Archive

Novembre 2013

Browsing

loki thor

Thor – The Dark World è, senza dubbio, il film più rispettoso della mitologia norrena che mai vedremo al cinema: se non c’è in mezzo Loki, non succede un Mjolnir di niente. Ok, ok. Va bene, tecnicamente qualcosa succede. C’è una stirpe di elfi fantasticamente abili nel farsi le trecce che vuole far sprofondare l’universo nell’oscurità e nella tenebra più disperante. Addormentati da qualche migliaio di anni dietro a un paio di asteroidi, gli elfi dai fascinosi capelli si svegliano all’improvviso quando Jane Foster – alla faccia di Natalie Portman e del suo appello “più femmine senzienti e interessanti per la Marvel e per il cinema tutto” – decide di infilare una mano tra due monoliti fluttuanti che irradiano malvagità e terrore a ettametri di distanza. Ed è una scienziata, Jane Foster, mica una sciampista in stage. D’accordo, le garbano i deltoidi gibbosi e le barbe incolte, ma è comunque una luminosa rappresentante dell’eccellenza del sapere astrofisico internazionale. E vede una roba rossa tutta schifosa e sibilante che si agita in mezzo a due menhir magici sull’orlo di un precipizio, e ci caccia dentro le mani. Ma santa pace, Jane Foster, ma da piccola non li hai presi due sganassoni, quando cercavi di raccogliere le schifezze dal marciapiede? Se MADRE potesse dire qualcosa a Jane, le suggerirebbe di tagliarsele, quelle manacce di merda.
Ma ci stiamo già perdendo per le radici di Yggdrasil.
Quel che volevo davvero dire – mettendo incidentalmente il Cono della Vergogna a Jane Foster – è che questi nostri polpettoni del cuore dovrebbero cercare di far procedere la narrazione indipendentemente dalla stupidità dei loro protagonisti. Perché non posso accettare che l’universo rischi l’oscurità eterna solo perché la fidanzata di Thor è pirla. E nemmeno posso accettare che, limonando cretinamente per un prato di Greenwich, due comprimari altrettanto inetti contribuiscano a salvare il benedetto universo, e senza manco capire perché. Insomma, le motivazioni sono importanti. Per i buoni e un sacco di più per i cattivi.
BU! Sono un elfo oscuro! Esisto da prima del mondo! Ho questa roba rossa che solo io so controllare! I miei capelli sono strabilianti! E stamattina mi sono svegliato male: meritate di sprofondare nel buio!
Molto piacere, elfo oscuro. Noi qua non conosciamo a memoria la storia di ogni mondo governato da Odino, ma ci sembra proprio di averti incontrato per caso. Ti vuoi vendicare perché novemila anni fa gli asgardiani hanno sterminato la tua gente? Capirai. Saremo insensibili e ottusi, ma non ci siamo preoccupati neanche per un momento, e non perché polpettone-Thor sia un pozzo di strategia o una forza inarrestabile della natura. Non ci interessa niente perché la gente che vuole solo vendicarsi e fare qualcosa di definitivo e irreparabile al mondo è una roba che abbiamo già visto ennemila volte. E un po’ meglio, anche. Ecco, allora, prendi il numerino al banco salumeria e mettiti in fila dietro alla signora Franca, che vuole sciogliere la calotta polare col phon.
E’ per questo che ogni volta che fan fare qualcosa a Loki sembra che entri in scena, che ne so, una versione sorniona e piacevolmente malvagia di Immanuel Kant. GENIO! IRONIA! UNO SCOPO PRECISO! UNA SACROSANTA VENDETTA! L’IRREFRENABILE IMPULSO DI CAVARE A ODINO PURE L’ALTRO OCCHIO! UMORISMO! UN PIANO! ESPRESSIONI FACCIALI!

The Marvel Studios: "Thor: The Dark World" And "Captain America: The Winter Soldier" - Comic-Con International 2013

E via, poi tutti a stupirsi per il tornado di mutandine che Tom Hiddleston è costretto a schivare ogni volta che decide di uscire di casa. 
Sbaglio? Perché è vero, credo. Ero seduta lì, coi miei pop-corn e una sana e robusta propensione ad apprezzare i manzi armati di martello che piombano sul mio pianeta all’improvviso solo perché Idris Elba s’è per un attimo cecato, ma niente. Noia. Fastidio per Natalie Portman, ULTRAODIO per l’invadentissima Darcy – che è ovunque… e dovrebbe far ridere, senza mai riuscirci – e tanta comprensione per la povera Lady Sif, che sa andare a cavallo al contrario bevendo alla goccia un litro di idromele ma nessuno se la fila. Mi sono un po’ ripigliata quando Frigga del cuore ha preso a calci in culo l’elfo oscuro cantandogli le bionde trecce, ma poca roba. Per il resto è stato tutto un dov’è Loki? Dov’è Loki? Che fa? Legge? Spacca i tavolini? Si sarà pettinato un po’? Lo liberano? Non lo liberano? Che dice? Ma quindi? Che tramerà? Adesso capisco perché gli hanno fatto fare un mucchio di scene aggiuntive, in mezzo a questo sfacelo! E a Thor, ma gli vorrà un po’ bene? Ma un ceffone glielo possiamo mollare pure noi della quinta fila? Avrà bisogno di un lancio di mutandine, così, tanto per incoraggiare?
Nel dubbio tirategliele. Anche voi ometti. Che se ne accumuliamo una montagna sufficientemente alta e scoscesa magari riusciamo anche a farcelo venire fuori, un Loki-film-solista. ANT-MAN, fanno. Mi vien voglia di mettere una mano in mezzo a dei macigni malvagi. O di andare a raccogliere personalmente tutte le gemme dell’infinito, o come si chiamano, per regalarle a Loki, che sicuramente troverebbe qualcosa di strabiliante da farci.

