue stile sposa di Kill Bill).

  2. Anch’io coltivo settimane di buoni propositi, per poi finire puntualmente incollata a Netflix.
    Però faccio il bucato..conta?
    🙂

  3. Ma AmoreDelCuore come si inserisce in questo assai triste vortice di progettazione e disperazione? Io ed il mio ragazzo ci siamo inconsapevolmente evoluti in una specie di coppia in cui se io mi faccio prendere dalla pigrizia cosmica lui è felice e vuole uscire e scalare montagne, solcare oceani (a volte andare al porto a chiacchierare con gli onnipresenti vecchietti in pensione XD) e viceversa. Pare che funzioni.
    Baaaaaci :*
    p.s.: lo so, io e la punteggiatura non andiamo d’accordo ma me ne sono fatta una ragione!

    • Amore del Cuore, in realtà, è un uomo propositivo. Se dormo profondamente, però, si infila a letto anche lui. E, visto che siamo personcine vivaci, finisce che ci restiamo tutto il giorno… in altre faccende affaccendati.
      😀

      • Quindi soluzione non c’è 🙂 …attendiamo commenti di gente affaccendata ed energica!Che poi non è che io nel week end faccia mai tutto quello che vorrei/dovrei fare…..doh!

  4. Ah ah stavolta devo rispondere! Mi sa che ti riferisci a qualcuno tipo me. Pensa che ho sempre pensato mi odiassero tutti. Non è che io sia iperattiva, ma non avendo figli noi siamo molto meno limitati di molta gente – che secondo me usa spesso i figli come scusa per non fare niente, ma comunque. Userò il mio tono da dottoressa e ti spiegherò un una breve guida cosa fare: prendi il televisore. Portalo in discarica.
    Fatti fare la ricevuta di rottamazione per poter disdire il canone senza problemi.
    Fidati, è l’unica. Io vengo da una famiglia di balene spiaggiate che guardavano con occhio vitreo il televisore a volume altissimo all night long, e li odiavo. Ti spiego come funziona la vita senza tv:
    -la sera non vai a letto tardi. Il weekend, quindi, non hai sonno da recuperare. Avendo le sere vuote in settimana si passeggia, si parla, si litiga, si fa l’amore, si invitano gli amici a giocare a carte, si va da madre a sorbirsi le lamentele eccetera. Avendo fatto un sacco di cose in settimana, il weekend finché è bello si carica la macchina e si va di b&b. Noi arriviamo dal festival dei fiori di carta sul lago d’Iseo, per dire, ma non siamo riusciti a convincere nessun’altro a venire perché avevano da fare “cose”. Adesso che ho letto il tuo post immagino che abbiano dormito.
    Prova e fammi sapere come va, io sto cercando disperatamente qualcuno che sia… bhe, come me. Anche solo per vicinanza spirituale e scambio di cuccioli virtuale. Ciao dalla Bovisa!

    • Magari bastasse quello…io la tv non la accendo da anni, ma in compenso mi drogo di serie tv sul pc…che fare? Quello non posso proprio portarlo in discarica 😀

      • Tutti mi stanno dicendo di buttare la TV. Anche se guardare la TV è praticamente l’unica cosa che già non faccio nel weekend. 😀

        • ehm ma non è nel week-end che devi non guardarla: è in tutti gli altri giorni, per avere libero il week end (perché negli altri giorni: leggi, scrivi, fai lavatrici, ti vedi con gli amici)…

          • Tegamini

            Guardo Pechino Express il lunedì – perché è bello dire stronzate su Twitter. Ma finisce lì. Giuro!

  5. A costo di farmi detestare -ma comunque animata da buone intenzioni, lo ribadisco- ti dico che l’unica soluzione è puntare la sveglia alle 8 perchè le 10 (=”svegliarsi naturalmente ma non troppo”) sono il male: la percezione è che non sia tardi e ti sentirai pertanto legittimata a restare a letto e rotolarti come un riccio —> mattinata persa. Piuttosto dormi come un bradipo fino alle 12 così non avrai gli attacchi di sonno pomeridiani.
    Oppure svegliati alle 8 sapendo che, se hai girato come una trottola tutto il giorno, la sera avrai sì le forze per una cena ma no, non per andare a ballare.
    (Io i post li scrivo mentre il mio fidanzato guarda le partite, e intanto in faccia ho la maschera e l’impacco in testa. Lo so, che vita di merda.)

