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Steve Rogers

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Sono molto contenta. Questo film poteva essere una boiata terrificantetipo Batman v Supermanma, con mio grande sollievo, è un ottimo esempio di come centosei supereroi possano litigare con dignità, rispettando i nostri affaticatissimi cervelli. E, dopo innumerevoli MAI UNA GIOIA, finalmente ci meritavamo qualcosa di tollerabile.
Ma che succede? Perché Civil War è bello?
Parliamone.
Con spoiler.
Ripeto. SPOILER.

Captain-America-Civil-War

Dopo aver praticamente sbriciolato un’immaginaria nazione est-europea in Age of Ultron – che non mi è garbato un granché… come non è garbato neanche al povero Joss Whedon, da quel che si è capito – gli Avengers si trovano nuovamente al centro di ogni genere di polemica. Il loro ultimo intervento in Africa, infatti, si è concluso nel consueto cumulo di calcinacci sanguinolenti e bambini martoriati. Le Nazioni Unite, all’improvviso, non sembrano più disposte a tollerare un tale scempio. Questa gente con i superpoteri deve smetterla di andarsene in giro a seminare distruzione nel nome di un ipotetico bene comune! Ah, signora mia, dove andremo a finire. Perché non prendono esempio da Dragonball? Qualcuno ha forse mai visto Goku e Vegeta pestarsi a Manhattan? Comunque. Il buon Tony Stark – che vive ormai intrappolato in una perenne condizione di rimorso e scarsa fiducia nelle proprie capacità di giudizio – si schiera a favore di una specie di Trattato Internazionale per il Controllo del Supereroe Eccessivamente Disinvolto, ed esorta il resto della ciurma ad imitare il suo luminoso esempio. Purtroppo, però, il sempre opportuno Bucky riemerge dopo un paio d’anni dalle tenebre per far APPARENTEMENTE saltare in aria un’aula piena zeppa di diplomatici e membri incazzati della famiglia reale wakandiana.
Apriti Bifrost.
Captain America, ben lo sappiamo, perde completamente la brocca ogni volta che all’orizzonte balena il braccione meccanico di Bucky. Fermamente intenzionato a sventarne la cattura – NON È STATO LUI, STOLTI! I MALVAGI STANNO NUOVAMENTE MANIPOLANDO LA SUA MENTE! L’ULTIMA VOLTA M’HA TIRATO FUORI DA UN RELITTO, C’È SPERANZA CHE SI RIPIGLI, M’HA RICONOSCIUTO, GUAI A CHI LO TOCCA! -, si precipita in suo soccorso sfanculando il mondo intero e inimicandosi in modo quasi del tutto irreparabile Tony Stark, ormai ridotto allo status di povero Cristo. Cioè, Pepper sembra averlo scaricato – per fondare Goop e suggerire a tutte quante di farci l’ossigenoterapia alla vagina. E Visione guarda sempre le tettone a Wanda. Nessuno lo degna più d’un briciolo d’attenzione e nemmeno le armature sono più arroganti come una volta. Insomma, una situazione drammatica. #TeamIronMan. #TeamTomFord.
In un crescente parapiglia – assai guardabile anche nelle sequenze d’azione, che tanto schifo ci avevano fatto nell’ultima uscita degli Avengers – e in un addensarsi di sospetti e piani obliqui, emerge la figura di un abile malvagio: Niki Lauda. Daniel Brühl, non so se sia per la faccia che ha o per la sua indiscutibile capacità di risultarti in ogni modo antipatico, sembra essere condannato ad interpretare gli stronzi, i viscidi e i reietti della terra. Daniel Brühl è l’esatto opposto di Martin Freeman, che in questo film fa Everett Ross, e che riesce a risultare amabile anche interpretando personaggi che non interessano a nessuno.
MA STIAMO DIVAGANDO, MALEDIZIONE.
Niki Lauda, dimostrando uno stile, una pazienza, una perseveranza e un’abilità che l’ultimo Lex Luthor manco è capace di sognarsi, riesce nell’impresa di riportare alla luce un terrificante scheletro nell’armadio, non prima d’aver però costretto gli Avengers a sputarsi vicendevolmente in faccia.

Ecco il folle pagellino dei due schieramenti. 

team cap
STEVE ROGERS (giunto per l’occasione al secondo limone della sua vita – o forse… fermi tutti, giunto per l’occasione AL PRIMO LIMONE DELLA SUA VITA) è riuscito a tirarsi dietro:
BUCKY, il Winter Soldier dalla mano pesante > basta dirgli “vagone merci” in russo e riuscirete a convincerlo a commettere qualsiasi genere di enormità (e a venire a fare shopping con voi al centro commerciale di Arese il sabato pomeriggio). Lo trovo estremamente figo, ma il suo ostinato mutismo mi esaspera. E, seppur io capisca – razionalmente – perché Captain America lo ami così tanto, continuo a pensare che non valga la pena sbattersi a tal punto per lui.
WANDA, la strega con le parigine di lana > ancora vittima della sindrome di Jean Grey, combina un casino ogni volta che decide di uscire di casa. Potrebbe sbriciolare il mondo, ma cioè, tipo, raga… ho problemi.
FALCON, quel tuo cugino che si diverte a pilotare i droni > perdonatemi, ma Falcon è semplicemente troppo buffo per essere preso sul serio.
OCCHIO DI FALCO(N), quello che in pensione s’annoia > sempre caparbio e immancabilmente polemico, molla figli e famiglia per azzuffarsi improvvisamente con gli unici amici che ha mai avuto. E, ancora una volta, non finisce mai le frecce.
ANT MAN, il capo dei galli > non ho mai recensito Ant Man, ma mi è piaciuto tantissimo. Credo che, a livello di “tono” e di adorabile sbruffonaggine, Paul Rudd sia un po’ il nostro nuovo Iron Man. In questo film ci sono circa due battute argute e sei cose che possono farti ridere. E le dice tutte Paul Rudd. In questo film, dal punto di vista dell’azione, c’è un’unica cosa davvero assurda e stupefacente. E la fanno fare a Paul Rudd – subito dopo averlo spedito tra i circuiti di Tony Stark a svitare bulloncini, a bordo di una freccia volante. Dopo tutto ciò, LO FANNO DIVENTARE GIGANTE, SANTO IL CIELO. È UN MOMENTO BELLISSIMO. METTETE PAUL RUDD DA TUTTE LE PARTI! FATEGLI GETTARE I CAMION ADDOSSO AI CATTIVI! Amore imperituro per Ant Man.

