Tag

Anthony Hopkins

Browsing

È ormai palese e assodatissimo: gli eroi Marvel ricevono sempre un sacco di complimenti. Belli! Simpatici! Vispi! Interessanti! Complessi! Ironici! Sodissimi! Ben vestiti! Ben pettinati! Spiritosi! Presi bene – non come quei menagrami piagnucoloni della DC! Viva gli eroi Marvel! Insomma, da Iron Man a Groot, gli esseri umani adorano i supereroi Marvel con una costanza a dir poco granitica – che non vacilla nemmeno di fronte a conclamati pastrocchi, tollerati di buon grado in nome dell’integrità di un glorioso e formidabile “cinematic universe” che culminerà con le presumibilmente orgasmiche Infinity Wars.
Ah, le Infinity Wars. Dopo le Infinity Wars posso anche crepare, ho deciso.
Pur non potendo nascondere il mio entusiasmo tragicamente fanciullesco per gli Avengers – e i Guardiani della Galassia, e il Doctor Strange e pure Ant Man, ovviamente -, vorrei però tentare di riconquistare un minimo di razionalità. Fingerò di essere una consumatrice assennata di prodotti d’intrattenimento. Cercherò di arginare la mia ormai decennale euforia esercitando un sacrosanto diritto: il fastidio. Perché certo, va bene, adoro Peter Quill e sono sconvolta dalle formidabili capacità atletico-manipolatorie della Vedova Nera, ma non sono mica tutti così. Dopo quattordici film, perbacco, anch’io ho sviluppato qualche antipatia. Ed è ora sputare il rospo, senza timori e senza disonore. Marvel, ti adoro, ma devo darmi un contegno. Qui, dunque, ho deciso di elencare i personaggi dell’universo Marvel (Avengers-related – quindi niente X-Men, vecchi Spiderman, reboot di Spiderman e compagnia cantante) che mi sono più invisi. Quelli che mi stanno sull’anima. Quelli che mi hanno quasi (o del tutto) rovinato un’esperienza cinematografica potenzialmente favolosa.
Ebbene sì, Marvel, ci sono personaggi che andrebbero presi a calci nei denti. O compatiti per la loro inutilità. O per il tedio che ispirano nello spettatore. O incitati a farci vedere qualcosa in più, magari. Perché nessuno è perfetto, insomma, nemmeno i supereroi.
Ecco qua, dunque, le creature Marvel che – A TITOLO DEL TUTTO PERSONALE E SENZA ALCUNA PRETESA DI SERIA CRITICA CINEMATOGRAFICO-ONTOLOGICA – non sopporto. Ci provo, ma non li godo.

*

Aldrich Killian

Aldrich Kilian

Un uomo che ha dedicato una vita intera alla vendetta, senza rendersi conto del proprio scarsissimo tempismo. Killian, Tony Stark è sbronzo, circondato da sgnacchere in tanga, felice come una crostata di prugne e stufo marcio di parlare di scienza (almeno per una sera). E tu che fai? Vai lì e gli proponi una discussione seria e PESISSIMA sul futuro della genetica subatomica. Alle due del mattino. In mezzo a una festa. Ma che cosa ti doveva dire? Ma che ti aspettavi? Ma che vuoi? Certo, Tony Stark è un cafone, ma pure tu hai delle difficoltà. E cercare di trombargli la moglie (una ventina d’anni dopo) trasformandoti pure in una montagna di Diavolina per il barbecue non migliorerà di certo le cose. Aldrich Killian, chi? Ecco che cosa continuerà a risponderti Tony Stark. E ben ti sta.
CATEGORIA | Malvagi per futili motivi.

*

Odino

Odino

Odino ci offre un esempio lampante della labilità del confine che separa il vecchio saggio dal vecchio scemo. Grida e sbraita, scaccia gente da Asgard senza tanti complimenti e, quando ci sarebbe veramente bisogno di lui per fronteggiare una minaccia letale e potenzialmente devastante che fa? Va a fare un pisolo. E tanti saluti.
CATEGORIA | Pessimi genitori. / Narcolettici.

