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Questa ondata di remake, adattamenti con le persone vere e rilanci in live-action delle pietre miliari della mia felicissima infanzia sta cominciando ad agitarmi. Mentre attendo con un certo terrore il trailer della Sirenetta (perché sì, stanno manomettendo pure quello) e accendo un cero in vista dell’arrivo in sala del GGG, trovo più che doveroso condividere le prime immagini del nostro (potenziale) problema più imminente: La bella e la bestia.
Disney, parliamoci chiaro. Non potrei tollerare un disastro. Ho fisicamente bisogno che questo film sia fantastico. Lo desidero ardentemente. Ho ancora l’album di figurine di quando ero piccola –  l’UNICO mai completato. Volevo il bambolotto della Bestia, quello con la testa posticcia che se gliela staccavi scoprivi che sotto c’era il principe. PARLAVO CON GLI STRACCI DELLA POLVERE DI MIA MADRE, MALEDIZIONE. La situazione è critica.
Ma vediamo quel che c’è.
Il teaser, che trovate gloriosamente qua sotto, è una specie di visita guidata del castello della Bestia (e ben poco altro). Ora, non so se si tratti di una mia reazione pavloviana alla colonna sonora o se, in effetti, il castello sia bello veramente, ma mi pare tutto al posto giusto – cardini scricchiolanti compresi. Continuo a non avere idea di come Mrs Bric potrà interagire con Emma Watson – Belle -, ma affidiamoci alla provvidenza.

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Il film uscirà il 17 marzo 2017 e, oltre ad Emma Watson – palesemente scelta perché ad Hermione Granger la biblioteca della Bestia sarebbe piaciuta un casino – il cast comprende personaggi strabilianti.
Dan Stevens sarà la Bestia – per chi non ce l’avesse presente, Dan Stevens è Matthew Crawley di Downton Abbey… diventato inspiegabilmente figo subito dopo aver abbandonato gli agi della campagna inglese -, Luke Evans sarà Gaston – Amore del Cuore è arrivato all’ultima audizione, ma è stato scartato e deve ancora riprendersi dalla cocente delusione -, Ewan McGregor sarà Lumiere – ADORO! – e Ian McKellen sarà Tockins – IPERVENTILO.
Per non farci mancare niente, ci saranno pure Emma Thompson – nel ruolo della magnifica teiera parlante – e Stanley Tucci… che interpreterà un pianoforte a coda. Nel cartone non c’era un pianoforte, ma chi sono io per protestare. Anzi, un principino presuntuoso che studia pianoforte di malavoglia ci sta perfettamente.
L’angoscia rimane grande, almeno quanto la sala da ballo del castello. Teniamoci per mano.

ggg tegamini

Il GGG è il secondo libro che ho letto. Ho cominciato con Le streghe e, visto che mi ero trovata bene con Roald Dahl, ho deciso di fidarmi della collana. Li avevo letti al mare, nella stessa estate. Avevo sette anni e una libreria di fiducia. Ci passavamo la sera, dopo aver finito il gelato. Coi gelati non ti fanno entrare, in libreria. C’era uno scaffale basso pieno di Istrici. Io sceglievo, MADRE pagava. E tutto funzionava molto bene. Una ventina d’anni dopo, Amore del Cuore mi ha regalato la nuova edizione del GGG. Sempre un Istrice, ma con la copertina rigida. L’avevo letto in mezzo pomeriggio, mentre aspettavo che tornasse dal lavoro. Rileggerlo è stato terapeutico. Mi sono sentita super fiera della piccola me. Con tutto quello che c’era nella libreria del mare, io ero riuscita a pescare i due libri per ragazzi (e per persone grandi) più belli mai scritti. La gente non ha a disposizione un numero illimitato di ottime decisioni, nella vita. Io me ne sono giocate due a sette anni nel budello di Loano, in provincia di Savona. E non credo di averne a disposizione molte altre. Cercheremo di farcele bastare.
Ma perché mai ci troviamo qui?
Siamo qui perché la Disney ha finalmente deciso di sfornare il teaser trailer del GGG, diretto da Steven Spielberg. E il mio cuore trabocca di timori e di vaghe speranze. E pure di una certa ilarità. Che ci devo fare. Il GGG, in inglese, si chiama The BFG. E io, accidenti a me, non riesco a vederci un innocente The Big Friendly Giant. Per me è un tragico THE BIG FUCKING GIANT. Per sempre. E senza rimedio. Addio poesia, addio meraviglia dell’infanzia. E millemila applausi alla delicatezza dell’acronimo italiano. Grande Gigante Gentile. Un titolo che è riuscito a preservare la mia innocenza fino a un’età francamente eccessiva.
Ma com’è questo benedetto trailer?
Beccatevelo qua.

