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Novembre 2011

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tié, ti sferzo col fuoco, Dio dall’ingombrante copricapo!

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Va detto che siamo arrivati in ritardo e abbiamo perso per sempre i primi dieci minuti. È successo perchè ci siamo andati a sedere nella sala sbagliata, quella del Re Leone 3D. E niente, ce ne siamo accorti solo quando il sole è sorto sulla savana. Quel cinema ha seri problemi di segnaletica, non ci sono i numeri sulle porte, non c’è uno straccio di foglio di carta appeso, i tizi che ti rifilano gli occhialini indicano la direzione molto vagamente… e che dovevamo pensare, siamo andati dritti dritti da un’altra parte. E in quattro, che se c’eravamo solo io e Amore del Cuore capirai, era tutto normale. Arrivati nel posto giusto, però, il film ci ha accolti bene: un traditore – compaesano di Teseo – siede a gambe divaricate con la schiena appoggiata contro il muro. L’hanno frollato e seviziato ben bene, ha pure la faccia sfigurata da tre sfregi verticali, dalla fronte al mento. Davanti a lui, un energumeno con una struttura cornuta in testa si prepara ad assestargli una martellata nelle palle. Perchè Iperione non gradisce i guerrieri di dubbia moralità e ancor meno gradisce la loro eventuale progenie.

fate luogo, sono la Dea Atena, la mia chioma splende di saggezza!

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Coglioni spiaccicati a parte, Immortals racconta della lotta tra l’eroe Teseo – atletico contadino, figlio di chissà chi – e il malvagio re Iperione – uomo dalla faccia disastrata – intenzionato a liberare i Titani, nemici giurati degli Dei dell’Olimpo. I Titani sono rinchiusi nelle viscere del monte Tartaro, dentro a una gabbia che sembra un po’ un biliardino e un po’ una di quelle lavapiatti cubiche dei bar. Per infrangere le catene che imprigionano i Titani, all’affabile Iperione occorre un arco supersonico, forgiato da Marte e diventato esageratamente leggendario, così leggendario da essere finito non si sa dove. E chi mai potrà ritrovarlo? Il segreto è custodito da quattro gnocche veggenti, sacerdotesse illibate col dono della profezia. O meglio, una sola è il vero oracolo, le altre tre fungono da scudi umani, in un gran turbinio di vesti scarlatte con lo spacco.

Le uova sono universi chiusi, assolutamente ermetici ed impenetrabili. E poche cose mi confondono come le uova. Che cosa succede all’interno della gallina? Potrebbe capitare di rompere un uovo e di trovarci dentro un pulcino accartocciato? E se si mangia un uovo un po’ antico, che succede? Si muore? Si vive, ma contorcendosi in un’eternità di spasmi?
Ecco, l’uovo mi allarma. Mi allarma ancora di più se apro il frigo e m’accorgo che ho accidentalmente strappato l’etichettina della data di scadenza dalla confezione delle uova BIG – per frittate di un certo spessore. E resto lì, con in mano queste tre uova tutte uguali, mute e anonime, senza nessuno che mi aiuti a disinnescarle. L’unica cosa che il guscio mi fa sapere è che le uova sono emerse da una gallina circa un mese prima.
E quindi?
Si può o non si può mangiare? Si può mangiare solo con coraggio? Non solo non si può mangiare, ma non si deve nemmeno guardare? Che utilità possono avere le mie due lauree se non so comprendere le uova?
Sapendo di non sapere, ho deciso di buttare per aria un’iniziativa di maieutica collettiva:  ho chiesto consiglio su Twitter. Perchè là fuori ci deve essere qualcuno meno disadattato di me. E almeno su quello ho avuto ragione, perchè molti, spinti da carità e genuino altruismo, si sono fatti avanti per condividere la propria preziosa conoscenza in materia di uova.