*

Arnim Zola

Arnim Zola

Partiamo serenamente dal presupposto che l’Hydra fa schifo. Qualsiasi cosa c’entri coi nazisti fa schifo per definizione, ma dell’Hydra ho sempre apprezzato l’organizzazione, il fatto che – per quanto orrendo e sbagliato – ci fosse un piano di fondo, un ideale malvagio e ributtante, ma preciso. La Marvel, secondo me, ha mille problemi con i cattivi, specialmente nei film dedicati a un unico supereroe. Non ti viene mai veramente il dubbio, a volte, che i buoni possano perdere e che il male trionferà, non ci sono antagonisti che ti fanno paura per davvero. E, molto spesso, ti sembra che rincorrano scopi sciocchi, dettati da una megalomania troppo umana e meschina per trovare posto in una narrazione che dovrebbe scuotere le sorti del mondo. Ecco, l’Hydra no. Con l’Hydra mi sono sempre agitata davvero. L’Hydra è un “cattivo” pensante e ben strutturato. Peccato che, sovente, gli “uomini dell’Hydra” non mi sembrino all’altezza della terrificante organizzazione che dovrebbero rappresentare. Il dottor Zola, per dire, suscita in me reazioni contrastanti – anche se quella prevalente è un po’ un BASTA! DI NUOVO LUI?. Nel Primo vendicatore si rintana negli angoli e osserva quasi sgomento il Teschio Rosso che sclera e imperversa. Se ne sta lì, tremante e tutto sommato marginale. Nei film successivi, invece, la sua coscienza “virtuale” spunta in giro come il prezzemolo. Speravamo di essercene liberati? Macché, ha continuamente qualche rivelazione importantissima da rifilarci. Salta fuori pure mentre Iron Man e Steve Rogers si corcano di mazzate in un luogo remotissimo e gelido, quando di lui ben poco ce ne frega. E in versione virtuale risulta molto più terrificante, sadico e folle dello Zola in carne e ossa. Decidiamoci, insomma, Zola criceto spaventato o Zola 32 bit malvagio e sghignazzante? Ma soprattutto, quante volte ancora ce lo ritroveremo davanti? Basta, lasciatelo bruciare all’inferno, che ormai vivo nel terrore che in qualche Gemma dell’Infinito si nasconda la faccia verde di Zola.
CATEGORIA | Fastidiosamente funzionali. / Invadenti.

*

Malekith

Malekith

Malekith è uno che persino Google ritiene trascurabile. Ci sono tipo sei foto, tutte piccolissime. E non ti biasimo, Google. Gli Elfi Oscuri sono quasi comici. Hanno una bellissima navetta spaziale a forma di vanga gigante e si fanno delle trecce portentose, ma sono un ottimo esempio di cattivi da quattro soldi. Che cosa volete? L’oscurità! Quando la volete? Subito! Dove la volete? Da tutte le parti! E perché? …perché Odino ci ha offesi 5689 anni fa? E perché non vi abbiamo mai sentito nominare, visto che siete così importanti? …perché ci nascondiamo! Siamo discreti!
Dai, Elfi Oscuri. Fateci la cortesia.
CATEGORIA | Sonno e inutilità.

*

Rhodey Rodes / War Machine

war machine

Certo, è triste che Stephen Strange non si sia preso la briga di operare un eroe di guerra ferito in combattimento (risparmiandogli probabilmente la paralisi e/o infinite sessioni fisioterapiche), ma diciamoci la verità: se in un film esiste Tony Stark, a nessuno interessa vedere un’altra armatura che svolazza in giro. E Rhodey lo sa, poveraccio. Mica è scemo. E sentirgli raccontare storielle presumibilmente eroiche e gloriose alle feste non mi fa divertire – Ah! Ma che ragazzo autoironico! -, mi spezza il cuore e basta. Vorrei amarti, Rhodey, ma ti impegni troppo. WAR MACHINE. Certo. La verità è che sarai sempre un Iron Patriot, purtroppo. C’è poco da fare.
CATEGORIA | Trying too hard. / Vivere nell’ombra.

*

Jane Foster

Jane Foster

Di Jane Foster conosciamo perfettamente la straordinaria intelligenza… ma perché continuano a ricordarcelo, mica perché lo vediamo. Jane Foster ha scoperto questo. Jane Foster dirige un centro di ricerca. Jane Foster ha calcolato le possibilità del viaggio interdimensionale. Jane Foster è un genio. Jane Foster, in realtà, è quella che ha ben pensato cacciare le mani in mezzo a due giganteschi monoliti fluttuanti color tenebra per capire se l’Ether è bagnato. E no, amici, quella roba lì non è curiosità scientifica. È pura idiozia. È un film che fa procedere la trama servendosi dell’imbecillità improvvisa e ingiustificata dei suoi protagonisti. NON CACCIARE LE MANI IN MEZZO A DEI MASSI NERISSIMI CHE VOLANO, ACCIDENTI A TE.
Ma Jane Foster mi suscita anche altre perplessità. La sua presenza è ingombrante, anche se invisibile. Ogni volta che Thor appare sul nostro pianeta (e ci rimane per quelli che allo spettatore sembrano mesi) non posso fare a meno di chiedermi perché non vada a trovare Jane. Cioè, non è una relazione a distanza tipo lui è di Milano e lei è di Novara. È una relazione a distanza Terra-Asgard. Visto che ce l’avete menata così tanto con Thor che s’innamora, il minimo che posso aspettarmi è che Jane ricompaia, di tanto in tanto. E invece no. Riferimenti goffi a Jane che è occupatissima a studiare qualcosa dall’altra parte del mondo. Thor che inventa scuse ridicole – “Non voglio metterla in pericolo” – invece di far girare tre volte il martello e volare da lei in 27 minuti. Jane c’è ma non c’è, e rende le relazioni tra i personaggi super traballanti e artificiose.
Quel che più mi fa arrabbiare di Jane, però, è l’effettivo fallimento dei buoni propositi relativi al suo personaggio. Inventiamoci una ragazza forte, saggia, sveglia, indipendente, non la solita bonazza svenevole che va continuamente soccorsa e salvata! E invece. Mani nell’Ether > coma > malattia incredibile e sconosciuta > viaggio ad Asgard > elfi oscuri incazzati > invasione di Asgard > TERRA IN PERICOLO > UNIVERSO A RISCHIO > MORTE MORTE MORTE. E lei là, con una finta armatura da signora asgardiana e la piega perfetta. Jane Foster, io ti maledico.
CATEGORIA | Personaggi girl-power venuti male. / Palle al piede. / Attori troppo famosi che la Marvel non è riuscita a contrattualizzare per benino.