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TONY STARK (sempre genio, sempre miliardario e sempre filantropo, ma decisamente non più playboy… e molto più amareggiato dalla vita) combatte con:
VEDOVA NERA, la donna che cambiava idea > di solito tifo moltissimo per la Vedova Nera. Questa volta, oltre ad apprezzare il modo saggissimo in cui il suo personaggio permette alla trama di progredire, non mi è sembrata in grande spolvero. Vero, come ti mena una donna intelligente non ti mena nessuno, ma mi è sembrata un po’ fuori dal gioco. Sarà la svolta diplomatica con tanto di tailleur. Sarà la ragionevolezza. Sarà che si sforza di essere una bella persona. Sono un po’ spiazzata. Ridatele Bruce Banner – e un po’ di senso dell’umorismo -, povera ragazza.
WAR MACHINE, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato > più soldato di Captain America, Rhodey utilizza le armature di Tony Stark come se fossero trattori. O betoniere. O camion della spazzatura. Non mi sono mai affezionata a lui, ma vederlo precipitare come un menhir da tre chilometri d’altezza mi ha fatto decisamente impressione. Gli auguro di rimettersi presto.
VISIONE, una creatura onniveggente capace di apprezzare il cashmere > Visione è l’unico nell’universo che è stato capace di sollevare il martello di Thor. Nonostante ciò, non sa preparare una zuppa. Visione che prova a cucinare e, come noialtri, si domanda quanto sia – esattamente – un pizzico di qualcosa vale molto di più di Visione che si smaterializza quando cerchi di mollargli un cartone. Visione, nonostante le apparenze faticosamente celate, sta diventando più umano dell’umanità stessa… e la sua vulnerabilità nei confronti della scollatura di Wanda ne è la prova lampante. Ricordate, amici. Le tette fanno sbagliare mira anche ai migliori. Adoro comunque, anche in modalità pesciolone lesso.
BLACK PANTHER, una speranza per le monarchie di ogni latitudine > tra i nuovi arrivati nel club dei supereroi, il re di Wakanda è sicuramente degno di una parata. È animato da motivazioni plausibili e, anche se non c’è molto tempo per farci amicizia, riesce comunque a compiere un percorso  apprezzabile. In questa prima uscita fa esattamente quello che dovrebbe fare: farti venire voglia di vedere il suo film.
SPIDERMAN, finalmente in bolla > vederlo apparire nel trailer mi aveva messo addosso un malessere senza fine. Un po’ perché non avevo alcuna intenzione di sorbirmi l’ennesimo reboot del personaggio e un po’ perché, con tanta carne al fuoco, aggiungere anche lui al minestrone mi sembrava una decisione di difficile gestione. Sbagliarsi, ogni tanto, è bellissimo. Sebbene non riesca ad accettare la data di nascita di Tom Holland – 1996, ma vi pare corretto? -, il nuovo Spiderman mi è piaciuto molto. Amore del Cuore ha accolto la nuova zia May con un’entusiasmo che mai gli avevo visto sprigionare di fronte a una scena Marvel e io, mio malgrado, sono stata costretta ad ammettere che questo Spiderman merita una possibilità. Speriamo in bene.

Sono finiti?
Sono finiti.
Mamma mia, che sbattimento.

Far funzionare all’interno di una trama sensata una tale quantità di gente è un’impresa titanica. I fratelli Russo, non si sa bene come, riescono a governare la baracca con un ottimo ritmo… infilandoci un colpo di scena decisamente interessante. Bucky che trucida i genitori di Tony Stark, splendido! Cioè, orribile e terrificante – ma assolutamente ottimo dal punto di vista narrativo. In questo film c’è un cattivo “normale” che architetta in maniera straordinaria una vendetta assolutamente ordinaria – come del resto sono tutte le vendette. Insomma, ammettiamolo. È raro che il livello di esecuzione di una vendetta riesca a superare il tedio infinito di un cattivo che agisce per vendetta. Niki Lauda, però, se la cava alla grande. E le conseguenze del polverone che ha sollevato, fortunatamente per noi, non si risolveranno tanto presto.
Civil War è un film di supereroi con un intreccio degno di questo nome – che funziona senza ricorrere per forza alla consueta accozzaglia di azioni che si svolgono scriteriatamente in parallelo in vista del gigantesco BUM-BUM-SBADABENG finale. Ecco perché, forse, Civil War riesce a fare un passetto in più rispetto al resto del “genere”. Civil War è ben bilanciato, sempre motivato e sorprendentemente umano. Certo, non ci si sottrae a un’inevitabile dose di retorica e il senso dell’umorismo non è un cavallo di battaglia del film, ma Civil War è un film. Un film vero. E una delle cose che capitano in questo film, fra le tante, è che dei supereroi se la prendano in maniera virulenta gli uni con gli altri. Non ti schieri con una delle due parti perché, nel profondo del cuore, sei convinto della necessità di una costituzione sovranazionale che regoli l’operato dei supereroi, ti schieri perché questi personaggi – ormai – hanno un “vissuto” e una storia, anche per te.
Dai, questa volta è andata bene.
Rallegriamoci.
Verso le Infinity Wars e oltre!