  6. Io ho quasi il tuo stesso problema, o meglio quando non riesco ad organizzare weekend fuori porta vengo sopraffatta dalla stanchezza casalinga. Per ora ho risolto in una maniera che molte persone definirebbero ‘da vecchietta’: non esco quasi mai il Venerdì sera e approfitto per una bella cenetta a casa ed inevitabilmente crollo dal sonno prestissimo senza sensi di colpa. In questo modo alle nove di sabato sono sveglia e pimpante pronta a riordinare, riacquistare un aspetto da donna, e riposarmi il necessario per uscire la sera, che sia cena o dopocena. La Domenica invece non programmo niente, e vedo come va, ho scoperto che se non mi ci faccio troppe aspettative a volte si rivela una bellissima giornata senza troppi sforzi!

    Ciao 🙂
    Manuela

  7. Io nei weekend da quasi un anno mi ammazzo dietro a un master “executive” (che si pronuncia “ti faccio credere di essere compatibile con la tua vita lavorativa e familiare per poi ridurti in schiavitù e cavarti fuori l’anima a suon di esami”). Finito quest’incubo a colori spero che mi rimanga il vizio di far rientrare diecimila cose nei weekend, ma quelle che dico io 🙂

  8. Comprendo benissimo l’infelice situazione.
    Il mio stratagemma (io durante la settimana non riesco a combinare NIENTE) sarebbe il seguente: concentrare tutti gli incombenti pallosi il sabato mattina, anche a costo di svegliarmi alle otto (le otto del sabato mattina sono le cinque di un giorno lavorativo, a mio avviso), così da potermi dedicare a cose di maggior interesse nella restante parte del finesettimana.
    A volte ci riesco, a volte spengo la sveglia e mi giro dall’altra parte e mi autogiustifico con l’antico brocardo “non fare oggi quello che puoi fare domani”.
    Cuccioli pelosi e a tutti!

  9. I miei 5 cents.

    Siccome prima di avere delle figlie ero una persona attivissima, nel senso che ogni santo week end di questa Terra ero al mare (sotto-acqua) o in montagna (sulle pareti di roccia), mi sento legittimato a dire qualche cosa.

    Non dico di essere monomaniaci, quasi a livello di autismo (la qual cosa comunque gioverebbe assai); ma in quasi tutti i casi la chiave è una: si sceglie.

    Ma non si scelgono cose differenti, perché se scegli una serie di cose questo fine settimana, e un’altra serie di cose tutte completamente differenti la settimana dopo, rischi la schizofrenia.

    Scegli gli argomenti che ti interessano davvero e vai per macro-categorie.

    Se ti piace la montagna, vai in montagna; se ti piace il mare, vai al mare; se ti piacciono le mostre, vai a vedere le mostre; se ti piacciono i cani, vai ad aiutare in canile; se ti piace leggere, leggi; se ti piace uscire con gli amici, fai quello.
    Insomma, fai quelle cose lì tutti i week end e pace, il resto viene dopo. Tu sei una persona soddisfatta e in pace con te stessa, perché hai fatto l’unica cosa che ti piace (o le due o tre che ti interessano veramente), del resto te ne freghi: se riesci bene, se no, non importa.

    Ma non puoi pensare di voler andare in montagna, al mare, mostre, cani, libri, amici, cinema, cucina macrobiotica, lavorare a maglia, andare in palestra, tennis, bonsai, orchidee…

    La moltitudine è paralizzante. Che cosa scelgo? Da dove comincio? E tutto quello che ho lasciato indietro?

    (tra l’altro noi nel week end, pur andando sempre fuori, si riusciva pure a far la spesa, i lavori di casa, eccetera… eh.. ok 🙂 no: non voglio una medaglia per questo 🙂 … sto dicendo solo che si riusciva a seguire i propri interessi, ma con una relativa comodità, senza affanni).