*

Falcon

Falcon

“Amore del Cuore, sto facendo un post sui personaggi Marvel che non apprezzo particolarmente. Te chi è che non tolleri?”.
“Il tizio-gallina”.
“Ma chi? Non c’è nessuna gallina”.
“Quello con le ali. Quello che le ha prese da Ant Man”.
“Ahhhhh, FALCON!”.
“Si chiama Falcon?”.
“Come dovevano chiamarlo, GALLINATRON?”.
“Non mi interessa. È veramente il capo dei pirla”.
CATEGORIA | Con tutti i supereroi fighi che la Marvel ha inventato, proprio lui dovevamo sucarci? Ant Man, hai tutta la nostra stima.

*

Darcy Lewis

Darcy

Avrò un cuore di pietra, ma le simpatiche pasticcione non le reggo più. Soprattutto quando non stanno zitte un secondo e non riescono a farmi ridere. Darcy è di un’invadenza rara e, anche se non ripugna quanto Zola (AHHHHHHH!), al terzo dialogo volevo già gettarla giù dal Bifrost. Poi, capisco che le ricerche di Jane Foster non possano di certo essere considerate “ortodosse” – almeno non nel primo Thor – e che di laureati del MIT che fanno la fila per uno stage da lei ce ne siano pochi, ma non puoi neanche risolverla assumendo la scema del villaggio, santo il cielo!
CATEGORIA | Orticaria. / Pagliacci tristi.

*

Pietro Maximoff

Quicksilver

I gemelli Maximoff ne passano di tutti i colori. E la guerra, e le bombe di Stark che gli devastano la famiglia, e la simpatica idea di offrirsi come cavie per gli esperimenti dell’Hydra, e la solitudine, e la difficoltà di procurarsi i prodotti per decolorarsi bene i capelli… Insomma, la loro vita è impervia, dolorosa e piena di rancore. Ma io non ce la faccio lo stesso. Passi la Wanda, che ha ancora tante meraviglie da imparare e sortilegi spettacolari da farci vedere, ma Pietro no. Aaron Taylor-Johnson è un bravissimo attore, quindi darò la colpa a Joss Whedon. Joss, di grazia, perché hai detto al Taylor-Johnson che il modo migliore per trasmettere allo spettatore tutta l’angoscia e il furore vendicativo di Pietro fosse una perenne espressione da uomo che si è fatto molta cacca nei pantaloni della tuta – senza avere la possibilità di cambiarseli o anche solo di sbarazzarsene? Perché, Joss. Perché l’hai costretto. E alla fine, non pago, l’hai pure ammazzato. Non si fa così.
CATEGORIA | Mal consigliati. / Resting bitch face.

*

Justin Hammer

Justin Hammer

Pensare che quel cialtrone di Justin Hammer e la sua compagnia possano in qualche modo rappresentare, per le Stark Industries, dei seri concorrenti è semplicemente inaccettabile. Certo, Hammer è funzionale all’entrata in scena di Vanko – che è un po’ il cattivo ufficiale del film – ma quella con Tony Stark è una rivalità che nemmeno la più coriacea delle sospensioni dell’incredulità riuscirebbe a sostenere. Non ho problemi ad elaborare un procione parlante, ma non riesco a capacitarmi di Hammer. E lo so, non mi fa onore, ma ho continuato a sperare che il pappagallo di Mickey Rourke gli beccasse via un occhio.
CATEGORIA | Wanna Marchi.