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Joss Whedon, poverone, si è scelto un mestiere difficile. Joss Whedon è un uomo che si sveglia, beve il caffè ed esce di casa con la consapevolezza di doverci traghettare tutti quanti verso le Infinity Wars. Io, alla mattina, sto dieci minuti ad analizzare il cassetto delle mutande – che se scegli quelle con l’elastico molle finisce che ad ogni passo te le ritrovi in mezzo alle chiappe. Joss Whedon si alza dal letto e, da anni, ha il sacro compito di trovare le mutande giuste per un intero universo CINEMATICO.
Mettetele voi, le mutande a Groot, santo il cielo.
Nonostante queste palesi e comprensibili difficoltà, Joss Whedon – chissà poi come – è riuscito a sfornare un nuovo film degli Avengers, conservando addirittura il senno. A parte un candido “Sono un po’ stanchino”, l’ho visto piuttosto in sagoma. E il film? Partendo dal presupposto che è impossibile prendersi male davanti un’impresa degli Avengers, non posso fare finta che Age of Ultron sia una fulgida meraviglia. Anzi, è un film pieno di problemi. Somiglia un po’ a quei libri d’avventura in cui l’autore si impegna tantissimo a descrivere nel dettaglio ogni movimento dei suoi personaggi, dimenticando – spesso e volentieri – di piazzarli su una seggiola a dire due cose. Come ti senti, trafelato e tumefattissimo personaggio? Scommetto che ne hai pieni i coglioni di vagare da un continente all’altro senza un’anima che ti domandi come va. Tieni, bevi una birra e conversiamo come delle persone normali. Se poi non hai voglia di star qua con me, puoi sempre scambiare due parole coi tuoi compagni supereroi. Non vi farà male, giuro.
E invece niente.
Age of Ultron è un film ponte, suo malgrado. E sappiamo tutti che fine ha fatto il Bifrost. Manca un po’ di cuore, insomma. Non c’è l’alchimia bella-bella in modo assurdo del primo Avengers, non c’è la stessa tensione e, nonostante alcuni sporadici tentativi, questa gente non ha un mazza da dirsi. Quello che ne esce meglio, a livello di “perbacco, che personaggio interessante” è un arrabbiatissimo burattino alto tre metri che, guarda un po’ l’originalità, vuole distruggere il mondo.
Io mi chiedo, ma tutti questi qua che vogliono distruggere il mondo… ma dov’è che s’immaginano di vivere, dopo?
Comunque.
Quello che possiamo fare, per divertirci un po’, è parlare di che combinano i nostri beneamati supereroi, analizzandone baldanzosamente le gesta, le prodezze sentimentali, le sfighe e i fattacci loro. Che tanto si sa, siete venuti qui per perdere tel tempo, mica per fare un master in cinematografia.

CI SONO GLI SPOILER.
CI SONO GLI SPOILER.
CI SONO GLI SPOILER.

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IRON MAN

Tony Stark, profondamente segnato dalla battaglia di Manhattan e dal bordello infame accaduto in Iron Man 3, prosegue nella sua parabola discendente. C’è chi parla di introspezione, crescita, presa di coscienza, consapevolezza, senso di responsabilità, saggezza e illuminazione. C’è chi, invece, lo guarda e pensa a un Mocio Vileda volante. Tony Stark, incredibile ma vero, non ci regala uno straccio – LOL! – di soddisfazione, ma neanche quando indossa una specie di armatura frigorifero e picchia molto forte quel sacco di patate di Hulk. La roba che mi è piaciuta, di Iron-Frigo VS Hulk, è la faccenda del satellite pazzo. Quella roba è bellissima. È una specie di prigione telecomandata. E tutto funzionerebbe alla perfezione, se solo Hulk non fosse in grado di scavare. E se Iron Man ci regalasse, di tanto in tanto, un briciolo del suo sarcasmo.
Comunque.
L’unico “merito” di Tony Stark, in questo particolare frangente cinematografico, è l’accidentale creazione di Ultron. Travolto da un eccesso di zelo – e dimenticando quanto bene erano andate le cose l’ultima volta che aveva esagerato con l’assemblaggio di armature pazze che pensano da sole -, il buon Tony decide di costruirne una capace di proteggere tutta quanta la terra. Nonostante il saggio Banner passi ben il 23% dell’intero monte-dialoghi del film a spiegargli che è una solenne cazzata, Iron Man sbologna a Jarvis l’ingrato compito di concludere l’elaborazione-dati più importante della storia dell’umanità e si va a bere un Margarita.
Geppetto, almeno, era rimasto a carteggiare il suo pezzo di legno fino alla fine.

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ULTRON

Non ho avuto la fortuna di sentire Ultron che vaneggia con la voce di James Spader, ma mi è sembrato comunque un personaggio fascinosissimo. Certo, se avesse dichiarato all’improvviso di poter aprire uno Stargate mi sarei sentita molto meglio, ma ci faremo andar bene quel che c’è.
Ultron risponde, involontariamente, a una grande domanda: anche le intelligenze artificiali vivono malissimo l’adolescenza? Brufoli e ascelle pezzate a parte, Ultron è un teenager da manuale. Teatrale, rabbioso, irascibile e rissoso, Ultron detesta i suoi – Tony Stark e Jarvis -, si sente sommamente incompreso – MUORI, GENERE UMANO! -, frequenta cattive compagnie – ciao, giovani fenomeni da baraccone dell’Hydra, ci andiamo a pigliare un gelato? – e reagisce alle sfighe con plateale, sincero e autentico disappunto – OH, NO, ANCORA VOI!
La roba che avvantaggia Ultron, rispetto al sedicenne medio, è la capacità di mandare in orbita una città. Ma anche, lasciatemelo dire, l’incomprensibile necessità di procurarsi un corpo vero. Quella faccenda lì, devo essere sincera, non l’ho mandata giù. Per il resto, Ultron ha il mio benestare. Anche perché, con tutti i posti che ci sono al mondo, ha scelto di sedersi a blaterare sull’altare di una chiesa diroccata. Con una gloriosa coperta sulla testa.
Che qualcuno porti Ultron in vacanza a Formentera. È il momento giusto.

