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Amore del Cuore? Amore! Ciao! Sono tornata! Mi scappa la pipì! Aspetta che vado in bagno, così poi ti racconto tutto! Ma dov’è il gatto? OTTONE! OTTONE! Ma sei qui, PATATA! Cosa fai sempre nel bidet? Sembri un castoro gigante! Ti siamo mancati? Hai già mangiato tutte le crocchettine? Amore del Cuore! Che ore sono? Mamma mia, che sonno. Sto per morire. Guarda, sarei tornata prima, ma c’era Gabbia che continuava a fermare venditori ambulanti perché voleva un bastone per farsi i selfie. E loro lì a svuotare lo zaino per farglieli vedere. Uno l’ha tenuto lì mezz’ora, senza comprargli niente, poi. Quando se n’è andato l’ha anche mandata a cagare… insomma, non mi sento di biasimarlo, francamente. Comunque, abbiamo mangiato abbastanza bene. Cioè, l’antipasto era buono, il secondo mica tanto. Un polpettone un po’ molliccio, pesantissimo, prosciuttoso… ti dirò, niente di che. Di antipasto invece ci hanno portato tutti questi fritti super strani, con le verdure, le croccoline, le mozzarellette. Bisognerebbe andarci solo per quei cosi lì. Il posto è carino, anche se hanno quattro tavoli in croce e una scala a chiocciola che un giorno ammazzerà qualcuno. Ah, ma lo sai che quest’estate vogliono prendere la macchina e andarsene in giro tutte insieme? E mi hanno sgridata tantissimo perché non abbiamo ancora fatto la festa di inaugurazione della casa. Ma che ansia. Poi c’è la Giorgia che sta cercando un bilocale qua vicino, che vuole avvicinarsi un po’ all’ufficio. Fa tutto schifo, comunque. Catapecchie, ruderi. Robe scrostate. Soppalchi pericolanti. Per carità. Almeno non è capitato solo a noi… è anche vero che tutte le case di merda te le sei sorbite tu, Amore del Cuore. Io ho visto solo quella bella. Comunque, si fanno tutte la manicure col gel. Ma quando ci vanno? Io sono qua che manco riesco a smaltarmi le unghie in casa, figurati. Che poi te non lo sai, ma il gel è uno sbattimento cosmico, per fartelo togliere devi andare dalla tizia, che ci vuole un solvente speciale e da sola non puoi mica farlo. Ma che voglia hanno? Ad un certo punto siamo andate in questo posto qua in via Vigevano, che Giovanna è single. Ci siamo guardate un po’ intorno ma non c’era molto materiale. Il problema, secondo me, è che c’è pieno di uomini bassi e incredibilmente pavidi. Non fanno mica come te e Andrea. Nessuno che viene a dirti due cazzate, zero. Ad un certo punto è anche passata una tizia con un cane grosso come una pallina da tennis. Lo teneva in braccio, in una specie di fagottino. Solo che era così piccolo che sembrava una spilla. Non so come facciano a vivere, quei canini nani lì. Ma sanno camminare? In casa nostra durerebbe cinque minuti. Se lo pesti muore. Ah, ho raccontato a tutte che in ufficio abbiamo il cane. Cioè, non è mica il cane di tutti ma… hai capito, te l’ho già spiegato come funziona. E niente, erano molto stupite. Da loro manco gli fanno tenere la tazza per berci il tè al pomeriggio, figuriamoci. Una valle di lacrime. Alla fine, però, non è che sono quella che torna più tardi. Mi rompi tanto le balle, te, ma loro arrivano a casa alle nove e passa tutti i giorni. Cioè, come se io ti sgridassi perché la sera fai le copertine! Mi sono mai risentita? Ma va! Ah, mi hanno detto che c’è un sarto bravissimo, qua dietro. Ci ha portato un po’ di roba la Cri ed era molto contenta. Forse riesce anche a metterti a posto i pantaloni, quei jeans lì con lo strappo nel sottopalla. Dobbiamo esplorarlo di più, questo quartiere. Non sappiamo una mazza di niente. Dove eravamo prima sapevamo cosa fare e c’erano un milione di market cinesi sempre aperti… qua un po’ meno, ma se non ci applichiamo non è che possiamo migliorare la situazione. Documentiamoci, facciamo dei giri, guardiamoci intorno. E basta, mi sono divertita. I cocktail buoni, comunque, non ci sono più da nessuna parte. Un litro di benzina, mi hanno dato. Che schifo, cazzo. E te? Com’è andata? Chi c’era? Dove siete stati? Cos’avete fatto? Che ti hanno detto?

Ma no, niente. Tutto a posto. Ho mangiato un casino.

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