*

Bucky Barnes

Winter Soldier

Dobbiamo a Bucky e alle sventure che gli capitano – PER COLPA DEL DOTTOR ZOLA ANCORA LUI MALEDIZIONE BASTA BASTA! – alcuni tra i più bei film (più o meno corali) dell’universo Marvel. Il fatto che lui rimanga muto e catatonico per i tre quarti del tempo non dovrebbe turbarci, perché il suo merito più autentico è quello di scatenare reazioni a dir poco perentorie da parte degli altri Avengers. Non dovrebbe turbarci, dico… però ci turba. Almeno, io me la prendo. Bucky, sono Steve! Sono Steve! Sto sfasciando gli Avengers per amor tuo! SILENZIO. BRONCIO. GRUGNITO. FUGA PRECIPITOSA. Bucky mi fa continuamente venire in mente Michelangelo che prende a martellate il Mosè strillandogli PERCHÉ NON PARLI! Certo, il Mosè non era stato programmato per trasformarsi in una spietata e inarrestabile macchina da guerra da un sadico scienziato nazista, ma la relazione tra Bucky e Steve mi pare un pochino unidirezionale. Bucky, sappiamo che hai il cervello fritto, ma ti prego, ti prego, dilla una cosa carina ogni tanto a Captain America. Se lo merita. Va bene, l’hai ripescato dalle macerie di un palazzo affondato e stai trovando maniere trasversalissime per fargli capire che CI SEI, ma ha bisogno di un amico che non opti per l’ibernazione forzata ogni venti minuti. Esterna i tuoi sentimenti, Bucky, Esterna!
CATEGORIA | Amori non ricambiati. / Dateci di più.

*

Stan Lee

stan lee

MA CHE RIDERE IL CAMEO NUOVO DI STAN LEE! Ecco, all’inizio sì, mi facevano ridere. Ma sto notando un certo deterioramento dell’approccio creativo-cialtrone all’arte del cameo. Quando Tony Stark lo scambia per Hugh Hefner mi sono divertita parecchio. Ma vedere Stan Lee parcheggiato su un asteroide a blaterare cose senza senso nel nuovo Guardiani della Galassia un po’ m’ha intristito. Sarò sicuramente io che non riesco a cogliere – per drammatica ignoranza – una REFERENCE colta a un qualche fumetto del 1967, certo, ma ormai sono molto più felice di veder apparire a caso Donald il papero che il povero Stan Lee seduto su un sasso nel bel mezzo di una galassia dimenticata da ogni genere di divinità.
CATEGORIA | Può bastare, grazie.

vedileggi
Sentiti ringraziamenti ad Amore del Cuore per questo banner spaccainternet.

 

Visto che Steven Soderbergh me l’ha chiesto espressamente – ma proprio di persona, con un cabaret di pasticcini in mano e un ghepardo rosa al guinzaglio -, ho deciso di provarci anch’io. Perché l’idea è quantomai avvincente, nella sua grassa semplicità. Il domandone è il seguente: che cosa hai visto/letto nell’intervallo di tempo X? Valgono i libri, gli spettacoli teatrali, le serie TV, i film, le mostre, i fumetti, le etichette della crema idratante, l’opera, il burlesque e pure gli scontrini dell’Esselunga. Insomma, faccende culturali, ludiche e curiosone. Soderbergh, che non ama pettinare le bambole, la lista la mette insieme una volta l’anno. Io, che ambirei ad aggiungere anche qualche commentino a quello che ho masticato, vorrei provare a sfornare un piccolo papiro mensile, divertendo le folle e seminando il disordine. Il mostruoso esperimento, qua nei Tegamini, si chiamerà Vedileggi. E che il cielo ci protegga.
Provo?
Provo. In rigoroso ordine cronologico. E senza vergogna.
Molto bene.

***

Fuori in 60 secondi

Sei sul divano con la sacra copertina di ciniglia, cambi canale a caso e, magimagia, esce il faccione di pietra di Nicolas Cage. In uno dei suoi ruoli più acclamati, poi. Vedi Nicolas Cage e una forza misteriosa ti impedisce di scappare. Nicolas Cage balena sullo schermo – con una certa flemma – e te devi per forza dargli retta. Che facciamo, Amore del Cuore? Cioè, è Fuori in 60 secondi. Dobbiamo guardarlo. È una missione, in pratica… se non lo facciamo, lo scaffale con la nostra sarcastica collezione di DVD di Nicolas Cage ci crollerà in terra. Anzi, cadrà sul gatto e ce lo acciaccherà irrimediabilmente. È proprio una questione di coerenza. E poi c’è anche Angelina Jolie coi rasta fatti col dentifricio. LA VITA.
E niente. Siamo rimasti lì a guardare Fuori in 60 secondi. Felici come gli ultimi imbecilli della Terra.

http://instagram.com/p/xkhEKoFdKY

 

***

The Imitation Game

Durante i primi ventisei minuti di questo film, la mia preoccupazione principale è stata una focaccia al pomodoro. Rovente. Untissima. Impossibile da mangiare al buio. Avevo questa focaccia sulle ginocchia, adagiata sul suo civilissimo cabaret. Nonostante il cabaret, un tovagliolo di carta al collo e pure le posate, sono riuscita a tirarmi addosso di tutto. Litrate di sugna. Pezzi di formaggio. Grasso di balena. Gnomi. Nasi finti. Mentre io lottavo con una focaccia, Benedict Cumberbatch – la lontra più espressiva del mondo – combatteva la sua personale battaglia contro il nazismo, i pregiudizi della società, Nonno Lannister, le parole crociate, le clavicole a punta di Keira Knightley, l’impressionante panza che è spuntata all’improvviso all’autista di Downton Abbey e le continue lamentele di Amore del Cuore – il laureato in storia più pignolo e rompicoglioni di sempre… soprattutto quando gli toccano la Seconda Guerra Mondiale.

