Il Corriere dell’Alpaca – FRI’
IL CORRIERE DELL’ALPACA – FRI’
L’indispensabile indice
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I Tegamini-regalini di Natale… chi se li piglia?
#loudpersonality: Radio Cubo alla riscossa!
Betty Draper, scansati
#MoschinoLovesDisaronno: mettere piede al Principe di Savoia è possibile
La lontra-zero-sbattimenti: una Bestiola dell’Indifferenza
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I Tegamini-regalini di Natale… chi se li piglia?
Buon Natale, perbacco, buon Natale, buon anno e innumerevoli care cose!
Grazie di cuore a tutti quelli che hanno partecipato teneramente alla lodevole iniziativa “fatevi regalare della roba da Tegamini”. L’idea di non ricorrere al sorteggio o a qualche genere di metodo decisionale fatalistico è stata pessima. È vero, avevo dichiarato pubblicamente di essere pronta a scegliere un vincitore senza farmi aiutare dai bussolotti della tombola, mi ero ripromessa di non affidarmi al caso… ma ho fallito. Decidere si è rivelato impensabile: sarebbe stato come scegliere un solo cucciolo di leopardo delle nevi da una vasca da bagno piena di mille altri perfettissimi leopardini delle nevi. Manco degli strumenti cognitivi, per prendere una decisione del genere. Chi sono io per dire te no, te sì, te ti rimandiamo a settembre. Non se la sentirebbe nemmeno Jafar, con quel suo detestabile pappagallo da compagnia. E allora ho pescato e ciao, perché comunque avrei pescato bene, visto che pescavo in un piccolo mare di sincero e splendente affetto. Ho pescato ed è venuta su Ophelinha. Applausi a Ophelinha. È colpa vostra, mica mi immaginavo che tutti avrebbero avuto qualcosa di utile e commovente da dire. Che ne so, magari arrivava qualcuno che scriveva solo CIAO, ZIA. BELLA LI’, tanto per provare a partecipare. E invece no. Comunque, spero di essere riuscita a spiegarmi, spero ancora di più che nessuno se la legherà al dito e, soprattutto, spero di continuare a farvi contenti. Anzi, ancora più contenti. Perché è Natale, che diamine, teniamoci per mano e corriamo in mezzo alle renne col naso fendinebbia!
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#loudpersonality: Radio Cubo alla riscossa!
Aggeggio ben sedimentato nella memoria collettiva, la Radio Cubo di Brionvega vive e lotta con noi. Anzi, fa anche la spiritosa…
Questa mia passione giovanile per i mitocondri finirà per segnarmi per sempre…
Comunque, Radio Cubo ha deciso di coinvolgermi nella sua bellissima mini-campagna di lancio in virtù della pacatezza con cui affronto la vita, attitudine che ben si intonava all’# ufficiale di tutta la baracca: #loudpersonality. Oltre al videino super tenero, ho ricevuto un paccozzo del mistero con dentro solo mezza Radio Cubo. Il pezzo coi bottoni e le manopoline. Blu.
Una volta trovata la mia metà radiofonica – frugando su Instagram, Twitter e compagnia danzante -, mi sono trascinata in mezzo a un nebbione transilvano fino alla parte più remota e inesplorata di via Tortona, quella YEA con tutti i capannoni artistici e gli uffici di vetro. Sola, perché Amore del Cuore, all’ultimo momento, ha deciso di andare a vedere la Champion’s League allo stadio e, com’è giusto, le amiche si rifiutano di organizzarsi, quando vengono convocate con un preavviso di quaranta minuti. Transitando davanti alla Deloitte alle 21 e rotti, però, ero lì lì per caricarmi in spalla un giovane consulente. Si vedono dai finestroni, questi indefessi lavoratori, sempre più gobbi e sempre più color del neon, lì con il matitino in mano mentre la gente sull’altro marciapiede magna senza ritegno in questa fila di ristoranti succulenti e ben curati nell’arredamento. E loro no, invece, prigionieri in ufficio e fosforescenti di stanchezza. Gli volevo tirare i sassi sulla finestra, a questo qua che ho visto io. Ciao, Deloitte! Vieni? Sto andando giù per di là che ho la festa della Radio Cubo. C’è la birra! C’è uno che ti fa gli hot-dog da un carrettino. Ci sono gli artisti che rielaborano con magica sensibilità e raro estro le Radio Cubo! C’è il DIGGEI! Eddai.
Alla fine il consulente non è venuto, ma io mi sono divertita un sacco.
Dopo qualche giorno, poi, mi è arrivata anche una Radio Cubo tutta intera. Rossa, in tinta con gli sparuti elettrodomestici di casa e con i timpani di chi sceglie di girare la manopolina del volume fino in fondo. Che non sembra, ma fa un bordello discreto. Allegria, super design, telecomandini, pratico manigliozzo e BLUTUT. Proprio un bel regalo. E social-campagna spassosissima. Grazie, dunque, a Brionvega per la doneria e molte di queste Radio Cubo.
