L’imperturbabile cavallo Martineddu
A cavallo ci sono andata per due settimane quando avevo dodici anni. Ero al campo estivo di tennis e per il pomeriggio bisognava scegliere un altro sport. Aggiungendo 50 mila lire alla quota d’iscrizione ti facevano fare le giocosità equine e Padre si era sentito di affrontare il cospicuo investimento per farmi trottare, saltare ostacolini e girare intorno a cubi di fieno. Ieri, ormai totalmente priva di memoria motoria sul cavalcare, ho preso Amore del Cuore e ci siamo fatti issare su due fieri destrieri per una suggestiva passeggiata nelle profumate e aguzze pinete di Agrustos, col mare, la spiaggia, il tramonto e il rumore di gente che mastica croccantissimo pane carasau.
Dunque, Amore del Cuore – mai stato su un cavallo – vince il grossissimo e pacioso Martineddu, la bestia più immobile del maneggio, in pratica un monumento equestre che respira. A me danno Vulcano e mi mettono in fila dietro all’istruttrice – su un affarone bianco, masticatore di staccionate – e la cavalla Teresina, alta un metro e sommamente annoiata della vita. A parte che a Vulcano piaceva troppo il culo di Teresina, scopro anche che ha il nero terrore dei pulman.
ISTRUTTORE ALFA – Giuliaaaaaaaa!
ISTRUTTRICE GIULIA – Aió!
ISTRUTTORE ALFA – Guarda se c’è il pulman, che Vulcano ha paura!
ISTRUTTRICE GIULIA – Ce ne sono due, alla fermata!
ISTRUTTORE ALFA – Eia.
Ma eia cosa? Non partono i pulman in Sardegna? Una volta che sono alla fermata ci rimangono per sempre? Cormac McCarthy ha mai scritto qualcosa di utile a tranquillizzare un cavallo appena incontrato in caso di passaggio di automezzi?
Comunque, Vulcano, rassicurato dal deretanone tondo di Teresina e dal mio perfetto uso della briglia – Betty Draper, vestiamoci benissimo e andiamo al maneggio come vere stronze -, ha attraversato la strada senza tentare di disarcionarmi. E tutto è bene quel che finisce con un bizzarro trasporto pubblico locale.
Arrivati in mezzo a sabbia, radici, piante con gli aghetti e scogli, il cavallo di Amore del Cuore si arena e inizia gioiosamente a far precipitare sul sentiero ben battuto una poderosa montagna di merda.
ISTRUTTORE ALFA – Dagli gambe, dagli gambe! Se aspetti lui si passa pure la cartigienica! Non esiste che caghi da fermo, deve cagare mentre va, dai! Forte, che quello ti sta a pigliare per il culo!
Martineddu cagherà una seconda volta, scopriremo che siamo tutti abbarbicati su selle inglesi, passeranno aironi volanti su uno stagno e un paio di vecchi rischieranno di farsi calpestare il cane. Dopo mezz’ora di ginocchia strette, schiena dritta e talloni bassi, ho tutte le dita dei piedi addormentate… ma mi sembra di avere le chiappe di marmo e tutto è molto bello.
Tornati al campo base – un posto pieno di gattini minuscoli che giocano -, ci fanno parcheggiare le bestie, Alfa mi fa sapere che sono stata brava a tenere Vulcano, perchè oltre a odiare le corriere è anche completamente pazzo – sono sempre informazioni utili, condivise col tempismo migliore – e ci avviciniamo a un raggiante Amore del Cuore.
ADC – Ma è bellissimo!
ISTRUTTORE ALFA – Sono contento. E non era colpa tua quando si fermava. Martineddu caga sempre in quei due posti lì, cascasse la Madonna.
ADC – No ma poi é proprio un bravo cavallo…
ISTRUTTORE ALFA – Martineddu? È il più buono. Lo facciamo sempre lavorare coi bambini handicappati.
E con questa, mi levo il cappello e vado a massaggiarmi gli adduttori.
-0 Comment-