the imitation game

Come sottofondo generale – a parte il mio scartocciamento di focaccia e le puntualizzazioni stizzite del mio consorte -, c’erano i vecchi dell’ultima fila, telecronisti mancati. Quando s’è scoperto chi era davvero la spia sovietica, nessuno è stato più in grado di tenerli. Al mio fianco, per peggiorare ulteriormente la situazione, c’erano due fangirl (VECCHISSIME) di Sherlock. Quando il signor Turing s’è messo a correre in braghette corte, hanno praticamente cominciato a strofinarsi sul bracciolo della poltrona, mugolando come scimmie bonobo. E io là con la mia focaccia, troppo disorientata per riuscire a pigliarmi bene per questo film, nonostante l’infinita ammirazione che nutro per il genio di Alan Turing e l’immane sdegno per l’ingiusto e ripugnante destino che gli è toccato.

***

Franca Valeri – Bugiarda no, reticente

Franca Valeri bisognerebbe utilizzarla come un oracolo. Costruirle una specie di salottino e metterla lì a dispensare saggezza, fino alla fine dei tempi. Questo libro è una specie di autobiografia, un album di ricordi che parla di carriera, amore, infanzia, teatro e storie. La roba davvero speciale di questo libro, però, è che riesce quasi a rendere comprensibile uno dei misteri più ingarbugliati dell’universo: l’ironia.

http://instagram.com/p/xhxjKUFdHf

 

***

Keith Gessen – Tutti gli intellettuali giovani e tristi

Sarò io che non sono abbastanza sensibile, ma questo libro mi è sembrato involontariamente buffo. Mark, Sam e Keith sono veramente tre cialtroni. Lo spaesamento, il declino post-Clintoniano, la becera era-Bush, gli ideali, le tesi di dottorato, i parcheggi che non si trovano, i grandi punti di riferimento, il viaggio come scoperta del proprio cuore, le differenze. La verità è che a Mark, Sam e Keith interessa solo scopare. Tutto il resto succede perché non ci riescono mai.

http://instagram.com/p/w_PZrYldHA

 

***

Big Eyes

Ci provo sempre, perché è Tim Burton. Io ci provo, ma non c’è niente da fare. Tutto quello che mi piaceva di Tim Burton è praticamente scomparso. Alice in Wonderland è stato un duro colpo, e dubito che riuscirò mai a dimenticarlo. Dark Shadows mi aveva fatto ben sperare, visto che si trattava di una storia di freak, mostri e scherzi della natura. Ma niente, non ha funzionato neanche quello. I film che cercano disperatamente di essere divertenti mi mettono in imbarazzo. È una situazione tremenda. Ti si stringe il cuore e ti dispiaci un casino, ma proprio non riesci a spassartela. Ti prego, apprezza il nostro umorismo un po’ vintage e strambo! Ti scongiuriamo, amaci!
Zero.
Big Eyes, come succede sempre nella fase “Gente, esce un nuovo film di Tim Burton!” mi ispirava parecchio. Ci credevo. Ero pronta a sfidare il gelo serale e il torpore post-ufficio per trascinarmi al cinema. Insomma, c’è Christoph Waltz. C’è questa matta che dipinge bambini derelitti con gli occhi giganti! Sarà fantastico, me lo sento! Adesso… non è mica un brutto film, per carità. È un film dignitoso. Non ti fa arrabbiare, è pieno di colorini pastello e non insulta eccessivamente la tua intelligenza – a parte la battuta cardine di tutta quanta la baracca: “Perché disegni questi grandi occhi?”, “Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima…”. Solo che… è un film senza cuore. E pure un attimino palloso. Cioè, poi magari è colpa mia, mi sarò trasformata in un’arida istitutrice con una gamba di legno… sarò diventata un personaggio di Bret Easton Ellis. Io non lo so, ma guardare Big Eyes è stato come sedermi per due ore a fissare un ragazzino che non ha voglia di fare i compiti.
Ma forse sono io che ho gli occhi troppo piccoli.

big eyes

***

Guardians of the Galaxy

Meritano tutto il nostro amore. Ora e per sempre.

***

Nymphomaniac – Part 1

Tutti a pesca con Stellan Skarsgård!
Tutti ad abbracciare un frassino!
Tutti a prendere lezioni d’organo!
Diamine… CIT.
Non pensavo di essere tagliata per i polpettoni da intellettuali erotomani – ossessionati dalle tonalità più tristi del beige -, ma Nymphomaniac mi è garbato. Sarà che stavo sorseggiando del genepì, ma l’ho trovato estremamente interessante. È un documentario, in pratica. E io adoro i documentari. Non riesco ad accettare che il naso della giovane Jo si sia in qualche modo evoluto fino a trasformarsi nel canappione della vecchia Jo, ma consideratemi a bordo per tutto il resto. Giaguari compresi.

nymphomaniac_2769379b

***

Joan Didion, The Year of Magical Thinking

Cielo, c’è addirittura una recensione seria!

