Diario

The dead van

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Continuo ad imbattermi in assurdità. Vago serena per strada e all’improvviso, tanto per citare uno degli ultimi mirabili avvistamenti, mi passa davanti uno con una moka da sei tatuata sul polpaccio. Due volte, l’ho incontrato, il tizio con la moka tatuata, e non abito in un villaggio di pescatori in Papuasia.
Ora, i casi sono due. Potrebbe essere colpa mia, perchè magari sono io, in qualche modo non chiaro, a calamitare le cazzate urbane. Vado in un posto e tutto quello che di scemo sta esistendo nel raggio di un chilometro si sposta sul mio percorso. Oppure, siete voi che non vi accorgete di niente e, imperturbabili come giumente, andate dove dovete andare, mentre un’idra sventra a craniate il palazzo che avete di fronte.
Onestamente, non so. Ma non lo sa neanche il tizio del furgoncino. Non lo sa e nemmeno gli interessa, perchè lui ha una missione.

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4 Comments

    • Dovremmo andare in giro insieme, solo così potremo trovare la cazzata definitiva, la scemenza che ha partorito tutte le altre scemenze del mondo. Credo sia nostro dovere 🙂

  1. Ah… Tremo al pensiero dei nostri magnetismi riuniti. Ad ogni modo credo che essere nella stessa città già agisca potentemente in tal senso!

  2. Solo una domanda… Una volta trovata la madre di tutte le scemenze… Cosa ce ne facciamo?