Bling Ring: fuggite (anche sui tacchi), sciocchi!
Dunque, l’ultima volta che sono andata al cinema a vedere un film di Sofia Coppola la provvidenza mi ha dato una mano. Qualcuno in sala proiezioni aveva deciso di farsi licenziare proprio quel giorno lì e, grazie al nobile intervento di questo sconosciuto eroe, di Somewhere ho visto solo il secondo tempo (con rimborso del biglietto… roba che avrei chiesto anche se me l’avessero rifilato per intero, ma tant’è, meglio così). Grazie, sconosciuto proiezionista pasticcione, grazie. Con Bling Ring, purtroppo, non ho avuto la stessa sfacciata fortuna.
Santo il cielo.
Che palle.
Che pochezza.
Ma perché fare un film del genere, con tutta la mestizia che già ammorba il mondo? Perché infliggerci una roba così ripetitiva, mal raccontata e mal scritta? Diamine, le cose che mi dico con l’assistente del dentista quando deve fissarmi l’appuntamento sono più interessanti di queste scemenze qua che ho sentito. E ci vado pure vestita meglio, anche se non sono stata lì a depredare Megan Fox di tutte le sue inestimabili borsette.
Ma aspetta un attimo. Perché so che qualcuno là fuori ha una teoria.
Cara Tegamini, Bling Ring è un eccelso esempio di struttura filmico-narrativa che, nel voler portare alla luce il vuoto siderale che alberga nei cuori e nelle menti dei suoi giovani protagonisti, la loro noia, la loro mancanza di scopo e di valori – in questo nostro mondo ossessionato dal gossip, dalla celebrità e dal lusso, nuovi idoli del post-post-postmodernismo patinato – e, ancora, il loro distacco dalla realtà e la loro fondamentale incapacità di relazionarsi con i propri pari e di ambire a una vaga forma di moralità e cultura, ecco, tutto questo raggiunge in Bling Ring la sua massima espressione, facendo del film di Sofia Coppola un autentico capolavoro del nostro tempo, una pellicola che, per sceneggiatura, ritmi e costruzione, si fa specchio del baratro interiore e della pochezza dei personaggi che racconta, tramutandosi – per estensione – in una feroce e implacabile critica del mondo che abitiamo.
…venderei la neve agli orsi polari, se volessi.
Comunque.
Uno, probabilmente tra i numerosi e importanti parenti della Coppola, potrebbe anche pensarla così. Qualcuno, indossando una complicata tuta piena di ventose, potrebbe tentare di scalare una parete di vetro gridando ai quattro venti l’importanza di quest’opera cinematografica.
La triste verità è che questo film racconta personaggi superficiali e detestabili in modo superficiale e detestabile. E vorrei chiedermi delle cose. Perché sono, mio malgrado, una personcina che si ostina a credere nel magico potere dell’immaginazione. Mi piace pensare che anche la pochezza, la stupidità e l’assenza di valori si possano trattare con intelligenza e forza, con sfumature un po’ più ricche di quelle della scarpiera di Paris Hilton. Qua non c’è niente. Niente nei protagonisti, niente nel film, niente che mi interessi mentre mi tocca guardarlo perché ormai sono lì e ho pagato 8 euro e l’unico vantaggio è che fuori piove e almeno mi faccio due ore all’asciutto. Io non capisco davvero. Con tutto quello che ci si può escogitare e portare al cinema, con tutte le emozioni complicatissime dell’universo e tutta la buona volontà del mondo, ma che bisogno avevamo di un film fatto di niente sul niente? Ma non potevano pigliare i soldi che ci hanno speso e investirli donando splendide cabine armadio alle ragazze di ogni latitudine? Ci meritiamo le cabine armadio, mica i filmacci finto-arguti-oh-come-siamo-sensibli-in-questo-nulla-che-annienta-le-nostre-giovani-anime-perdute. Uno spreco imperdonabile! Un’onta incancellabile! Ma soprattutto, una solenne, terrificante e inutilissima rottura di palle. Che qualcuno rubi in casa a Sofia Coppola, che dopo Bling Ring ben le starebbe.
-8 Comments-
La cosa mi intristisce, per Hermione, più che altro 🙁
È goffissima, in questo film. Dovrebbe fare la troietta adolescente spregiudicata, ma è veramente poco adatta. Ti mette a disagio, proprio.