***

La maschera di Zorro

Dopo circa una settimana di diretta dedicata all’elezione del Presidente della Repubblica, Mentana ha deciso di andare a farsi una doccia, lasciandoci in balia del palinsesto di La7. La7, quando non c’è il telegiornale o un talk-show di approfondimento o la Bignardi che intervista casi più o meno umani, si trasforma uno straordinario pentolone di assurdità cinematografiche. L’altra sera, dal niente, è apparso un film imperdibile: La maschera di Zorro, con Anthony Hopkins che fa Zorro vecchio, Banderas che fa lo Zorro-stagista e Catherine Zeta-Jones che fa l’emoticon della ballerina di flamenco. Tra peones cenciosi, sadici soldati ariani, il limone più duro mai apparso sul grande schermo e tramonti dipinti con le tempere, spicca il maestoso cavallo Tornado… vero uomo-partita-Sky della mirabile pellicola. Io me ne vergogno – anche perché non riesco più a distinguere Banderas dal mugnaio pazzo del Mulino Bianco -, ma mi sono divertita un casino. Con buona pace della pancera di Hannibal Lecter e dell’infelice gallina Rosita.

zorro    

***

Joan Didion, Play It As It Lays

Da qualche parte in copertina, c’è scritto che la Didion scrive col rasoio. Zac. Zac. Zac. Implacabile, affilata e precisissima. La copertina, per una volta, dice la verità. Play It As It Lays è il primo Didion-romanzo che leggo – visto che, purtroppo, L’anno del pensiero magico è una storia autobiografica – e continuo ad essere una piccola fan in pieno entusiasmo da super scoperta recente. In questo libro si sale in macchina con Maria, attrice dalla carriera breve e neanche un po’ folgorante, e si guida in giro per Los Angeles. È una storia di fuga, di vuoti perpetui, di aspettative disattese, di chiacchiere e lunghe giornate senza senso. Più che un essere umano, Maria è una specie di pianta che secca, una persona che si trasforma gradualmente in un fossile mentre il resto del mondo continua a girare – che tutto questo girare, poi, possa rivelarsi senza scopo e senz’anima, è un altro paio di maniche. E in queste maniche dovreste proprio infilarvici.
Team-Didion!

http://instagram.com/p/ySLrAlldNN/

 

***

E per questo mese, cari tutti, abbiamo visto e letto a sufficienza.
Per il prossimo Vedileggi – e per ammirare ancora una volta l’header più straordinario di sempre -, ci si ritrova a fine febbraio. Ho già chiamato il Piccolo Teatro per i biglietti di Lehman Trilogy, quindi potrò cominciare a darmi un tono anche come altolocata consumatrice d’impegnata drammaturgia – impegnata e costosissima, cazzo.
Che gli alpaca proteggano le vostre avventure da divano. E raccontatemi i vostri Vedileggi, se ne avrete voglia.

 

loki thor

Thor – The Dark World è, senza dubbio, il film più rispettoso della mitologia norrena che mai vedremo al cinema: se non c’è in mezzo Loki, non succede un Mjolnir di niente. Ok, ok. Va bene, tecnicamente qualcosa succede. C’è una stirpe di elfi fantasticamente abili nel farsi le trecce che vuole far sprofondare l’universo nell’oscurità e nella tenebra più disperante. Addormentati da qualche migliaio di anni dietro a un paio di asteroidi, gli elfi dai fascinosi capelli si svegliano all’improvviso quando Jane Foster – alla faccia di Natalie Portman e del suo appello “più femmine senzienti e interessanti per la Marvel e per il cinema tutto” – decide di infilare una mano tra due monoliti fluttuanti che irradiano malvagità e terrore a ettametri di distanza. Ed è una scienziata, Jane Foster, mica una sciampista in stage. D’accordo, le garbano i deltoidi gibbosi e le barbe incolte, ma è comunque una luminosa rappresentante dell’eccellenza del sapere astrofisico internazionale. E vede una roba rossa tutta schifosa e sibilante che si agita in mezzo a due menhir magici sull’orlo di un precipizio, e ci caccia dentro le mani. Ma santa pace, Jane Foster, ma da piccola non li hai presi due sganassoni, quando cercavi di raccogliere le schifezze dal marciapiede? Se MADRE potesse dire qualcosa a Jane, le suggerirebbe di tagliarsele, quelle manacce di merda.
Ma ci stiamo già perdendo per le radici di Yggdrasil.
Quel che volevo davvero dire – mettendo incidentalmente il Cono della Vergogna a Jane Foster – è che questi nostri polpettoni del cuore dovrebbero cercare di far procedere la narrazione indipendentemente dalla stupidità dei loro protagonisti. Perché non posso accettare che l’universo rischi l’oscurità eterna solo perché la fidanzata di Thor è pirla. E nemmeno posso accettare che, limonando cretinamente per un prato di Greenwich, due comprimari altrettanto inetti contribuiscano a salvare il benedetto universo, e senza manco capire perché. Insomma, le motivazioni sono importanti. Per i buoni e un sacco di più per i cattivi.
BU! Sono un elfo oscuro! Esisto da prima del mondo! Ho questa roba rossa che solo io so controllare! I miei capelli sono strabilianti! E stamattina mi sono svegliato male: meritate di sprofondare nel buio!
Molto piacere, elfo oscuro. Noi qua non conosciamo a memoria la storia di ogni mondo governato da Odino, ma ci sembra proprio di averti incontrato per caso. Ti vuoi vendicare perché novemila anni fa gli asgardiani hanno sterminato la tua gente? Capirai. Saremo insensibili e ottusi, ma non ci siamo preoccupati neanche per un momento, e non perché polpettone-Thor sia un pozzo di strategia o una forza inarrestabile della natura. Non ci interessa niente perché la gente che vuole solo vendicarsi e fare qualcosa di definitivo e irreparabile al mondo è una roba che abbiamo già visto ennemila volte. E un po’ meglio, anche. Ecco, allora, prendi il numerino al banco salumeria e mettiti in fila dietro alla signora Franca, che vuole sciogliere la calotta polare col phon.
E’ per questo che ogni volta che fan fare qualcosa a Loki sembra che entri in scena, che ne so, una versione sorniona e piacevolmente malvagia di Immanuel Kant. GENIO! IRONIA! UNO SCOPO PRECISO! UNA SACROSANTA VENDETTA! L’IRREFRENABILE IMPULSO DI CAVARE A ODINO PURE L’ALTRO OCCHIO! UMORISMO! UN PIANO! ESPRESSIONI FACCIALI!