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THOR

Non riesco mai a capire se Thor vada regolarmente a trovare la sua fidanzata o se scelga deliberatamente di ignorarla per mesi interi, senza ragione. Sentimenti a parte, Thor sembra essersi ambientato un po’ meglio sul nostro pianeta… perdendo, dunque, l’unico aspetto che lo rendeva interessante: il fatto di essere un biondissimo e gigantesco pesce fuor d’acqua. Thor, che dal nulla blatera di pentapalmi e frantuma tazze di caffè sul pavimento. Thor, che non ha vestiti normali… ma in fondo gli va bene così. Un uomo grosso e grezzissimo, che si esprime come un monaco cistercense e si fa delle treccine stupende. Qua, tanto per integrarlo ancora meglio con la fauna terrestre, riescono anche a fargli dire un tragico “Si parla che…” – abbiamo capito, è un errore di doppiaggio, ma non posso fare a meno di costruirci su una gloriosa metafora.
E niente.
Nonostante io trovi Thor uno degli spettacoli più belli che la natura sarà mai in grado di regalarci, il suo principale Age of Ultron-merito è quello di innescare l’unica gag davvero carina del film… il mirabile gioco-aperitivo del “Martello nella roccia”. Va bene, è bello e imponente, scaglia fulmini e volta… ma dateci qualcosa in più, qualcosa che ci faccia seriamente felici, qualcosa di strabiliante. Dateci suo fratello, per dire.

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CAPTAIN AMERICA

Il buon Steve Rogers sta migliorando. The Winter Soldier, contro ogni pronostico, mi era assai garbato. Qui in Age of Ultron, nonostante la tracotanza dei superpoteri altrui, Joss-Mutandatore-di-Universi-Whedon trova anche il modo di fargli sfoderare un paio di prodezze assai pregevoli. A coronare questo incredibile filone positivo, Captain America – grazie alla sua anima pura e generosa – riesce anche a smuovere il benedetto Mjölnir di ben 2 micron. Non potendosi manco sbronzare, non mi sembra una gran soddisfazione… ma pazienza.
Nonostante i passi da gigante, però, il finale del film riesce quasi a ricordarci perché Captain America, in fondo in fondo, ci sta un po’ sull’anima. Sono tutti là, bloccati su questa città-asteroide pronta a schiantarsi al suolo. Sono là per aria, e hanno un mucchio di problemi. Il mondo sta per finire, ma Captain America non vuole sentire ragioni. DOBBIAMO SALVARE ANCHE L’ULTIMO SCOIATTOLO DI QUESTO TERRIFICANTE AGGLOMERATO URBANO. Prima salviamo questa gente – inclusi i loro animali da compagnia… i criceti, le cocorite, le tartarughe di terra, le cavie, i cincillà… TUTTI, DEVONO FARCELA TUTTI -, insomma, prima salviamo questa gente – blatte incluse – e poi, se ci resta tempo, salviamo il mondo. Che diamine, saremo supereroi, ma abbiamo pur sempre due mani. L’onore! La giustizia! Mica come quegli sconsiderati della DC, che radono al suolo Metropolis senza battere ciglio. Superman, vergognati! Qua alla Marvel c’è dell’etica, qua si distrugge con criterio! Stolti! E niente. Captain America vaga casa per casa, porgendo panini al prosciutto e bottigliette di minerale a grandi e piccini. Prego, accomodatevi sulla scialuppa. Fino a venti minuti fa, l’Hellcarrier di scialuppe non ne aveva, ma adesso ce ne sono in abbondanza. Mica come quei bastardi del Titanic! W la terza classe! Democrazia! Aiuti umanitari! Giustizia sociale! Rettitudine!
Che qualcuno gli trovi una fidanzata, prima che scateni una Civil War.

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OCCHIO DI FALCO

Per me, Occhio di Falco è un mistero. Sarò una persona poco sensibile, sarò un cuore di pietra… che vi devo dire. Per me, che Occhio di Falco ci sia o non ci sia, non fa alcuna differenza. Molti lo amano perché è un po’ lo Xander del gruppo. Anche Xander – pur non avendo alcun genere di potere sovrannaturale – era un fidato alleato di Buffy e passava le sue giornate ad aiutarla a combattere il male. Occhio di Falco, in più di Xander, ha un’ottima mira, sa guidare gli aerei, riesce ad ammazzarti con un foglio A4 stropicciato e ha dei riflessi fantastici. Chiaro, sono dei grandissimi meriti. Roba che schifo non ci fa. Ma lasciatemi protestare un attimo. Perché, tra tutti i personaggi che ci sarebbe piaciuto conoscere ancora meglio, Occhio di Falco è veramente l’ultimo della lista. Fantastico, Occhio di Falco ha una moglie gravida, tredici figli e una fantastica casetta nella prateria! La Vedova Nera non è la sua ragazza, è la sua migliore amica! Occhio di Falco, zitto zitto, è un animo sensibile! Fine osservatore delle dinamiche che stravolgono, frullano e scompigliano il fragile equilibrio degli Avengers, Occhio di Falco è un ingranaggio imprescindibile… senza di lui, i nostri adorati paladini si sarebbero già sfanculati da un pezzo!
Bravo.
Bene.
Bis.
…ma quindi, fatemi capire. Queste storie super interessanti. Ce le avete raccontate per farci capire che, in fondo in fondo, anche lui serve a qualcosa?