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Trattandosi di un teaser, non è che si capisca un granché. La piccola Sofia ha un greve accento inglese e un taglio di capelli di un’inclemenza rara. L’orfanotrofio è un orfanotrofio regolamentare. E il GGG è sufficientemente grande da suscitare un legittimo timore. Non sappiamo se le sue orecchie saranno della dimensione giusta. Non c’è traccia della sua bizzarra sintassi. Non c’è ombra di cetrionzoli. Il procedimento di soffiaggio dei sogni non è stato ancora affrontato. Non ci sono giganti selvaggi e crudeli. La regina d’Inghilterra non ci ha ancora onorato della sua presenza – con o senza corgi. Insomma, ne sappiamo come prima. Ma possiamo cominciare a crederci. È un trailer incredibilmente cauto e guardingo. Il che, forse, può farci ben sperare. Perché la cautela e la circospezione possono anche essere sintomi di estremo rispetto – per un libro meraviglioso e per noi ex-mini persone che hanno imparato ad amare la lettura grazie a questa storia. Non nutro una fede cieca e assoluta nelle capacità di Steven Spielberg. Certo, mica è il primo cretino che s’incontra dal panettiere… è che, di base, non sono il tipo. Propendo per i presagi di sventura, così poi non ci rimango male. In questo caso, però, vorrei provare a sperarci. Spero che Spielberg non si sia dimenticato di noi. E che, in qualche modo, abbia provato a immaginare tutto quello che ho immaginato io da piccola, in spiaggia, con il mio Istrice in mano e MADRE che m’inseguiva per spalmarmi la crema solare. È un libro incredibilmente conciso, per la vastità di quello che racconta. Lo schermo del cinema sarà grande abbastanza? Vedremo. Intanto, proviamo a metterci un po’ di fiducia. Metti mai che, per una volta, finirà per andarci bene.

 

Maleficient poster

Sono emozionata, dai. È un mio diritto, anagraficamente parlando. E lo sa pure la Disney. Maleficent non lo fanno mica per le bambine che sono piccole adesso. Lo fanno per le ex-bambine tipo me. Perché noi c’eravamo, quando Malefica prendeva a rovi in faccia il principe e sputava fuoco verde a destra e a sinistra e augurava ogni sventura a innocenti principessine neonate. E le entrate ad effetto? Parliamone. Prima di vederla sul serio, c’erano sempre almeno cinque minuti di questa ombra lunga e cornuta che si avvicinava, implacabile. A me faceva paura per davvero, diamine. E la rispettavo profondamente. Voglio dire, trasformatevi voi in un drago. Terrorizzatelo voi un intero regno, senza manco rovinarvi la manicure. A noi sceme un corvo non darebbe mai retta, ci farebbe la cacca su una spalla e ci mangerebbe un occhio. A noi il viola sta male, ci sbatte. A Malefica no. È è la cattiva Disney con la miglior coordinazione tra rabbia e ondeggiamenti furiosi del vestito. Un mantello antigravità. Quando Malefica si arrabbia e agita i pugni per aria, tutto quanto il mantello si arrabbia insieme a lei. In pratica le levita attorno, bello puntuto e minaccioso. Che lei peserà quindici chili, ma con quel mantello lì sembra grossa come un continente.