The Marvel Studios: "Thor: The Dark World" And "Captain America: The Winter Soldier" - Comic-Con International 2013

E via, poi tutti a stupirsi per il tornado di mutandine che Tom Hiddleston è costretto a schivare ogni volta che decide di uscire di casa. 
Sbaglio? Perché è vero, credo. Ero seduta lì, coi miei pop-corn e una sana e robusta propensione ad apprezzare i manzi armati di martello che piombano sul mio pianeta all’improvviso solo perché Idris Elba s’è per un attimo cecato, ma niente. Noia. Fastidio per Natalie Portman, ULTRAODIO per l’invadentissima Darcy – che è ovunque… e dovrebbe far ridere, senza mai riuscirci – e tanta comprensione per la povera Lady Sif, che sa andare a cavallo al contrario bevendo alla goccia un litro di idromele ma nessuno se la fila. Mi sono un po’ ripigliata quando Frigga del cuore ha preso a calci in culo l’elfo oscuro cantandogli le bionde trecce, ma poca roba. Per il resto è stato tutto un dov’è Loki? Dov’è Loki? Che fa? Legge? Spacca i tavolini? Si sarà pettinato un po’? Lo liberano? Non lo liberano? Che dice? Ma quindi? Che tramerà? Adesso capisco perché gli hanno fatto fare un mucchio di scene aggiuntive, in mezzo a questo sfacelo! E a Thor, ma gli vorrà un po’ bene? Ma un ceffone glielo possiamo mollare pure noi della quinta fila? Avrà bisogno di un lancio di mutandine, così, tanto per incoraggiare?
Nel dubbio tirategliele. Anche voi ometti. Che se ne accumuliamo una montagna sufficientemente alta e scoscesa magari riusciamo anche a farcelo venire fuori, un Loki-film-solista. ANT-MAN, fanno. Mi vien voglia di mettere una mano in mezzo a dei macigni malvagi. O di andare a raccogliere personalmente tutte le gemme dell’infinito, o come si chiamano, per regalarle a Loki, che sicuramente troverebbe qualcosa di strabiliante da farci.

Insomma. Tenetevi Polpettone-Martellone.
Qua si tifa per la megalomania, l’inganno e il capello unto.

…stavo per gridare SERPEVERDE, ma poi ho capito che la stavo pigliando troppo alla larga.

 

***

Voi magari non avete sette anni, ma io sì. E qua in seconda elementare siamo tutti contentissimi per la magica apparizione del primo trailer del nuovo film di Thor, l’indomito polpettone di Asgard. Solo che non si chiamerà “Thor – Asgard’s Meatloaf” ma “Thor – The Dark World”. E si dovrebbe poter vedere in autunno, perché adesso va così, ogni sei mesi c’è un giro in giostra con un supereroe.
Direi di fare un po’ come la volta scorsa, con il trailer di Iron Man 3 – che esce il 24 aprile, tanto per ricordarlo a chi vive su Caronte, sassoso e ghiacciato satellite binario dell’ex-pianeta Plutone. Qua c’è il trailer e sotto c’è quello che ci ho capito io, più un diffuso e meritatissimo disprezzo per Jane Foster, il personaggio femminile più insipido e piagnucoloso del mondo. Che Sleipnir la sfiguri con tutti e otto i suoi zoccoli.