    Quindi non c’è da pensare a che cosa fai al week-end: nel fine settimana curi la tua monomania e basta. Se non è monomania, curi quelle 2 o 3 cose a cui tieni e basta.

    La chiave è una sola: si sceglie.

    Poi altri consigli:
    – per prima cosa – come ti hanno detto – via televisione, ché tanto sono tutte cazzate.
    io ce l’ho in casa, ma serve solo per vedere Peppa Pig e Trilli (chiaramente non a me), perché pur non provando interesse per i programmi televisivi, non sono un talebano e non impongo le mie scelte ad altri.
    Oppure, se scegli di guardare la televisione, scegli 1 programma a settimana (io ad esempio guardo il solo Trono di Spade per tutto l’anno ed mi basta e avanza…).

    Poi si dormono 8 ore di fila (quasi) tutte le notti; ché tanto se non ti spiaggi alla televisione, la sera – dopo cena – hai ancora alcune ore di tempo per fare qualcosa che ti interessa (leggere, scrivere, vedere gli amici).

    Comunque, scegliere è la chiave.

    Io mi sono reso conto che almeno ¾ delle cose che avrei voluto fare e non ci riuscivo, sono tutte cazzate: ti rimangono i rimorsi per non averle fatte (ma per non aver fatto che cosa, appunto? delle cazzate..)

    Quindi per sopravvivere scegli: oltre al lavoro e alla famiglia scegli quelle 2 o 3 cose a cui tieni veramente, tutto il resto lo tagli: ti renderai conto che è superfluo e che tagliare fa anche bene alla tua psiche.

    Per dirla con Guzzanti (Aniene al minuto 2:40”):
    https://www.youtube.com/watch?v=dr_BfnjMMhI
    E ricorda: “Ricordati! troppo tuoni è come nessun tuoni”.

  10. Parlavo con una mia amica di questo post e ci è sorto un dubbio…ma le pulizie quando le fai? No perchè noi abbiamo questo annoso problema di avere una casa minimamente decente e quindi rimane a volte solo il weekend (o un giorno dei due) per pulire, sacrificando cosi parte del nostro tempo libero.

    • Abbiamo deciso di investire 27 euro alla settimana per far fare le pulizie a una persona che è capace. Ne abbiamo guadagnato in felicità.

      • Fate bene! Io purtroppo ho talmente tante fisime e paranoie che finirei per pulire la casa prima dell’arrivo della donna delle pulizie, tanto per non sentirmi in imbarazzo che ha trovato sporco…

  11. Bello questo post, e molto interessanti i commenti sotto!!!
    Sottoscrivo la strategia di evitare la TV (ma anche il computer) prima di andare a dormire. Condivido anche l’idea di scegliere. Personalmente scelgo solo cose che mi piacciono e mi divertono molto, e che anche se sono stancanti, mi rigenerano. Stare a letto tutto il giorno, alla lunga, mi spegne.
    E aggiungo:
    -mi sveglio presto la mattina ogni giorno della settimana (6-6.30), e vado a dormire similmente presto (22-22.30). Così posso svegliarmi bene, leggere, pianificare senza assilli. Nel weekend ho poco sonno da recuperare, ma comunque svegliarmi alle 8-8.30 di sabato mi sembra già una gran cosa. In generale poi non amo fare tardi la sera.
    -mi regalo pillole di beatitudine ogni giorno: lunedì un paio di macarons, martedì la maschera ai capelli, mercoledì cinema… Così nel weekend agogno a meno cose, e quindi non mi deprimo se anche me ne sto a guardare le serie tv e a riordinare l’armadio.
    – nel weekend evito di aprire qualsiasi social network: primo sono dei tunnel divoratempo, e poi, il weekend è bello proprio perché si può essere socievoli davvero. Oppure no, ma comunque senza fare finta su internet.

    Che poi, va detto, il tutto funziona perché non ho figli, ho uomo accondiscendente e riduco i lavori di casa al minimo (il ferro da stiro lo uso solo per fare i toast).
    Cuoricini!