Libri

I buoni propositi libreschi per il 2018

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Archiviato il 2017 – che parecchie cose belle ci ha portato – è arrivato il momento di guardare al futuro. Perché il tempo sarà comunque poco, ma le ambizioni restano vaste. Ora, sicuramente verrò sorpresa in corsa da novità imperdibili che sconvolgeranno ogni mio progetto, ma ci sono un po’ di libri che so già di voler leggere. E, all’incirca, sono questi qua.

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Agnese Grieco
Atlante delle sirene

Mi è arrivato durante le vacanze di Natale e ho salutato l’evento agitando un arricciaspiccia verso il cielo. Da appassionata di creature mitologiche, iconografia del fantastico e leggende più o meno metropolitane, un Atlante delle sirene è una specie di sogno che riemerge dalle profondità del mare. Da Omero a Splash – passando per infinite declinazioni letterarie, musicali, artistiche e drammaturgiche -, questo saggio ricchissimo di immagini e aneddoti traccia una mappa super eclettica delle apparizioni sirenesche più emblematiche, risalendo alle origini del mito e decifrando per noi simbologie, trasformazioni e riferimenti culturali.

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Alex Alice
Il castello delle stelle
1869: la conquista dello spazio

Lo steampunk alla conquista dello spazio! Una graphic-novel (di formato piuttosto monumentale e ricca di tavole veramente strabilianti) per raccontare il viaggio un figlio alla ricerca della madre scomparsa durante una spedizione in mongolfiera verso gli strati più rarefatti dell’atmosfera, per verificare l’effettiva esistenza del misterioso etere. Siamo nell’Età del Progresso, dopotutto, l’epoca delle scoperte geografiche e delle avventure per mare e per terra. Perché non spingersi anche verso le stelle?

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Lev Tolstoj
La felicità domestica

Vorrei riprendere un po’ di slancio per tornare ad affrontare i MEGAROMANZONI russi. Perché, su quell’impervio fronte, mi sono proprio arenata. La felicità domestica dovrebbe tratteggiare il breve ma profondissimo ritratto di una coppia alle prese con i primi accadimenti della vita matrimoniale. Pare sia anche la storia di un progressivo allontanamento, dei cambiamenti che si verificano all’interno di un rapporto che transita inesorabilmente dalle gioie dei primi tempi felici fino a un’indifferenza insuperabile, passando per tutte le minuscole sfaccettature che caratterizzano le relazioni umane più complicate, dettagli che Tolstoj è sempre stato in grado di cogliere e di restituirci con una sensibilità devastante.   

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J. G. Ballard
Il condominio

Visto che l’ultima stagione di Black Mirror non è riuscita ad appagarmi particolarmente, ho deciso di farmi dare una mano da Ballard. Il romanzo è ambientato in un immenso condominio ipertecnologico – un mondo in miniatura, a tutti gli effetti – che, a causa di un blackout, diventerà teatro di una lotta per la sopravvivenza capace di sovvertire gerarchie sociali, norme del vivere civile e il concetto stesso di umanità. Una di quelle letturine distopiche lievi e rassicuranti, insomma.

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Leo Ortolani
Oh! Il libro delle meraviglie

Pochi esseri umani al mondo mi fanno ridere come Leo Ortolani. Ho amato molto Il buio in sala, la sua raccolta di recensioni cinematografiche – che ho comprato anche se le avevo praticamente già lette tutte sul blog – e ho già ordinato Oh!, perché le “Meraviglie della Natura e della Tecnica” che Ortolani ha sfornato nell’arco di vent’anni (e che ritroviamo in questo volume con l’aggiunta di parecchi inediti) me le sono effettivamente perse. Non vedo l’ora.