[tentblogger-youtube kK3yDVBrVTg]

Dunque.
Inizia con dei bambini che fanno fluttuare un tir. Non sappiamo perché, ma siamo molto contenti per loro. L’avessi fatto fluttuare io, un camion, quand’ero piccola. E invece no, al massimo facevo la rondata sulla trave alta.
Dopo i piccoli autotrasportatori telecinetici, Odino ci informa che prima della creazione non c’era il nulla, ma c’era l’OSCURITAH. Al che presumo ci mostrino il cattivo. Che forse è quello lì, un tizio tutto incatenato in una camera buia, con una specie di casco-tagliola in testa. Ma che fa, sta lì piantato come un monumento perché qualcuno deve ancora risvegliarlo? E chi mai sarà il supergenio? Ma soprattutto, che vuole?
Poi niente, un’immensa (e bellissima) nave nera a forma di accetta rovesciata solca le acque di un qualche posto grigissimo per andarsi a incastrare nel pratone all’inglese di un college. Ad accogliere l’evento con moderato sconcerto troviamo l’amica di Jane Foster, quella con le tette grosse e l’attitudine per la scienza di una commessa di Kiko. Gente che scappa, finestroni inestimabili che esplodono in un milione di pezzettini, fogli che volano. Misericordia, perché la gigantesca nave nera a forma d’accetta è venuta a rompere i vetri proprio a noi? Temo sia perché in quel posto lì c’è anche la nostra Jane. E ovviamente, come ogni personaggio inutile e imbranato, avrà bisogno di essere salvata.
Arriva Thor! I mantelli svolazzano!
Bene. Thor atterra, afferra la sua umana del cuore e, senza manco salutare, si smaterializza con lei verso Asgard. Così a vedere dal mare, sembrerebbe che il regno degli Asi sia leggermente migliorato… c’è sempre una doverosa maestosità, ma ben poche cose sono rimaste a forma di cannellone. Nel primo Thor, ogni palazzo era una composizione di cannelloni dorati. Ma si sa, il tocco magico del modesto Kenneth Branagh…
Comunque!
Thor regala un vestito asgardiano a Jane e se la porta a spasso. Lady Sif, interpretando un po’ i sentimenti di tutti, la incenerisce con lo sguardo. Anzi, la guarda con un disprezzo talmente meraviglioso e plateale che mi viene quasi da pensare che sia innamoratissima di Thor e megagelosa. Secondo me ci fanno qualcosa di interessante, con questa rivalità tra femmine.
Nel frattempo, i capelli di Thor – con treccina, grande innovazione – diventano più strabilianti e luminosi ad ogni inquadratura. Beato lui.
Distruzione ad Asgard, distruzione in un bosco, distruzione a Midgard, accorati appelli interventisti presso il trono di Odino e martelli fosforescenti che sfrecciano. Polpettone in posa plastica e onda energetica ribalta-nemici.
Poi vediamo una treccia bianca e minacciosa, molto più imponente della treccina di Thor.
La mamma di Thor, contrariatissima, piglia un pugnale e fa fare due passi al suo bel vestito, che mi pare un Vivienne Westwood Anglomania metallizzato.
Lady Sif fa uno di quei movimenti a scatto con la testa, quelle robe girachioma da guerriera indomita. Il fatto che ci rifacciano vedere Lady Sif vorrà forse dire che è diventata un personaggio importante? In ogni caso, ha uno scudo molto carino.
Ma ci sono moltissime femmine in questo trailer, che cosa sta succedendo.
Thor finisce in un polverone tempestoso e c’è un mostricciattolo blu mezzo sfigurato dall’acido muriatico che gli sventola davanti la sempre indifesa Jane Foster, crocifissa per aria. Thor, stracciato, stanchissimo e pesto, crolla sui ginocchioni gridando un inevitabile NNOOOOOOOOH.
Titolone di Thor.
E poi succede quello che qua in seconda elementare volevamo vedere sul serio.
Thor, nello sterco di Sleipnir fino al collo, si appropinqua a una di quelle solite gabbie di vetro per supercattivi e va a chiedere aiuto a Loki che, giustamente, lo prende per il culo ancor prima di vederlo arrivare.
La felicità è grande.
E se proprio dobbiamo proseguire nel filone “commento-capelli”, è ormai chiaro che Loki ha passato buona parte degli Avengers a farsi la piega. Qua è in camicione verde tutto stropicciato e ha in testa più o meno quello che mi ci ritrovo anch’io quando mi asciugo col FON con troppa esuberanza. Qualcuno gli porti del balsamo e un bel costume. Ridategli tutti i suoi giocattoli. E fategli prendere un po’ di sole, santo il cielo. Fate quel che vi pare, ma mettetelo in ogni inquadratura.
Più Loki! Più cattiveria! Più elmi cornuti! Più lavoro per gli psicanalisti! Forza!

***


Diamine, se è brutto.

***

Non so voi, ma sono positivamente impressionata.

E con questo, vado a stendere la maglietta di Ironman, che domani al cinema ci vado con quella. C’è pure il triangolo-Ark-cuore che si illumina al buio!