Peccato, davvero. In questi casi non capisco mai se è una cosa voluta dall’agente oppure se è proprio l’attrice che è stata sopravvalutata. Il fatto è che quando una ragazzina la vedi crescere poi ti girano le balle che si butti via. Perdona lo sproloquio psicotico
Con tutto il rispetto per altre cose che ho letto su questo blog (e che ho apprezzato tanto da seguire la pagina su fb), la pochezza qui sta tutta nell’articolo o recensione che è stata scritta. Mi sembra più un grido di frustrazione. E non è per discutere o far polemica gratuita (né per cominciare quei patetici botta e risposta dei commenti su chi fa la battuta più tagliente), ma se hai un sito come questo, spesso trattato e scritto con cura e ironia, a volte ci si dovrebbe fermare un attimo prima di cliccare Pubblica, e pensare se ne vale la pena. Non c’è solo gente stupida che legge.
Per quanto riguarda la mia opinione (personale per carità) è che Sofia Coppola sia una regista generazionale, e questo come altri film è interessante per cosa racconta e per come lo racconta. Gli attori hanno fatto benissimo il loro mestiere ed Emma Watson sta dimostrando di essere più capace di quanto si potesse prevedere ironizzando attraverso il personaggio che l’ha legata per quasi 8 anni.
E il soggetto del film non è un soggetto vuoto, come l’hai definito tu, ma un caso di cronaca sufficientemente interessante da utilizzarlo come chiave di lettura di un certo tipo di ambiente e generazione. E lì si ferma, non credo volesse essere l’equivalente cinematografico del Signore delle Mosche.
Ti butto lì un consiglio. Questo non è un blog di cinema e ma se vuoi parlare di cinema forse dovresti leggerti le recensione di due critici come Marzia Gandolfi e Adriano Ercolani. Sarà comunque educativo.
Buona fortuna con il resto.
È ben perché non ho pretese di assoluto sapere cinematografico che schiaccio Pubblica con veemenza e allegria. E racconto quello che ci ho capito o non ci ho capito io, come succede sempre su questo blog. A me fa piacerissimo che in questo film tu sia riuscito a scorgere un mirabile commento generazionale e che in giro ci siano critici capaci di fornire un punto di vista alternativo. Me ne rallegro. E continuerò a parlare di cinema – come di libri e di qualsiasi cosa mi venga voglia di fare – perché mi piace andare al cinema, non di certo per fornire validi contenuti bibliografici per una tesi di laurea.
Quello che ti consiglio io, invece (e con tutto il rispetto delle mie personalissime opinioni) è di fermarti un attimo prima di schiacciare Commenta, soprattutto se esordisci con un elegantissimo “non c’è solo gente stupida che legge”.
Credo che tu abbia inteso meglio di come lasci trasparire quel tipo di “elegantissimo” commento, ma sta bene che tu l’abbia usato per rimbalzare la mia critica. Capisco anche il tuo “continuerò libera a parlare di tutto ciò che mi va come mi va” etc. E’ giusto, il sito è tuo. Il mio è solo un consiglio (i commenti esistono pure per questo), non è necessario scrivere tesi di laurea, si può essere leggeri e più ricchi di contenuti di così comunque.
O forse mi sbaglio io. La rete è libera e chiunque può buttare a caso pareri poco significativi sul lavoro degli altri. E tu hai avuto la sfortuna di avere il polemico di turno. Rilfessioni di vita. Ciao
Le poche volte che vado al cinema spero di divertirmi. Le molte volte che butto un occhio su tegamini pure. Io a leggere questo post mi sono divertito e non cercavo altro. Non userò il pensiero della Tegamini per decidere se andare a vederlo. Però, visto che siamo a far polemica, da addetto ai lavori della significatività, mi indispettisce un po’ l’espressione “pareri poco significativi”.
Il giorno in cui qualcuno mi dimostrerà che il bello si può misurare in maniera oggettiva accetterò volentieri che sull’apprezzamento dell’arte un maggiore grado di cultura renda un parere più “significativo” di un altro. Per ora una misura ben definita di “bello” non mi è ancora capitata tra le mani, quindi continuerò a dare al “(non) mi piace” della Tegamini, di Roberto e della signora Gandolfi lo stesso identico grado di significatività, con buona pace di tutti. Anche questa ovviamente è solo una personalissima opinione 🙂
Qui trovi un’altra recensione, che guarda caso è mia. Se riesci a non considerarla il parto di una mente stupida, prova a vederla come l’accusa di altro tradimento di una figlia degli anni ’80 e appassionata di teen movie di qualità. Oppure come la lagnanza di una consumatrice che ha mel investito il suo tempo, o denaro che poi è la stessa cosa.
http://gynepraio.com/2013/09/30/su-come-si-possa-non-vedere-bling-ring-e-vivere-ugualmente/