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Ursula K. Le Guin
The Lathe of Heaven

Un romanzo del 1971 – tradotto in Italia con il titolo di La falce dei cieli e, da quel che ho capito, abbastanza irreperibile – di un’indiscussa regina della fantascienza e del fantastico. Non ho mai letto nulla della Le Guin e sono molto curiosa di cominciare l’avventura. Il libro indaga il rapporto tra sogno, verità tangibile e potere attraverso lo “scontro” tra due personaggi: George Orr (un tizio che si accorge di sognare cose che poi diventano vere) e il dottor Haber, che intende utilizzare Orr per modificare la trama della realtà a suo piacimento.

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Paul Auster
4321

L’ho già iniziato. Ero curiosa, ma anche molto riluttante, visto che di romanzo imponentissimo trattasi. Sono però già molto felice di aver spazzato via i tentennamenti. 4321 racconta tutte le vite possibili di Archie Ferguson, nato nel 1947 a New York e destinato ad attraversare – nelle sue diverse emanazioni – il Novecento dei grandi eventi storici, delle grandi città e dei grandi movimenti… ma anche della più spicciola quotidianità. È la storia di un uomo comune, rappresentato simultaneamente mentre si sposta lungo quattro sentieri diversi che lo porteranno a vivere quattro vite altrettanto distinte, ma accomunate da alcuni affascinanti punti fermi. Un’opera monumentale e vivacissima che (e lo dico soprattutto per chi è intimorito dai libroni) scorre con grande naturalezza.
Una delle mie solite profezie, visto che con Exit West ci avevo visto giusto, l’estate scorsa: credo sia già un po’ il mio libro preferito dell’anno.

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Roberto Bolaño
Lo spirito della fantascienza

Ho rinunciato a orientarmi in maniera razionale nel mondo di Bolaño. Per cogliere ogni rimando, ogni citazione e ogni indizio che appare nelle sue storie, legandole le une alle altre, ci vorrebbe una specie di dottorato. Non ci riuscirò mai, ma non per questo i suoi libri smetteranno di affascinarmi. Lo spirito della fantascienza è stato scritto da un Bolaño non ancora trentenne e racconta, in un intreccio come al solito labirintico e ricco di divagazioni e ingarbugliamenti surreal-picareschi, l’iniziazione alla vita di un poeta ventunenne che, in quel di Città del Messico, condivide una stanzetta con uno scrittore agorafobico perennemente preda di allucinazioni, deliri e manie.

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Elizabeth Strout
Tutto è possibile

La farò breve. Lucy Barton mi era piaciuto. Cosa faccio, non leggo il “seguito”? Ambientato ad Amghast (Illinois), paese natale dell’aspirante scrittrice fuggita a New York lasciandosi alle spalle fratture difficili da saldare, il romanzo esplora gli effetti del tempo e delle illusioni sfumate sugli abitanti della cittadina, riportando anche Lucy – per la prima volta dopo quasi due decenni – nella casa di famiglia, insieme al fratello (trasformatosi in una specie di grosso bambino il cui unico scopo è preservare quel che era dei Barton) e alla risentitissima sorella Vicky.

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Michele Mari
I demoni e la pasta sfoglia

L’implausibilità dell’impresa mi appare già con molta nitidezza, ma I demoni e la pasta sfoglia è un testo quasi mitologico – e da lungo tempo praticamente introvabile. Il massiccio volume raccoglie una serie di saggi-ossessione che Mari ha dedicato alla tradizione letteraria che più ha influenzato e alimentato la sua ricerca narrativa. È una galleria di mostri, demoni, indimenticabili protagonisti, incubi ricorrenti e realtà deformate. Da Lovecraft al Richiamo della foresta, Mari costruisce un labirinto di rimandi e riflessioni, consegnandoci una lente per esaminare la struttura e le deviazioni imprevedibili del suo cammino di scrittore (e di lettore).