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LA VEDOVA NERA

La Vedova Nera si è ritrovata, suo malgrado, al centro di una spiacevole controversia. Durante il press-tour di presentazione del film, infatti, Jeremy Renner e Chris Evans si sono lasciati scappare una battuta non proprio argutissima, che si è presto trasformata in un caso interplanetario. Alla domanda “che ne pensate della Vedova Nera?”, infatti, i due brillanti attori hanno risposto come risponderebbe il vostro panettiere al secondo vodka-lemon: “LA VEDOVA NERA È UNA ZOCCOLA”.
Apriti cielo – con annessi CHITAURI.
E il sessismo. E vi pare il modo di parlare dell’unica ragazza del film. Zoticoni. Retrogradi. Maschilisti.
Mentre giornalisti di ogni latitudine si impegnavano al massimo per difendere il suo buon nome, Natasha Romanoff sfrecciava in motocicletta verso il più fulgido dei tramonti – raccattando, di tanto in tanto, uno scudo di purissimo vibranio dal centro esatto della carreggiata. Pure Natasha non ha superpoteri, ma nessuno si sognerebbe mai di considerarla uno Xander qualsiasi.
Mi piace tantissimo, la Vedova Nera.
Mi piace il fatto che scelga, ogni volta, da che parte stare. Mi piace molto la schiettezza assoluta che è capace di dimostrare a chi se lo merita… e il talento infinito con cui finge di essere un’altra persona, quando è necessario. Doma gli Hulk, non si spettina, non le manda a dire e riesce a indossare una tutina di pelle palesemente scomodissima senza perdere un briciolo di mobilità.
La verità è che le ragazze di ogni continente tifano per Natasha Romanoff, ma come se non ci fosse un domani. Possono darle della mignotta finché vogliono, ma se riuscisse veramente a sdraiarseli tutti a noi farebbe solo un gran piacere.
SPOLPALI, NATASHA, SPOLPALI!
La faccenda più bella, però, è che Natasha sa benissimo di non averne alcun bisogno.

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HULK

Bruce Banner è qui per ricordarci che il mondo è complicato. Sul fronte anger-management, il dottor Banner sembra starci un po’ più dentro… almeno fino al minuto venti del film. Funziona così. Gli Avengers liberano Hulk. Hulk spacca il nemico. Hulk mastica alberi, si sfonda montagne sul cranio, abbatte edifici e sputa pallottole. Al momento della ritirata, qualcuno spedisce la Vedova Nera a un metro da Hulk e, contravvenendo ad ogni buonsenso e legge naturale, Hulk si tranquillizza. Che vi devo dire, il mondo è strano. La storia d’amore tra Banner e Natasha è una faccenda che mi garba, a livello concettuale. Hanno un casino di problemi in comune. Entrambi, tanto per cominciare, cercano di stare al mondo nascondendo chi sono davvero. Non sono due personcine che si lasciano andare facilmente. E sanno per esperienza che gli errori non si dimenticano. Mi piace, la loro storia. E la troverei addirittura sensata e commovente, se solo non ci fosse piovuta in testa all’improvviso. Quando mai la Vedova Nera e Banner si sono parlati, nel resto del Marvel-universo? State cercando di farmi credere che “Bruce! Bruce! Ascoltami! Andrà tutto bene!” nella stiva dell’Hellcarrier possa creare un precedente sufficientemente solido per raccontare uno affetto che sboccia tra mille difficoltà? Ma che è. Ah, dimenticavo, è la Vedova Nera che ha reclutato Banner in India! Deve pur significare qualcosa!
Bah.
IL CUORE. DATECI DEL CUORE, BESTIE!
Nonostante lo scetticismo, però, sto dalla loro parte. Sarebbe bellissimo, se Banner e Natasha riuscissero a volersi bene in santa pace. Dove sarà atterrato, lo stramaledetto aereo di Hulk? Tornerà mai? Si sarà portato i calzoncini di ricambio?
Ci scommetto i mignoli che, per puro caso, Hulk si è schiantato su una Gemma dell’Infinito. Ma così, mentre cercava un tabaccaio.

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I GEMELLI DEL DESTINO

Quicksilver e Scarlet Witch, in questo universo, sono figli dell’Hydra. Prima che gli Avengers facessero irruzione – grazie alla scena d’azione più confusa di sempre – nella ridente base surgelata del barone Von Strucker, Pietro e Wanda passavano le loro giornate a bisbigliare abbracciati dietro agli stipiti delle porte. Come il 79% dei personaggi di questo film, i gemelli ce l’hanno a morte con Tony Stark. A parte quello, non sanno una mazza di niente. Uno corre velocissimo – sentendosi perciò in dovere di vivere in tuta -, l’altra genera incubi, campi di forza e altra roba rossiccia incredibilmente devastante – soffrendo, come ogni supereroe con quelle magiche capacità, di una pesantissima sindrome di Jean Grey. Inserendosi a casaccio nell’intreccio narrativo, i Maximoff prendono circa un migliaio di decisioni – contraddicendosi ogni quindici minuti, fino a schierarsi dalla parte dei buoni. Verso la fine, Pietro crepa e a nessuno frega niente – …cioè, tipo, lo conoscevamo appena, che cosa dovremmo dire? Wanda e le sue manine a uncino, in compenso, strappano il cuore a Ultron, ci regalano un classico grido di dolore – NOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHH! – e marciano con decisione verso la nuova base degli Avengers, una specie di stabilimento Ferrari da qualche parte in mezzo ai prati.
Su di me, in tutta franchezza, Pietro e Wanda hanno generato lo stesso impatto emotivo della cassiera del supermercato. Wanda m’è piaciuta un po’ di più, però. Facciamo che Wanda è la cassiera del supermercato che si dimentica accidentalmente di batterti un filetto.

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VISIONE

Rendendosi improvvisamente conto che Paul Bettany è troppo bravo e bello per limitarsi a fare la vocetta di Jarvis, Joss Whedon ha improvvisamente deciso di dipingerlo di rosso e di regalarci Visione. Non ho ben capito come sia nato e nemmeno che cosa possa fare di preciso, ma Visione è una meraviglia. Mi piacerebbe legargli un filo alla caviglia e tirarmelo dietro come un palloncino. I personaggi completamente “alieni”, legnosissimi, mantellati e dotati di eccellenti zigomi con me funzionano sempre. Spero che lo caccino in ogni scena dei prossimi ennemila film. Fate fare tutto a lui. Fategli dire delle cose. Fateci capire che cos’è. Visione mangia? Può cambiare colore a piacimento? Gli garbano i gattini? Dove abita? Thanos gli spaccherà il cranio? Fa la pipì? Ha bisogno di una fidanzata?
CHE DIAMINE, VISIONE HA ANCHE VINTO IL GIOCO-APERITIVO DI THOR, È IL CAPO DEI GALLI! Mettetegli un fiocco in testa e recapitatemelo sulla porta di casa!
VISIONE PER LA PRESIDENZA DELL’UNIVERSO!
SCONFIGGI L’INSENSATEZZA: VOTA VISIONE!