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Niente, volevo dire che sono contenta che facciano questo film. E anche Angelina Jolie mi garba, come Malefica del cuore. Ha gli zigomi adatti, per un ruolo del genere, ma anche prima dei ritocchi digitali. Con quegli zigomi lì ci si può affettare il kevlar. Gli zigomi sono tutto, nella vita. Sono contenta, molto curiosa e anche un po’ preoccupata. Perché mi piacerebbe tanto che questo Maleficent non fosse una divagazione inutile. Sarebbe bello se avesse una storia bizzarra e intelligente. Se ci fosse qualcosa di interessante, oltre all’Angelina che fa la strega sbruffona e ci insegna come si trascina in giro un costume meraviglioso con uno strascico che arriva fino a casa vostra. È plausibile aspettarsi un qualche cosa, da questo film? Cioè, stiamo parlando dei miei ricordi d’infanzia. È una faccenda seria. Se non ho mai imparato a cucire è anche un po’ colpa della Bella Addormentata. Le fiabe sono importanti, ti rovinano per sempre. Ti convincono che puoi parlare coi coniglietti del bosco e roba del genere. Vorrei del sacro rispetto, per la Malefica che mi ricordo io. Magari anche un po’ più di ombretto sulla faccia di Angelina. O uno zigomo-party per il lancio del film, con uno che mi prende, mi trucca e mi caccia in un costume da Malefica… abbiamo bisogno di crederci. Abbiamo bisogno che il corvo parli. E che i rovi siano un po’ più belli e spaventosi, mica quei cavolfiori cicciardi che si vedono nel trailer. Perché siamo diventate più grosse, alte e piene di occhiaie, ma ci ricordiamo vagamente come si stava bene da piccole. E i film come questi servono a farcelo tornare in mente sul serio. Va bene, Disney? Vi siete segnati tutto? Anche le fate madrine sono orribili. Date una bella sistemata generale. E lavorateci sul serio, al party. E invitateci, che poi va a finire in un disastrone sanguinario, come il battesimo di quella narcolettica di Aurora. Ok? Stiamo tranquille? Ci fidiamo? Perfetto, allora, fateci vedere una cosa fatta bene. E tante care cose. That’s all…

maleficent

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Voi magari non avete sette anni, ma io sì. E qua in seconda elementare siamo tutti contentissimi per la magica apparizione del primo trailer del nuovo film di Thor, l’indomito polpettone di Asgard. Solo che non si chiamerà “Thor – Asgard’s Meatloaf” ma “Thor – The Dark World”. E si dovrebbe poter vedere in autunno, perché adesso va così, ogni sei mesi c’è un giro in giostra con un supereroe.
Direi di fare un po’ come la volta scorsa, con il trailer di Iron Man 3 – che esce il 24 aprile, tanto per ricordarlo a chi vive su Caronte, sassoso e ghiacciato satellite binario dell’ex-pianeta Plutone. Qua c’è il trailer e sotto c’è quello che ci ho capito io, più un diffuso e meritatissimo disprezzo per Jane Foster, il personaggio femminile più insipido e piagnucoloso del mondo. Che Sleipnir la sfiguri con tutti e otto i suoi zoccoli.

