Cose belle

Terry Pratchett: un ottimo momento per cominciare

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Un articolo di qualche anno fa – che vi linkerei volentieri, se solo non fosse protetto dal temibile paywall del Sunday Times -, sosteneva che i libri di Terry Pratchett fossero i più rubati nelle biblioteche britanniche. Per quanto il furto e il ladrocinio siano da deplorare, non posso fare a meno di apprezzare un lestofante che, quantomeno, dia prova di ottimi gusti letterari. Perché Terry Pratchett è la vita – ed è ora che troviate il modo di fargli posto anche nella vostra.

In Italia, non si sa bene il perché, i fan di Terry Pratchett sono all’incirca dodici – e hanno un bruttissimo carattere. Invece di girare per la strada elencando a gran voce i pregi della saga di Mondo Disco, passano le giornate a lamentarsi con virulenza sulla pagina Facebook di Salani. Ma con dell’astio serio. E le traduzioni. E le pubblicazioni disordinate. E la lunga attesa tra un libro e l’altro. E il riscaldamento globale. E la gente che ti spoilera i telefilm. E l’olio di palma. E l’intrinseca iniquità dell’umano vivere.
Al mondo c’è qualcosa che vi fa schifo e vi fa incazzare come crotali? Niente panico, un fan di Pratchett l’avrà già abbondantemente rinfacciato a Salani. Ma con la puntigliosità di un vegano crudista.

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Comunque.
Per quanto incontentabili, i fan di Pratchett non hanno torto su tutta la linea.

Pratchett, nel nostro paese, resta una specie di tesoro inesplorato. Un po’ perché la vastità della sua produzione è di difficile gestione, ma anche un po’ perché non si capisce bene come collocarlo – e come spiegare alla gente che quello che scrive è veramente speciale e diverso da tutto il resto. 
Per quel che ci ho capito io, il “pubblico” – qualsiasi cosa sia – è abituato al fantasy “classico” (= il drago Smaug dorme su un mucchio d’oro nelle viscere di una montagna) o alle recenti porcherie sovrannaturali di taglio young-adult (= ho 200 anni, Bella. Ma amo te che ne hai 16 e sei una palla al piede. Che c’è di strano?).
Pratchett, con tutto il bene che gli voglio, non è altrettanto incasellabile. E non somiglia a niente. Ha preso una tartaruga immensa, dei maghi cialtroni, quattro sassi incantati, un gruppetto di megere e la Morte… e ci ha costruito un’intera cosmologia fantastica. E non sto parlando di un universo ultra-complicato (che si regge in piedi solo se ogni atomo viene sviscerato in maniera esasperante) o di Tolkien che vi obbliga a imparare la grammatica elfica (altrimenti siete scarsi). Il solo scopo dell’universo di Pratchett è quello di farvi divertire come pazzi, autoalimentandosi ad ogni pagina. Mondo Disco ha delle leggi, ma anche degli angoli inesplorati e misteriosi. Mondo Disco ha una struttura così solida e viva da potersi permettere anche il paradosso e l’ironia. Anzi, da poter usare l’ironia e l’assurdo come collante.
È per quello che la gente ruba i libri di Pratchett. Perché sono una continua invenzione, una perenne ricerca del piacere vero della lettura. Un’avventura e un’esplorazione di uno spazio narrativo che cresce man mano che ci si cammina dentro – cercando di non rotolare a terra perché si ride troppo.

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La buona notizia è che, dopo tante rotture d’anima e picchetti su Facebook, Salani sembrerebbe aver deciso di ricominciare a dedicarsi a Pratchett con una certa sistematicità. Tipo l’Algida col Winner Taco.  
Il 30 giugno arrivano in libreria i primi tre libri di DiscoworldIl colore della magiaLa luce fantastica e L’arte della magiaNuova grafica – cielo, una Pratchett-collana! -, copertina rigida e grande felicità. Come la maggior parte degli esseri umani, infatti, ho letto la saga di Mondo Disco – composta a sua volta da diversi sottocicli dedicati a specifici personaggi, aree geografiche o filoni narrativi – in maniera totalmente disordinata e tragicamente parziale. I romanzi sono una quarantina, dopotutto. E io ho solo due mani. L’idea, dunque, è di procedere per gradi e di colmare pian piano le lacune, iniziando da questi primi tre volumi – che, incidentalmente, non ho mai letto e che, ne sono certa, mi rallegreranno in ogni modo possibile.

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Che fare, dunque?
Amate già – un po’ a caso – Terry Pratchett? Mettete ordine nella vostra adorazione.
Non avete mai letto Terry Pratchett? È un buon momento per cominciare.
Fate già parte della schiera dei dodici fan italiani di Pratchett? Ve ne prego, trovate pace. E aiutate il resto della penisola a divertirsi con voi.