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E niente, questo è quanto.
Age of Ultron è un solenne pastrocchione strombazzante.
Le scene d’azione sono un bordello. Ogni cosa succede troppo in fretta. Non ci sono procioni che parlano. Tony Stark è diventato un tristone. Captain America è riuscito a regredire. Loki non s’è visto, ma ci siamo dovuti sorbire suo fratello per due ore e passa. Qualsiasi tentativo d’infondere un po’ d’anima a questa gente non ha fatto che accrescere il già poderoso fattore-WTF dell’intera vicenda. La Vedova Nera riesce a malapena a limonare, Occhio di Falco finisce sempre le frecce e l’angoscia infinita di Joss Whedon – COME FACCIO A CACCIARCI DENTRO TUTTA QUESTA ROBA, È IMPENSABILE! STO MALE. STO SOFFRENDO. MA PERCHÉ A ME? VOGLIO ANDARE IN VACANZA PER IL RESTO DELLA MIA VITA! TEAM-THANOS! SAPETE COSA VI DICO? NON GIRO NEMMENO LA SCENA POST-CREDITS, COSÌ IMPARATE, STRONZONI! – è percepibile ad ogni scena. Ultron, in compenso, vuole il Booster rosso.
Age of Ultron è un gran casino, ma ho nove anni e me lo andrei a rivedere domani.

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Io non so perché mi vogliano così bene, i caroni di BadTaste. Ma me ne vogliono sul serio. E hanno il coraggio di pubblicare sul loro sito – che è una cosa seria, super professionale, ben documentata e piena di informazioni importanti, raccolte con amore e dedizione – una delle mie recensioni coi gridolini. Io li ho avvertiti: volete che fangirli? Fangirlerò, mettetevi al riparo. Ma loro non si sono scomposti, mi hanno portata a vedere l’anteprima di Captain America. The Winter Soldier e hanno accettato di buon grado le mie stupidaggini. E io sono improvvisamente diventata l’unica che può scrivere cento volte FIGATA in un pezzo per un posto così rispettabile.
Perché di FIGATA trattasi.

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Iron Man 3 vi aveva messo l’angoscia?
Thor. The Dark World era una stupidaggine colossale, nonostante la salvifica presenza di Loki?
Non temete, Steve Rogers ha deciso di salvare la situazione. L’unico Avenger che m’è sempre sembrato palloso, retorico e, diciamolo, anche un po’ inutile, è finalmente diventato un superbullo clamoroso (senza per questo gettare alle ortiche il suo cuoricione d’oro). Cento punti a Captain America e ai suoi bei coscioni.
Ecco. Allora armatevi di un degno accessorio da supereroe – all’anteprima mi hanno donato un THOR-CERCHIETTO! – e andate a leggere che è successo.

Captain America. The Winter Soldier – La Tegamini-fangirl-recensione su BadTaste!

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La verità è che i supereroi sono la cosa più bella del mondo. I supereroi e la fantascienza. I minipony e un po’ anche l’Happy Meal. Datemi una qualsiasi saga caciaron-avventurosa e mi divertirò per mille anni… ma anche se fa schifo tipo i Fantastici Quattro, Daredevil o Lanterna Verde, perchè se il film è brutto oltre ogni immaginazione sarà comunque bellissimo parlarne male. Insomma, i supereroi hanno uno scopo ben preciso e molto nobile: farci divertire come felini che rincorrono gomitoli di lana. E con me funziona tutto quanto. Gente dalla personalità strabordante vola in giro, fa esplodere le cose e passeggia per scenografie esteticamente strabilianti dicendo spacconate. Mantelli. Armature. Spadoni. Costumi complicati. Dimensioni parallele. Cuori grandi così. È tutto mescolato in una gigantesca cospirazione per farmi contenta. E ciao cultura (?!), addio saggezza (???) e saltiamo su un trenino per Asgard.

Bene.
Non era detto che con gli Avengers sarebbe andata a finire bene. Troppa ciccia da arrostire, un regista che si era principalmente cimentato solo con film poco capiti e serie tv (anche se gli sarò eternamente grata per Buffy, gioia sfavillante della mia infanzia) e aspettative irragionevoli di geek già pronti a scendere in piazza coi fucili laser. Poteva venir fuori un polpettone ripugnante e senza senso, ma per fortuna sono accadute manciate di cose belle. Ovvio, non è la perfezione e il 3D potrebbe anche andare a farsi benedire, ma è davvero uno dei film più divertenti e boriosi che mi sia capitato di vedere.
Ora, quello che non sospettavo – e che ho scoperto in un sabato di pioggia torrenziale e colpevole lontananza di Amore del Cuore – è che c’è tutto un mondo là fuori. Te vai al cinema, torni a casa, magari decidi che vuoi un bel figliolo coi superpoteri come sfondo nuovo del computer, ti riprometti di leggere un po’ più di fumetti e di recuperare decenni di conoscenza Marvel che ti sei persa per strada – più per ragioni anagrafiche che per negligenza -… e all’improvviso ti imbatti in una galassia d’amore infinito. Anzi, di sentimenti che sfiorano lo stalking. La fangirl moderna non ha più bisogno d’affannarsi vagando per edicole e rincorrendo apparizioni televisive, non sarà più emarginata perchè fa battute che nessuno capisce. Perchè ora c’è TUMBLR, con la sua armata di maestri della gif animata… e meno male che ho finito di studiare.

