Diario

Guida cinica all’utilizzo vacanziero di Instagram

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Le vacanze sono finite. È arrivato il momento di farsene una ragione. Sono tornata a Milano ormai da due settimane. E il mio profilo Instagram si sta decisamente ammosciando. Per quattordici giorni – felicemente trascorsi in Sicilia – ho deliziato la mia coriacea “fanbase” con orizzonti marini, piatti di ravioli di cernia, viuzze romantiche, chiese barocche, birrette in spiaggia, tramonti di rara arroganza, dune sabbiose, crostacei, teatri di pietra, fichissimi fichi d’India, terrazzini baciati dal sole, altari stracarichi, centrini di pizzo, luce naturale, onde cristalline, racchettoni e parei svolazzanti. Tutti i miei scatti vacanzieri sono stati accolti con un calore assolutamente inedito. Cuorini a profusione, nuovi follower come se non ci fosse un domani, emoji gioiosissime e commenti incoraggianti. Se avessi improvvisamente deciso di fotografarmi le tette, avrei sicuramente riscosso meno successo. Pur continuando a non capire bene che cosa diamine sia capitato, l’involontario esperimento comparativo mi ha insegnato un sacco di roba importantissima sull’utilizzo feriale di Instagram.
Parliamone.
E che qualcuno prenda appunti, per carità.

Dovete scegliere la meta delle vacanze? Molto bene. Restate sempre in Italia. Del patriottismo, chiaramente, non c’è da curarsi. Mica siamo sottosegretari al turismo. È alla connettività che dobbiamo pensare. Chiaro, quando ci troviamo in una meta esotica, il wi-fi dell’albergo è sempre una buona soluzione… ma è comunque piuttosto disagevole. Ovvio, mica è fondamentale che TUTTO quello che postate su Instagram sia live. Ma, una volta tornati in camera, non potrete fare a meno di chiudervi in bagno – fingendo di dover fare la cacca -, per aggiornare il vostro profilo con le migliori foto della giornata. Presi dall’ansia di non poterle mai più caricare, ne butterete su centodue, ma senza un briciolo di gioia. Anzi, v’incazzerete pure. Il tempo che state sprecando attaccati al wi-fi, infatti, potrebbe essere splendidamente buttato alle ortiche in altro modo. In giro, ad esempio. A fare altre centodue foto indimenticabili.
Avete comunque optato per una meta lontana? Molto bene. C’è solo una cosa che dovete sapere: tutte le reti libere che trovate per strada sono delle stampanti.

Le persone vogliono la natura, l’orizzonte e il mare. Cieli pieni di nuvole che sovrastano strabilianti coste rocciose o imponenti picchi montani. Alla gente piacciono i paesaggi. Ma nei vostri paesaggi – tanto amati dalla gente – non ci deve essere altra gente. Se potete, quindi, evitate di andare in vacanza la settimana di Ferragosto. Fotografare una spiaggia deserta la settimana di Ferragosto è pressoché impossibile. Ci sono le signore con le teglie di melanzane fritte, i bambini che scavano voragini, i tipi che giocano coi racchettoni nella speranza di attirare un po’ di figa e i papà che gonfiano braccioli. A Instagram non piace l’umanità. Su Instagram funzionano le piazze deserte, le strade vuote, le coste disabitate, l’acqua limpidissima piena di riverberini e i nuvoloni burrascosi. Se proprio non vi danno ferie in un altro momento, puntate sul tramonto. La gente si leva dalle palle e, se il telefono non vi svirgola completamente le luci, rimedierete anche un glorioso gioco di colori che si riflettono sul mare. Sciambola!

Se mai vi venisse in mente di farvi una foto in costume da bagno, premuratevi di sdrammatizzare. Non avete il culo di marmo di Megan Fox, ma qualcuno potrebbe sempre accusarvi di volervela tirare. A Instagram non piace la gente che se la tira. Volete fare le fatalone? Verrete spernacchiate senza pietà. Difendete le vostre velleità da fashion blogger con una caption piena di giocosa autocommiserazione, tipo “Burrito on the beach”.

Il cibo è molto importante. Le persone, di base, si prendono bene con la roba da mangiare e sembrano interessatissime alla vostra dieta vacanziera. Più un alimento è pesante, indigeribile, grasso, fritto e MAIALOSO, più verrà apprezzato. Il problema, molto spesso, è la presentazione del piatto. Vi ingozzerete con quantità industriali di roba che, purtroppo, non è abbastanza bella per finire su Instagram. Potreste rinunciare a postarla o, presi dal panico, vi sentirete in dovere di ordinare un dolce – dopo aver ispezionato l’apposita vetrinetta refrigerata – solo per produrre un contenuto che documenti la meraviglia della vostra cena. Lo avanzerete dopo due forchettate, ma vi sentirete meno agitati.
Un’altra cosa a cui dovrete badare, andando a mangiare fuori, è la luce. D’estate è molto più piacevole sedersi all’aperto, ma l’illuminazione spesso insufficiente di cortiletti, pergolati e DEOR devasterà la vostre fotografie, trasformandole in un papocchio inutilizzabile e sfocato. Vedete voi: è più importante alimentarvi con quantità invereconde di specialità locali – in pace e serenità – o vantarvene su Instagram? CIOÈ.
Altro aspetto da non sottovalutare, in caso la cena offenda sia l’occhio che il palato, è IL POSTO. Nel dubbio, scegliete un ristorante fotogenico e bizzarro. Non fate i milanesi. Non andate a infrattarvi in uno di quei posti minimalisti, coi mattoni a vista e l’aria da spazio industriale dismesso. Instagram ama il rustico – ah, il fascino popolare della trattoria coi piatti sbeccati! – o i ristoranti che somigliano a un caffè viennese stracarico di carabattole di vostra nonna. Magari mangerete di merda, ma una foto super cuoriciabile ve la porterete a casa. Vittoria!

