Usare i buoni sconto è impossibile
Negli anni, chissà poi per quale motivo, mi sono incautamente iscritta alle newsletter di innumerevoli brand, siti di shopping e strampalati portali di e-commerce. Non paga, ho sottoscritto carte fedeltà di ogni forma e colore, autorizzando i negozi più disparati a informarmi delle loro offerte – dai giganteschi saldi di fine stagione alle iniziative fulminee, improvvise e pretestuose. Il risultato è che, tutti i santi giorni, ricevo circa sedici milioni di e-mail pazze.
E abbiamo lanciato la nuova collezione.
E pigliati un coupon del 1,7%.
E sono cominciate le vendite private.
E guarda il video della nuova campagna.
E vieni a esplorare la sezione Cazzuole.
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Quello che succede, concretamente, è che mi prendo la briga di aprire circa un decimo delle sconclusionate newsletter che mi arrivano. Ci sono un paio di brand o “negozi” a cui riesco a dare retta senza tirare polpette contro al muro – anzi, mi interessano pure -, ma si tratta quasi sempre luminose eccezioni. In generale, nonostante mi reputi una persona adulta e accorta, sono la classica imbecille che apre qualsiasi cosa cominci con SCONTO! SALE! COUPON! OFFERTA!
Il problema, poi, è capire come usarli, i benedetti coupon.
Perché, in realtà, approfittare di un’offerta qualsiasi è assolutamente impossibile.
Ma tentiamo di catalogare le tragedie, che è sempre un buon modo per farsene una ragione. Cercherò di essere breve e concisa. Proprio come le sciagure più devastanti.
AVETE CAPITO IN UN MODO? PECCATO, NON FUNZIONA COSÌ
OGGETTO: -30% sui nuovi arrivi! Approfittane subito!
FIGATA! -30% sulla roba nuova? Vado a vedere, che cavolo. Anche perché mi servirebbe proprio una borsa per l’estate. O un maglioncino strano. O una pochette da abbinare alle canottine bianche. Le stampe mega allegre della primavera! Qualche collana arrogante! Cioè, col -30% si può fare. È bellissimo!
Quello che scoprirete, in realtà, è che il sospirato -30% funziona solo su una selezione minuscola di scalognatissimi articoli basic. Niente accessori. Niente gioiellini. Niente make-up. Vero, sono indiscutibilmente dei nuovi arrivi… ma non garberebbero nemmeno a una catechista di mezza età con le scarpe ortopediche e una prepotente cataratta. Capirai. Mettete in sconto gli indumenti tenerelli e carini, se ne avete il coraggio! Così siamo capaci tutti, maledizione.
E addio al -30%.
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CLAUSOLE INCREDIBILMENTE INTRICATE E SEMI-VESSATORIE
OGGETTO: Saldi flash su tutto il nostro catalogo!
Grande Giove! Finalmente avrete l’imperdibile occasione di rispolverare il vostro board di Pinterest adibito a folle wishlist e comprare tutto quello che non vi siete mai e poi mai potuti permettere! Spedizioni gratuite, sconti sostanziosi, omaggini coccolosi, 3×2 e giralaruotayeye. Penserete che il mondo è finalmente diventato un posto civile e giusto. Ma poi leggerete con una certa attenzione le scritte in piccolo e vi accorgerete che non è vero niente.
I saldi flash, tipicamente, durano circa 36 secondi. E voi, paralizzati dall’esuberante abbondanza dell’assortimento, non riuscirete a produrre una decisione in tempo utile. L’unica volta che vi verrà voglia di concedervi un travolgente momento all’insegna dell’acquisto d’impulso (solitamente su ASOS, che lì la roba costa un po’ meno e i rimpianti si riducono ai minimi termini), scoprirete che l’articolo che tanto vi piace è appena andato esaurito (sempre su ASOS, frequentato da orde di universitarie che non fanno una viola tutto il giorno e, mentre voi vi decomponete in ufficio, pigiano forsennatamente sul tasto COMPRA, prosciugando i magazzini e facendovi adirare tantissimo. Maledette, vi segheranno a tutti gli esami! E vostro padre vi taglierà la Postepay con un forbicione!).
I saldi flash, inoltre, non sono così democratici come l’acchiapposo oggetto della mail vorrebbe farvi credere. Dovrete spendere un minimo di 100 euro (in articoli non compresi nella promozione), iscrivervi a un numero imprecisato di newsletter, partecipare a un contest estremamente articolato e tedioso, fornire i dati personali di tutta la vostra famiglia, impegnarvi con una serie di cambiali ad acquistare ogni mese una determinata quantità di scarpe, sbadigliare senza chiudere gli occhi e declamare a memoria Il cinque maggio. In versione integrale. Che ad Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro ci arriviamo tutti. Anche le universitarie.
Se, per un qualsiasi motivo, vi troverete di fronte a un’offerta flash di ragionevole durata e relativa semplicità “burocratica”, lo sconto in questione sarà immancabilmente miserabile. -15%? Non ho neanche voglia di visitare lo shop, per un pulcioso -15%. Per chi m’avete preso? Per una scema fuori corso con lo shatush dei cinesi?
