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A me, dello zumba, non me ne frega una mazza di niente. Anzi, non è vero. Se dello zumba non me ne fregasse davvero niente, non mi starebbe così sulle balle. La mia non è semplice indifferenza, è proprio antipatia manifesta. Odio lo zumba, la cardio-capoeira, lo spinning, la fit-boxe, lo step e anche il pilates. Odio, ma proprio a livello ontologico, i corsi della palestra. L’idea di trovarmi rinchiusa in uno stanzino di venti metri quadri insieme ad altri esseri umani che ansimano a ritmo di reggaeton mi terrorizza. Istruttori iperattivi e ottimisti che ti incitano a gran voce, gente che si arrotola i pantaloni al ginocchio – ma solo una gamba -, fenomeni che non riescono manco a salire sulla cyclette ma indossano completini sportivi da seimila euro, tacchini ripieni che fanno i pesi allo specchio, asciugamanini bagnaticci, attrezzi incomprensibili, centrifugati detox alla frutta, magliette pezzate. PIUTTOSTO LA MORTE.
Sarò all’antica, ma il fitness non lo capisco. In palestra ci andavo quando giocavo a tennis, perché faceva parte della preparazione atletica. Sai com’è, puoi colpire la palla benissimo, ma se non ci arrivi vicino hai poco da colpire. E quindi niente, ci si allenava in campo, si correva come cammelli derelitti sull’argine di Po per migliaia di chilometri e si facevano gli esercizi in palestra. Lo scopo complessivo, però, era molto chiaro: giocare meglio a tennis, posticipando il più possibile il momento in cui, durante la partita, vorresti solo stramazzare a terra e morire. Idem per lo sci. Si sciava in montagna e ci si squartava in palestra. Anzi, per lo sci avevo anche il pomeriggio dedicato al pattinaggio di velocità. Ci andavo subito dopo solfeggio, pervasa da una furia senza nome. Insomma, tra sci e tennis avevo due gambe così, ma mi servivano a qualcosa. C’erano dei benefici ludici, oltre che agonistici. A tennis ci puoi giocare coi tuoi amici, ci puoi giocare al mare in una bella sera d’estate. Anche a sciare ci puoi andare con i tuoi amici. Sono attività che generano spasso e hanno anche un preciso obiettivo – fare punto (nel caso del tennis), non sfracellarti contro a un pino (nel caso dello sci).
Insomma, quello che vorrei comunicare a chi s’inventa i corsi della palestra è la roba seguente: creatori di corsi per la palestra, quello che ci proponete non è adatto a soddisfare le profonde necessità delle nostre bellicosissime anime. Ci serve qualcosa di alto, nobile, arrogante e scenografico. Ci serve un addestramento da supereroe.
Ecco, in estrema sintesi, che cosa sarebbe davvero utile imparare.

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Tramortire i nostri nemici, calzando con infinita spocchia un elmo col pennacchio.

 

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Affettare orde di demoni con un’ascia magica – dotata di pratico paletto all’estremità inferiore -, senza rovinarci la piega.

 

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Cavalcare maestosi destrieri, manovrare uno spadone e gestire con successo un falcone – possibilmente senza fidanzarcisi.

 

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Prendere acrobaticamente a calci sui denti chi se lo merita, indossando una tutina molto aderente. E, in generale, primeggiare nello spumeggiante mondo dello spionaggio.

 

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Gestire con successo una katana giapponese lunga quattro metri.

 

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Gestire con successo una katana giapponese di dimensioni standard, trionfando – però – nella nobilissima arte della vendetta.

 

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Usare una frusta, anche quando a casa abbiamo finito il balsamo e la maschera disciplinante all’argan.

 

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Trionfare – con tracotanza – anche nelle situazioni più intricate. Vedi accerchiamenti, inferiorità numerica e disparità in fatto di armamenti.

 

Ispirare puro terrore.

 

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Prendere al volo le frecce. Senza manco metterci dell’impegno.

 

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Domandare se, per caso, c’è qualcun altro che se la sente.

 

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Padroneggiare una mossa che l’universo ha concepito precisamente per noi.

 

E non ci servirebbe saper fare tutto questo perché, in qualche modo, saremo chiamati a salvare il mondo. Ci farebbe comodo proprio a livello di equilibrio psicofisico. Imparare roba del genere, care palestre, non solo scolpirebbe i nostri sederi, ma ci renderebbe anche incredibilmente più autorevoli. Macché autorevoli, SPLENDIDI e devastanti.
E voi là, con lo zumba e il cardio-total-body. Dove sono i pugnali. Dove sono i lanciafiamme. Dov’è l’ambizione! Mettetemi in groppa a un velociraptor, con un’alabarda in mano. Insegnatemi a rompere femori, con il solo ausilio di una spinacina Aia. Fatemi diventare il T1000.
Possibile che, là fuori, non ci sia una palestra pronta a trasformarmi in Ezio Auditore?