Insomma. Tenetevi Polpettone-Martellone.
Qua si tifa per la megalomania, l’inganno e il capello unto.

…stavo per gridare SERPEVERDE, ma poi ho capito che la stavo pigliando troppo alla larga.

 

tegamini s abrams dorst

Che io ami follemente BadTaste.it è risaputo. Che loro, ogni tanto, trovino la forza di ricambiare questo mio sentimento è meno scontato. Un po’ di tempo fa avevano deciso di pubblicare un mio sproloquio fangirlistico su IronMan 3 e adesso, in nome di tutto ciò che è sacro e bello, hanno ospitato un nuovo Tegamini-post, la recensione del MIRABILE S. di J. J. Abrams e Doug Dorst. Travolta dall’entusiasmo, ho pure fatto un video in cui cerco di sfogliare il misterioso tomo – con una goffaggine senza pari -, spiegando com’è fatto e che c’è dentro, tra un gridolino e l’altro. Dico MAGICO un sacco di volte e ad un certo punto mi esce anche una splendida GAFF, ma è comunque un filmato molto istruttivo.

Comunque.

Leggetevi la recensione su BadTaste.it e divertitevi alle mie spalle con lo sfoglia-sfoglia videotour.

E grazie ancora al prode A. F. B. – dopo S. diventerete fan scatenati degli acronimi – per l’ospitalità. È sempre un immenso e fiammeggiante onore.

wwis 1Emily Dickinson, fatti in là.

Non c’è niente da fare: i giorni più belli sono quelli in cui si scopre una fantasmagorica cazzata nuova. Ed era un po’ che vagavo, orfana e raminga, in cerca di un degno successore di The Useless Web…. Ma l’attesa è finita, grazie al cielo, perché le mie amiche hipster che sanno sempre tutto sei anni prima degli altri mi hanno fatto scoprire qualcosa di sconvolgente e fantasticissimo: What Would I Say?, il tragicomico generatore automatico di status di Facebook.
Come funge?
Niente, WWIS recupera e frulla insieme le assurdità che già avete detto per creare nuovi e sconvolgenti pensieri, ovviamente condivisibili coi vostri amichetti del cuore. Chiaro, non tutto quel che esce è una perla immortale – e non si può nemmeno pretendere la punteggiatura di un accademico dei Lincei -, ma con un po’ di pazienza potrete tranquillamente capovolgere l’universo.
Tipo.

wwis2…BOOM, BABY!

wwis3Le Tre Coglione. Cugine delle Tre Marie, ma incapaci di fare i panettoni.

wwis4Alla pugna!

wwis5Ray Bradbury meets Carrie Bradshaw.

wwis6Siamo solo contenitori per l’ennesimo Braulio.

wwis7Ma non credo, ma mai e poi mai. 

wwis8Cazzo, compriamola SUBITO!

wwis9E succede tutto in Messico. O in Spagna. Quel MOCIOS vorrà pur dire qualcosa.

wwis10Voglio solo guardare il mondo che brucia. O una roba così.

wwis11Il Kraken, risveglia.

wwis12Ecco. Adesso che lo so, faccio in tempo a scansarmi.