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Dunque.
Inizia con dei bambini che fanno fluttuare un tir. Non sappiamo perché, ma siamo molto contenti per loro. L’avessi fatto fluttuare io, un camion, quand’ero piccola. E invece no, al massimo facevo la rondata sulla trave alta.
Dopo i piccoli autotrasportatori telecinetici, Odino ci informa che prima della creazione non c’era il nulla, ma c’era l’OSCURITAH. Al che presumo ci mostrino il cattivo. Che forse è quello lì, un tizio tutto incatenato in una camera buia, con una specie di casco-tagliola in testa. Ma che fa, sta lì piantato come un monumento perché qualcuno deve ancora risvegliarlo? E chi mai sarà il supergenio? Ma soprattutto, che vuole?
Poi niente, un’immensa (e bellissima) nave nera a forma di accetta rovesciata solca le acque di un qualche posto grigissimo per andarsi a incastrare nel pratone all’inglese di un college. Ad accogliere l’evento con moderato sconcerto troviamo l’amica di Jane Foster, quella con le tette grosse e l’attitudine per la scienza di una commessa di Kiko. Gente che scappa, finestroni inestimabili che esplodono in un milione di pezzettini, fogli che volano. Misericordia, perché la gigantesca nave nera a forma d’accetta è venuta a rompere i vetri proprio a noi? Temo sia perché in quel posto lì c’è anche la nostra Jane. E ovviamente, come ogni personaggio inutile e imbranato, avrà bisogno di essere salvata.
Arriva Thor! I mantelli svolazzano!
Bene. Thor atterra, afferra la sua umana del cuore e, senza manco salutare, si smaterializza con lei verso Asgard. Così a vedere dal mare, sembrerebbe che il regno degli Asi sia leggermente migliorato… c’è sempre una doverosa maestosità, ma ben poche cose sono rimaste a forma di cannellone. Nel primo Thor, ogni palazzo era una composizione di cannelloni dorati. Ma si sa, il tocco magico del modesto Kenneth Branagh…
Comunque!
Thor regala un vestito asgardiano a Jane e se la porta a spasso. Lady Sif, interpretando un po’ i sentimenti di tutti, la incenerisce con lo sguardo. Anzi, la guarda con un disprezzo talmente meraviglioso e plateale che mi viene quasi da pensare che sia innamoratissima di Thor e megagelosa. Secondo me ci fanno qualcosa di interessante, con questa rivalità tra femmine.
Nel frattempo, i capelli di Thor – con treccina, grande innovazione – diventano più strabilianti e luminosi ad ogni inquadratura. Beato lui.
Distruzione ad Asgard, distruzione in un bosco, distruzione a Midgard, accorati appelli interventisti presso il trono di Odino e martelli fosforescenti che sfrecciano. Polpettone in posa plastica e onda energetica ribalta-nemici.
Poi vediamo una treccia bianca e minacciosa, molto più imponente della treccina di Thor.
La mamma di Thor, contrariatissima, piglia un pugnale e fa fare due passi al suo bel vestito, che mi pare un Vivienne Westwood Anglomania metallizzato.
Lady Sif fa uno di quei movimenti a scatto con la testa, quelle robe girachioma da guerriera indomita. Il fatto che ci rifacciano vedere Lady Sif vorrà forse dire che è diventata un personaggio importante? In ogni caso, ha uno scudo molto carino.
Ma ci sono moltissime femmine in questo trailer, che cosa sta succedendo.
Thor finisce in un polverone tempestoso e c’è un mostricciattolo blu mezzo sfigurato dall’acido muriatico che gli sventola davanti la sempre indifesa Jane Foster, crocifissa per aria. Thor, stracciato, stanchissimo e pesto, crolla sui ginocchioni gridando un inevitabile NNOOOOOOOOH.
Titolone di Thor.
E poi succede quello che qua in seconda elementare volevamo vedere sul serio.
Thor, nello sterco di Sleipnir fino al collo, si appropinqua a una di quelle solite gabbie di vetro per supercattivi e va a chiedere aiuto a Loki che, giustamente, lo prende per il culo ancor prima di vederlo arrivare.
La felicità è grande.
E se proprio dobbiamo proseguire nel filone “commento-capelli”, è ormai chiaro che Loki ha passato buona parte degli Avengers a farsi la piega. Qua è in camicione verde tutto stropicciato e ha in testa più o meno quello che mi ci ritrovo anch’io quando mi asciugo col FON con troppa esuberanza. Qualcuno gli porti del balsamo e un bel costume. Ridategli tutti i suoi giocattoli. E fategli prendere un po’ di sole, santo il cielo. Fate quel che vi pare, ma mettetelo in ogni inquadratura.
Più Loki! Più cattiveria! Più elmi cornuti! Più lavoro per gli psicanalisti! Forza!

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Diamine, se è brutto.

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Non so voi, ma sono positivamente impressionata.

E con questo, vado a stendere la maglietta di Ironman, che domani al cinema ci vado con quella. C’è pure il triangolo-Ark-cuore che si illumina al buio!


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Superfelicità, c’è il teaser trailer di Iron Man 3!
Esplosioni, Robert Downey Jr con le zeppe d’ordinanza (ben camuffate dagli astuti pantaloncini a zampa), i meravigliosi capelli di Pepper Potts, seimila armature cromatissime, roba che vola e spara. I supereroi mi strappano continuamente il cuore, soprattutto quando hanno barbette molto geometriche e un’indole sbodenfia.
Comunque, Iron Man 3 uscirà in Italia il 24 aprile 2013 e, se è vero che tutti quanti potremmo anche essere già morti, vale la pena esaminare questo trailer del trailer con grande perizia e scrupolosità. Perché c’è chi ama applicare le proprie doti analitiche a una professione ben remunerata e c’è invece chi le utilizza solo per perder tempo.
Facciamo così, qua c’è il filmatino… e dopo c’è quello che ho capito io.