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Betty Draper, scansati
Tornando al tema Natale, che così tanto ci appassiona, vorrei commuovermi pubblicamente per qualche istante. Perché, con questa costellazione di doni, Amore del Cuore ha vinto il premio Pensiero Meraviglioso dell’Anno 2013.
Perché, tutte le volte che passiamo davanti all’ippodromo-maneggio-quelchesarà per andare a vedere il Milan dal secondo anello arancione (e sempre un po’ di sbieco), non riesco mai a reprimere un “ma che bello, lì ci sono le persone che vanno a cavallo. Mi piacerebbe tantissimo andare a cavallo, è uno sport che si fa con degli animaloni! …che poi qua non è neanche tanto lontano, si riesce ad arrivare. Magari fanno dei corsi, magari si può fare anche nel weekend, che in settimana è già un miracolo se arrivo prima che chiuda il Billa…” e via di sospironi. Bradipo nell’anima, non ho ovviamente mai fatto nulla per trasformare questa mia velleità equestre in qualcosa di concreto. Amore del Cuore, invece, che è un tipo pratico e molto incline a trasportare vicende sognanti di ogni genere nel mondo reale, per Natale ha assemblato per me il kit della piccola cavallerizza dilettante. C’è il cap – tenero! -, ci sono i guantini, gli stivali – di gomma, ma comunque molto credibili e, mi dicono, praticissimi -, i pantaloni – non posso spiegarvi quanto mi stanno male, ma ce ne faremo una ragione – e un agile pacchettino di cinque lezioni per trottare, galoppare e, se proprio non mi disarcionano malamente, anche a saltare degli ostacolini. Mi sono messa a piangere come una bambina gigante. E sono pronta a raccogliere tutta la boria di cui dispongo per trasformarmi in una superba Betty Draper. Avessi una giacca scozzese, maledizione. Mi manca la giacca, il certificato di sana e robusta costituzione e la vaccinazione antitetanica aggiornata (che l’UPGRADE antitetano del 2002 non è più valido, a quanto pare). Niente, il tempo di sistemare queste rogne e potrete divertirvi un sacco anche voi con le avventure di Tegamini-amazzone. Viva Amore del Cuore.
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#MoschinoLovesDisaronno: mettere piede al Principe di Savoia è possibile
Dunque, la suite imperiale col marmo e la piscina quasi olimpionica non l’ho vista – che quel pezzo lì di party era per le Franche Sozzani e le Victorie Cabello -, ma un paio di sani e cin-cin ce li siamo fatti lo stesso. Perché i brand alcolici mi amano, e l’affetto è assolutamente ricambiato. Dopo un rapido calcolo dei costi d’ammortamento, mi sono infilata di nuovo il mirabile vestito di Vivienne Westwood e, fingendo di essermi voluta pettinare proprio così, sono arrivata piena di timore al Principe di Savoia per la festa Disaronno-Moschino. Bottiglie coi cuori, alberi di Natale con delle palle d’oro, pavimenti lucidissimi, gente che sorseggia robe complicate ruminando salatini piccolissimi, guardarobiere servizievoli, cristalli, tappeti, moquette soffice… insomma, un luogo assai ameno. Si sono sentite delle discrete enormità – “Ma te cosa fai? Lavori? …ma dai, non ci credo. Lavori? Cioè, non esiste” -, ma è stato comunque un successo. Ad un certo punto è anche arrivato un anziano e bisbeticissimo signore in sedia a rotelle che si è imbucato al party travolgendo calcagni e maledicendo la Madonna. Era sul punto di azzoppare anche Gianluca Vialli, ma poi è arrivato un terrorizzato badante e l’ha portato via. Bisbetico signore, sei l’imperatore della galassia.
Amore del Cuore sfoggia un inedito e controverso baffo. Bocciato da MADRE e dalla futura suocera (che, devo dire, per mia fortuna è più una nuora che una suocera), deriso dai consanguinei ma incoraggiato dagli amici, il baffo-look di Amore del Cuore continua a far discutere e a dividere le coscienze. Nel frattempo, però, resiste indomito.
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La lontra-zero-sbattimenti: una Bestiola dell’Indifferenza
Le Bestioline dell’Indifferenza sono tra le più utili. Ma che dico utili, sono VITALI. Perché insomma, non potete occuparvi anche di quello che non vi compete… anche se provano ad appiopparvi di tutto. Ed essere sempre gentili e accomodanti è, spesso, un tragico errore, a meno che non stiate cercando di farvi beatificare per suonare il clavicembalo con gli angeli del cielo. Lontanissima dalla santità, la nostra indispensabile lontra dell’Indifferenza vi permetterà di gridare ATTACCATI AL TRAM E TIRA senza costringervi effettivamente a sbraitare come pazzi in mezzo all’ufficio. O in mezzo alla vostra vita.
Diamine, che rogna. Fammi sapere quando hai risolto, ok? In bocca al lupo!
(fonte > il magnifico http://otter-ai.tumblr.com/)
-1 Comment-
La delusione per la sconfitta mi ucciderà lenta e inesorabile solo, in parte, consolata dalla mancata scientificità della scelta e dal pensiero che amore del cuore sta cercando di emulare Kid Creole ma senza Coconuts