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FOSFORO E COUPON
OGGETTO: Coupon esclusivo! -40% sul tuo prossimo acquisto
Però. Che carini. È così che si fidelizza il cliente. “È un po’ che non vieni a trovarci… ecco un piccolo regalo per te”. È in questo modo che si utilizzano sensatamente i dati che i consumatori di ogni latitudine seminano per gli e-store del pianeta. Si impara qualcosa e si dà qualcosa in cambio. Che c’è di meglio del ricevere un coupon da un negozio che già ti piace? Che meraviglia. Che splendido circolo virtuoso!
I coupon che ricevo io, di solito, non corrispondono mai a categorie merceologiche plausibili. Ho comprato un libro? Il coupon che, svariati mesi dopo, irromperà come una gigantesca illusione nella mia casella di posta sarà un utilissimo sconto del 25% sui tosaerba. E solo sui tosaerba, senza alcun tipo di margine di manovra. Che cosa vuoi che me ne faccia di un tosaerba? Ho a malapena il balcone, santo il cielo.
Tutti i coupon, poi, sono assolutamente incompatibili con le offerte in corso. Ci sono i saldi e tutto quanto è scontato del 25%? Che vi credete, mica potete fare -(25% + 15%). Col cazzo. O vi pigliate il -25% o vi arrangiate col coupon… e non è di certo una politica sbagliata, così, a livello di ragionamento. Il problema è che l’agognato coupon ti arriva SEMPRE sei ore dopo la mail super strombazzante che annuncia l’inizio dei saldi, trasformandosi all’improvviso in una repentina fonte d’odio, rancore e furia fiammeggiante. Cos’é, mi state forse prendendo per il culo? Ma non potevate mandarmelo in un altro momento? Che cosa volete che me ne faccia, adesso c’è c’è il metà prezzo anche sullo Scottex?
Poco male, direte voi. Quando finiranno i saldi – sempre che ci sia ancora qualcosa che vi piace e che il budget stanziato per gli acquisti saggi non si sia già prosciugato da un pezzo -, quando finiranno i saldi userò il coupon in un’altra maniera. Con tutta la roba che c’è… e invece no. Perché il coupon mica è eterno. Non vi consegnano una lastra di marmo con un bassorilievo a forma di -30%. A questo punto, lo scenario si biforcherà. Il coupon potrebbe scadere prima ancora che finiscano i saldi, o potrebbe sopravvivere fino al ripristino dell’ordinaria amministrazione. Nel primo caso, vi attaccherete al tram. Nel secondo, sarete costretti ad attendere per così tanto tempo che vi dimenticherete completamente di aver ricevuto il benedetto coupon. Non ci combinerete un bel niente e, quando vi renderete conto della tragico vuoto di memoria, vi sentirete pure imbecilli. Proprio come quando comprate roba a prezzo pieno.
Non so più se sentirmi vittima di una gigantesca cospirazione, o se accettare con sportività la sconfitta.
Va bene, buoni sconto, avete vinto. Non sono abbastanza intelligente per usufruire della generosa opportunità di risparmio che mi offrite a intermittenza, giorno dopo giorno. Non ho ancora sviluppato un metodo che mi permetta finalmente di approfittare – almeno – delle offerte che mi interessano. Non sono diventata abbastanza importante da assumere uno stagista che cataloghi in Excel – con tanto di alert periodici – i saldi e i coupon degli e-shop di mezzo mondo. Non sono pronta per Real Time. Che qualcuno m’insegni e mi guidi. In alternativa, cominciate a regalarmi tutto. Sarebbe anche ora.
-5 Comments-
Ho il tuo stesso problema, con l’aggravante delle tessere fedeltà. Raccolgo tutti i punti possibili ed immaginabili, animata da una smania a metà tra parsimonia e zelo. Tempo fa, per fortuna, ho svoltato: ho scoperto unroll e, da quel momento, invece di venti newsletters, ogni mattina arriva solo una mail che le contiene tutte.
Ovviamente, ciò mi ha incentivata ad iscrivermi ad altre ancora.
UNROLL?
Lo devo usare. Che diamine è. Dove si prende. Come fa a raccoglierti le newsletter.
ODDEOOOO!
È facile: unroll [punto] me. Colleghi il tuo account (io ho gmail), poi gestici tutto il flusso delle newsletters. Decidi quali tenere, quali convogliare nell’imbuto quotidiano e da quali cancellarti. Rapido, indolore ed efficiente.
P.S. Non sono stata pagata per far loro pubblicità, ovviamente.
(Chiaramente, intendevo: «gestisci», mannaggia alla tastiera virtuale dell’iPad)
Guarda, ho appena finito di comprare 12mila scatole di Kellog’s: ogni tre scatole ti mandano un cucchiaio da cereali con il tuo nome inciso. Servizio da dodici, cara mia.
Poi ho letto nelle clausole scritte al microscopio che la Kellogs non è responsabile se per caso il cucchiaio non arriva. Come dire che di quei dodici non ne avrò manco uno.
Nonostante ciò, ho iniziato a ricomprare Kellogs perchè ora ti mandano a casa il Kit del Piccolo Giardiniere. Ogni tre scatole, un kit.
Voglio una foresta amazzonica di rucola sul balcone.