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Antoine Volodine
Terminus radioso

Una steppa contaminata dalle radiazioni nucleari di una Seconda Unione Sovietica prossima al collasso. Una pila atomica semisepolta governa la vita di un kolchoz sopravvissuto – il Terminus Radioso – abitato da un manipolo di superstiti che la radioattività ha variamente maledetto con una serie di doni quasi sovrannaturali. Un romanzo visionario e bizzarro che squaglia i confini dello spazio e del tempo per creare una specie di epica del disastro.

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Jeff Vandermeer
Borne

Il nuovo romanzo di Vandermeer, dopo la favolosissima Trilogia dell’Area X – se è garbata anche a voi, ci vediamo al cinema per Annientamento di Alex Garland. Anche qui, una misteriosa Compagnia biotecnologica governa una città in rovina, popolata da creature mutanti condannate alla pazzia o ad evolversi in modo imprevedibile. Il nuovo enigma è Borne, un grumo di materia verdognola destinato a diventare la chiave per decifrare i segreti più inconfessabili della Compagnia.
Il romanzo uscirà presto anche per Einaudi – con un’altra bellissima copertina di Lorenzo Ceccotti.

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Daniel Clowes
Patience

Un uomo arrabbiatissimo che cerca di salvare la sua storia d’amore. Viaggiando nel tempo. Non so nient’altro. Ma stiamo parlando di Daniel Clowes… e quindi mi basta.

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Adam Haslett
Imagine Me Gone

John viene ricoverato per una depressione inaffrontabile e Margaret, la sua fidanzata, deve decidere se “procedere” con il matrimonio – ora che conosce la malattia dell’uomo che ama e le potenziali difficoltà di una vita insieme. Margaret sceglie di sposarlo e Imagine Me Gone è la storia della famiglia che nascerà da questa decisione difficile ma fondamentale. La storia è raccontata da cinque narratori diversi – Margaret, John e i tre figli – e segue le peripezie del “clan” per decenni, esplorando gli effetti del dolore sulle persone che più ci stanno a cuore e interrogandoci su quello che saremmo disposti a fare per salvare chi amiamo, nonostante tutto.

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 China Miéville
Embassytown

Non so bene da dove provenga questo afflato fantascientifico, ma eccoci qua con China Miéville – uno dei “nuovi” maestri del genere – e con un pianeta alieno di nome Arieka, colonizzato dalla nostra specie in un remotissimo futuro. Gli indigeni parlano una lingua incomprensibile e strambissima. Solo pochi umani sono in grado di decifrarla (gli Ambasciatori), mentre altri vengono utilizzati dagli alieni come “vascelli” per convogliare concetti complessi e altrimenti inesprimibili. Ma gli intrighi politici infuriano, il nuovo Ambiasciatore rischia di incrinare il fragile equilibrio che lega le due comunità e il cataclisma è prossimo…
Sarà che mi è piaciuto Arrival, ma la faccenda del linguaggio e della comunicazione – al cuore di questo romanzo – mi intriga moltissimo. Facciamo amicizia, China Miéville. Vediamo che cosa succede.

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Gianluca Morozzi
Blackout

Tre persone rimangono intrappolate in un ascensore il giorno di Ferragosto a Bologna. Una studentessa che si paga l’università facendo la cameriera, un tizio che abita nel condominio e un sanguinario serial-killer che passa di lì quando ha una vittima da torturare nel suo pied-à-terre. Nessuno può sentirli. Nessuno riesce a comunicare con il mondo esterno. Nessuno può prevedere che cosa si sarà inventato Morozzi.

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Gonzalo Torné
Una relazione borghese

L’antefatto è favoloso: due coniugi vanno alle terme per salvare il loro matrimonio. Joan-Marc, il marito, ripercorre la storia della loro unione infelice rievocando le tappe fondamentali della sua vita “borghese”, riflettendo sul tempo – che deforma e incrina le nostre certezze -, sull’approssimarsi della morte e sul valore (crescente) dell’esteriorità. Una commedia dell’inettitudine e dell’incomprensione, una meditazione ironica e tagliente sulle relazioni umane, sul potere dell’autoinganno e sul fallimento che ci aspetta sempre al varco.
Allegria!