Buon divertimento, miei coraggiosi!
😀

MADRE e le bestie hanno problemi da tempo immemore. Da piccola, quando ancora viveva in campagna, MADRE fu ripetutamente beccata sul sedere da una bellicosa oca da cortile. Poco tempo dopo, la famiglia di MADRE si trasferì in un paese non troppo distante dalla cascina che le diede i natali. E a MADRE venne affidata una gallina di nome Gallina. Gallina viveva sul solaio ed era estremamente affabile, becchettava docile i suoi semini mentre la piccola MADRE le accarezzava la schiena. MADRE si vanta sempre moltissimo, della sua Gallina: mi voleva bene davvero! Arrivavo lì la mattina e mi faceva l’uovo in mano, pensa! Poi, un bel giorno, mia nonna servì a tutti quanti un brodo di pollo particolarmente buono e di Gallina si persero le tracce.
Eh.
Segnata da questo incredibile atto di barbarie – mia nonna, pace all’anima, andava processata a Norimberga -, MADRE decise di mettere un bel menhir sul tema animali, si comprò una Cinquecento e guidò fino al mare nel giorno numero uno della sua sospirata patente. Poi capitò un fatto increscioso. I miei zii comprarono questo cane grosso di nome Muz. Non mi ricordo se era un pastore tedesco o un San Bernardo, so solo che era una bestia gigante. MADRE, ignara della presenza di Muz dall’altra parte della porta, entrò serenamente in casa sua, in un gran stridore di scarpe da ginnastica. Il cane, vittima di chissà quale demone passeggero, assalì MADRE sulla soglia, morsicandole una coscia con gran cattiveria. La coscia di MADRE entrava giusta giusta nelle fauci bavose e puzzolenti di Muz, che la sgranocchiò per un po’, scrollandola di qua e di là. Ad un certo punto, forse dopo aver evocato il potere di Grayskull e quello dei Petali di Stelle, MADRE ritrovò la sua mitologica coordinazione e riuscì ad assestare uno scapaccione al cane, levandoselo di dosso tra gli applausi di una moltitudine di creature delle tenebre. Al che, MADRE – sanguinante e incazzata come una tempesta monsonica con tsunami intermittenti – venne portata in tutta fretta all’ospedale e riempita di punti. Le fecero l’antirabbica e un milione di analisi. Sana e salva, MADRE lasciò l’ospedale e tornò alla sua vita. Io non c’ero ancora, e MADRE già insegnava educazione fisica in lungo e in largo, spostandosi a bordo della sua fida Cinquecento rossa per monti e per valli. E niente, dopo due giorni dalla faccenda del morso a MADRE, Muz morì di colpo. Così. Un secondo prima era in piedi e l’attimo dopo era in terra stecchito.

Io non so cosa dirvi. So solo che, ormai, le bestie temono MADRE. Nell’arco della sua placide esistenza, Cricci, il criceto russo che visse con noi per quattro anni – quattro anni fatti di incredibili architetture di bambagia e montagne di semini di girasole -, insomma, in tutto quel tempo il nostro Cricci sentì il bisogno di morsicare una volta sola. E morsicò MADRE. Lo stesso Ottone von Accidenti, che si fa coccolare e prendere in braccio anche dal Mostro di Firenze, fugge al cospetto di MADRE, appiattendosi sotto al letto in preda a un terrore cupo e totale.
E’ stato bellissimo, dunque, ricevere all’improvviso dal mio papà questo sconvolgente documento fotografico:

foto 1

Ecco. C’è MADRE che conversa pacificamente con un giovane cigno, sulle sponde del Lago di Garda. Il cigno, a quanto mi è stato riferito dal mio attendibile papà, si è avvicinato a MADRE con passo deciso e non l’ha più mollata. MADRE girava per questa piazza con un fiducioso, devoto e gigantesco cucciolo di cigno alle calcagna. Manco San Francesco era riuscito a farsi voler bene dai cigni. Passeri, lupi di Gubbio, ma niente cigni. MADRE, commossa fino alle lacrime dall’immotivato affetto del grosso volatile dalle zampe palmate, ha deciso di fare quello che farebbe ogni MADRE degna di questo nome: ha nutrito il baby-cignone. Con un pacchetto di cracker. SECCHISSIMI. Il cigno, probabilmente abituato a cibarsi di roba un po’ più umidiccia, sapientemente filtrata e sminuzzata dal suo utile becco a palettina, ha rischiato di morire soffocato dall’invincibile croccantezza dei cracker, ma è sopravvissuto. MADRE è addirittura riuscita a fargli pat-pat sul capino e a prenderlo scherzosamente (…?) per il collo, alla facciazza di Konrad Lorenz e delle sue suggestionabilissime oche.

foto 3

Ora, io non so se il cigno sia rimasto segnato in maniera irreparabile dall’incontro con MADRE, ma sono contenta per lei. Sono contenta per l’universo in generale. Che qualcuno pigli MADRE e la lanci con un paracadute in una foresta di bambù. Questa rinnovata alleanza con gli animali va sfruttata, finché dura. Gettatela in una foresta cinese e convincerà quei cretini dei panda giganti ad accoppiarsi furiosamente. Proiettate foto di MADRE davanti agli scheletri di plesiosauro di ogni museo di storia naturale, e i dinosauri torneranno a popolare la terra. Avvolgete i kiwi neozelandesi nelle copertine sferruzzate da MADRE, e mai più saranno sfiorati dallo spettro dell’estinzione. Scagliatela su Marte, e ci dirà dove ha strisciato l’ultimo batterio.

Che contentezza. Il mondo animale ha una speranza concreta, ora che MADRE non rappresenta più una fiammeggiante minaccia.
E visto che le tradizioni sono importanti, ecco la foto che ho rispedito al mio papà, per festeggiare degnamente l’incontro col giovane cigno del Garda.

foto 2

MADRE, proteggi gli echidna!
Salva i leopardi delle nevi!
Riempi le pianure di bufali!
Moltiplica i lemuri!
Veglia sul falco pellegrino!
Prendi in mano il business della benedizione degli animali!
…e comprati un gatto, invece di cercare di impadronirti del mio.