Instagram, nel periodo estivo, non tollera la pigrizia. Andatevi a cercare delle cose pazze da fare. E presentate ogni attività come una chicca nascosta del posto che state visitando. La gente è stufa del mainstream. La gente vuole il backstage, quello che non si trova sulla guida. Fate finta di vivere lì da cent’anni e non dedicatevi a nulla di normale. Infilatevi nei vicoli. Visitate botteghe dimenticate da Dio. Cercate i pazzi del paese. Buttatevi da una scogliera che nessuno ha ancora scoperto. Rincorrete i gechi. Fate parapendio con una testa di cavallo di plastica sulla testa. Rubate una fisarmonica. Arrampicatevi sulle piante e frugate nei nidi degli uccelli. Scovate animali rari e misteriosi. E raccontatela con allegra noncuranza – cioè, siete speciali… è ovvio che anche le vostre foto siano speciali. Perché Instagram non ne può più di piedi nella sabbia. Instagram vuole il kraken che emerge dalle acque, stringendo un capodoglio agonizzante in ogni tentacolo.

Vi siete dedicati al paesaggio, al FOOD e al FUN, ma non potete assolutamente tralasciare l’arte. L’ultimo libro che avete letto era per i compiti estivi della terza media? A teatro v’addormentate? Fate le scoregge con l’ascella e vi sentite dei musicisti? La calzamaglia bianca di Roberto Bolle vi fa ridere fragorosamente? Non importa. Capire è secondario. Quello che conta è il gesto. La gente ama genericamente IL BELLO – perlustrate dunque i siti archeologici più disparati, correte in tutte le chiese, piantonate le botteghe degli artigiani, schieratevi alla festa del patrono, rompete i coglioni con persiane romanticamente scrostate e sorbitevi almeno una mostra (non importa quanto irrilevante) – o, se proprio non trovate niente esteticamente piacevole da immortalare, sappiate che la gente ama anche lo strambo – basta che sia incredibilmente TIPICO. Il compromesso d’oro tra le due categorie è la street-art. Avventatevi sui murales – trovando il modo di trasformarli in un imperdibile scorcio urbano – e dannatevi l’anima dietro a stencil, poster strappati e adesivi appiccicati sui semafori.

Siete in vacanza in compagnia? Applaudite gli amici che vi abbandonano per ore intere salutandovi con “andiamo a fare le foto”. Siete tornati a casa dopo un lungo periodo di latitanza? Costringete vostra nonna a posare con voi. La nostalgia per la casa natia e i selfie pieni di affetto per i parenti lontani – più vecchi sono, meglio è – vanno un casino quest’anno.

Soprattutto, però, Instagram ama i SHOGNI. La gente vuole vedervi in barca. La gente vuole le piscine a sfioro, i cocktail giganti, gli attici pieni di luce e i roof-bar. Le spiagge coi lettini a baldacchino e gli ombrelloni con le foglie di palma. I party in spiaggia con le fiaccole fiammeggianti. Siete ricchi? Non c’è problema. Non siete ricchi? Appellatevi al magico potere delle piccole cose. Devastate i vostri follower con la dolcezza infinita delle mini-gioie quotidiane. La poesia del viaggio. Il gusto per i dettagli nascosti. I gatti randagi macilenti che sonnecchiano in uno spicchio di sole. Un fiore caparbio che cresce in mezzo a una pietraia battuta dalle intemperie. Un castello di sabbia. Un sassolino colorato. Fate finta di disprezzare i resort balinesi a mille stelle, prendete la cartaccia di un Liuk e spacciatela per un prezioso origami. Avvicinatevi alle stronzate più insignificanti con il rispetto e la commozione che riservereste alla lacrima iridescente di un unicorno. La gente di Instagram capirà. Perché la gente, d’estate, è più sensibile.

Cuori a voi, dunque.
Trovate un last-minute e fateci vedere chi siete.
Andate… e fotografate.
Sarà un luminoso successo.
…è il ritorno, che crea problemi.

 

 

11 Comments

  1. Condivido *ovunque* perché questo post devono leggerlo TUTTI, è un trionfo di verità (e mi ha fatto un sacco ridere!). In più ho appena aperto l’account su Instagram e grazie a te eviterò madornali ed imperdonabili errori. Grazie 😉

    Viva gli unicorni!

  2. Buongiorno Francesca,
    ti dispiace se stampo il tuo post e lo appendo in ufficio? 😀

    Sei riuscita a mettere nero su bianco quello che anche io penso di Instagram e che rispondo a chi cerca di spacciarmi la piattaforma come l’ultimo vero “baluardo di spontaneità”.

    Spontaneità un cazzo, direi…

    Grazie dunque per aver scritto questo post. Per me possiamo tranquillamente procedere con la tua beatificazione 😀

    Un saluto,
    Simone

  3. Condivido dalla prima all’ultima parola e complimenti per la verve che ti contraddisingue: bellissimo post, da rileggere e lo condivido, grazie Francesca!

  4. Beh che dire… articolo pazzesco!
    Ti conosco tramite un altro blogger che ha pubblicato questo articolo.. i miei più sinceri (e non è una sviolinata) complimenti.
    Che bello scrivere e saper scrivere come fai tu… questo vivacissimo articolo ti illumina su come istagram funziona o possa funzionare in mano alle persone… io che in questi giorni sono in vacanza pure ne sto sparando grosse… gli amici mi chiamano il giapponese.. però con sorriso e malizia e cinismo intellettuale dici tante verità brava veramente

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