 

10 Comments

  1. Finalmente!
    Gioia e giubilo!
    I miei cicli preferiti sono quello delle guardie, delle streghe e della morte.
    Sarebbe anche ora che venissero pubblicati tutti i libri del ciclo delle guardie (se non sbaglio per ora ce ne sono solo 3.)
    Il resto è un tesoro inesplorato.

    • Mi pare che la volontà sia proprio quella di mettere ordine e di lavorare su Pratchett con sistematicità. Spero tantissimo che, pian piano, l’intera saga venga pubblicata. Ci vorranno secoli, ma mi sembra un buon punto di partenza! 🙂

  2. “E le traduzioni. E le pubblicazioni disordinate. E la lunga attesa tra un libro e l’altro. E il riscaldamento globale. E la gente che ti spoilera i telefilm. E l’olio di palma. E l’intrinseca iniquità dell’umano vivere.”
    Queste righe sono stupende. Ma proprio BELLE, da leggere ad alta voce e ridere da soli, o anche da segnarsele da qualche parte e tirare fuori quando serve descrivere qualcuno di antipatico e scassaballe. Le so già a memoria. L’estasi.
    Ma poi mi pare di ricordare che tu leggi anche in Inglese senza problemi, no? Insomma, come scegli quale lingua comprare? Dalla copertina? Dimensione? Collezioni copie in due lingue?

    • 😀 😀 😀
      Se posso, preferisco sempre leggere in inglese gli autori che scrivono in inglese. Seguo le uscite sul mercato anglosassone e mi prendo le novità che mi interessano in lingua originale. Non li prendo mai in due lingue perché, a quel punto, dell’italiano tende a non fregarmene una mazza. Per i libri più “vecchi”, invece, vado un po’ a sentimento. Magari entro in libreria e mi compro un romanzo tradotto perché ce l’ho lì davanti e l’edizione è bella. Se mi fido della casa editrice, poi, ho anche meno remore – perché so che la traduzione sarà buona.

  3. ……..lo leggerò, te lo prometto.
    Diventerò una fan e non mi lamenterò…. ti prometto anche questo.

    Però…. la copertina rigida… mi è scomoda…. ecco, mi sto già lamentando…..

    Sono mortificata!!!!!

    • Ma sono più solidi, più resistenti, più nobili! Convertiti! 😀

  4. Finalmente! Anche se ho già comprato tutti i libri di Pratchett nelle edizioni più disparate! Li adorerai certamente (non si può non amare Scuotivento). Chi li ha letti in inglese dice che si apprezzano di più i giochi di parole spesso intraducibili, ma in italiano sono comunque molto divertenti.
    Consiglio moltissimo anche la trilogia del Piccolo Popolo, ovvero i Niomi (si chiamano proprio così) dei Grandi Magazzini, che non c’entra col Mondo Disco, ma è stata il mio primo approccio con Pratchett a 14 anni e causa di un irrimediabile colpo di fulmine con il suo fantastico modo di scrivere.
    Glitter e unicorni alla Salani!

  5. Elisabetta Reply

    non ho capito… è una saga da 40 libri?? oddio già mi sembravano tanti i 7 di harry potter.

    • Ebbene, sono una quarantina. Ma non bisogna prenderli come una saga “sequenziale”. La cosa bella di Mondo Disco è che ogni capitolo può stare felicemente in piedi anche da solo. È un universo molto elastico. 😀

  6. Io non ho nulla a che fare con facebook, ma temo di essere uno dei 12….

    Ho iniziato questa malattia in maniera tangenziale, con un libro scritto a quattro mani con Neil Gaiman (“Good Omens”, splendido). Da li’ sono passato a un romanzo fuori dal Discworld (Nation) e poi ho affrontato il mondodisco da qualcosa di meno noto ma consigliatissimo, il ciclo di Moist von Lipwig (Making Money, poi ho scoperto che prima c’era Going Postal…).
    Da quel momento sono tra i “12” e per orientarmi nella lettura ho fatto largo uso di questa fondamentale mappa:
    http://www.lspace.org/books/reading-order-guides/the-discworld-reading-order-guide-20.jpg

    Ho letto qualcosa anche in italiano, ma se appena appena avete vaga dimestichezza con l’inglese leggete in lingua: i numerosi giochi di parole, le finezze linguistiche, le allusioni, gli stili…. tutte sfumature che nella versione italiana sono -appunto- sfumate…. Non e’ spocchia, giuro, e’ davvero tutta un’altra lettura…..!!!!

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