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John Williams
Augustus

Vogliamo fermarci a Stoner? Giammai! Perché John Williams ha scritto anche un romanzo storico – all’apparenza affascinantissimo – sul principato di Ottaviano Augusto, servendosi di un vasto e ramificato intreccio di documenti, trovate letterarie, epistole e diari. Perdonami, Alberto Angela. Ma non è che dell’antica Roma puoi scrivere solo tu.

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Virginia Woolf
Le tre ghinee

La prevenzione della guerra, un’università femminile, un fondo per supportare le donne che vogliono esercitare una professione. Tre “buone cause” che Virginia Woolf analizza in questo scritto, immaginando di aver ricevuto altrettante lettere che richiedono il suo ipotetico sostegno economico. Le tre ghinee, scritto all’approssimarsi del 1938 – e della guerra – è un’indagine sul potere e sul ruolo ricoperto dalla donna in una società che tende(va) a confinarla in una sfera limitata – e strettamente privata.

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Li leggerò? Non li leggerò? Ne leggerò altri e me li dimenticherò tutti? Mi scriverò la lista su un pezzo di carta e li depennerò con cura maniacale man mano che li affronto? Quanti me ne sarò dimenticati?
Non ne ho la più vaga idea.
Ma lo sforzo di progettazione, almeno quest’anno, l’abbiamo fatto.
Speriamo bene.
:3

23 Comments

  1. Anche il mio tempo è poco, e una delle parole-chiave di questo 2018 appena iniziato è per me: organizzazione.
    Ho già stilato una lista dei dieci libri che voglio leggere nei prossimi sei mesi. Mi segno qualcuno dei tuoi per gli altri sei.
    Grazie.

  2. Il mio 2018 libresco comincia con un proposito preciso ed inequivocabile: LEGGI.
    L’anno appena passato, da questo punto di vista, è stato veramente disastroso e si è concluso con il deprimentissimo Trilobiti di Breece DJ Pancake (racconti bellissimi, per carità, ma non mi hanno fatto bene all’umore).
    Il Condominio è sul mio scaffale. Sorvolo sul fatto che l’abbia comprato tre mesi fa, essendo io una di quelle persone che compra più libri di quanti ne legge e ha pure il Kindle.
    Avrei voluto scrivere un commento per il paccozzo, ma alla fine mi sono dimenticata, quindi rispondo qui alla domanda: “Perché mi seguite?”.
    Premetto che qui arrivai, se non sbaglio, da Diario di una Snob, a cui approdai tramite un post sull’henné. Lo dico così, per curiosità. E niente, ci sono rimasta perché il posto mi piace, anche se ho iniziato a lasciarti qualche commento solo dai Macchianera Awards (dannata timidezza cronica).
    Mi piace il layout del blog.
    Mi piace come scrivi.
    Mi piacciono le cose che scrivi.
    Mi piace il fatto che qui scopro un po’ di cose belle.
    Mi piace il fatto che compaiano cani, unicorni e altre creature mitologiche, tra cui i gatti.
    Mi piace il fatto che quando parli di posti o eventi a Milano posso leggere con attenzione e magari vedere se posso farci un salto, essendo che faccio Milano-casettanelpaesino da quasi due anni perché il mio ragazzo lavora e vive lì.
    Mi piace venire qui perché mi mette un po’ di buonumore, e in questo preciso momento della mia esistenza le cose che mettono di buonumore sono ben accette.
    Ho finito.
    Scusa il commento lungo 😛

    • Ma che bello trovare un commento da Paccozzo anche qui! Grazie davvero. Sono felice, nel mio piccolo, di poter contribuire al buonumore! :3

  3. Adoro tutto, ho aggiunto tre dei libri consigliati, uno (Il Condominio) l’ho appena acquistato usato da Libraccio, un altro (4321) lo sto già leggendo e lo amo.
    Tutto ciò si aggiunge ai 7 tomi da leggere che mi aspettano sul mio scaffale a casa e altrettanti da te consigliati e pronti sulla lista desideri di Amazon.
    Non finirò mai più, ma che bello progettare di leggere così tanto anche se il tempo è poco!
    Grazie per i tuoi consigli, sono felice quando mi arriva la notifica di un tuo post di questo genere!

