Ripescare i tuoi maglioni dalla spazzatura
Visto che mi rifiuto di trascorrere le mie serate a stirare e a scrostare calcare, a casa c’è chi ci aiuta a fare le pulizie. Tre ore la settimana. Il venerdì pomeriggio – tanto per consentirci di trascorrere il weekend con dignità e di fare dei figuroni incredibili con gli eventuali ospiti.
Ma come siete ordinati. Ma che bella casa.
Grazie, o benvenutissimo ospite, ma dovevi vederla ieri.
Il problema è che, se inviti gli ospiti, casa tua tornerà esattamente alle condizioni immediatamente precedenti al passaggio del fido signore delle pulizie. E con sei giorni di anticipo sulla tabella del degrado stimato. Sabato = perfezione, igiene e sensatezza. Giovedì = stalla investita da un uragano di sassi e carcasse di piccione. Cesso dell’Autogrill. Stalingrado post-assedio.
Comunque.
Il nostro signore delle pulizie è una persona estremamente precisa. Ogni tanto fa finta di stirare, ma per il resto gli siamo molto grati. Anche perché sopporta Ottone, che è assolutamente ipnotizzato dagli Swiffer e da qualsiasi genere di movimento che coinvolga una spugna. Dovremmo dargli milioni di euro solo perché tollera pazientamente gli entusiasmi travolgenti del gatto. E perché i suoi sms sono scritti in un italiano molto migliore di quello che utilizziamo abitualmente per esprimerci su Facebook.
Ma che è capitato.
È capitato che ho deciso di lavare i maglioni di lana. C’è caldo, non ce li mettiamo più. Diamo una bella lavata a tutto quanto e mettiamoli via in attesa della prossima glaciazione. Risoluta e fiera della mia decisione, ho dunque scagliato in lavatrice una prima montagna di maglioni e altri aggeggi a base di lana. Travolta da un impeto di casalingaggine, poi, ho preso un bel sacchettone di carta e ci ho messo dentro le lane che avrei dovuto ficcare nella lavatrice successiva. Per non dimenticarmi di farlo – anzi, per non poter sfuggire alle mie responsabilità – ho piazzato il sacchetto in cucina, davanti alla lavatrice.
Era un giovedì.
Domenica, mentre cercavo non so più che roba, mi sono accorta che qualcosa non andava. Quanto spazio che c’è in cucina. Sarà perché non c’è più il bidone della plastica pieno di plastiche. Sarà perché non c’è più il sacchetto della carta pieno di carte. Sarà che è mattina, splende il sole e tutto è ancora piuttosto pulito. Sarà perché non c’è più la borsa dei maglioni.
Per farla breve, si è scoperto che i nostri maglioni erano finiti nella spazzatura. Visto che stavano vicino al bidoname vastamente differenziato che ingombra metà della nostra cucina – ma contribuisce a preservare valorosamente la natura -, il signore che ci fa le pulizie ha applicato la proprietà transitiva.
La spazzatura sta qui.
Questo sacchetto di maglioni sta qui.
Questo sacchetto di maglioni di CASHMERE è spazzatura.
E niente, Amore del Cuore è sceso di sotto e ha frugato per un’ora nella spazzatura del condominio. Grazie al cielo, il camion dei rifiuti passa il lunedì e, inconfutabilmente, i nostri maglioni erano ancora lì – da qualche parte. Dopo aver aperto ogni singolo sacco di detriti vari – in larghissima parte prodotti da universitari sozzoni -, il coraggioso Amore del Cuore ha riesumato una buona metà del nostro guardaroba invernale, portando tutto in salvo.
I maglioni erano lì, sparpagliati. Tra un sacco del rudo e l’altro. Raggiungendo picchi di rigore e coerenza mai visti, infatti, il signore delle pulizie li aveva tolti dal sacchetto di carta, destinandoli al secchio più adatto alla loro composizione molecolare.
I maglioni nell’indifferenziata.
Il sacchetto di carta nella carta.
-2 Comments-
mia figlia pesta una cacca con le scarpe da ginnastica nuove, le scarpe da ginnastica finiscono sul balcone vicino ai bidoni della differenziata e lì ci restano nel weekend quando arriva la nostra cara signora Eva a risistemare la casa… Il lunedì dove saranno le scarpe di Cecilia??? SMS e risposta disarmante… buttate… 🙂
Le espressioni del Capitano Picard dovrebbero essere utilizzate sui social al posto delle emoticon. Trovo siano più efficaci e varie