In questo post – già eccezionale ancor prima di cominciare – vi renderò partecipi dei prodigi che orbitano intorno al già ingombrante universo degli Avengers. Perchè c’è gente generosissima, psicotica e molto creativa che passa le sue giornate a cercare e ad assemblare spassosità, espandendo a dismisura le potenzialità di sollazzo del genere umano tutto.
Visto che non possiamo passarci la vita – o così mi ha raccomandato il dottore -, andremo per temi e applicheremo un criterio di selezione che sono certa sia il migliore tra tutti i possibili: ci dedicheremo a quello che ha fatto ridere me.

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ROBERT DOWNEY JR, GENIO, MILIARDARIO, PLAYBOY, FILANTROPO

Dunque. Superman è uno dei pochi supereroi che si traveste da umano. Se vogliamo estendere il concetto senza pensarci troppo su, anche Batman è un po’ così… Bruce Wayne è più un fastidio che un aiuto, per Batman – escludendo i trascurabili benefici: maggiordomo, molti soldi, giocattoli tecnologici. Sia Superman che Batman, però, la vivono male. E gli occhiali, e Lois Lane che inspiegabilmente non riesce a capire chi ha di fronte, e le cene di gala che sottraggono tempo prezioso alla lotta al crimine, Gordon che si fa il sangue marcio, miriadi di nemici molto ben caratterizzati.
Ecco, anche Tony Stark è continuamente costretto a fronteggiare il medesimo dilemma identitario, solo che a lui piace moltissimo essere Robert Downey Jr. Insieme si divertono come coniglietti festanti e, dopo le percentuali sugli incassi degli Avengers, sono finalmente riusciti a far collidere i rispettivi patrimoni in un fantastilione di dollari, da investire in completi su misura, scarpe un po’ alte, costruzioni, macchine e barbette accuratamente disegnate. A Robert Downey Jr non scrivono nemmeno il copione, lo chiamano in scena all’ultimo momento, gli dicono più o meno cosa deve capitare e lo lasciano lì a fare come vuole. E se si dimentica qualcosa c’è comunque Jarvis, sempre pronto a offrire pacati suggerimenti.
Lo sappiamo tutti che è così.
E come farebbe ogni sbruffone amico della coerenza, poi, lo splendido Downey Jr non si nasconde… perchè essere Iron Man è semplicemente troppo meraviglioso.

Salutare folle adoranti fa parte della job-description di Iron Man. E che problema c’è.


Probabilmente a causa di un qualcosa di scritto in piccolo in un contratto, Robert Downey Jr è di tanto in tanto costretto a insinuare il dubbio nell’opinione pubblica, ridacchiando sotto i baffi.

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HULK SPACCA, MA E’ COMUNQUE CONSIDERATO UN AUTOBUS

Hulk è stato la vera rivelazione degli Avengers. Gli avranno fatto magari comodo i mezzi fiaschi delle precedenti trasposizioni cinematografiche, ma dobbiamo battere le mani all’adorabile Mark Ruffalo, al suo stropicciato Bruce Banner e al motion-capture, che l’ha fatto diventare il primo mostro verde ad essere davvero comandato da un attore, anche se l’han tutti preso in giro perchè gli toccava ruggire con addosso una tutina strana, ma è andata a finire bene. Applausi a scena aperta per Hulk, applausi. Parla una volta sola e dice la battuta più divertente del film, senza mai dimenticare di percuotere Thor con costanza e gran scricchiolare di nocche. Per quanto mi riguarda, poteva anche picchiarlo di più, ma sono già piuttosto soddisfatta.
Purtroppo, non essendo Mark Ruffalo bello bello in modo assurdo ma, più modestamente, solo bello, Hulk è diventato il campo giochi degli illustratori, che amano fargli trasportare e prendere al volo qualsiasi cosa, dagli Avengers non volanti/non saltanti all’intero maledetto cast, che gli campeggia sulla schienona schiacciando pisolini. E inizio anche a pensare che, come tutti gli autobus di questo mondo, Hulk abbia anche un bottone da pigiare quando c’è bisogno di scendere.

L’ultima è di Scott C, illustratore sopraffino che credo abbia già disegnato il mio intero immaginario fantastico. Qua, come al solito, ci regala un’efficacissima metafora dell’intero film.

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THOR, IL POLPETTONE DI ASGARD

Non ne farò mistero, Thor è un personaggio che m’immagino geniale nei fumetti, ma che Chris Hemsworth fa sembrare uno stupidone. Uno che si mette le braghe al contrario e mangia la minestra rumorosamente, l’amicone grosso e scemo, tanto per intenderci. E no, non sono impressionata dai suoi immani arti superiori – che credo comprendano muscoli non ancora del tutto capiti dalla moderna anatomia – o dalla sua chioma fluente, mi piace solo quando tira giù i fulmini dal cielo col martello. Il martello è parecchio avvincente, anche se non credo venga utilizzato al pieno delle sue potenzialità… e no, non sto facendo del triviale umorismo. In Thor, a casa dei giganti di ghiaccio, il nostro Polpettone di Asgard si era cimentato in un’onda d’urto di tale meraviglia da far sprofondare mezzo pak, aveva trapassato a martellate un mostro orrendamente battagliero… ma negli Avengers poca roba, a parte irritanti discorsi sul bene dell’universo. Thor sta lì in piedi e si massaggia le braccia, con aria trasognata e una faccia di pietra che nemmeno la miglior Monica Bellucci. Gli hanno anche scritto tre cose crocifisse, è vero… non lo vediamo entrare in un negozio di animali per farsi dare un cavallo o almeno un cane sufficientemente grande da essere cavalcato e non si esibisce quasi per niente nell’umorismo involontario che è anche un po’ l’unica cosa che potrebbe mai fare per noi, tipo questa perla immortale – che non mi ricordo nemmeno se sia capitata davvero o se sia scomparsa con la traduzione italiana:

Insomma, Chris Hemsworth non si impegna abbastanza. E’ solo incredibilmente grosso e variamente inopportuno:

E maledizione, volevo tantissimo che ricapitasse qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile, ma niente:

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STEVE ROGERS LO VA A DIRE ALLA MAESTRA

Captain America è stato per me difficile da digerire… il personaggio, anche se al compianto agente Coulson piaceva da matti, lo trovo migliorato, anche se sempre mortalmente retorico. Sarà che è rimasto in coma criogenico per diversi decenni, non ha ancora avuto modo di vederla, manca totalmente di senso dell’umorismo e ha sempre l’aria preoccupata di chi non ci sta capendo niente, ma il buon Rogers m’indispettisce e mi fa al contempo venire in mente la Torcia Umana. Insomma, se c’è in scena Captain America vivo con la segreta speranza che decida all’improvviso di prendere fuoco. E lo so, non dimostro una gran sensibilità, date la drammatica situazione della sua carriera militare:

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AVENGERS, GET THE FUCK TO SLEEP

Tutto quello che potrei mai dire su Nick Fury, per quanto arguto e interessante, non riuscirebbe comunque ad eguagliare la gloria dei memo che manda in giro. E no, non ci sono serpenti sulla portaerei volante dello SHIELD:

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LOKI, UN ESERCITO DI GATTINI E UN BELLISSIMO ESAURIMENTO NERVOSO

Pensavo di essere originale… e invece no, l’intero etere fangirlico adora Loki. Non credo ci sia personaggio che sia riuscito a scatenare una simile – e assurdissima – ondata di gridolini scomposti. Nel tentativo di capire come sia potuto accadere, ho elaborato uno sparuto drappello di teorie:

– secco, pallido, sveglio e interessante, Loki è cresciuto nell’ombra di un tizio che non fa altro che frantumare le cose e azzannare cinghiali, tra gli applausi dell’intero regno di Asgard.
– in Thor scopre cose orrende, piange e s’arrabbia. E poi gli mettono un martello addosso.
– gli sono toccati i costumi belli. Dalla tenuta da divinità ai cappottini con la sciarpetta, Loki ha stile. E non ha bisogno di perdere tempo con bottoni e cerniere, i vestiti gli si materializzano addosso.
– avrà anche la pettinatura delle nostre vecchie zie, ma il capello unto e l’attaccatura a metà cranio non ne scalfiscono il fascino. Sta comunque meglio con l’elmo cornuto.
– afferra al volo dardi letali, con aria scocciata.
– alterna momenti di magnifica arroganza a pessime figure, roba degna delle tribolate adolescenze di tutti quanti noi.
– gli zigomi. Ottimi zigomi.
– è cattivo, ma con riluttanza. Capito da nessuno e ignorato dai più, vaga per i mondi alla ricerca di qualcuno che l’abbracci e che gli faccia capire che sapere di chi è figlio non è poi così rilevante. E chi se ne importa del trono di Asgard, il palazzo reale sembra un ammasso di cannelloni dorati.
– tra gli innumerevoli personaggi che incontra sul suo cammino, Loki è l’unico in grado di produrre una gamma di espressioni normali, molte delle quali risultano adorabili. Frigna, ride a sproposito e ci detesta con grande duttilità… proprio come Thor.
– viene percosso da tutti, più e più volte. Nel caso di Hulk vale doppio, ma se lo meritava.
– sforna discorsi di ragguardevole perfidia, ma sa anche lui che è solo per farsi coraggio.
– Tom Hiddleston ha un suo bel perchè. Soffre della sindrome d’immedesimazione di Tony Stark, ma fatta meglio: dialoga abitualmente su Twitter con l’account del dio Loki, grida cose da macchine in corsa e va in giro a dire a tutti che ha un esercito.

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Nel vano tentativo di far comprendere al mondo la portata della Loki-Hiddleston follia, appiccico cose a caso. Tanto fanno ridere tutte.

I mortali vanno presi a bastonate:

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Bastava cooperare:

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Loki si vendica del Ridiculously Photogenic Guy:

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Loki si vendica di Punk’d… perchè han cercato di rubargli in lavoro:

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Loki insegna idiomi sconosciuti alle folle:

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L’ennesima menzogna:

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Gli attori, i veri martiri del nostro tempo:

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Se il figlio di Mark Ruffalo ti preferisce a Hulk (come uno scoglionatissimo Ruffalo ha più e più volte affermato), sei a posto:

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Se bambini che passano per caso vogliono utilizzarti come giostrina, sei a posto:

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Se Iron Man ama farsi gettare dai finestroni da te, sei a posto:

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Se Hulk non ti stritola, sei a posto:

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Se qualcuno decide che sei pronto ad essere disegnato insieme a dei gattini, sei a posto:

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Se capisci l’importanza dei gattini e ti lanci in spericolate analogie, sei a posto:

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Esosi giocattolai ti riproducono senza sfigurarti:

E la gioia è grande.

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Credo di non aver mai prodotto nulla di così fotografico e guizzante. Un post al passo coi tempi. Un post che dovrebbe spingermi ad aprirmi un Tumblr per sfogare lontano da qui i miei istinti più bassi. Ma è stato tutto per amore dell’esegesi della cultura pop… e perchè ho comunque un Hulk che ha giurato di proteggermi in caso di proteste. E comunque vorrei capire, ma la scena alla fine della fine dei titoli di coda, con gli Avengers che mangiano robaccia, voi l’avete vista? Perchè in fondo alla mia pellicola non c’era, ho controllato due volte.

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Tutte le corbellerie grafiche vengono da questi posti. Posti di gente presa bene.

http://fuckyeah-avengers.tumblr.com/
http://fuckyeahrdj.tumblr.com/
http://stacyjacks.tumblr.com/
http://thisisnthappiness.com
http://9gag.com
http://memosfromfury.tumblr.com
http://ren-ne-rei.tumblr.com
http://joannaestep.tumblr.com

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Per chi, invece, volesse donarmi la sublime statuina da collezione di Loki – che ha cento mani intercambiabili e più accessori della Barbie -, la può ordinare qui. Mi arriverebbe a Natale, così vi togliete anche il pensiero del regalo.

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