    • Tra i buoni propositi del 2018 c’è anche “più libri sul blog”! Speriamo di farcela. :3

  4. Io ho iniziato l’anno con un super thriller di Ilaria Tuti che si intitola “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi). Non sono un’amante del genere, ma questo mi ha presa parecchio perché la storia non è affatto banale e perché, in un attacco di forte campanilismo, penso sia giusto che un’autrice italiana si faccia largo nell’invasione di thriller scandinavi.
    Adesso sto recuperando i libri non letti nel 2017: Il mare dove non si tocca (Fabio Genovesi, Mondadori) ed Exit West (che devo avere proprio dopo averne sentito parlare da te).
    Obiettivo 2018: “Una vita come tante” e “4 3 2 1” che mi spaventano troppo per la loro mole.
    Mi sono imposta di non guardare le nuove uscite di quest’anno perché temo che mi impediscano di raggiungere gli obiettivi di cui sopra! Però già fremo per “La felicità domestica”. SALVATEMI!!!

    • Ma no, ma no. Guardiamole, informiamoci e abbandoniamoci alle inevitabili divagazioni! :3

  5. Grazie mille per gli spunti! Sicuramente leggerò “4321” di Auster, anche perché ho sentito altre recensioni (per esempio quella di Ilenia Zodiaco) e tutti mi sembrano a dir poco entusiasti.
    Il mio anno è iniziato con le rilettura dei primi due libri della trilogia di “Queste oscure materie” di Pullman. Ho già finito “La bussola d’oro” e ho iniziato da poco “La lama sottile” e mi sto rendendo conto che quando li avevo letti in quinta elementare avevo capito un decimo di quello che c’era scritto. La saga mi sta affascinando molto e l’idea che tra poco inizierò “Il cannocchiale d’ambra” (terzo libro della serie) mi dà una grandissima carica, perché l’avevo comprato sei anni fa e finalmente mi sono decisa a iniziarlo. Spero di continuare con questo entusiasmo per tutto l’anno!
    Questa sarà (credo) la mia unica parentesi fantasy, poi passerò agli altri proposti, che sono:
    – Scoprire Auster
    – Approfondire David Foster Wallace
    – Leggere alcune delle opere di Tolstoj e Dostoevskij, in quanto studiando letteratura russa all’università li avrò nel programma d’esame di quest’anno (questi sono i lati positivi della facoltà di lingue ahahah)
    A questo proposito, se volessi leggere un altro libro corto di Tolstoj non posso che consigliarti “La morte di Ivan Il’ič”: in questo libro brevissimo (si legge in poco più di un’ora) l’autore non parla d’amore, ma di morte, e in particolare dell’atteggiamento delle persone vicine al malato prima della sua ultima ora. Non è una lettura rassicurante, ma anzi la sensibilità di Tolstoj nel descrivere i dettagli psicologici più intimi dei personaggi mette un’angoscia pazzesca. So che era un consiglio non richiesto, ma ho pensato che magari potesse interessarti un suo libro un po’ diverso dagli altri.
    Buon anno e tanti cuoroni!

    • Ivan Il’ič inserito in wishlist! Grazie, hai fatto benissimo a dirmelo.
      Con l’uscita della Belle Sauvage è venuto anche a me lo sghiribizzo di dedicarmi alla Bussola d’Oro. Ma la mole di quello che dovrei recuperare mi scoraggia un po’. Vedremo!

  6. Mi era del tutto sconosciuto questo titolo di Tolstoj, per cui non posso che ringraziarti, dato che la nuova traduzione per l’Einaudi di Anna Karenina ha svoltato il mio 2017 e anche un po’ la mia vita! Per il resto ottime scelte (tanti cuoroni per Auster, la Strout E ORTOLANI, DIO MIO ORTOLANI, QUANTO LO AMO!!) e tanta curiosità: il saggio sulle creature mitologiche, ad esempio, sembra meraviglioso 🙂

    • Penso che “La felicità domestica” sarà il primo che leggerò dopo aver finito “4321”. :3

  7. Buondì, sai se Imagine Me Gone esiste anche in italiano? Non lo sto trovando da nessuna parte:( Grazie!

    • Temo di no. Spero sia in via di traduzione/pubblicazione!

  8. Ciao Francesca,
    intanto grazie davvero per avere consigliato “I diari bollenti di Mary Astor”…ho fatto un figurone con il mio papà cinefilo a Natale…e non vedo l’ora di rubarglielo!
    Quanto ai nuovi propositi ti segnalo, se già non lo conosci, questo titolo che mi incuriosisce assai:
    http://www.fumettologica.it/2017/06/my-favorite-thing-is-monsters-emil-ferris-fantagraphics/

    Ancora non l’ho preso (sono indecisa se aspettare la traduzione perché da un lato non vorrei perdermi la lingua originale, dalla’altro ho paura di non essere all’altezza della complessità del linguaggio, insomma non è Calvin & Hobbes ) ma sarà da fare…
    e a questo punto Auster diventa il prossimo titolo anche per me…anche se tra duplice figliolanza e lavoro il tempo per leggere è poco l’anno scorso sono riuscita a non perdermi Exit West, ergo anche nel 2018 bisogna restare al passo!
    Poi che dire Guerra e Pace è sul mio comodino da mesi e di tre paginette in tre paginette arriverò a finirlo in concomitanza con l’estinzione del mutuo…ma per quale motivo non l’ho letto quando ne avevo il tempo!!!
    Ciao e buone letture!

    • Cavolo, grazie mille per la segnalazione. L’ho messo in wishlist, sembra super interessante!
      Sono contenta che Mary Astor abbia riscosso tanto successo. :3

  9. Ciao, che bella lista che hai postato. Io sto girando intorno da un po’ di tempo intorno a “Il castello delle stelle” e “Patience”, magari i prossimi mesi saranno giusti per dedicarmici. Non faccio liste sui progetti di lettura perché tanto vengono scombinati sempre. Ho solo una certezza: a fine gennaio esce finalmente l’ultimo libro di Fred Vargas. Stavo friggendo per l’attesa e avevo persino preso in considerazione di leggerlo in francese (che so benino ma non al livello di godermi tutti i dettagli), sia lode quindi a Einaudi che finalmente lo pubblica. Sto facendo anche un mezzo pensiero sulla saga dei Cazalet. Vedremo dove mi porterà questo 2018 (mi sento un po’ con il don Ciccio di Gadda: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi. E con una libreria che scoppia, aggiungerei).

    • La Vargas ha un po’ rallentato il ritmo, ultimamente! Mi ricordo che quando lavoravo in Einaudi c’era un romanzo nuovo ogni anno, era precisa e regolare come un orologio. :3

      • Già, la Vargas ultimamente se la prende comoda. Speriamo che “Il morso della reclusa” sua meglio di “Tempi glaciali”, che era gradevole ma a mio avviso di livello inferiore ai precedenti: secondo me avrebbe fatto meglio a dividere la parte su Robespierre da quella sull’Islanda, approfondendo maggiormente i personaggi. Che la gente stramba che popola i suoi libri secondo me è il suo punto di forza. Alla fine fine di sapere chi è l’assassino è la cosa meno importante.

    • Non ancora, ma vorrei tanto. Solo che devo cercare di muovermi con un po’ di realismo. Già cominciare “4321” di Auster è stato un azzardo… 😀

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