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A Iron Man, stare disteso nella neve sporca e ghiacciata fa venire la malinconia.
L’immensa intelligenza di Tony Stark è arrivata a padroneggiare il millenario segreto della telecinesi. Vuoi metterti un guanto? Non temere, il guanto verrà a te.
L’insonnia affligge anche i geni-miliardari-playboy-filantropi. E voi che pensavate di essere speciali…
A Pepper non dispiace che Tony dorma con un’intera officina meccanica disseminata per il pavimento della camera da letto. L’importante è che il grasso da motore non insozzi il piumone di raso.
C’è sempre quello là, il militare nero, War Machine. Quello che nell’1 era diverso.
C’è della gente che va ad esplorare uno stanzone con delle brutte infiltrazioni sui muri. Forse sono imbianchini.
Guy Pearce è un viscidone.
Tony Stark ama prodursi in pose drammatiche di fronte ad anfiteatri pieni zeppi di armature ordinate cronologicamente.
L’Ark-cuore. Adesso è un po’ sull’azzurro. E Tony vaga per casa con la testa ricoperta di auricolari Bluetooth.
Le armature sono dispettose e ti vengono sempre a svegliare nel bel mezzo di un bel sogno.
Saranno anche belle belle in modo assurdo ed esposte cronologicamente ad anfiteatro, ma prima o poi le armature scoppiano tutte.
C’è uno con la scabbia che si scappuccia la testa.
C’è una tizia in terra che somiglia un po’ a Naomi Watts. Mora e con le Adidas, però.
Hanno fatto verniciare un’armatura a Steve Rogers.
Quella biscia melliflua di Guy Pearce si struscia alla guancia destra di Pepper Potts. Spero moltissimo che Pepper sia ben conscia di essere già fidanzata con il figo del secolo.
Tony Stark deve operarsi a qualcosa.
Iron Man piglia al volo un sacco di gente che schizza fuori da un aereo squarciato. Tutti quanti però forse non ci riesce a prenderli. Gli squali avranno di che mangiare per molti anni.
La Pepper soffre tantissimo dentro a una specie di struttura di metallo con le bretelle. Soffre e digrigna i denti, ma comunque non si spettina.
C’è un casco guercio di Ironman.
Ci sono le mani molto ingioiellate di quello con la scabbia, uno che ama molto anche i polsini pieni di perline. E dal taglio a pagoda dell’abito, direi che è il Mandarino.
Un’armatura sembra voler fare all’amore con Tony Stark.
Tony Stark le prende anche dalle donne.
Si capisce che il Mandarino non ha la scabbia, ma una treccia un po’ arrotolata sulla sommità del cranio.
Degli elicotteri imbottiti di missili distruggono la sobria villa discovolantesca di Tony e Pepper, paladini dell’understatement architettonico.
Mentre Tony e Pepper vengono sbalzati lontano dall’onda d’urto di un’arrogante esplosione, nel loro soggiorno si scorge un pupazzo gigante che somiglia in modo preoccupante a Jar Jar Binks. E se fosse vero, si meritano alla grandissima di diventare dei senzatetto.
Distruzione, distruzione, detriti bruciacchiati e cemento che rovina giù per la scogliera. Gli squali finiranno schiacciati sul fondo limaccioso del mare.
Iron Man è un po’ sfortunato e viene trascinato nell’abisso insieme al resto dei rottami. Trascinato per il collo, tra le altre cose. Non fa mai piacere.
Tutto è buio, alghe e oscurità senza fine.
E pure il logo è un po’ rugginoso e pessimista.
Però, però, poi c’è Tony Stark che tira una slitta in mezzo alla neve. Che sia Natale? Che sia un segno di meravigliosa circolarità narrativa? La neve all’inizio e la neve alla fine. E a Tony è anche un po’ passata la malinconia, anche se sbuffa come un muflone d’altura.

…e guardate che su Jar Jar non stavo mica scherzando: